Era stata di nuovo umiliata davanti a tutto il clan, suo padre le aveva urlato contro per tutta la durata dell’allenamento e alla fine se n’era uscito con la solita frase, quella frase che le faceva più male di tutti gli insulti, quella frase che si sentiva dire da quando era ancora una bambina, quell’unica frase: “non sei degna di essere l’erede del clan”.
Ma questa volta Hinata aveva reagito, aveva fatto si che tutti si accorgessero che lei odiava quello stupido clan, quello stesso clan che portava la gente a pensare che le tradizioni fossero più importanti della famiglia, quello stesso clan che la disprezzava, quel clan da cui è scappata.
E correndo, si ritrova davanti alla casa di un ragazzo, quel ragazzo.
Un ragazzo che non si arrende mai, che nonostante tutti lo disprezzino ha la forza di reagire e far vedere a tutti quanto vale, un ragazzo che hinata tanto ammira, un ragazzo che è appena uscito di casa e se l'è trovata davanti in lacrime.
"Hinata ma che hai?"
"N-Naruto_kun……i-io……la c-casa……m-mio padre……il clan……"
Non riesce a parlare, scossa dai singhiozzi.
Naruto non dice una parola, semplicemente l’abbraccia.
Braccia forti che la proteggono, braccia delicate che la sostengono, braccia dolci che l’accarezzano, braccia che la cingono in un abbraccio che dice:
*tranquilla, non sei sola*