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Autore: Rakyr il Solitario    10/07/2007    5 recensioni
Da quel momento si conoscono tutti i principi ed i segreti di questa arcana scienza al massimo, permettendo loro di potere eseguire una trasmutazione senza bisogno di disegnare un cerchio alchemico.
Alcuni di questi sono i fratelli Edward ed Alphonse Elric, oltre alla loro insegnante Izumi, che infransero quell'odiato tabù per riportare in vita le persone a loro più care.
Esistono però anche persone che hanno queste conoscenze in mente fin dalla loro nascita, questi geni dell'alchimia di cui è difficile conoscere il numero esatto sono sparpagliati par tutto il mondo ed è attorno ad alcuni di loro che la storia di cui vado a narrare parla.
Siate pronti a tutto, perché il loro viaggio si perde per le mistiche nebbie dell'incredibile.
Genere: Malinconico, Dark, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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1: Steel and blood
 
“Perso in questo mondo, totale straniero,
morire per la spada è un pericolo comune”
Dragonforce – Once in a lifetime
 
-Maestro!-
-Scappa!-
-Ma…-
-Niente obiezioni, vai ora!-
-Voglio…-
-Ti ordino di fuggire!-
-Maestro…la vendicherò, e lei tornerà tra i viventi…-
-Smettila di dire cazzate e vattene, salvati figliolo-
 
-Maestro!- un ragazzo si alzò violentemente, sbilanciandosi in avanti e tirando una capocciata al tettuccio del pickup da cui si era fatto dare un passaggio, tornò a sedere imprecando e tenendosi il cranio tra le mani.
-Tutto ok là dietro?- la voce gioviale del guidatore gli fece riprendere un po’ di compostezza.
-Si…solo un incubo fuori programma…- l’altro rise divertito –Ragazzo, come hai detto di chiamarti?-
-Celes, Rakyr Celes- si calò il cappello da cowboy sugli occhi verdi smeraldini lasciando sporgere alcune ciocche dei capelli neri e ribelli. Si mise con la schiena contro il posto dell’autista, salutando con lo sguardo l’ennesima cittadella che scompariva sotto l’orizzonte sabbioso e monotono.
 
Le ruote del veicolo sollevavano la sabbia in vaporose nuvole irritanti mentre il sole ardeva intensamente, intorpidendo i pensieri del giovane che pativa quel caldo infernale nonostante avesse accantonato la cappa nera in un angolo ed indossava solamente una canotta ed una collana avvolta più e più volta attorno al collo, che terminava con un ciondolo a forma di lupo.
-Che noia…- sospirò, tastando il suo zaino per assicurarsi che i suoi preziosi libri ed i suoi materiali fossero ancora lì. Rumore di freni. Disequilibrio. Caduta -Merda-
 
Rakyr si alzò massaggiandosi il naso –Ma cosa diavolo ti salta in mente? Avrei potuto farmi male…-
Nessuna risposta, sbuffò e si sporse a vedere cosa mai ci fosse di così imponente da ostacolare il suo viaggio.
Era un gruppo di banditi vestiti da beduini che non sembrava avere intenzioni troppo genuine nei confronti dei viaggiatori –Ehi ragazzi, guardate un po’, un vecchio e un bambino!- rise volgarmente avvicinandosi con un’espressione sadica.
Il giovane espirò rumorosamente, passandosi una mano sul viso in segno di esasperazione, per poi saltare sul tettuccio dopo aver messo a tracolla una delle armi rinfoderate che portava con se, in bell’ordine ed avvolte in un grande panno pulito. A guardare il fodero si sarebbe potuto facilmente dedurre fosse una spada lunga a doppio taglio, l’impugnatura spoglia e facilmente maneggiabile, la lama che si restringeva soltanto verso l’estremità. In più appuntò alla cintura dei piccoli foderi di cuoio che nascondevano daghe e pugnali.
-Se volete tornarvene da dove siete venuti sulle vostre gambe e non in grembo alla morte vi converrebbe lasciar perdere questo buon uomo- disse pacato, con una voce atona che non rifletteva alcun sentimento, incolore…chi l’avesse conosciuto a quella voce si sarebbe ritirato…se avesse avuto interesse a vivere s’intende.
 
-Avete sentito il poppante?- altre risa sguaiate si susseguirono mentre negli occhi vigili del ragazzo coperti dalla tesa del cappello scoccava una scintilla, quasi demoniaca e la spietata retta delle labbra si increspava in un ghigno –Vi do un’ultima possibilità…-
Scese sulla sabbia a piedi nudi, i jeans che veleggiavano per la brezza –Stai qui e chiudi gli occhi, non dovrai aprirli per nulla al mondo, capito?- sussurrò all’autista, che annuì spasmodicamente, per poi calargli sugli occhi il proprio cappello –Quando te lo toglierò potrai aprire gli occhi-
 
Si mise davanti ai predoni, valutandoli diligentemente, finché arrivò a capire che nonostante avessero un vantaggio numerico, rimanevano in svantaggio. Si tolse la collana, fatta di catena, sganciando il ciondolo, che finì in una delle sue tasche. Si mise un polsino metallico sulla destra, legandovi intorno la catena e poggiandola sul pomo della spada sulla sua schiena.
Batté le mani.
Luce. Il bracciale era fuso con la catena, tanto da sembrare una parte dei ceppi dei carcerati, il metallo della collana a sua volta era fuso con la spada, lasciando che il pomo fosse tutt’uno con la catena, ora più spessa e molto lunga.
 
Mise un guanto metallico che lasciava le dita libere ed arrivava fino al gomito sulla sinistra, per poi tenere i cinque pugnali che aveva con se tra le dita e batté nuovamente le mani, accorciando il guanto e tramutandone la parte frontale in una sorta di secondo mano artigliata e letale, le cui dita metalliche erano legate a quelle umane con sottili e resistenti fili metallici che facevano seguire a quella protesi ogni movimento del proprietario.
 
-Mi dispiace, ma ora è troppo tardi per tornare indietro impuniti…chiunque mi ostacoli non merita che morire…e poi…- tirò fuori un foglio piegato ordinatamente dai pantaloni –Bene, bene- ghignò –Penso che per un altro mesetto io possa considerarmi a posto-
 
Mano. Elsa. Lancio. Sangue. Lama. Strappata. Ripresa. Ghigno.
Il primo del gruppo cadde perdendo sangue dal petto trapassato da parte a parte, mentre Rakyr teneva in mano la spada insozzata dal sangue del criminale.
 
Nessuno era riuscito a seguire l’azione, né avevano capito come avesse potuto riprendere la spada in così poco tempo usando la catena a cui era legata.
 
Il corpo del morto non aveva fatto nemmeno in tempo a cadere, di sicuro non aveva provato dolore, forse non aveva nemmeno capito cosa fosse successo…
 
Tutti gli si avventarono contro, accecati dall’ira, mentre lui vibrava un fendente orizzontale, lasciando la presa sull’arma a metà movimento e lacerando il petto di parte dei briganti.
Non ebbero nemmeno il tempo di urlare di paura.
 
Gli altri continuavano nell’impeto, disperati.
Rakyr con un movimento veloce e circolare del braccio fece arrotolare la catena attorno al braccio destro ed usandola come protezione contro un attacco, per poi aprire uno squarcio nella gola del bandito riprendendo in mano l’arma.
Un altro provò a colpirlo sulla sinistra, ma gli artigli metallici ridussero la sua faccia ad una irriconoscibile maschera di sangue, per poi tranciargli la giugulare e le corde vocali in un solo colpo e trapassare il petto di un avventato che cercava un attacco frontale, mentre colpiva a morte un avversario dietro a sé con la spada ormai carminia.
 
Si allontanò con un balzo, sempre pronto, rompendo con un poderoso calcio il collo ad uno sprovveduto.
Due provarono a colpirlo simultaneamente davanti e dietro, ma la catena saettò verso il nemico frontale, affondandogli nel collo, per poi venire ritirata con un potente strattone che la mandò a conficcare nel petto del nemico dietro di lui.
Non aveva nemmeno provato a schivare.
 
-Patetico, erano davvero così forti per gli altri?- rivoltò con un calcio il corpo della sua prima, confrontandola con il foglio che aveva nuovamente estratto –Si, è lui…- con un colpo netto di spada gli staccò la testa che avvolse nelle vesti di uno dei cadaveri dopo averci pulito le armi, fatte tornare al loro stato originario.
 
Tornato al pickup nascose il macabro trofeo della caccia alla taglia e ripose con solennità le armi nel panno pulito. Si rimise la collana, a cui riattaccò il ciondolo.
Con noncuranza tolse il cappello dagli occhi del guidatore, calcandoselo in testa.
-Vecchio…non t’impressionare troppo e corri- l’autista fissò per un attimo con terrore e disgusto i cadaveri, poi scosse la testa e accelerò, lasciando i corpi agli omaggi di corvi ed avvoltoi.
 
Intanto il giovane guardava davanti a sé, con il vento che gli accarezzava il volto ed i capelli.
 
Negli occhi per un istante si sarebbe potuto leggere compassione, ma svanì troppo in fretta per poter dire che ci fosse realmente stata.


Ringraziamenti:
Havoc_Fan: La fanfic per ora continua ancora molto a lungo (30 capitoli e non accenna a voler smettere di imporsi), spero che gli svolgimenti di questa vicenda ti appassioneranno^^
The_Dark_Side: Come ho detto sopra la fic è lunghettina e ancora non completa

Nota dell'autore
La fic è scritta a 4 mani, quindi si noterà una diversità di stili (alcuni negano questo fenomeno, ma mi pare giusto puntualizzare)...per ben capirci i capitoli che avranno un titolo in inglese saranno scritti da me, mentre gli altri dalla mia meravigliosa ragazza (chiamata Romance su questo sito)

Prossimo capitolo: La prima visita del diavolo
  
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