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Autore: MattieInChains    23/12/2012    1 recensioni
...oggi è il mio giorno e uso le fottute parole che voglio.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Odio il cielo bigio. Odio Milano. In realtà odio tutti. Massì pensa pure che sono solo una tardoadolescente,troppo cresciuta per pensare certe cose,adatte solo a certi quattordicenni che perdono il loro tempo a colonne o in Vetra.

Odio questa fottuta aria tardoadolescenziale non ho il faccino ma non ho neanche quell'aria adulta che circonda gli adulti,aria di chi ce l'ha fatta o di chi si è rassegnato:sono oblunga, nel mio fisico non c'è più niente di adolescenziale come gli occhi spalancati,le braccia sproporzionate o brufoli incipienti,è proprio l'aura che emano. Oh che paroloni. Aura.

Tutti hanno un'aura,psicologicamente si chiamerebbe atteggiamento ma chissene,oggi è il mio giorno e uso le fottute parole che voglio.

Ho sempre amato camminare,camminare per la città ma ho sempre bisogno di una meta da raggiungere e per conciliare le due cose mi invento percorsi lunghissimi e tutti dritti, dritti per non perdermi (odio perdermi) e per non badare alla direzione da prendere...questo è fantastico,mi permette di pensare mentre il mio corpo è occupato.

Oggi è il mio giorno e ho deciso che una delle cose da fare era camminare. Ho scelto un percorso assurdo,metà tratto della 92 tre quarti d'ora buoni di camminata. Ho un passo veloce ed instancabile forse grazie alle lunghe gambe (sono alta un metro e ottanta) o grazie al fatto che ci metto una vera energia,l'energia che metti quando fai qualcosa che ti piace.

E intanto che cammino penso. Che cosa piace in realtà?

La gente non lo sa quindi segue le cose che dice altra gente,di solito in televisione,tutti a dire che la televisione non influenza più come una volta e poi tutti a volere le assurde vite dei protagonisti tardoadolescenziali di certe serie TV tipo Skins ma che cazzo di adolescenti ha conosciuto chi ha scritto quella serie? Bah.

O forse non c'è un vero piacere a guardare tutta quella merda,forse è solo un modo per fuggire dalla realtà;ognuno ha il proprio modo sennò non si sopravvive più a niente,non si sopravvive agli ormoni,alle pressioni,alle persone e ai fatti brutti e alla costante sensazione di essere circondati da marcio ecc.

Molti di noi hanno scelto le canne. Per fuggire dalla realtà e perché fa figo,due piccioni con una fava. Li vedi ciondolare in giro con gli occhi rossi e vuoti o seduti con la testa fra le mani quando sono soli. Sono euforici solo quando sono in gruppo. Euforia costruita. Look assolutamente costruito. Reputazione costruita,te ne accorgi quando parlano dei loro grandi aneddoti e finiti quelli non hanno più niente da raccontare. Io sono convinta che in realtà siano persone che scalpitano per uscire,vorrebbero urlare quanto stanno male se per sentirsi accettati si devono indebitare e riempire di fumo.

Flashback. Sono nella stanzetta dell'ascolto psicologico della scuola,nove di mattina,morale a terra. Sto per scoppiare a piangere temo che la psicologa non capisca niente di quello che sto cercando di dirle,mi guarda con l'aria seria e preoccupata,scuote la testa,mi pone domande.

-...Fai spesso uso di marijuana?

Stavo parlando di tutt'altro.

Ne vedo una che mi viene incontro mi saluta,ragazza x con reputazione pessima e gli occhi rossi. Mi astengo dal salutarla.

E poi? L'alcol. L'alcol è ottimo davvero, ti fa stare meglio e se riesci a farti beccare ubriaca da qualche tuo amico hai anche un punto in più nella tua immagine. In cerchio nei pub,nei giardinetti (solo per tamarri intendiamoci) in qualche locale. Si beve,che cazzo ne so cosa si beve basta che si beva, si beva tanto e non osare limitarti ad una birra.

Flashback.

Sono sulla metro,sto tornando a casa,serata pessima,sbornia depressa. La mia amica mi schifa. La testa pulsa,sento freddo e non oso alzare la testa per vedere dal finestrone della metro il movimento del treno perché sarebbe la fine. Eppure so benissimo che il mio stomaco non reggerà a lungo. Vomito. Parecchio vomito. Sulle scarpe. Non oso ancora alzare la testa,sento una vaga sensazione di umiliazione. La mia amica scende,il vomito le fa schifo. Sto male. La metro discretamente piena.

Barcollo fino a casa,mi pulisco il vomito dalle scarpe sulla strada.

Nessuno mi aiuta. Mia madre dorme.

Non sto dicendo di aver passato tutte le mie serate così. Non sto dicendo che tutte le serate di tutti sono così. Ma capita più spesso di quanto si racconti. Ho avuto anche sbornie assolutamente felici,ma quasi tutte in estate dove ho la quasi totale libertà di fare ciò che più mi aggrada,niente stress,niente persone che non voglio vedere. Ma l'estate è finita e ho bisogno di sopravvivere come dice una certa canzone.

E che dire del sesso?Le opzioni sono tre.

Puoi essere una troia. Puoi farti chi vuoi spezzare cuori,andare in giro facendo la carina,farti chi cazzo vuoi. Esattamente ciò che facevo io prima di conoscere un certo ragazzo e soprattutto dopo che non l'ho più voluto rivedere. Come consolazione. Per passare il tempo. Per sentirmi meno una merda,perché finché pensano che gliela stai per dare o che gliela darai ti trattano come una principessa.

Flashback doppio.

Una festa in casa la vodka score liscia e alla frutta io bevo e rido ho provato il bong per la prima volta,la mia riuscita personale adolescenziale,sto facendo esattamente ciò che ci si aspetta da me.

Sorrido,quando voglio ho davvero un bel sorriso. I grattini qualcuno mi sta facendo i grattini,ottimo modo per manifestare chiare intenzioni è uno dei miei trucchi preferiti e di solito non sbaglio mai.

Vengo trascinata in camera. Niente preliminari. Me la cavo con un pompino senza passione. Torno con gli altri, non lo degno più di uno sguardo, lui si offende.

Lo scenario cambia. Una camera famigliare, luce tardopomeridiana tardoestiva. La mia camera. Un occhio azzurratissimo che mi guarda. Brividi.

-...domani senza di te sarà tutto più grigio.

Altri brividi. E una mano insicura che scende.

Sorriso.

Vado a sbattere contro qualcuno che mi insulta ma non importa, è la mia giornata.

Dicevo sul sesso per fuggire dalla realtà,dedicarsi completamente ad un'altra persona per non dedicarsi a se stessi. Ce ne ne sono sempre di più. Ragazze che non sanno di niente,vivono per i loro ragazzi,parlano dei loro ragazzi e niente altro. Se non altro la conversazione con loro è facile. Dai loro il pretesto per parlare del fidanzato, assumete una faccia interessata,condite il tutto con esclamazioni di stupore e il gioco è fatto. Quanta pena per loro.

Eppure loro sono più felici di certo di quelle ragazze che ci hanno rinunciato,si trovano brutte,non ci provano,non rimorchiano, ad esempio una certa ragazza che adoro perché è un po come me.

Lei per sfuggire dalla realtà ha il mio stesso metodo. Senza controindicazioni di ogni sorta. La musica. Mi basta una canzone per stare bene, per trovare il lato illuminato della strada come cantava un certo cantante irlandese punk costantemente ubriaco. Canzoni,canzoni,vivo con le canzoni,ho sempre una canzone in testa,nel cuore,nelle ossa. Io e questa certa ragazza andiamo una a casa nell'altra,il sabato,tutta la settimana sulle spalle cantiamo a squarciagola si ride. E stiamo bene. Almeno per quel momento.

La gente non capisce. Non è tanto per le canzoni ma per il significato che gli si dà. In questo ultimo periodo (l'estate è finita, devo trovare un modo per sopravvivere) vivo per il momento in cui sto sul mio letto con le casse e tutto il mio mondo.

Flashback doppio (sono quasi arrivata a casa,ho preso la metro senza accorgermene mi sento più leggera,oggi è il mio giorno).

Io e un'altra certa ragazza,piccolina,vivace uno scricciolo che è un po come me ma in piccolo.

Ascoltiamo musica nei nostri banchi,il mondo è lontano anni luce,abbiamo quattordici anni ci conosciamo da due mesi e ascoltiamo musica.

Il mio primo concerto,tredici anni già la musica nelle vene,il pogo la sensazione di vivere davvero.

Un grosso sorriso mi si è stampato in faccia dovrei essere a casa da circa un'ora,non importa oggi è il mio giorno e faccio quello che voglio,senza contare che sto andando a casa,la casa è vuota e posso fare ciò che voglio.

Dalla metro a casa mia sono altri cinquecento metri di percorso dritto. Altri cinquecento metri di pensieri.

Emilè Durkheim dice che il suicidio è un fatto totale sociale.

Si mi piace studiare,non me ne vergogno e se non andassi bene a scuola mi avrebbero buttato fuori già da tempo,perché sono scorbutica,saccente,arrogante e rispondo e.

E che rottura di cazzo. Dicevo di Durkheim. Davvero un gran sociologo.

Il suicidio è un fatto sociale totale;i soggetti più portati al suicidio sono quelli che si trovano in una particolare condizione chiamata anomia ovvero non avere abbastanza legami sociali per sentirti abbastanza parte di una società. E dal momento in cui non fa parte di una società te ne vuoi andare. Ma anche se te ne vai sei costretto ad assumere altri comportamenti coercitivi,insomma non ne esci più fuori. Emilè quanta ragione avevi.

La mia camera troppo adolescenziale,con le pareti viola e verde acido l'ho voluta io così. Ho fatto passare la mia sciarpa rossa sulla trave ad angolo nella mia camera con un nodo robusto, sotto a sinistra c'è il basso che è un anno che non tocco.

Mi piaceva suonare il basso.

Proprio davanti al rudimentale cappio c'è il mio letto mi sdraio un attimo. Dovrei scrivere una lettera di addio? Spiegare a mia madre che la colpa è anche un po sua? Dire alle mie sorelle quello che veramente penso di loro (sempre che non l'abbiano già intuito,mando loro chiari messaggi ormai da anni)? Dire a mio padre di andare a farsi fottere,anzi di andare a confermare quello che diceva Durkheim. Dovrei forse salutare certe ragazze e lasciare loro tutte le mie cose?L'estate è finita ma non ho più bisogno di sopravvivere,il lato illuminato della strada è una fregatura , l'anarchia nel regno unito non è fattibile (non è fattibile da nessuna parte,una delle grandi delusioni della mia vita),il mondo andrà avanti e avanti, fra sei mesi sarò una sconosciuta. Sto scorrendo le mie canzoni non ho pensato con quale canzone vorrei morire ed è ovvio che devo scegliere,che morte sarebbe senza musica?Non sono come le mie eroine :ragazze trasandate che non hanno bisogno di nessuno,sono malate e hanno solo la loro libertà. Vaffanculo anche a te stupida musica mi abbandoni nel mio momento della mia giornata. Vaffanculo devo morire soffocata dalla mia sciarpa ascoltando la stupida canzone dubstep del mio vicino mi fa cagare la dubstep,un finale ironico vero?

Basta con questa cagata della vita. Sono giunta alla conclusione che non ne vale la pena. Tra poco sarà il problema di qualcun altro. Mi metterò la sciarpa al collo e darò un calcio alla sedia.

Ho scritto questa sequela di pensieri a caso per mettere in chiaro perché lo sto facendo. Se hai trovato questo foglio vuol dire che hai scavato non poco nella mia vita. Abbi la decenza di tenertelo per te e di lasciarmi stare nel mondo in cui andrò che sia il paradiso o l'inferno dei poveri rassegnati tardoadolescenziali che non hanno trovato il lato illuminato della strada.

 

 

 

 

  
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