Sarebbe vuota e sterile la mia esistenza.
Così diversi io e lui, ma così vicini.
La mia identità sarebbe nulla senza la mia nemesi.
Io Grifondoro nell’anima, dovrei ripugnare un essere abietto, che vive di piccinerie, ma non
riesco.
Lui che ha scelto la via più semplice, che gioisce
nell’umiliare le persone a lui migliori; lui, la mia antitesi.
Dovrei odiarlo solo per la casa a cui appartiene. Solo il nome è un insulto al coraggio e
all’onestà: Serpeverde.
Dovrei morire, solo per i moti che scuotono il mio cuore
alla sua vista.
Se vivessimo nel mondo dell’assurdo, forse non mi
disgusterei dei miei sentimenti nei suoi confronti, o forse sì? Anche lì
sarebbero sbagliati?
Non riesco ancora a credere di amare lui, il trionfo della
meschinità.
Ho scelto una strada, che ne sono sicura, mi porterà
all’annientamento.
Prima o poi dovrò fare una scelta tra i miei ideali e lui.
Lui, essere subdolo, ha corrotto la purezza dei miei
sentimenti e dannato la mia anima per sempre.
Lui sa di avermi vinto. Me lo fa pesare ogni volta che i
suoi occhi sfiorano la mia pelle.
E io ho vinto lui.