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Autore: Lux_daisy    24/12/2012    4 recensioni
Anche a Villa Varia è arrivato il Natale e Lussuria è in preda all'euforia dei preparativi per far trascorrere a tutti dei felici giorni di festa; ma lo strano comportamento di Xanxus rischia di mandare a monte i suoi piani.... riuscirà il povero Squalo a risolvere la situazione? Leggete e scopritelo! ^^
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Lussuria, Superbi Squalo, Xanxus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciaossu a tutti! ^^ eccomi tornata con una nuova fic! Prima di lasciarvi alla lettura, vorrei fare due piccolissime premesse: la prima è che questa storia è nata un po’ così, scritta di getto, quindi perdonatemi se magari non vi piacerà (io però sono speranzosa u.u). La seconda è che questa storia contiene alcuni rimandi alla mia precedente fic XS, Fame, alcol e bistecche, ma potete leggerla tranquillamente senza aver letto l’altra ^.^ (però, visto che ci sono, ne approfitto per fare un po’ di pubblicità :3). Detto questo, vi lascio: buona lettura!
 
 
Mancavano solo due settimane al Natale e Lussuria era già riuscito a trasformare Villa Varia in un caleidoscopio di addobbi, luci e colori. Un albero alto più di tre metri, carico di decorazioni, svettava nell’ampio ingresso, mentre il resto del castello era stato riempito di ogni possibile cianfrusaglia in tema natalizio. Mama-Luss aveva personalmente scelto ogni dettaglio e l’otto Dicembre, com’era da tradizione in Italia, era anche riuscito a convincere Levi e Fran ad aiutarlo ad addobbare l’albero. Bel se ne era uscito con una frase del tipo “un principe del mio rango non si abbassa certo a fare il lavoro dei plebei” e si era chiuso nella sua stanza ad ascoltare musica classica; Squalo era in missione e il Boss… beh chiedergli di fare una cosa come addobbare l’albero di Natale avrebbe significato farsi sparare senza tanti complimenti. Lussuria dal canto suo adorava il periodo del Natale: le luci, gli addobbi, i dolci, i regali e lo shopping, il pranzo del venticinque, i giochi di società e tutta quell’aria serena e di vacanza che si poteva respirare per strada lo facevano sentire davvero appagato. Inutile dire che tra i Varia il Natale era solo un giorno come un altro, un giorno in cui, negli anni passati, si erano anche ritrovati in missione, ma quest’anno non sarebbe andata così. Lussuria aveva deciso di far trascorrere a tutti quanti il Natale più bello della loro vita, anche a quell’arrogante, scontroso e irascibile di Xanxus. Inoltre avrebbero approfittato dell’occasione per festeggiare il ventidue il compleanno di Belphegor.
 Preso dalla frenesia dei preparativi, aveva anche già comprato i regali e li aveva nascosti nella sua stanza. Al Boss aveva comprato una preziosa bottiglia di whiskey invecchiato, a Squalo un set di prodotti per capelli e uno per curare la sua spada, a Levi una foto incorniciata di Xanxus, al principino una nuova coroncina e a Fran un completo di sciarpa, guanti e cappello verde come i suoi occhi. Avrebbe voluto metterli sotto l’albero, ma era sicuro che Bel, anche solo per fare un dispetto, li avrebbe aperti tutti, il suo per primo, rovinando così lo spirito del Natale e Lussuria non poteva permetterlo.
<< Voooooiiiiii! Cosa diavolo è questo? >> chiese Squalo, entrando nella sala comune come una furia. Era tornato dalla sua missione due giorni prima e Villa Varia aveva ricominciato ad essere scossa dalle sue grida quotidiane.
Lussuria, che stava ricontrollando i punti del suo programma, alzò lo sguardo sullo spadaccino. << A che ti riferisci, Squ-chan? >>.
<< A questo! >> sbraitò, sbattendo sul tavolo uno di quei cappellini rossi di Babbo Natale con il ponpon bianco, << l’ho trovato sul comodino nella mia stanza! >>.
<< Oh, quello è per la foto >> rispose Lussuria, come se fosse una cosa scontata.
Una vena iniziò a pulsare sulla tempia di Squalo. << Quale foto? >> sibilò tra i denti, sforzandosi di mantenere la calma.
<< La foto di gruppo per Natale. Il fotografo verrà la prossima settimana, ho già avvertito tutti: indosseremo il cappello e ci faremo una foto all’ingresso, davanti all’albero. Tutti insieme >> spiegò Luss con tono eccitato. Stava chiaramente fremendo all’idea.
Squalo lo fissò a lungo in silenzio, reprimendo a fatica l’impulso di farlo a fette con la sua spada. << Vooooiiii! Io non ho intenzione di indossare questo ridicolo cappello né tantomeno di farmi una foto di gruppo! >>.
<< Oh, Squ-chan, non essere così rigido. È un’idea divina! Avremo una splendida foto ricordo di tutti noi >>.
<< E perché dovremmo farci una foto insieme? Noi non siamo una famiglia! Siamo solo un branco di assassini alle dipendenze di un coglione pigro e irascibile >> replicò lo spadaccino, urlando come al suo solito.
Lussuria si sentì offeso da quelle parole e il sorriso svanì dal suo volto. << Forse sono solo io a considerarvi la mia famiglia, nonostante tutto >> disse rassegnato.
Squalo pensò di avere un po’ esagerato. Per quanto Lussuria fosse un abile combattente, era piuttosto sensibile quando si trattava di queste cose e in effetti lo spadaccino non poteva certo negare che l’altro si fosse sempre preso cura di tutti loro come una mamma. Forse questa faccenda del Natale e della foto era davvero importante per lui, anche se a Squalo sembrava solo una stupidaggine…
Sbuffò. << Se lasci perdere la faccenda del cappello, potrei cambiare idea su… sì, insomma, su questa cosa assurda della foto >>.
Lussuria sembrò riprendere all’improvviso tutte le sue energie ed emise un gridolino degno della regina della fangirls. << Oh, grazie Squ-chan! >> esclamò, avventandosi su Squalo per abbracciarlo. Il capitano si spostò e fece finire Lussuria disteso a terra.
<< Ho accettato l’idea della foto, ma non pensare che mi metterò ad abbracciare voi spazzatura >> aggiunse, prima di uscire dalla stanza.
Stava per tornare nella sua camera, quando venne fermato da un sottoposto. << Capitano, il Boss ha chiesto di Lei nel suo ufficio >>. Squalo annuì e si avviò, imprecando nella sua mente. “Che cazzo vuole adesso quello? Se pensa che mi farò sbattere di nuovo da lui come l’ultima volta si sbaglia di grosso!”
Arrivò in quella stanza che gli procurava fin troppi sgradevoli ricordi ed entrò senza bussare. << Che vuoi? >> s’informò, rimanendo vicino alla porta. Non voleva avvicinarsi troppo a Xanxus che, come sempre, se ne stava seduto sulla sua poltrona rossa, le gambe incrociate sulla scrivania e un bicchiere di liquore in mano. Il Boss alzò lo sguardo su di lui e, dopo aver bevuto un sorso, disse: << Ci è stata assegnata una nuova missione: sei libero di andare tu o di mandare qualcuna delle fecce, non mi importa. Basta che qualcuno porti a termine l’incarico >>.
<< Quand’è prevista la partenza? >>.
<< Tra tre giorni. Ti conviene mandare due persone se volete essere a casa per Natale >> rispose col suo solito tono scazzato e arrogante.
Squalo rimase sorpreso: una missione così improvvisa non era cosa insolita, ma avrebbe significato il fallimento dei piani di Lussuria.
<< Si può sapere perché sei ancora qui, feccia? >>.
Il capitano rimase per un po’ in silenzio, senza sapere cosa dire. << Non si potrebbe rimandare la missione a dopo Natale? >> domandò d’un tratto.
Xanxus ebbe l’impulso di tirargli addosso il bicchiere, ma si trattenne. << Perché diavolo chiedi una cosa del genere? Hai un impegno più importante del lavoro, feccia? >>.
<< Non è per me… è per Lussuria. La prossima settimana verrà il fotografo per la foto e lui… beh, sì, vuole festeggiare il Natale tutti insieme e… >>. Ma che cavolo stava dicendo? Era diventato idiota o cosa?
Xanxus scoppiò in una risata di scherno. << Per Lussuria? E da quando ti importa qualcosa degli altri? Sei forse una femminuccia in preda ai sentimentalismi? >>.
Eccola là, la presa in giro. Doveva aspettarselo, eppure Lussuria era così eccitato all’idea di festeggiare che ci sarebbe sicuramente rimasto male. Ma poi in effetti perché gli stava a cuore una cosa del genere?
<< Lascia stare. Dimentica quello che ho detto. Manderò Bel e Fran per la missione più quindici uomini come supporto >>.
<< Dovrei spararti solo per avermi fatto perdere tempo con certe stronzate. Ora sparisci! >> ordinò il Boss e buttò giù tutto il whiskey nel bicchiere.
Il capitano non riuscì a trattenersi dal rispondergli per le rime. << Certo, perché stare tutto il tempo con il culo sulla poltrona senza fare un cazzo è sicuramente un modo per occupare il tempo! >>.
Xanxus afferrò una delle sue pistole e fulminò Squalo con un’occhiata omicida. << Brutta feccia che non sei altro, ti do tre secondi per sparire dalla mia vista o ti riempio di buchi >>.
<< Voooooiiiii! Vai a quel paese! >> urlò, prima di fiondarsi fuori dall’ufficio per evitare di essere ucciso.
Quel bastardo! Non stava mai ad ascoltare e non gli importava niente degli altri.
<< Vooooiiii! Chiamatemi Bel e Fran! Immediatamente! >> gridò, rivolto a chiunque lo stesse ascoltando…
 

Squalo aveva proprio bisogno di un bagno. Sentiva che se non fosse riuscito a rilassarsi almeno un po’, sarebbe scoppiato da un momento all’altro. Dopo aver dovuto minacciare Bel di morte per convincerlo ad andare in missione – secondo il suo ego era uno spreco mandare un principe del suo rango per una missione che comportava uccidere “solo” una famiglia che aveva attentato alla vita del Nono – aveva anche dovuto affrontare Lussuria e dirgli che Bel e Fran non sarebbero stati presenti per la foto di gruppo e forse neanche per la cena della Vigilia. Inutile dire che la mamma chioccia dei Varia l’aveva presa malissimo ed aveva anche avuto l’intenzione di andare a parlarne direttamente a Xanxus. Una pessima idea che Squalo era riuscito a impedire: ci mancava solo che Lussuria si facesse sparare dal Boss.
Sentendo che stavano per scoppiargli tutte le vene sulla fronte, il capitano si era diretto nella sua stanza e aveva iniziato a preparare la vasca per il bagno. Mentre la vasca si riempiva, Squalo prese a spogliarsi, togliendosi le scarpe, la giacca e la camicia. Stava per togliersi anche i pantaloni, quando la porta della sua stanza si spalancò di colpo e il capitano si ritrovò davanti un furente Xanxus.
Mentre parlava con Lussuria, aveva sentito il rumore di un’esplosione provenire dall’ufficio del Boss e una parte della sua mente si era chiesta che cosa fosse successo. Xanxus doveva aver ricevuto una brutta notizia e, come tutti sapevano, non aveva il carattere adatto per gestire le brutte notizie, ma Squalo non ci aveva fatto caso più di tanto.
Ora, invece, si ritrovava il Boss nella sua stanza che lo fissava con occhi di brace, mentre le cicatrici sul suo volto avevano iniziato a scurirsi.
<< Vooooiiiii! Che cazzo ci fai nella mia stanza? >> gridò Squalo, fissando il moro con aria sconcertata. Era la prima volta che Xanxus entrava in camera sua e il fatto che emanasse un’aura omicida non prometteva niente di buono. Pochi secondi dopo realizzò che aveva indosso solo i pantaloni e la cosa gli riportò alla memoria gli avvenimenti “dell’incidente” avvenuto nell’ufficio di Xanxus. Arrossì involontariamente ed ebbe l’impulso di coprirsi, ma si diede subito della stupido: non era certo una ragazzina innocente.
<< Feccia, ti avverto che il piano della missione è cambiato >> gli disse con voce minacciosa. L’altro lo fissò pensando che fosse seriamente impazzito. Forse tutto quell’alcol aveva davvero finito per bruciargli i neuroni.
<< Di che cazzo stai parlando? Quale piano? >>.
<< Della missione che ti ho assegnato prima! Andrò io. Puoi dire a quelle fecce di restarsene a casa >>.
Squalo impiegò alcuni istanti prima di assimilare ciò che aveva appena sentito. Da quando Xanxus decideva di sua spontanea volontà di andare in missione? Era talmente pigro e scazzato che preferiva starsene tutto il tempo seduto sulla sua poltrona a bere whiskey piuttosto che lavorare.
<< Tu? In missione? Questa è nuova >> rispose il capitano con un tono tra il sarcastico e il sorpreso.
<< Non ti ho certo chiesto il permesso, feccia. Ti sto solo avvertendo >>.
Qualcosa non quadrava e Squalo era curioso di sapere cosa. Che avesse tutto a che fare con l’esplosione di poco prima?
<< Si può sapere perché hai deciso di partire? Tu non vuoi mai andare in missione. Mandi sempre noi a farci il culo, mentre tu te ne stai comodamente seduto nel tuo ufficio a poltrire a ad ubriacarti! >>.
L’occhiataccia omicida che Xanxus gli rivolse fece pentire il capitano di aver aperto bocca, ma ormai il danno era fatto. Squalo buttò un occhio sulla spada che si era tolto prima e che aveva poggiato sul letto. Se il Boss avesse deciso di farlo fuori, sarebbe stato abbastanza veloce da raggiungere la spada?
Xanxus si accorse dello sguardo del suo braccio destro e per un momento decise di metterlo alla prova. Poi però gli occhi si posarono sui suoi muscoli, seguendone le linee e ammirandone la bellezza, scolpita nella pelle chiara. Gli tornarono alla mente le immagini di quando avevano fatto sesso e la sensazione di desiderio e bramosia che aveva provato nel possedere quel corpo. Ricordò il piacere, i gemiti e il dolore.
Squalo si sentì d’un tratto intimidito dallo sguardo di Xanxus: gli ricordava fin troppo chiaramente gli occhi che lo avevano fissato “quella volta” e che lo avevano fatto sentire nudo, non solo nel corpo ma anche nell’anima. Non voleva sentirsi di nuovo in quel modo. Non voleva dargli un’altra volta la soddisfazione di poter fare di lui quello che voleva e non voleva essere trattato come uno squallido giocattolo sessuale. Preferiva essere picchiato piuttosto che provare ancora quelle emozioni. Il fatto che avesse capito di essere innamorato di lui, non significava che avrebbe cambiato il suo comportamento. Lui era Superbi Squalo e non avrebbe distrutto un’altra volta il suo orgoglio. Neanche per Xanxus.
Soprattutto per Xanxus.
Sbuffò infastidito e usò un elastico per legarsi i lunghi capelli. << Fai come ti pare. Dirò a Bel e Fran che la missione è annullata. Quel principino del cavolo non voleva neanche partire: sarà contento di sapere che potrà restarsene a casa >>, poi si diresse verso la porta del bagno, << ora, se hai finito, io ho una vasca che mi aspetta >> e si chiuse la porta alle spalle, senza aspettare che il moro rispondesse. Si era quasi aspettato che sfondasse la porta, ma dopo alcuni lunghi secondi lo sentì uscire dalla stanza.
“Che diavolo gli è preso?” si domandò, mentre stringeva i rubinetti.
 
 
Il lungo bagno aveva avuto un effetto benefico sui nervi di Squalo e adesso il capitano si sentiva pronto ad affrontare qualsiasi cosa. Mentre si dirigeva verso la sala comune alla ricerca di Bel e Fran per avvertirli del cambiamento dei piani, si ritrovò a passare davanti all’ufficio di Xanxus proprio nel momento in cui sentì il telefono squillare all’interno. Si fermò davanti alla porta, sorpreso di sentire che gli squilli non accennavano a smettere. Di solito il Boss rispondeva subito, dato che trovava estremamente fastidioso e irritante essere disturbato da un qualsiasi suono; così, incuriosito, aprì la porta e diede un’occhiata all’interno. L’ufficio era vuoto. Squalo entrò e rispose al telefono. All’altro capo lo salutò la voce del Nono.
<< Dov’è Xanxus? >> s’informò, dato che era stato il suo capitano a rispondere.
<< In questo momento non c’è. Se è qualcosa d’importante, può dire a me, Nono: glielo riferirò al più presto >> disse Squalo, mantenendo un tono stranamente diplomatico.
<< Volevo solo dirgli che verrà anche Lucia insieme a noi >>.
<< Come, scusi? Di che sta parlando? >>.
<< Xanxus non te l’ha ancora detto? Ho deciso di trascorrere un po’ di giorni in compagnia di mio figlio: verrò a Villa Varia la prossima settimana e trascorrerò da voi la vigilia e il giorno di Natale. Dato che è impossibile convincere Xanxus a venire a trovarmi, ho pensato che fosse il caso di aggirare il problema >>. Squalo sentì una risata nel tono di voce del vecchio.
“Furbo il nonnetto” pensò. Ora si spiegava l’esplosione e la reazione di Xanxus: aveva deciso di andare in missione per evitare di dover trascorre alcuni giorni in compagnia del padre. Per quanto il loro rapporto fosse problematico, Squalo lo trovava comunque un comportamento esagerato. Non che quel bastardo irascibile spiccasse per razionalità e giudizio, questo era risaputo.
<< Quando ho chiamato, Xanxus ha riagganciato prima che potessi dirgli che verrà anche Lucia Merini >>.
<< Lucia Merini? La figlia del boss della famiglia Merini? >> chiese Squalo sorpreso. Perché un membro di una famiglia alleata veniva a passare il Natale con il Nono Vongola e suo figlio?
<< Sì, voglio presentarla a Xanxus. Mi piacerebbe che tra i due potesse nascere qualcosa >>.
Lo spadaccino non sapeva se scoppiare a ridere – l’idea che Xanxus potesse trattare una donna abbastanza bene da non farla scappare via in preda al terrore era già folle di per sé – o se prendere il telefono e lanciarlo fuori dalla finestra. Il Nono voleva organizzare un matrimonio combinato per Xanxus con la figlia del boss Sergio Merini: questa notizia lasciò in Squalo una sensazione sgradevole a cui non riuscì a dare un nome. Evitando di fare qualsiasi commento, Squalo confermò che avrebbe avvertito Xanxus e chiuse la chiamata. Improvvisamente la voglia di fare a fette qualcosa o qualcuno divenne quasi insopportabile.


<< Vooooiiii! Perché diavolo non sei nel tuo ufficio a lavorare? Ho lasciato dei documenti sulla tua scrivania che devono essere firmati! >>.
Dopo aver sfogato la propria rabbia su alcuni poveri sottoposti la cui unica colpa era stata quella di passargli accanto, Squalo aveva parlato con Bel e Fran e anche loro si erano sorpresi che il Boss avesse deciso di partire in missione, ma, lieti di poter restare a poltrire a casa, non avevano fatto domande. Il capitano aveva comunque deciso di tenere per sé, almeno per ora, le vere motivazioni dietro al gesto di Xanxus.
Avendo bisogno della firma del Boss su alcuni documenti urgenti, gliel’avevi portati nel suo ufficio, ma l’aveva trovato ancora vuoto; così era andato in giro per la villa a cercarlo, ma, alla fine, non avendolo trovato da nessuna parte, aveva aperto senza tante cerimonie la porta della sua stanza e l’aveva visto disteso sul letto, apparentemente addormentato. Non gli importava che le sue urla l’avessero disturbato, anzi sperava che decidesse di tornare a lavorare.
Dato che Xanxus non rispondeva, Squalo si avvicinò al letto. << Vooooiiii! Brutto Boss del cavolo, mi hai sentito? Smettila di stare qua a poltrire! >>.
Ancora nessuna risposta. Che si fosse ubriacato fino al punto di addormentarsi profondamente? Un altro paio di passi e il capitano si ritrovò a fianco del letto. Xanxus aveva gli occhi chiusi e il suo viso aveva un che di pacifico che era impossibile vedergli normalmente. I suoi lineamenti, che di solito mostravano sempre la sua aria scazzata e arrogante, adesso sembravano così belli da essere perfetti. O forse erano solo gli occhi di Squalo a vederla così. Dovette convenire con se stesso che Lussuria aveva fatto bene a convincere il Boss a farsi crescere i capelli: stava molto meglio con quei ciuffi che gli coprivano la fronte.
“Ma a che cazzo sto pensando? Devo essere impazzito…” si disse, passandosi una mano sul volto. Pensò che sarebbe stato divertente provare a svegliarlo con un bel cazzotto sul naso – avrebbe finalmente potuto vendicarsi almeno un po’ per tutti i bicchieri infranti sulla sua testa – ma l’idea delle conseguenze di un simile gesto lo fece desistere. Il detto dice “non svegliare il can che dorme” e visto che Xanxus poteva essere feroce come il suo Bester era meglio non provocarlo così tanto. Sbuffò infastidito e si voltò, deciso ad uscire e lasciar riposare il moro ancora un po’, quando si sentì afferrare il braccio. Si girò e si ritrovò due occhi rossi a fissarlo. Deglutì, pronto a gridare uno dei suoi soliti “voi”, ma Xanxus lo anticipò.
<< Che diavolo ci fai nella mia stanza, feccia? A nessuno è permesso entrare, neanche a te >> gli disse con voce minacciosa, senza lasciargli il polso.
<< C’è del lavoro che ti aspetta in ufficio: ho provato a svegliarti, ma sembravi in coma e così me ne stavo andando >> rispose lo spadaccino sforzandosi di non dare in escandescenza.
<< Ti avevo sentito e stavo fingendo di dormire >>.
<< Vooooiiii! Brutto idiota! >>. I buoni propositi di Squalo erano appena andati a quel paese, << allora perché cazzo mi hai fermato? Me ne stavo comunque andando >>.
<< Mi sono detto che non potevo lasciarti andare prima di averti punito per essere entrato nella mia stanza senza permesso >>. La sua voce era affilata come un coltello e Squalo pensò di essere nella merda fino al collo.
<< Se tu fossi stato nel tuo ufficio a lavorare, non mi sarei neanche avvicinato alla tua stanza >> replicò il capitano con rabbia.
<< Non saresti dovuto entrare comunque, soprattutto per una faccenda stupida come il lavoro >>.
“Faccenda stupida?!” Squalo sentì le vene sulla tempia pulsare. Quanto lo faceva incazzare! Gli avrebbe volentieri dato una lezione, se non fosse stato sicuro di poter fare una brutta fine. Strattonò il braccio e si liberò della sua presa, pronto a lasciare quella stanza, ma Xanxus, alzatosi velocemente in piedi, lo afferrò da dietro e lo costrinse a voltarsi. Si ritrovarono incollati, i volti a pochissimi centimetri di distanza e i corpi che si sfioravano, mentre gli occhi del moro fissavano quelli del suo capitano. Squalo distolse lo sguardo e si detestò per una simile debolezza: odiava essere messo in soggezione da lui e non riuscire a reagire. Sentì il cuore accelerare i suoi battiti e un improvviso calore affluirgli alle guance. Provò ad indietreggiare, ma Xanxus gli mise una mano dietro la testa e posò le labbra sulle sue. Squalo sbarrò gli occhi e cercò di staccarsi, ma il moro lo strinse ancora di più a sé e continuò a baciarlo con foga. Una parte di lui voleva che la smettesse, mentre l’altra voleva solo lasciarsi andare. “Perché mi fa questo?” Gli mise le mani sul petto e lo spinse via con violenza, facendolo finire sul letto dietro di lui.
<< Perché cazzo lo hai fatto? >> sbraitò, fissandolo con astio, << non so cosa ti passa per la testa, ma non intendo lasciarmi sfruttare da te! >>.
<< Tsk. Parli proprio come una checca isterica >>.
Squalo sentì la rabbia montare e provò un forte dolore al petto. << Vooooiiii! Fottiti, bastardo! >>. Lo amava e non poteva dirglielo: per quanto ancora doveva sopportare di essere trattato in quel modo? Non poteva essere gentile almeno per una volta, una sola stramaledetta volta?
<< Quanto sei suscettibile, feccia. Dopo l’ultima volta ero convinto che ti piacesse >>. Xanxus lo fissò con uno sguardo divertito e malizioso: adorava provocarlo e metterlo in imbarazzo.
Le guance dello spadaccino divennero rosse e provò la spiacevole sensazione di aver raggiunto il limite di sopportazione. Era sicuro che prima o poi gli avrebbe rinfacciato “quella volta”, quello stronzo… come si poteva amare e odiare una persona con la stessa intensità?
Una risata nervosa e allo stesso tempo sarcastica gli uscì dalla bocca. << Tu dai a me del suscettibile? Tu, che hai deciso di andare in missione solo per evitare la visita del Nono! Io sarò anche una checca isterica e suscettibile, ma tu sei solo un cagasotto! >> esclamò il capitano, buttando fuori tutta la cattiveria che aveva accumulato nei suoi confronti.
Xanxus scattò in piedi, gli occhi due fornaci di sangue, il viso scurito dalle cicatrici. Nessuno poteva permettersi di parlargli in quel modo, neanche quella stupida feccia!
Squalo indietreggiò rapidamente, ma non si pentì di quelle parole.
<< Ti conviene chiedermi scusa, feccia o giuro che questa è la volta buona che faccio un favore al mondo e ti mando a dormire all’inferno >> lo minacciò il Boss, la voce come quella di un demone.
<< Puoi anche uccidermi, ma questo non toglie che stai scappando dal vecchio come una femminuccia. Non hai neanche le palle per starci insieme un paio di giorni! E tu saresti il Boss dei Var… >>. Le parole di Squalo furono interrotte dal pugno di Xanxus che si abbatté sulla sua mascella, facendolo finire a terra con un labbro spaccato.
Il moro si chinò su di lui, il volto sfigurato dall’ira e gli afferrò il bavero della giacca, strattonandolo. << Sarebbe meglio per te non aggiungere altro. Sto seriamente pensando di ucciderti >>.
Squalo gli rispose fulminandolo con lo sguardo e si asciugò il sangue sul mento con la manica della giacca. Non voleva scusarsi. D’un tratto si mise a ridere e Xanxus aggrottò le sopracciglia, perplesso.
<< Sai, stavo pensando a quella povera Lucia… appena ti conoscerà, scapperà a gambe levate >>.
<< Di che cazzo stai parlando, feccia? Chi è Lucia? >>
Il capitano smise di ridere e si ricordò che Xanxus non sapeva ancora niente. << Il vecchio ha chiamato un’altra volta per farti sapere che insieme a lui verrà anche Lucia Merini: vuole presentartela nella speranza che tu te la sposi >>. Il tono con cui lo disse fu più acido di quanto avrebbe voluto, ma non poté evitarlo. Un’idea del genere lo infastidiva e irritava profondamente. Che fosse… gelosia?
Xanxus, sorpreso, lasciò andare Squalo e si rimise in piedi. Quel vecchio pazzo voleva combinargli un matrimonio con una sciacquetta qualsiasi? Aveva completamente perso la brocca? Non aveva nessuna intenzione di sposarsi. Il matrimonio era un’assurdità priva di senso: passare tutta la vita con una sola persona? Piuttosto si sarebbe fatto sbranare da Bester.
<< Adesso direi che hai un motivo in più per andare in missione: eviterai il vecchio e la ragazza >> sibilò Squalo tagliente.
<< Sparisci >> disse d’un tratto il moro, guardandolo torvo.
Squalo, ancora a terra, lo fissò confuso. << Come? >>
<< Ti ho detto di sparire, feccia! E fallo alla svelta prima che cambi idea e decida di usarti come bersaglio per le mie pistole >>.
Lo spadaccino si alzò e uscì in silenzio dalla stanza, la mente confusa.
 
 
<< Shishishi, il Boss oggi sembra di pessimo umore >>. Bel era stravaccato sul divano della sala comune come se fosse di sua proprietà e, tanto per cambiare, giocherellava con i suoi amati coltelli.
<< Da quando il nostro caro Boss è di buon umore? >> rispose Lussuria, osservando il labbro gonfio del loro capitano, che se ne stava seduto al tavolo con lo sguardo fisso su alcuni fogli. Chissà cos’era successo tra quei due? Aveva provato ad indagare, ma Squalo aveva urlato e l’aveva mandato gentilmente a ficcarsi le sue domande nel posto dove non batteva il sole. Quanto era difficile trattare con Squalo! Se c’era Xanxus di mezzo, poi, diventava ancora più difficile… da buona mamma-chioccia Lussuria si sentiva in dovere di scoprire cosa succedesse tra le mura di Villa Varia, soprattutto se quel qualcosa creava dei malumori tra di loro e soprattutto se tutto quello capitava a meno di due settimane dal Natale.
<< Bel-senpai, secondo te perché il Boss vuole andare in missione al posto nostro? >> domandò Fran col suo solito tono cantilenante. Per tutta risposta, il principe lanciò tre coltelli che si piantarono nel suo grosso cappello a forma di rana. << Che vuoi che ne sappia io, stupido ranocchio? Forse il nostro capitano sa qualcosa e non vuole dircelo… >>.
Gli occhi dei presenti si spostarono su Squalo che, dal canto suo, sospirò infastidito. Forse avrebbe fatto meglio a chiudersi nella sua stanza. << È solo un coglione capriccioso. Come sempre >> tagliò corto.
<< Shishishi, dicci qualcosa che non sappiamo >>. Fortuna che Levi non era presente, altrimenti sarebbe partita una filippica su quanto è bravo il Boss, su quanto è bello il Boss, su quanto è perfetto il Boss…
<< Il Nono verrà a fargli visita per Natale: per questo quell’idiota ha deciso di andare in missione >> spiegò Squalo con voce piatta, tenendo gli occhi sul foglio. Tanto valeva che lo sapessero pure loro.
<< Il Nono verrà qui? E quando avevi intenzione di dirmelo? >> iniziò Lussuria in modalità casalinga disperata, << devo prendergli un regalo e devo far preparare una stanza e… >>.
<< Stai zitto, Lussuria! >> gridò Squalo, << è solo il vecchio: non c’è bisogno che lo tratti come se fosse un re. E poi quando saprà che Xanxus è andato in missione, se ne tornerà sicuramente a casa >>.
<< Stai dicendo che il Boss ha intenzione di far venire fin qui il Nono per poi non farsi trovare? >> domandò Luss sorpreso.
<< Shishishi, che figlio degenere >> scherzò Bel divertito.
<< Sono d’accordo con te, Bel-senpai >>.
Squalo sbuffò per l’ennesima volta e si alzò in piedi. Aveva bisogno di allontanarsi da quella massa di individui irritanti, così si ritirò nella sua stanza, ma quando superò l’uscio rimase paralizzato sul posto, gli occhi sgranati che fissavano uno Xanxus disteso comodamente sul suo letto, con ai piedi ancora le scarpe.
<< Vooooiiii! Cosa diavolo ci fai qui? E togli i piedi dal letto! >> sbraitò il capitano. Che il Boss fosse venuto a ucciderlo una volta per tutte?
Xanxus gli lanciò un’occhiataccia. << Non ti sopporto quando urli >>.
<< E io non ti sopporto e basta >> replicò Squalo, << levati dalle scatole! >>.
<< Io sono il capo: posso stare dove mi pare e piace e tu non sei nelle condizioni di darmi ordini >>.
“Ma cosa hanno tutti oggi? Si sono messi d’accordo per farmi saltare i nervi?”.
<< Bene. Allora me ne vado io >> dichiarò risoluto, ma la sua determinazione vacillò non appena Xanxus parlò. << Resta qui >>. Il suo tono non era quello di una richiesta né di un ordine, eppure fece bloccare Squalo con la mano sulla maniglia. Si voltò; Xanxus lo fissava serio, ma nei suoi occhi non c’era rabbia. “Forse è ubriaco”.
<< Mi hai dato un pugno e hai minacciato di uccidermi; non che sia una novità, ma perché dovrei darti retta? >>.
<< Perché te lo sto chiedendo senza minacciarti >> rispose il moro con voce stranamente calma.
Il cuore di Squalo iniziò a battere forte. Molto forte e sentì la sua risolutezza svanire. Forse poteva rimanere un po’.
“Solo un po’…”.
Si avvicinò al letto e si sedette sul bordo, senza sapere cosa dire o fare. Rimasero in silenzio a lungo e Squalo cominciò a sentirsi a disagio. Arrivati a quel punto, avrebbe preferito che Xanxus lo insultasse come al solito piuttosto che restare in quel modo.
<< Sei ancora deciso ad andare in missione? >> chiese d’un tratto il capitano. Forse non avrebbe dovuto tirare fuori quell’argomento, ma non sapeva cos’altro fare.
<< È sicuramente meglio che passare del tempo con il vecchio >>.
<< Sei troppo rigido con il Nono. Di sicuro non ti interessa, ma lui ci tiene a te, nonostante tutto >>.
<< Tsk, hai ragione: non mi interessa >>.
<< Immagino… tanto alla fine ti importa solo di te stesso. Come sempre >> rispose il capitano con tono rassegnato. Un egoista bastardo come lui non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti. Non che volesse disperarsi come una stupida ragazzetta innamorata: era pur sempre un uomo, uno spietato assassino, ma cavolo, faceva male lo stesso!
D’un tratto sentì la mano del moro tirargli i capelli fino a fargli piegare il busto all’indietro, mentre lui si era sollevato e aveva avvicinato il volto al suo. Squalo si ritrovò a fissare il viso di Xanxus sopra di lui e sentì lo stomaco andare in subbuglio. Il moro avvicinò le labbra alle sue, ma il suo proposito venne fermato dalle parole del capitano. << Perché mi fai questo? Mi odi così tanto che ti diverti ad umiliarmi fino a questo punto? >>. La sua voce era triste come i suoi occhi.
<< Non ti odio, anche se le tue urla mi fanno incazzare >> rispose l’altro con un leggero sorriso divertito, poi senza dargli il tempo di replicare, lo baciò con passione. Squalo sgranò gli occhi, sorpreso, mentre sentiva la lingua di Xanxus che cercava la sua, mandandolo in confusione e in estasi. Non doveva cedere, eppure non riusciva a fare altro che rispondere a quel bacio intenso, la mente vuota e le labbra in fiamme.
Senza smettere di baciarlo, Squalo si spostò, mettendosi a cavalcioni su Xanxus e chinandosi su di lui. Per la prima volta in tutta la sua vita, il capitano sentì che l’altro non gli stava tirando i capelli, ma glieli stava accarezzando; sbottonò la camicia del moro, aprendola sul suo petto muscoloso segnato dalle cicatrici e iniziò a baciarlo, percorrendolo in tutta la sua lunghezza, fino all’ombelico e risalendo verso il collo.
Xanxus provò un piacere quasi dolce, ma non voleva dare a Squalo la soddisfazione di condurre il gioco: gli tolse la giacca e la camicia, strappandogliele quasi di dosso e lo spinse sul letto, mettendosi di sopra. Quando si avventò sul suo petto, fu decisamente meno gentile di Squalo, ma i gemiti di piacere che vennero dalla sua gola convinsero il moro a continuare. Lo baciò dappertutto, lasciandogli segni di morsi su quella sua pelle candida e gli stuzzicò i capezzoli con la lingua.
Una parte della mente di Squalo – quella che non era confusa dal piacere – continuava a ripetergli che se avesse continuato, alla fine sarebbe stato l’unico a starci male. Dare il suo corpo a Xanxus quando lui non avrebbe mai preso il suo cuore poteva solo portare altra sofferenza e lo spadaccino ne era pienamente consapevole. Ma neanche la consapevolezza dell’ineluttabile riusciva a farlo reagire. Non sarebbe dovuto restare in quella stanza. Non avrebbe dovuto sedersi sul letto e non avrebbe dovuto lasciarsi andare… ma quando si trattava del Boss non c’era modo di dire di no. Era sempre stato così, fin da quando Squalo aveva deciso di dedicare la sua vita a Xanxus, restando sempre al suo fianco. Il Boss dava un ordine e Squalo obbediva: era così che funzionava tra di loro. E anche se lo spadaccino urlava, sbraitava, si lamentava, lo insultava, alla fine eseguiva gli ordini come un bravo soldatino. E ciononostante, Xanxus lo trattava come spazzatura, infischiandosene di tutto e tutti, come sempre. Forse era solo un masochista o forse i suoi sentimenti per quel bastardo erano tanto forti che preferiva restare accanto a lui con tutte le conseguenze piuttosto che stargli lontano. Ma per evitare di affrontare la questione, Squalo si era sempre detto che aveva fatto una promessa, un giuramento e il suo orgoglio non gli permetteva di infrangerli. Mentire a se stesso lo aveva aiutato ad andare avanti, fino a quel momento…
Il piacere che stava provando sotto il tocco di Xanxus gli rendeva impossibile respingerlo: voleva sentirlo, voleva che fossero una cosa sola, anche solo per poco, anche se fosse stato doloroso. Che tutto il resto andasse al diavolo: adesso non gli importava.


<< Jingle Bells, jingle bells, jingle all the way, oh what it fun it is to ride in a one-horse open sleigh… >>. Lussuria canticchiava allegro, mentre andava verso la stanza di Squalo. Gli era venuto in mente un piano per impedire al Boss di andare in missione e voleva assolutamente parlarne con il capitano. Una volta arrivato davanti alla porta però, si bloccò, mettendosi in ascolto. Dall’interno venivano degli strani rumori che il Guardiano del Sole non impiegò molto a riconoscere. Un sorriso malizioso si aprì sul suo volto, mentre i gemiti del suo Boss e del suo capitano continuavano senza sosta. “A quanto pare quei due si stanno proprio divertendo” pensò con soddisfazione, “era anche ora” si disse subito dopo, rendendosi conto che finalmente avevano aperto gli occhi, “c’era una tale tensione sessuale tra di loro che si poteva tagliare con il coltello”. Appoggiò le mani e un orecchio alla porta per poter sentire meglio e, dati i versi e i grugniti, pensò che Xanxus dovesse essere davvero bravo.
“Che fortuna, Squ-chan!” pensò con una punta di invidia.
D’un tratto sentì dei passi in avvicinamento e poco dopo spuntò Levi. Lussuria si staccò rapido dalla porta e gli si fece incontro per impedirgli di avvicinarsi alla stanza.
<< Levi-chan, che ci fai qua? >> domandò, gesticolando con le mani.
<< Stavo cercando il Boss. Nel suo ufficio non c’è e non si trova da nessuna parte: sono preoccupato >>.
<< Oh, stiamo parlando del Boss: non c’è nulla di cui preoccuparsi. Perché non torniamo nella sala comune? >>.
Levi lanciò un’occhiata alle spalle di Lussuria. << Hai parlato con Squalo? >>.
<< Oh… beh… ecco, in questo momento il capitano è molto occupato e non può parlare. Ritornerò più tardi >> rispose l’altro, spingendo il gigante brutto e antipatico.
<< Occupato? A fare cosa? >>.
“Dio, quant’è insistente!”. << Non lo so, ma è meglio non disturbarlo. Torniamo nella sala comune >> disse, afferrandolo per un braccio e tirandolo verso la parte opposta rispetto alla stanza. “Non posso certo permettere che quest’idiota interrompa i nostri piccioncini”.
 
 
Fu strano ritrovarsi con Xanxus nello stesso letto. Dopo aver finito, il moro non l’aveva né insultato, criticato o altro e questo era già inusuale di per sé, ma era rimasto in silenzio al suo fianco e dopo un po’ si era addormentato. Squalo, invece, non era riuscito a dormire: per quanto si sentisse stanco, tutto quello che era appena successo continuava a sembrargli inverosimile. La prima volta che l’avevano fatto era stato selvaggio, violento e doloroso e Xanxus l’aveva trattato peggio di una puttana, cacciandolo fuori dal suo ufficio senza tanti complimenti. Adesso, invece, era “quasi” stato gentile: non si poteva certo dire che il Boss avesse una vaga idea del significato della parola “gentilezza”, ma almeno non l’aveva chiamato feccia, non gli aveva tirato i capelli e l’aveva morso solo alcune volte. Squalo poteva considerarlo un passo in avanti. Ma verso cosa? Aveva quasi paura che il moro si svegliasse e ricominciasse a trattarlo come spazzatura.
Si rigirò sotto le lenzuola e si ritrovò ad osservare ancora una volta il volto addormentato del suo Boss. Il petto si alzava e si abbassava al ritmo del suo respiro e Squalo si ritrovò ad ammirare incantato le linee scolpite dei suoi muscoli. Senza accorgersene, allungò una mano e gli accarezzò i capelli, per poi scendere verso il braccio e arrivare alla mano. La strinse per un momento e si diede subito dell’idiota.
<< Ti amo, brutto stronzo >> sussurrò. Solo alcuni secondi dopo si rese conto di non averlo semplicemente pensato. Gli lasciò subito la mano e si girò dall’altro lato, come se volesse fingere di dormire.
<< La prossima volta che mi chiami brutto stronzo ti spedisco in missione in Siberia >> disse all’improvviso Xanxus con voce calma.
Squalo sgranò gli occhi e imprecò mentalmente. Quel bastardo aveva di nuovo fatto finta di dormire? Rimase immobile e smise quasi di respirare. Perché diavolo s’era lasciato scappare una frase del genere? Non avrebbe mai voluto che Xanxus lo venisse a sapere: era una debolezza a suo svantaggio.
Il moro si mosse e all’improvviso Squalo sentì il suo fiato sul collo. Xanxus gli scostò i capelli, per poi stringersi a lui e circondargli la vita con un braccio.
<< Che ti prende, feccia? Hai perso la lingua? >> gli chiese in un sussurro, la bocca vicina al suo orecchio.
Squalo si irrigidì. << Ho usato aggettivi peggiori per descriverti >> gli fece notare, sforzandosi di usare un tono sicuro.
<< In effetti avrei già dovuto mandarti in Siberia >>.
<< Tornerei comunque, prima o poi >>.
<< Lo so. Devi morire al mio fianco >>.
<< Tornerei per te; e non solo per il mio giuramento: ma se provi a rinfacciarmelo, giuro che ti faccio a fette >>.
Xanxus rise. << Hai le palle, feccia: per questo ti tengo al mio fianco >>.
Anche Squalo si concesse un sorriso: quello era il primo e unico complimento che il moro gli avesse mai fatto.
All’improvviso nel silenzio della stanza risuonò un brontolio. Era lo stomaco di Xanxus.
<< Feccia, ho fame. Portami qualcosa da mangiare >> ordinò con il suo solito tono arrogante.
Squalo si mise seduto, staccandosi dall’abbraccio di Xanxus e lo fulminò con lo sguardo. << Vooooiiii! Per chi cazzo mi hai preso, la tua cameriera? Alza il culo e vai in cucina! >>
Il moro lo fissò serio per un momento e si distese sul letto, chiudendo gli occhi. << Sei ai miei ordini, feccia, non te lo scordare. Fare sesso con me non ti esime dal dovermi obbedire; perciò alza il tuo di culo e portami da mangiare >>.
Le vene sulla tempia di Squalo ripresero a pulsare. << Mi stai prendendo per il culo? >>.
<< Perché sei ancora qui a sbraitare, feccia? Non farmi ripetere le cose >>.
<< Vooooiiii! Questa è la mia stanza: sto qua quanto mi pare e piace! >>.
<< Ogni singolo angolo di questa villa è mio, abitanti compresi: tu e la tua stanza siete miei, perciò o obbedisci o distruggerò queste quattro mura e ti costringerò a dormire in camera di Lussuria >>.
Squalo rimase in silenzio, incapace di replicare. Quel bastardo irascibile era capace di mettere in atto la sua minaccia. Improvvisamente la missione in Siberia divenne più allettante. Grugnì e sbuffò infastidito, si alzò, si rivestì in fretta e uscì dalla stanza, mentre sul letto Xanxus ghignava divertito.
 
Alla fine il piano ideato da Lussuria per impedire al Boss di partire – che consisteva nell’attaccare tutti insieme Xanxus, legarlo, imbavagliarlo e tenerlo nel suo ufficio fino all’arrivo del Nono – non fu messo in atto. Sia perché gli altri l’avevano giudicato folle e ridicolo, sia perché il Boss aveva deciso di non partire. La missione fu rimandata a dopo Natale e quando venne il fotografo per la foto di gruppo tutti i Varia erano presenti. La poltrona di Xanxus fu presa e trasportata davanti all’albero dell’ingresso – non fosse mai che il Boss restasse in piedi come i comuni mortali – e con lui al centro, gli altri si posizionarono ai suoi lati. Squalo si sistemò alla sua destra e quando gridarono Buon Natale (tranne il Boss, ovviamente), il fotografo ritrasse il gruppo di assassini più sgangherato e fuori di testa del mondo. Ma se avesse scattato la foto prima dell’urlo, avrebbe potuto immortalare un sorrisetto e uno sguardo complice tra l’uomo burbero seduto sulla sua poltrona rossa e il capellone con la sua fedele spada.
 
 
Quell’anno il Natale in casa Varia fu festoso e allegro come forse mai era stato. Nonostante la presenza del Nono e di Lucia, che furono costantemente ignorati da Xanxus, impedendo così a un geloso Squalo di fare a fette la ragazza, il Boss ebbe modo di sperimentare ogni notte il regalo migliore che quella feccia del suo capitano avrebbe potuto fargli – anche se apprezzò molto la bottiglia di whiskey regalatogli da Lussuria.
Durante quelle notti poteva capitare di sentire strani versi, ma nessuno riusciva a capire cosa fossero. Nessuno tranne Lussuria, ovviamente. Si disse che il suo proposito di far trascorrere anche a Xanxus il Natale più bello della sua vita era andato a buon fine. Anche se il merito era solo di Squalo.
 
 
 
Note finali: eccomi di nuovo anche alla fine ^^ ho cercato di non andare OOC e spero di esserci riuscita: ho però pensato che visto che a Natale siamo tutti più buoni, magari anche il buon vecchio Zanza poteva fare una piccola eccezione alla regola e trattare Squalo un po’ più gentilmente del solito… u.u concludo dicendo che spero che vi sia piaciuta, che se volete lasciarmi qualche commento mi fa ovviamente piacere e cosa più importante, augurandovi buon Natale e buone feste! Tanti auguri a tutti e a presto! Baci ^^
  
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