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Autore: LionHeart_    24/12/2012    2 recensioni
Vuoi davvero sapere come sto? Io sono quello che sta peggio di tutti, semplicemente sorrido perché so che tu non avresti mai tollerato la mia tristezza, che avrebbe messo tristezza anche a te. È difficile superare la morte di un figlio, di un padre, di una madre, di un amico. Ma superare la morte di un fratello è impensabile.
Sono passati due anni e mezzo dalla scomparsa di Voldemort, eppure le ferite che la grande guerra del mondo magico ha portato non sono ancora guarite. Alcune, come quelle che porta George Weasley, non guariranno mai.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Weasley | Coppie: Angelina/George, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ciao a tutti!
Torno a pubblicare dopo due anni di assenza da EFP, anche stavolta con una one-shot. Scusate se ci sono errori o ripetizioni, ma ho scritto anche questa di getto e non l’ho ricontrollata tantissimo. Spero vi piaccia.
_LionHeart
P.S. L'ho ripubblicata perchè ho apportato delle modifiche e inoltre non mi piaceva la formattazione.


Doesn’t really feel like Christmas at all

«Ehi, ciao. Come stai?

Hai visto? Oggi ha nevicato tutta la notte. È tutto ricoperto di bianco. Ad Hogwarts sarebbe stata la giornata perfetta per mollare gli appunti di Storia della Magia e buttarsi tra la neve, come se non ci fosse un singolo problema al mondo. Sarebbe stata la giornata perfetta per restare fuori tutto il giorno e tornare dentro per la cena, inzuppati fino al midollo. Persino le sgridate di Gazza sarebbero state il regalo più bello al mondo. Ci saremmo asciugati e dopo saremmo andati nella Sala Grande, addobbata dei suoi dodici maestosi alberi. Ci saremmo seduti al nostro solito posto, io, tu, Ron, Hermione accanto a lui, Harry di fronte e Ginny. Da qualche parte ci sarebbe stato anche Percy, ma noi probabilmente non l’avremmo cercato. Avremmo parlato della giornata appena trascorsa, di quell’esilarante momento in cui Ron non se l’aspettava e l’abbiamo ricoperto di neve, oppure di quel momento in cui abbiamo fatto lievitare i fiocchi di neve sulla testa di Piton a sua insaputa. Avremmo riso tutti insieme, e sarebbe stato di nuovo Natale. Ma tu…

Victoire è bellissima. Ti somiglia tanto, sai? Ha sette mesi ma è già una chiacchierona. Tutti pensavano avrebbe avuto la maestosa bellezza della madre, è invece ha i capelli rossi… Non si sfugge al gene dei Weasley!

Tu saresti stato il suo zio preferito, tra noi due. Ti avrebbe adorato. Ogni volta che sarebbe venuta a trovarci, avrebbe scalpitato in casa urlando “Dov’è lo zio Fred?”. A volte nei suoi occhi, nei suoi modi di fare, riconosco i tuoi. Ed è un po’ come riaverti qui, come se dall’alto tu avessi mandato nella nostra famiglia un piccolo angelo, per ricordarci che la vita va avanti e che riserva ancora tantissimi regali.

Mamma sta impazzendo con i preparativi per le nozze di Ron e Hermione, anche se ancora non hanno completato il corso per diventare Auror. Credo si sposeranno l’estate prossima. Stanno davvero bene insieme, dovresti vederli: sembrano completarsi a vicenda. E Ron arrossisce ancora quando scopre Hermione che di nascosto lo guardava, o quando lei gli sussurra che lo ama. Quanto l’avremmo preso in giro, ti immagini? Il piccolo Ron… innamorato! Ci sarebbe stata materia di derisione per secoli!

Da quando c’è la piccola, mamma è rinata. Ogni sua attenzione è rivolta alla nipotina e tu sai come funziona, che da noi quando mamma è contenta lo siamo tutti. È da agosto che lavora a maglia, per regalare a Victoire un assortimento completo di ogni indumento che si possa desiderare. Il broncio che mette su la nostra nipotina ogni volta che indossa qualche maglione di mamma Weasley non lascia dubbi: li detesta anche lei, proprio come tutti noi.

Anche papà ora parla più spesso, ha persino ricominciato ad uscire con i colleghi del Ministero per una Burrobirra di tanto in tanto. Quando torna da lavoro, ci parla di nuovo della sua giornata folle e di quel tale che ha avuto una multa salatissima per aver stregato un libro babbano in modo che le parole siano sempre al contrario. Ogni tanto si chiude ancora nei suoi silenzi, ma non più così spesso. Sempre di meno. Ogni giorno si apre sempre un po’ di più e per noi è come vedere un fiore,  che per tanto tempo si era rifiutato di aprirsi, sbocciare di nuovo.

Anche Harry e Ginny vogliono sposarsi, stiamo addirittura pensando di fare una cerimonia a quattro, ma Ginny e Hermione non sono tanto d’accordo. Queste spose, pensano che il matrimonio debba essere la loro festa e basta!

Ginny è davvero felice con lui. È un po’ il sogno di tutti che si avvera, quello di passare il resto della vita con il primo amore di sempre, no? E Harry ha preso questa cosa di diventare Auror molto sul serio, al Ministero si parla già di riservagli un posto d’onore al Dipartimento, ma lui questo non lo sa ancora. È ancora scosso dalla cerimonia di Inaugurazione del monumento dedicato a lui, nella Sala d’Ingresso a Hogwarts; sì, hai capito proprio bene, un monumento a Harry Potter, nella nostra scuola!

Oh, non preoccuparti, non si sono dimenticati di te. Il tuo nome è inciso a lettere cubitali sui muri della Sala Grande, proprio di fronte al posto dove ci sedevamo sempre al tavolo dei Grifondoro, e dove ora siedono altri studenti. Lungo le pareti ci sono anche tutti gli altri nomi, quello di Lupin, di Tonks, di Malocchio, di quel buffone di Tiger e del piccolo Colin Canon. Persino il professor Ruf ha smesso di parlare delle rivolte dei Goblin e di altre cose del genere: ora parla di voi, di tutti voi i cui nomi sono incisi sui muri della Sala Grande, di come avete combattuto per il bene della scuola e di come il vostro sacrificio non deve essere dimenticato. Non l’avrei mai pensato!

Abbiamo riunito anche l’Esercito di Silente. Ci vediamo spesso, quasi tutti i week-end, ed è un’emozione sempre nuova ritrovarsi di nuovo tutti insieme, proprio come quando ci allenavamo per combattere quella rospa bavosa della Umbridge. Stanno tutti bene. Sai, pensavo che Luna e Neville si sarebbero messi insieme una volta che tutto fosse finito, invece pare che lei stia uscendo con il figlio di Newt Scamandro, il naturalista. Neville non sembra esserci rimasto troppo male, ma sarà che è troppo preso dai suoi studi di Erbologia per farci caso. Angelina invece non la vedo da un po’, è partita con la squadra per un ritiro invernale, ma dovrebbe tornare domani per stare con noi a Natale. Io e lei siamo gli unici a non aver ancora parlato di sposarci, ma sarà che da un po’ di tempo non ci parliamo se non per le cose essenziali. Va sempre un po’ così, ma spero che tra noi possa migliorare con il tempo.

Il marchio dei Tiri Vispi Weasley è diventato il più importante tra i negozi di scherzi, ormai da Zonko non ci va più nessuno. Siamo diventati l’attrazione più importante di Diagon Alley, vengono anche da molto lontano per acquistare i nostri Detonatori Abbindolanti oppure le barrette di Torrone Sanguinolento. Siamo famosi nel mondo, Fred, ci avresti mai pensato? Saresti fiero di me, fiero di noi… ma so che lo sei già.

Vuoi sapere di me?

Io, beh… Sto bene. Siamo tutti un po’ spezzati, un po’ ammaccati per le perdite che abbiamo subito, ma ognuno di noi sta facendo del suo meglio per rimettersi in piedi.

Ti chiedi come sto? Il mio problema è che vorrei davvero, davvero mettermi in piedi. Rialzarmi, chinare il capo verso l’alto e respirare, ma non ci riesco. Il problema, vedi, è che tu non ci sei più. Io, oggi, sono come un uomo con una sola gamba, un solo braccio, un solo orecchio. Beh, per l’orecchio non fa differenza. L’altra metà del mio cuore non c’è, e l’unica metà rimasta non ce la fa da sola a pompare il sangue necessario alla vita.

A volte, quando mi capita di dormire da mamma, mi sveglio al mattino e nella penombra osservo il tuo letto, mi sembra quasi che tu sia lì, a rigirarti nelle coperte. Mi sembra di sentire il tuo respiro, o le tue lamentele per il mio russare, il tuo farfugliare nel sonno. Sento il fruscio delle coperte quando ti giri, il leggero tonfo della tua testa che si posa nuovamente sul cuscino. Mi sembra quasi di averti di nuovo con me, sembra che nulla sia successo: Voldemort, la battaglia, l’esplosione. Poi però arriva il giorno, e insieme a lui la verità che ogni volta mi affonda nello stomaco come la peggiore delle lame.

Mi manchi.

Vuoi davvero sapere come sto? Io sono quello che sta peggio di tutti, semplicemente sorrido perché so che tu non avresti mai tollerato la mia tristezza, che avrebbe messo tristezza anche a te. È difficile superare la morte di un figlio, di un padre, di una madre, di un amico. Ma superare la morte di un fratello è impensabile; una cosa è vivere con un lutto nel cuore, tutt’altra è continuare a vivere quando una parte di te è già morta. Gli altri si sono ripresi davvero (pensavo che mamma non avrebbe mai più curvato le labbra in un sorriso in tutta la sua vita), la differenza tra me e loro è che per me anche il più bello dei momenti che il futuro mi riserva, la più grande delle vittorie, avrà sempre il retrogusto amaro della tua assenza. E non posso farci niente.

Non voglio annoiarti ancora con queste sciocchezze, dopotutto è Natale e sono venuto a portarti un po’ di allegria, a raccontarti le cose belle. Stai tranquillo, il tuo posto è sempre apparecchiato, e il tuo maglione nuovo sempre pronto ad essere scartato. Darei qualsiasi cosa per vederti, anche solo un’ultima volta, scartare il regalo e fingere davanti a mamma che sia bellissimo, proprio quello che desideravi. Mi avresti guardato, e avremmo riso sotto i baffi perché sapevamo che non era vero, che quei maglioni erano ogni anno più brutti.

Ora devo proprio andare. Mamma sicuramente vuole una mano ad apparecchiare, inoltre mi si stanno gelando le chiappe a stare qua seduto sulla neve davanti a te. Sei sempre tra noi e non ci sarà un solo giorno della nostra vita senza un pensiero rivolto a te.

Buon Natale, Fred. »

Il ragazzo dai capelli rossi si alzò, scosse via la neve dai pantaloni e con una lacrima che gli solcava il viso, abbandonò il cimitero senza guardarsi indietro.

  
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