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Autore: Disorientated Writer    24/12/2012    2 recensioni
[Partecipante all’iniziativa “All I want for Christmas is…”]
Talia potrebbe risultare OOC.
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La Cacciatrice posò l’arco e la faretra all’interno della sua tenda con un sospiro. Erano giorni che davano la caccia a Chimera, il mostro dal corpo di capra, la testa di leone e la coda di serpente.
Bleah,pensò, mentre si sfilava lo zainetto militare e lo lanciava sul sacco a pelo. Stava per tornare vicino al falò dell’accampamento, dove sicuramente la aspettavano tutte le altre Cacciatrici, quando vide fuoriuscire un foglietto bianco dalla tasca posteriore dello zaino.
Talia sapeva cosa avrebbe visto ancora prima di piegarsi a raccoglierlo.
Era una foto.
La mano della ragazza ebbe un leggero tremito nel prenderla. Erano mesi che non aveva il coraggio di guardarla nuovamente.
Nella foto erano ritratte due ragazze, una bionda e l’altra mora, e un ragazzo, dai gentili occhi azzurri e i capelli di un biondo dorato, intorno al tavolo di un ristorante.
Io, Annabeth e Luke. Prima che Grover ci trovasse. Prima che tutto iniziasse e finisse. 
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Castellan, Talia Grace
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La Cacciatrice posò l’arco e la faretra all’interno della sua tenda con un sospiro. Erano giorni che davano la caccia a Chimera, il mostro dal corpo di capra, la testa di leone e la coda di serpente.
Bleah,pensò, mentre si sfilava lo zainetto militare e lo lanciava sul sacco a pelo. Stava per tornare vicino al falò dell’accampamento, dove sicuramente la aspettavano tutte le altre Cacciatrici, quando vide fuoriuscire un foglietto bianco dalla tasca posteriore dello zaino.
Talia sapeva cosa avrebbe visto ancora prima di piegarsi a raccoglierlo.
Era una foto.
La mano della ragazza ebbe un leggero tremito nel prenderla. Erano mesi che non aveva il coraggio di guardarla nuovamente.
Nella foto erano ritratte due ragazze, una bionda e l’altra mora, e un ragazzo, dai gentili occhi azzurri e i capelli di un biondo dorato, intorno al tavolo di un ristorante.
Io, Annabeth e Luke. Prima che Grover ci trovasse. Prima che tutto iniziasse e finisse.
Ricordava perfettamente quel giorno: era una giornata gelida, forse la più fredda che Talia ricordasse, e si trovavano nel Kansas. Avevano deciso di arrischiarsi a entrare in quel ristorante, un po’ perché erano giorni che non mangiavano un vero pasto, un po’ perché tutti loro si erano stufati della vita nei boschi. Talia ricordava chiaramente quanto odiasse dover dormire all’aperto o doversi riscaldare intorno ad un fuoco. L’ironia della vita, pensò, guardando la sua tenda.
Tornò a guardare la foto, perdendosi nuovamente nei ricordi, l’unica cosa che le era permesso tenere della sua vita precedente. No, non della sua vita: della Talia precedente.
Faceva freddo persino nel ristorante –anche questo lo ricordava perfettamente- e il cibo era alquanto disgustoso, come avrebbe dichiarato Luke una volta fuori dalla portata del gestore e dei camerieri. Ma, sebbene il cibo era immangiabile, una cameriera –assolutamente umana, per fortuna-  era stata così gentile da scattare loro una foto con la macchinetta che il figlio di Ermes aveva rubato ad un passante tempo prima. Dopo averne ricevuto la stampa in un negozio, il ragazzo si era sbarazzato della macchinetta, gettandola in un cestino.
Ma non era certo per questo che Talia ricordava quel giorno. Erano state le parole di Luke a colpirla, le stesse parole che le ronzavano nella testa ogni volta che provava ad addormentarsi: “Vedete? Questi siamo noi tre. Questa è la nostra famiglia. E rimarremo insieme, per sempre. Ve lo prometto!”.
Talia scosse la testa. Quel ragazzo era sempre stato un ottimo bugiardo.
 
 



C’era una volta, Qualche errore fa,
Ero sotto il tuo tiro.
Tu mi hai afferrata, sola,
Mi hai trovata, Mi hai legata a te.

 


Se c’era un altro episodio che Talia ricordava alla perfezione era l’incontro tra lei e Luke, in quella tana del drago.
Aveva dodici anni, ed era da poco scappata di casa. Erano gli inizi di settembre, forse –questo dettaglio le sfuggiva sempre, non era mai stata brava con le date- e si trovava in un vicolo di Salt Lake City, senza cibo e senza soldi, perché prima di fuggire non era riuscita a prenderne molti. Talia scosse la testa, con un mezzo sorriso. Davvero a quell’epoca credeva di poter arrivare fino a New York con cento dollari scarsi?
In ogni caso, stava per morire di fame e di freddo. Si era rannicchiata contro il muro ghiacciato del vicolo e si stringeva convulsamente nel suo giacchetto di pelle, cercando di trovare un po’ di conforto e calore. Aveva passato forse delle ore in quella posizione, e iniziava già a sentirsi scivolare nell’oblio quando all’improvviso le comparve davanti una capra. Il suo primo pensiero fu: “Oh, finalmente qualcosa da mangiare!” .
Ricordava confusamente di come la capra, Amaltea, le spiegò tutto. Della sua storia, di suo padre. Non rammentava se le avesse creduto da subito o meno, ma era sicura che avesse seguito la capra senza esitazione, quasi fosse la cosa più naturale del mondo.
Più andava dietro alla capra, più la fame e il freddo scomparivano, lasciando posto ad una piacevole sensazione di calore e tranquillità. Dopo quelle che alla semidea parvero ore, la capra si fermò di fronte ad un’enorme grotta.
« Dove siamo? » ricordava di aver domandato, allibita.
Amaltea si era limitata a indicarle l’interno della grotta con la testa, poi era scomparsa nel nulla. Rivide la Talia dell’epoca, una dodicenne con il giacchetto di pelle imbrattato di fango che osservava la grotta con il sopracciglio inarcato, imbracciava la lancia –sempre un dono di Amaltea -  e entrava, con il mento alzato in segno di sfida ma il cuore ricolmo di paura.
L’interno della grotta risultava sfocato nei suoi ricordi. Ciò che rimaneva perennemente stampato nella sua mente era l’enorme drago verde, con le fauci spalancate che ringhiava contro un ragazzo poco più grande di lei, dai capelli biondi. Luke.
Talia rimase rannicchiata contro il muro della grotta, indecisa sul da farsi. Aiutare il ragazzo? Non sembrava particolarmente in pericolo. E quel drago era davvero grande.
Così, aveva deciso di aspettare il momento giusto per entrare in azione. E questo si era presentato subito dopo, quando il drago le aveva voltato le spalle completamente e si era concentrato con tutte le sue forze sul biondino che gli saettava intorno, cercando di colpirlo. Nessuno dei due si era accorto di lei, fortunatamente.
Nella sua mente, si rivide piegare le gambe, stringere la lancia e saltare sul dorso del drago, rischiando di uccidersi nell’aggrapparsi alle scaglie sulla sua schiena. Il mostro non sembrava molto allegro di quella intrusione e aveva più volte tentato di scrollarsela di dosso, senza successo. La Talia Cacciatrice non riusciva a ricordare il vero motivo per cui non aveva semplicemente voltato  le spalle al mostro e al semidio e non si era allontanata, evitando tutti quei guai. Si ripeteva che era rimasta solo perché Amaltea l’aveva condotta lì, e non voleva inimicarsi la capra. Ma la figlia di Zeus sapeva bene che il motivo non era affatto quello.
« Scappa! »
Talia sentì il suo urlo rimbombarle nelle orecchie, mentre gridava al ragazzo sconosciuto di salvarsi mentre lei teneva occupato il mostro.
Rammentava il ghigno di Luke nell’afferrare saldamente la sua spada e correre contro il drago, senza paura, come il cavaliere di qualche storia medioevale.
Poi era tutto un susseguirsi di immagini sfocate. Lei che scendeva con un balzo dalla groppa del drago, la polvere d’orata, l’esplosione del mostro, i due semidei che scappavano dalla grotta urlando come dei pazzi, l’ansia quando si era accorta di aver dimenticato la lancia nella grotta del drago. Il ghigno orgoglioso di Luke nell’avergliela mostrata qualche mese dopo.
 

 
No apologies,
He’ll never see you cry.
Pretend he doesn’t know,
That he’s the reason why,
You’re drowning, you’re drowning, you’re drowning.

 
 
 
Una lacrima solitaria scese lungo la guancia di Talia. Nonostante fosse passato tutto quel tempo, ancora non riusciva a dimenticare Luke, il figlio di Ermes, che quel giorno, nella grotta del drago, non le aveva solo rubato la lancia. Le aveva anche rubato il cuore. E se l’era tenuto.
Quanto aveva pianto quando Annabeth le aveva raccontato del tradimento di Luke, quanto si era disperata quando aveva scoperto che era stato proprio lui ad avvelenarla. Ma nessuno l’aveva vista in quei momenti, tantomeno Luke. E nessuno l’avrebbe vista adesso, con il volto rigato dalle lacrime, mentre osservava una fotografia stropicciata.
Chissà se il ragazzo sapeva, si chiese Talia, asciugandosi gli occhi. Probabilmente sì. Luke era sempre stato bravo a leggerle nella mente. Per lui, la figlia di Zeus era come un libro aperto.
Ma nonostante questo, non aveva fatto niente. Aveva voltato le spalle al Campo Mezzosangue, se n’era andato, senza una lettera, un addio, nulla. Come se lui potesse fare tutto ciò. Poteva ferire il cuore suo e di Annabeth senza problemi.
La Cacciatrice scosse la testa.
Ora basta.
Si era lasciata andare fin troppo ai ricordi. Luke non faceva più parte della sua vita. Doveva superarlo. E l’avrebbe fatto.
Perché lei era Talia Grace, figlia di Zeus e Luogotenente di Artemide. E niente e nessuno poteva scalfirla.
Nemmeno un biondino dalla faccia d’angelo e i gentili occhi azzurri.

 















Angolo Autrice:

dddddei, spero sia decente. sono giorni che ci lavoro e probabilmente fa ancora schifo D: 
allora, vorrei dire un paio cose:

1) temo sia un po' OOC, ma spero che vi piaccia ugualmente (soprattutto a te, Ale! c:) 
2) parecchie cose me le sono inventate di sana pianta, anche lo svolgimento del primo incontro tra Luke e Talia, sebbene molte cose le abbia dette anche il Sommo Ricky. 


probabilmente avrei molto altro da dire, ma ora non ricordo O:

come ho scritto nell'intro, questa storia partecipa all'iniziativa di Effie Malcontenta Weasley: "All I want for Christmas is ...", e il prompt sviluppato è per Alessia, xwaterbender su EFP -se non sbaglio D:  

benebene, ho terminato il mio soliloquio. 

sperando che vi piaccia <3

Madamoiselle Nina. 
   
 
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