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Autore: Dark side of Wonderland    24/12/2012    5 recensioni
è una storia ( cretina ) che parla di una ragazza che su una nave incontra un ragazzo che non rivedrà mai più. ( nessuno muore ) è una one-shot uscita così ... spero vi piaccia e non è un plagio a Titanic quella è una storia d'amore questa invece è solo uno sfogo di una ragazzina nella piena adolescenza che ... leggete e scoprirete .... un kisssss
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sono sempre stata convinta che le cose migliori capitino per puro caso.
 forse qualcuno ha scritto il nostro destino da qualche parte … vorrei leggerlo solo per sapere cosa farei tra un po’
anche se vorrei che quell’un po’ si esaurisse domani, per scoprire i segreti che la mia vita mi riserva, e per provarli su di me.
Era estate, era caldo, dovevo prendere la nave insieme alla mia famiglia, per andare in Corsica.
Mentre il resto dei passeggeri aspettava con le macchine mezze aperte, l’imbarco, io ero li, nella macchina chiusa e accaldata.
L’aria si stava facendo pesante, ma la salsedine mi rinfrescava, e ancora non mi ero resa conto che era estate già da un bel po’.
Mangiavo, leggevo, ascoltavo musica rassicurante e un po’ deprimente  e fissavo l’ammasso di gente che rideva e scherzava fuori dal finestrino. Salendo su una nave per la prima volta avevo leggermente paura.
Non che mi aspettassi chi sa che cosa, avevo solo paura di pluf … affondare nel mare.
Feci le corna e mi maledissi per essere la maggior parte delle volte così stramaledettamente pessimista.
Quando tutte le macchine, compresa la nostra, furono all’interno dell’immenso barcone, sospirai e salii ai piani superiori.
Mi trascinai dietro delle cuffiette, ascoltando laser light di Jesse J e David Guetta. La musica era il mio rifugio.
Mia madre corse sullo Sky deck  con la mia cagnolina e mio padre la raggiunse poco dopo.
Io e mia nonna ci sistemammo nella sala delle poltrone. Lei trovò subito il sonno, fu subito accolta nelle braccia di Morfeo.
Ero rimasta ‘’ sola’’. Mi staccai le cuffie e ascoltai la conversazione di due coreani con un bambino. Incomprensibili.
Facevano dei gesti strani e i lori occhi si stringevano e si allargavano. Il povero piccolo si guardava intorno stranito.
Sotto lo sbuffo della nave, cercai di addormentarmi, anche se non ne avevo voglia, volevo esplorarla.
Mi alzai, lasciai la borsa, afferrai il cellulare e mi precipitai in giro …
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8:00 A.M
Camminavo in giro per i ponti.
Salivo e scendevo. Incostantemente.
Fissavo i bambini divertirsi guardando Scooby Doo, e le loro mamme chiacchierare di quanto fosse stata dura la vita.
Io sorridevo portandomi sempre appresso il cellulare.
Alla fine del mio ‘’ giro di ronda’’, che durò mezzora, decisi di tornare nella sala delle poltrone. Davanti a noi però, c’era una famiglia.
Una famiglia di nordici, tedeschi … o qualcosa del genere. Io mi sedetti accanto a mia nonna che ancora dormiva, e ascoltai i loro discorsi complessi.
preferivo i cinesi sussurrai tra me e me.
Tra di loro una ragazzo. Biondo, occhi ultra azzurri, fisico snello e muscoloso.
Non so come descriverlo, aveva due occhi molto grandi e profondi. Una bocca strana, mai contorta in un sorriso, e teneva lo sguardo sempre verso il basso.
Non decisi di seguirlo quando si alzò, anche se ero curiosissima ero troppo timida. Tedeschi pensò una parte di me duri come un pezzo di ghiaccio e adorai quella mia parte che riuscì a darmi quella spiegazione, che mi impedì di alzarmi e mi fece stare a cuccia per un po’.
- Melanie
Sussurrò mia nonna fissandomi.
Io le sorrisi nervosa e mi girai di nuovo dall’altra parte.
- che c’è nonna?
- vammi a prendere un giornalino, hai detto che c’è una cartoleria di sopra no? Allora vai … mi annoio
Mi porse 5 euro e io li presi. Annuii e mi incamminai verso i vari ponti.
Prima di uscire dalla stanza notai che in Tv c’era Hanna montana , sorrisi a me stessa e lasciai le voci irriverenti delle persone alle mie spalle.
Ero pronta per un altro giro ….
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9:00 A.M
Salii al ponte superiore,  poi a quello dopo, fino ad arrivare a destinazione.
Entrai nell’edicola salutando una donna, troppo indaffarata con delle scartoffie anche solo per alzare lo sguardo.
Afferrai un giornalino qualsiasi. CHI probabilmente, dato che c’era la foto di Emma Marrone e Stefano de Martino in prima pagina.
Lo portai alla cassa e la signora distratta farfugliò
- 2 euro e 5 centesimi prego …
Io pagai e sgattaiolai via di li.
Appena svoltato l’angolo due occhi celesti riapparvero davanti a me e s’incrociarono con i miei per qualche istante, poi tornarono sul viso di suo padre, e continuò a chiacchierare qualcosa in un’altra lingua.
avanzai il passo e salii le scale che portavano allo Sky Deck, pensando tra me e me
 cazzo, credo che il tedesco stia diventando la mia lingua preferita
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10:00 A.M
Avevo raggiunto lo Sky Deck da più di un’ora e stavo semplicemente prendendo il sole, ascoltando il fruscio del vento sul pavimento.
La salsedine mi aveva infestato la pelle. Mi sentivo secca, calda e salata.
Una vera pietra per il fuoco.
Sabbia da bagnare.
Mia madre si stava addormentando tra le braccia mio padre, sotto il sole cocente.
Su di loro, già i segni di una razzata.
Io tenevo strette a me le ginocchia, e mi scaldavo la faccia. Sentivo le guance diventare sempre più rosse sotto i raggi. Mi immaginai quel ragazzo a due centimetri dalla mia bocca.
Non sapevo il suo nome, ma non m’importava, volevo vivere nell’inganno, almeno quelle ore passate su una nave per la Corsica.
Poi mi tirai una pacca sulla testa , e mi arruffai i riccioli mori, sbavando un po’ la matita.
Non posso pensare certe cose, non lo conosco nemmeno
Mi alzai, scostandomi un ciuffo dagli occhi. Raggiunsi il bar, ma non ordinai niente, mi misi a sedere.
Mi girai verso destra ed eccolo di nuovo. È una persecuzione pensai irritata, ma poi guardai la sua faccia. Era così dolce.
Decisi di tornare da mia nonna, non l’avevo avvertita. Forse era meglio staccare da quegli occhi celesti, che mi fissavano mentre mi allontanavo.
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13:00 P.M
Erano già le 1:00 . ero stata per un bel po’ nella stanza delle poltrone.
Mi ero addormentata
Avevo sognato intensamente. Non so di preciso cosa, qualcosa. Ma a giudicare dall’ora avevo dormito parecchio.
Il mio stomaco era vuoto, non avevo ancora toccato cibo . la fame decise per me. Estrassi dalla borsa del cibo un piccolo pacchetto di Chrechers .
Andai sullo spigolo della porta.
 Tack
Scatta la porta del bagno dei maschi e ne esce di nuovo lui. Impossibile , come se fosse imprevedibile.
Aspettai che se ne fosse andato e finalmente arrossii compiaciuta.
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14:00 P.M
Dovevamo arrivare ormai. Mancava poco
Alcuni dicevano di aver già avvistato il porto, altri se ne stavano ancora al PC. Nessuno sembrava preoccuparsi della sua assenza … ovviamente … ma io si. Lo avevo cercato in tutta la nave
Ma era misteriosamente scomparso.
Mi preoccupai per me stessa. Mi chiesi se soffrissi di allucinazioni ma smentii da sola la mia assurda teoria.
Arrivò il momento in cui dovevo radunare papà, mamma e nonna, per raccogliere la roba e andare a prepararci per l’arrivo al porto.
Dovetti salire tutte le scale per arrivare allo Sky Deck, al ponte di comando.
All’ultima rampa, con lo sguardo rivolto a terra vado a sbattergli contro.
A lui … io rimango impietrita per un secondo Cazzo mi dissi abbassando lo sguardo Cazzo continuai a ripetermi sgattaiolando via da li.
Io mi girai
Ci guardammo, stavolta sta ferma mi sussurrai, per poi volatilizzarmi dietro l’angolo ventoso che portava al ponte.
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Raggiunsi i miei genitori, che osservavano il porto
Cercai di notare la bellezza del sole in lontananza, delle barchette che galleggiavano felici, delle persone che sorridevano indicando la meta
Ma io pensavo solo a lui … mi aveva amorfizzata . ero in stato di trans completo. Le guance rosse come il fuoco, i capelli arruffati per il sudore e l’agitazione.
non è successo niente mi sussurrai tenendomi la testa tra le mani bagnate ancora dalla stramaledetta salsedine.
Sospirai e corsi di sotto, di nuovo.
Freneticamente.
Era sempre li, davanti alla mia faccia.
Stavolta su uno dei ponti mia nonna mi aspettava con la borsa e con l’aria sospetta. Alla fine le diedi il giornalino, e lei sbuffò borbottando qualche frase contrariata.
Mentre dei bambini giocavano con un cane, lui da dietro le scale aveva lo sguardo basso, quello sguardo che poi si intrecciò con il mio.
Stronzo mi dissi fissandolo torva mi fai impazzire forse ero io che impazzivo per un tedesco, ma decisi di ignorarlo
- Melanie … c’è un figliolo che ti fissa, e non è neanche tanto brutto …
Mi sussurrò nonna. Io sbuffai e corsi per le scale. Il suo sguardo mi seguì per tutto il tragitto.
In quel momento sarei morta solo per non crearmi imbarazzo . per un ultima volta lo fissai.
Occhi blu
Occhi che feriscono
Occhi troppo belli per non essere amati davvero
Ma cosa avevo che non andava?
I vestiti?
Maglietta?
Pantaloni graffiati o sporchi?
Capelli troppo riccioli e ritti?
Sembravo strana …. Ero strana, ma lui mi batteva alla grande.
Dissi addio per sempre a quel suo bel faccino
A quel caldo soffocante che mi assaliva
 e mi trascinai via da li ….
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                
 
 
 
 
 
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Due settimane dopo
Passai delle vacanze stupende: con tanto sole, un’acqua meravigliosa nel mare
Niente preoccupazioni di genere Tedesco.
Si … ci avevo un po’ pensato, lo avevo sognato …
E tanto
Ma non era poi così male. Mi ero dimenticata di essere arrossita come un peperone su quella nave.
Due settimane dopo, lasciai la piccola casetta che avevamo preso in affitto, con tutta la mia famiglia. Mi lasciai qualche lacrime dietro, ma ero contenta di tornare a casa
Arrivati all’imbarco decisi di non pensare.
Non dovevo pensare, mi sarebbero tornate in mente troppe cose belle e deprimenti
salimmo di nuovo nella nave. Di nuovo caldo, di nuovo le onde del mare mi davano un leggero senso di nausea.
Tutte le uscite erano ovviamente bloccate e tutti i bambini avevano già preso il posto in prima fila davanti alla tv.
Spongebob sussurrò un bambino che fissò la piccola spugna gialla agitarsi nella televisione.
Ignorai il giramento di testa, la fame per il nervosismo di tornare indietro, e mi diressi verso lo Sky Deck.
Mi tornò in mente il primo giorno di vacanza, trascorso a pensare a quei dannatissimi occhi celesti, e a quella accecante t-shirt rossa.
Ero quasi arrivata sul ponte. Afferrai la maniglia della porta e la aprii.
Con le mie fedeli cuffie ascoltavo Paradise dei Coldplay
Non staccai mai gli occhi dal pavimento lucido finché non vidi una figura esile con una maglietta blu e un sorriso brillante.
Era lui
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Rimasi impietrita per verificare se fosse una visione
Ma no, era vero.
Lui, li, per la seconda volta davanti a me
Lui che un’altra volta era su quella nave, con me.
Mi ero fatta due calcoli.  secondo il 99% dei casi non l’avrei ma più rivisto
Ma perché dovevo essere sempre quel maledettissimo 1%?
Decisi di respirare normalmente. Il vento soffiava via parte delle mie preoccupazioni assurde. Il mio sguardo si agganciò al sole alto nel cielo , ricoperto da qualche nuvola biancastra.
La nave oscillava, e io non resistevo più a quel giramento di testa continuo. Raggiunsi i miei, e mi misi a sedere accanto a loro
Pensai, anche se mie ero promessa di non farlo per non suscitare ricordi strani, Pensai a quanto potesse essere vero, un’altra volta, li davanti a me.
Mentre mia madre rideva per chissà che cosa io ero li ferma a pensare a cosa fare. Niente mi ripetevo Non devi fare assolutamente niente, goditi il tuo ritorno e fallo senza pensare a NIENTE e a NESSUNO
Sorrisi pensando che fosse tutto facile di li in poi.
Scesa dalla nave non l’avrei mai più rivisto, quella era una certezza. Sarebbe tornato nel suo paese e … il tempo se lo sarebbe portato via
Fa che sia gay, fa che sia gay
Pensavo
Anche se sarà dura guardare il mio principe azzurro e notare che è gay allo stato puro …
Cominciai a soffrire di mal di mare, ma scesi comunque a prendermi un panino. Sullo sky deck cominciava a farsi freddo il vento che ci aveva accompagnato in Corsica.
L’estate più calda di sempre, il clima più caldo di sempre … i passeggeri più caldi di sempre.
E io non ce la facevo più. Ero strabiliata da tutto.
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Passai il resto delle ore a fissare il mare, non sullo Sky Deck , su un altro ponte.
Strano a dirsi, ma era rilassante.
Se lo vidi ancora?
Girovagava per la nave con la sua famiglia e diceva frasi in tedesco … trrremenedamente sexy
7 ore dopo era sul serio la fine o almeno era la fine di quel noi che non era mai esistito.
E nessuno lo sapeva … tranne noi due.
Raccolsi le mie cose prima dell’arrivo al porto. Poi sentii una voce. Probabilmente stava parlando con qualcuno di sua conoscenza.
Disse una frase … strana.
Il mio cellulare stava registrando tutto. Il mio cervello stava registrando tutto.
Mi feci forza e me ne andai con la mia famiglia.
Nel tragitto in macchina verso casa, andai su internet. Google traduttore
Digitai la frase e cliccai tradurre in italiano
Sorrisi a trentadue denti . era così dolce … :
spero che si ricordi di me ... Melanie. Io lo farò
‘’ se si riferiva a me, anche io ti ricorderò’’ pensai
Sarebbe per sempre stato il nostro piccolo segreto …



MINI ANGOLINO AUTRICE:

ciao a tutti
allora vi è piaciuta?

a differenza delle mie altre storie non ci sono baci ne niente ... solo un adolescente in preda a gli ormoni .... 
e credo che la fine sia ... una fine normale

mi piacerebbe sapere qualche vostro parere

un bacio

Piumetta


p.s
Virus14 e Blacklalila .... non pensate male è .... 
e non fate recensioni sconce ...


ciauxxxx

  
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