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Autore: fuxiotta95    24/12/2012    0 recensioni
vacanze di branco, un momento di divertimento, di avventura ma anche di riflessione, la caccia Francescana serve a questo è tocca a noi più grandi presentare ai Lupetti i personaggi che hanno accompagnato San Francesco nel suo cammino
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Il lupo di Gubbio

Un gruppo di 5 bambini scout stavano camminando nel cuore della notte, litigando sulla direzione da prendere, si spingevano e si attribuivano nomi.

Intorno a loro il boschetto che costeggiava un piccolo villaggio, il cielo che mostrava le sue meravigliose stelle, ma loro troppo presi dal litigare per godesi quello spettacolo

-Ora basta! Ho detto che si va di qua-

Urlò il piccolo capo sestiglia, ma gli altri iniziarono a urlare per dire la propria idea, le voci si perdevano nel vento, ormai regnava il caos, i cinque ormai stufi delle divergenze si dividero prendendo ognuno una direzione, ma quando ognuno fece un passo verso la propria meta il silenzio che si era creato venne rotto da un ululato partito dal punto in cui si erano divisi, i bambini si voltarono pieni di terrore e videro poco lontano da loro un enorme lupo la cui sagoma era visibile grazie alla luna che splendeva in cielo come nono mai, gli occhi dorati che sembravano due fari nella notte si posarono su ogni bambino

-Non abbiate paura-

Disse il lupo stupendo i bambini

-Tu sai parlare?-

Chiese il più piccolo del gruppo arretrando

-Esattamente, io sono Frate Lupo-

Si presento facendo un inchino con il capo con un’eleganza che non apparteneva neanche al cervo che salta nella radura

-Quello di San Fracesco?-

Chiese la vice capo sestiglia, il lupo accennò a un sì con il capo

-E voi chi siete piccoli cuccioli d’uomo?-

La voce del lupo era calda e dolce, si poteva percepire la sua conoscenza del tempo, i piccoli pronunciarono tutti insieme il proprio nome, le voci si sovrapposero e il lupo scosse la testa

-Non voglio sapere i vostri nomi da figli unici, voglio sapere il vostro nome da fratelli-

I piccoli non compresero subito cosa il lupo stava chiedendo, quando il loro capo sestiglia comprese il significato di quelle parole e facendo il segno della promessa dei Lupetti si apprestò a lanciare il saluto

-I lupetti noi siamo!-

Urlo attendendo che gli altri continuassero

-E nella notte avanziamo-

Urlarono di risposta gli altri

-Esattamente, venite sedetevi qui vicino a me e spegnete le vostre pile-

I lupetti si avvicinarono al lupo sedendosi di fronte a lui, spensero le pile e le riposerò nei propri zaini

-Ora osservate il cielo-

Disse il lupo alzando lo sguardo all’immensa distesa celeste, i bambini alzarono lo sguardo e spalancarono la bocca, le stelle brillavano silenziose nella notte

-Litigando stavate perdendo questo spettacolo-

Disse il lupo tornando a fissare i bambini

-Perché sei qui?-

Chiese il capo sestiglia, guardando negli occhi il lupo

-Nel vostro camminare siete giunti senza accorgervene fino al boschetto nei pressi del paese che mi ha accolto ovvero Gubbio-

I bambini si guardarono stupiti, erano giunti nel paese dove San Francesco aveva compiuto uno dei suoi miracoli

-Di certo voi conoscete già la mia storia, ma permettetemi di raccontarvela da me-

I bambini annuirono e si prestarono ad ascoltare le parole del lupo

 

Fin da giovane mi sono mostrato un lupo ribelle, odiavo essere comandato e per me il branco non significava niente, cosi una notte abbandonai i miei fratelli e iniziai a viaggiare per conto mio, la legge di non attaccare l’uomo non mi riguardava più, attaccavo e uccidevo senza pietà.

Un giorno giunsi qui a Gubbio, decisi che sarei restato in questo boschetto è ogni giorno uccidevo le bestie da pascolo degli abitanti del paese e se sulla mia strada appariva un uomo, anche donna o bambino io lo uccidevo senza mostrare alcuna pietà.

Un giorno vidi che i pastori lasciarono le proprie bestie incustodite per correre al paese, li senti dire che un santo era giunto, ma non mi importò e me ne restai nel boschetto gustandomi la pecora che avevo appena ucciso.

Nel pomeriggio mentre riposavo sotto una quercia con lo stomaco pieno, udii dei passi venire nella mia direzione, all’inizio pensai che fosse un cacciatore venuto a tentare di abbattermi, ma da dietro gli alberi spuntò un frate, mi guardo e porse una mano, io mi alzai ringhiando e rizzando il pelo sul collo, come osava un uomo venire a disturbarmi nel mio territorio, pensai, pronto a saltargli al collo, mi apprestai a balzare quando lui sorridendo mi chiamo

-Fratello Lupo-

Era la prima volta che qualcuno mi chiamava fratello da quando avevo lasciato il branco, rilassai le zampe posteriori che erano pronte al balzo

-Fratello Lupo perché privi questa povera gente delle proprie bestie privandola della propria fonte di cibo?-

La gente, che fino a quel momento era rimasta nascosta dietro gli alberi, ci circondò

-Perché uccidi le loro donne e i loro bambini? Smettila di commettere queste atrocità e loro ti perdoneranno-

Di risposta ringhiai, perché dovevo credere alle parole di quel frate? Dopo tutto l’uomo mente di natura, ma quando lo guardai negli occhi vidi una cosa che non avevo mai visto prima, vidi una luce calda che mi disse di fidarmi di lui, lentamente avanzai fino a lui, la gente che ci circondava indietreggiò temendo un mio attacco, mi sedetti davanti al frate che mi porse la mano

-In cambio della tua promessa di non attaccare più il paese, la gente ti accoglierà come loro fratello-

lentamente porsi la zampa a San Francesco, lui la strinse in segno di reciproca promessa e la gente scoppio in un boato di felicità.

Io mantenni la mia promessa di non attaccare più il bestiame e la gente, in cambio i paesani quando mi vedevano in paese mi offrivano del cibo e un tetto dove stare quando pioveva e ogni volta vedevo nei loro occhi la felicità poiché io gli ricordavo il miracolo che San Francesco aveva fatto nel piccolo paese di Gubbio e io avevo trovato dei nuovi fratelli anche se non erano della mia specie ora facevo parte di un nuovo branco, San Francesco mi aveva fatto comprendere il significato di essere fratelli e quanto fosse importante convivere in pace

 

-Hai mai più rivisto San Francesco?-

Chiese il più piccolo del gruppo

-Certo, lo vedo tutti i giorni, nei sorrisi delle persone, nei uomini che insieme lavorano nei campi e persino in voi cinque-

i bambini si guardarono e abbassarono il capo avendo compreso il male che si erano fatti a vicenda litigando, il capo sestiglia si alzò

-Scusate ragazzi se sono testardo e non vi do ascolto-

Anche gli altri si alzarono

-E colpa nostra in fondo tu hai la specialità di guida e ci hai portati fino a Gubbio dandoci la possibilità di conoscere Fratello Lupo-

Disse la vice capo sestiglia

-Se facciamo lavoro di squadra nessuno ci ferma!-

Affermò il più piccolo

-Perché noi…-

-…I lupetti noi siamo e nella notte avanziamo!-

Urlarono in coro, il lupo si alzo

-I lupetti voi siete e a vicenda vi proteggerete-

Disse il lupo prima di alzare il capo e ululare rivolto alla luna

-E ora che farai Fratello Lupo?-

-Ormai sono vecchio e molto presto lascerò questa vita, la gente di Gubbio ne soffrirà, ma sono felice di aver portato in loro il ricordo di San Francesco e di aver narrato a voi la mia storia, ora me ne tornerò nel boschetto lieto di aver trovato 5 nuovi fratellini-

I cinque bambini abbracciarono il lupo, per poi vederlo correre verso il boschetto e prima di entrarvi si volto verso di loro e ululò in segno di saluto, anche i bambini ulularono e il lupo scomparve

-Forza dobbiamo tornare all’accampamento-

Disse il capo sestiglia prendendo in spalle il proprio zaino

-Potremmo usare un po’ alla volta le pile cosi non le scarichiamo in una volta sola-

-Se stiamo in fila indiana con i due più vecchi: uno davanti è uno per ultimo-

I bambini si preparavano per il ritorno a casa ognuno proponeva delle ide utili, in lontananza Frate Lupo li osservava compiaciuto, si voltò e si incamminò per l’ultima volta nelle strade di Gubbio, strade che lo avevano visto redimersi, strade su cui aveva camminato il suo caro fratello San Francesco.

 

Spazio autrice

Questa storia nasce dalla caccia francescana fatta durante le V.D.B (vacanze di branco) con il branco “roccia azzurra” di Sant’Antonio, io, membro del clan partecipante per la prima volta alle V.D.B., ho voluto fare frate Lupo poiché durante le atre V.D.B. nessuno ha voluto presentarlo ai bambini. Compiaciuta del fatto di aver fatto riflettere i piccoli lupetti sul significato d’essere Fratelli ho voluto presentarvi a voi il mio modo di presentare frate Lupo ai bambini, durante la caccia Francescana mi sono messa un paio di orecchie di carta è un pezzo di stoffa come cosa e cosi vestita mi sono immedesimata in frate lupo per loro. La nostra Kambu ha anche detto di essersi commossa, infatti aveva la voce rotta dal pianto, poiché ho aggiunto delle cose che sentivo di dover dire ai bambini, ovvero quanto fosse bello vedere dei bambini d’oggi giorno divertirsi ancora nella natura invece che davanti a un videogame, spero che la storia vi sia piaciuta. Grazie mille la vostra Fuxiotta95

 
  
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