“How about going to the cinema?”

“I'd rather go to the swimming pool”

“Ok, i compagni dietro...”

Dovrei seguire queste lezioni, visto che alla fine dell'anno ci sarà l'esame, ma non ci riesco. Dal mio banco in seconda fila, spio fuori, tentando di non farmi vedere né dalla prof né dal diretto interessato dei miei occhi. Loro, infatti, come se avessero potuto innamorarsi di qualcuno più sbagliato, hanno scelto proprio te.

Ti avevo già visto di sfuggita, ed eri venuto anche nella mia classe, ma allora non me ne resi conto. Forse non pensavo che avrei conosciuto così bene l'istituto e i suoi studenti. Non mi ricordo quando ti ho visto la prima volta esatta, ma credo che l'episodio che fece scattare tutto fosse stato quello. Un martedì, proprio quando tu esci da una classe e noi ci entriamo, tu, fosti l'ultimo ad uscire. Quello che mi colpì, non fu la tua popolarità, anche perchè non mi ricordavo di te, né la tua bellezza, ma fu la tua gentilezza e la tua delicatezza. Ti fermasti a parlare con la professoressa, la ringraziasti per qualcosa e venisti incontro alla porta con un appena accennato sorriso, come un bambino appena vede il suo regalo di natale. Un sorriso d'innocenza, un sorriso regalato solo perchè era una bella giornata. Un sorriso estremamente egoista perchè la tua giornata stava andando bene o incredibilmente altruista perchè vedere gli studenti allegri agli armadietti sorridenti e scambiare qualche parola ti rendeva felice. In fondo quello era il tuo mondo. Ne eri dentro da 5 anni, ormai lo conoscevi molto bene. Le volte dopo in cui ti notai fu all'intervallo, quando parlavi con i tuoi amici. Lì avevo il tempo di squadrarti per bene fingendo anche di guardare altrove. Eri un ragazzo piuttosto alto e magro, con capelli castani e occhi verdi. Sì, eri molto bello, e avevi quell'aria da secchione simpatico e bello che ti rendeva irresistibile. Poco a poco il tuo sorriso diventò per me come una droga. Avevo bisogno di vederlo, anche solo di sfuggita. Manteneva sempre quel suo sprazzo di gentilezza e innocenza. Nonostante fosti uno dei ragazzi più popolari della scuola, sembravi un ragazzo timido, che non se la tirava. Insomma, un cucciolone dal cuore d'oro. E poi il 21, ci siamo guardati per la prima e unica volta, mentre ci augurasti Buon Natale e andavi verso la presidenza per dirlo agli altoparlanti augurando Buon Natale a tutto l'Istituto, pensando che i ragazzi avrebbero apprezzato le canzoni di Natale. L’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale tu eri lì. Dovevamo uscire alle 10.55 ed era il tuo giorno libero, ma tu sei venuto lo stesso. Sei passato davanti alla mia classe e ci hai sorriso. Per un momento pensavo che avessi sorriso a me, ma era solo una parvenza di speranza, e mi ricordai. Tu sei di quinta. 4 mesi e sarai diplomato, io sarò qui ancora 4 anni mentre tu continuerai nel mondo del lavoro. Fra due anni io sarò ancora qui, mentre tu sarai (magari) già anche laureato. E poi mi chiedono cosa mi piace di te. Sei bello, e sei un secchione, intelligente, nerd (come me), tieni alla gente e agli altri studenti e sei genuino. 

Le cose che mi piacciono di te, sono i motivi per il quale non possiamo stare insieme.