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Autore: Pro and Pad_production    24/12/2012    9 recensioni
Un classico di Natale raccontato dai personaggi di Harry Botter e la Lapislazzula ancestrale, la nostra parodia!
dalla storia:
« Se sei qui per la lapide, puoi anche scordartela! » disse l’ avaro Bidon.
« No, sono qui per avvisarti che stanno venendo degli spiriti a fare bisboccia! » disse con una strizzata d’occhio.
« Chi? »
« Degli spiriiitiiiIIIIiiii! »
Bidon non capiva se il vecchio fantasma dicesse la verità oppure lo prendesse semplicemente in giro, il che era probabile dal momento che in vita era stato un abile truffatore.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Buona vigilia, gente!!! *-*
Buona vigilia! *^*

*lanciano addosso ai lettori porporina e ghirlande natalizie*

Come avevamo promesso ecco il nostro regalo di Natale,
già, speriamo sia di vostro gradimento!
Sono più di due mesi che siamo sparite, ma...
due mesi? Ma che dici Prongs? °-°
Sì, Pad, sono due mesi

*mostra il calendario a Padfoot*

Porca Morgana, è vero! >_<
Comunque ora siamo qui! :D
E abbiamo questa fantastica storia tutta per voi:

A BOTTER CAROL!

Come potete immaginare dal titolo è la nostra versione di canto di Natale,
vogliamo dire, ci hanno messo le mani tutti: Topolino, i Muppets...
non poteva mancare il canto di Natale di Harry Botter xD
Prendetelo come una sorta di recita dove gli attori sono i personaggi della parodia ;)
Già, li abbiamo obbligati a mettere su questo spettacolo solo per voi, eh!
Ci sentiamo alla fine della storia,
sì, perchè vi parleremo anche lì, non pensate di cavarvela solamente con queste note di inizio capitolo! :P
A dopoooooooo!!!

 

A Botter Carol html

 


N

atale era alle porte. Ladron Alley era carica di decorazioni e lucine che incorniciavano le vie di negozi. La gente si apprestava gioiosamente a fare i regali dell’ultimo minuto, mentre ai lati delle strade cori di elfi domestici disoccupati cantavano le carole. Solo un uomo era estraneo a tutto questo gioire: si aggirava per le strade con il suo immancabile mantello nero, il cappello che sgusciava via dalla sua testa unticcia e il suo naso sproporzionato che gli dava l’aspetto di un condor. Il signor Bidon, meno festoso che mai, si recava nel suo tetro antro, scrutando e maledicendo la gente che, passandogli vicino, gli augurava “Buone feste”.
Sbatté violentemente la porta del suo ufficio, facendo crollare la neve che si era accumulata sui tetti delle case, sommergendo così tutta Ladron Alley e la gente che affollava le sue strade. Ci vollero ore prima che si riuscissero a spantanare dalla neve e fare ritorno alle proprie case o agli acquisti.
Ma il malvagio Bidon era indifferente a tutto ciò e, non curante delle disgrazie altrui, riaprì la porta per ammirare il suo lavoro. Soddisfatto, alla vista di gente che annaspava tra neve e pacchi regalo, richiuse la porta con un ghigno e tornò trionfante alla sua occupazione.

« WHISKYS!!! » urlò il signor Bidon facendo crollare un altro po’ di neve e qualche stalattite «COSA DIAMINE STAI FACENDO ALLA MIA RISERVA DI VINI?! »
Il Signor Whiskys, capelli rossi scompigliati, guanti a mezzo dito e un cappotto tutto rattoppato, emerse dalla dispensa barcollante.

« Dovevo scaldarmi, signore …» si giustificò implorante « voi non mi permettete nemmeno di accendere la stufa …»
« QUESTO E SOLO PERCHÉ SEI ALTAMENTE INFIAMMAABILE!!! C’È PIÙ ALCOOL IN TE CHE IN UNA BOTTIGLIA DI VODKA!».
Però il signor Whiskys non aveva tutti i torti, in effetti lì dentro si gelava: il respiro si condensava in nuvolette di fumo e tutto era coperto da un leggero strato di ghiaccio, tanto che il signor Whiskys si era messo dei pattini per spostarsi agevolmente per la stanza.
Comunque, Bidon guardava furioso la sua dispensa dimezzata. Per anni aveva conservato gelosamente quei liquori aspettando che si invecchiassero abbastanza per poi rivenderli a caro prezzo, ma non aveva fatto i conti con il suo sciagurato assistente.
« Per questo tuo oltraggio detrarrò dalla tua paga un anno di stipendio! E sono stato anche clemente »  affermò senza scrupoli
« Ma signore, domani è Natale e a casa si aspettano dei regali e … un tacchino…»
« Puoi cucinare uno dei tuoi figli, visto che ne hai tanti! » dichiarò spietato. Il signor Whiskys parve quasi pensarci, sembrava stesse meditando su quale dei suoi figli potesse essere il più grassotto, ma il signor Bidon lo distolse dai suoi pensieri
« Oltre a scolarti e a fare razzia della mia preziosissima scorta di liquori, è arrivato qualche cliente? »
« No, signore, ma è arrivato questo! » disse il signor Whiskys pattinando fino Bidon e porgendogli una lettera. Bidon l’aprì e la lesse.
« Ah! È la commemorazione della morte di quel babbione del mio defunto socio. Sembrava proprio un idiota, ma quando si parlava di truffare vedove o rubare caramelle ai bambini era il migliore. Già, quelli erano bei tempi …» sospirò in tono nostalgico.
« Gli volevate bene, vero signore? » aggiunse il signor Whiskys quasi commosso da quella manifestazione di umanità.
« MA CHE CAVOLO DICI?! » gridò profondamente indignato « Era un povero imbecille con quell’aria da vecchio rimbambito! Quando è morto l’ho fatto gettare in mare, il suo nome era troppo lungo per essere scritto tutto sulla lapide, mi sarebbe costato una fortuna! L’ unica cosa che rimpiango e che a quei tempi facevo gli affari più fruttuosi della mia vita.”
Orripilato il povero assistente si rimise a lavoro ricopiando pile e pile di documenti di clienti che probabilmente il signor Bidon aveva truffato. Poi, cercando di trovare un pretesto per non lavorare, riprese a fare domande a Bidon.

« Ma come si chiamava il vostro vecchio socio, signore? »
« E che ne so’!  Alba  Farfulla Percimino …. qualcosa del genere, non era un tipo a posto, ricordo che metteva sempre una cuffia da doccia a fiori  e in pieno inverno si aggirava nudo con la sola vestaglia cantando le carol….MA WHISKYS!!!!! Rimettiti al lavoro e subito! » si riprese il signor Bidon accorgendosi che il suo assistente voleva solo temporeggiare.
«Vecchio impostore ubriacone! Ti pago per lavorare, non per farti scolare la mia dispensa e scaldare la sedia!!! »
« Ma voi finora non mi avete mai pagato » replicò il signor Whiskys con un filo di voce.
« WHOOOAAAAA » Bidon era in escandescenza e stava per picchiarlo quando il campanello suonò e un ragazzino spalancò la porta.
« FELICE NATALE ZIOOOOO!!!!! »
L’orrore dipinse il volto di Bidon. Il suo unico nipote era venuto a fargli visita, in quel momento avrebbe preferito essere incenerito da un fulmine.

« Zietto, sono venuto ad invitarti ufficialmente per Natale!!! » esclamò festante il ragazzino « Ci sono tante cose buone da mangiare! C’è l’anatra, il tacchino, la pecora, il bue, l’asinello, poi il pastore e c’è una graaande grotta …» intanto che il logorroico nipote parlava a vanvera, il signor Whiskys aveva ripreso a bere in un angolino una delle pregiate bottiglie di liquore dalla dispensa. Bidon non andava molto d’ accordo con il nipote, ma d’altronde Bidon non andava d’ accordo con nessuno se non con i suoi soldi.
« ORA BASTA!!! Io non posso perdere tempo con un caccoloso e logorroico ragazzino come te! Quindi se non ti dispiace, nipote Botter, gira i tacchi e tornatene ai tuoi festoni e ghirlande e impiccatici. Questo sì che sarebbe un bel regalo di Natale! »
« Ma zietto, non puoi non venire …»
« NON CHIAMARMI ZIETTO!!! »
« Dai zietto, su zietto, andiamo zietto ….» lo implorò il giovane Botter tirandolo per la manica della sua tunica nera.
« FUORIIII!!!!!!!!!!! » con un urlo sovraumano spazzò via il ragazzino fuori dal suo ufficio che volò rotolando in mezzo alla strada innevata. Bidon sbatté la porta una seconda volta facendo ricadere tutta la neve che si era riaccumulata sul tetto, ricoprendo nuovamente tutta la stradina. La gente che da poco era riaffiorata venne sommersa di nuovo e si levò un rassegnato « Noooo! ».
« Quell’ idiota di un Harry Botter! Tutti gli anni la stessa storia, ogni Natale si aspetta che io vada alle sue insulse cene del cavolo ascoltando tutte le sue idiozie!!! ».
Sentì poi bussare ai vetri del suo ufficio, l’insistente Botter stava picchiettando alla sua finestra con un sorriso a trentadue denti.

« WHISKYS! WHISKYS! Chiudi le tapparelle! WHISKYSSS!!!! »
« Zzzzzzzzzz »
Il Signor Whiskys, però, era profondamente addormentato abbracciato ad un bottiglione di grappa della Rivoluzione Francese.

« Devo fare tutto da solo! ADESSO VERRAI A LAVORO ANCHE DOMANI » ammollò un calcio al suo assistente che, ancora russando, scivolò sul pavimento ghiacciato del suo ufficio (uno sgabuzzino di un metro per un metro) e dopodiché chiuse bruscamente le serrande.

 

***

A tarda sera giunse il momento di tornare a casa. Bidon aveva atteso fino a tardi rinchiuso nella sua bottega aspettando che il nipote se ne andasse.
Ora era sulle scalinate della sua dimora, ma c’era qualcosa di strano nell’aria. Il vento soffiava più forte e le persiane delle case cigolavano sinistramente. Stava afferrando la maniglia, quando la mano gli si impigliò ad una barba.

« Bidon, che fai? Tocchi? »
« AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHH!!!!! » la maniglia del grande portone si era trasformata nella faccia di un vecchietto dall’aria vispa ed arzilla. In preda alla paura, Bidon cadde all’indietro fracassandosi per gli scalini. Per poco non ci rimase. Sicuramente aveva sognato. Doveva essere la stanchezza. Quel Botter l’aveva proprio rimbambito. Con cautela si tirò su e con circospezione afferrò la maniglia, ora di nuovo normale, ed entrò. Ancora spaventato, salì le scale il più velocemente possibile, chiuse tutte le mandate e si rifugiò nella sua camera da letto.
Stava sorseggiando un brodino tiepido cucinato sulla fiamma di una candela, per risparmiare, quando un ululato riecheggiò sempre più forte facendo tremare i vetri. Forte, sempre più forte, sempre più …

« BUUU! »
« OH MERLINO !!!! » gridò spaventato Bidon.
Un vecchio in vestaglia svolazzante aleggiava spettralmente davanti a Bidon sbatacchiando delle catene.

« CHI CAVOLO SEI??!!! » Bidon era più terrorizzato che mai. Dalla paura lanciò in aria la sua brodaglia.
« UuuUuuuh … io sono Alba … Percibaldo … Fanfulla …Barbara » e qui agitò la chioma candida «…Solente!! UuuuUuuuuh … e tu vai in giro storpiando il mio NOME!!! UuuUuuuUuuuuUuuuUh » concluse ululando in modo spaventoso.
« Ma Alba, sei proprio tu? » i capelli di Bidon, col tutto che erano unticci, si erano un po’ sollevati dallo spavento.
« UuuuUuuuh » continuò ad ululare il fantasma dimenandosi davanti a lui « urla spaventoseee … UuuuuUuuuh … gemiti di terrooooreee … uuuh … clangore di catene … Uuuuuh … le mie mutande della scorsa settimanaaaAAaAaa!!!! » disse tirando fuori le sue mutande.
« AAAAAAAH!! SEI PROPRIO TU!!! » dichiarò schifato Bidon alla vista della biancheria spettrale del vecchio.
« Certo, chi pensavi che fossi? Tua madre? » disse ridacchiando.
Evidentemente quella specie di fantasma se la stava spassando alla grande alle spese dello scorbutico, ma alquanto cacasotto, Bidon.

« Se sei qui per la lapide, puoi anche scordartela! » disse l’ avaro Bidon.
« No, sono qui per avvisarti che stanno venendo degli spiriti a fare bisboccia! » disse con una strizzata d’occhio.
« Chi? »
« Degli spiriiitiiiIIIIiiii! »
Bidon non capiva se il vecchio fantasma dicesse la verità oppure lo prendesse semplicemente in giro, il che era probabile dal momento che in vita era stato un abile truffatore.

« Hai intenzione di prendermi in giro?! Cosa ci vengono a fare degli spiriti da me? »
« Sei un purciaro Bidon » disse il fantasma con tutta calma « un vero e proprio avido, taccagno, spilorcio, le tue bracciane sono così corte che hai difficoltà a detergerti il tuo didietro …»
« E CON QUESTO?! NON È CHE TU FOSSI UN SANTO!!! » ribatté seccato. Questo per Bidon era un colpo basso.
« È per questo » disse il vecchio in tono drammatico e teatrale « che sono costretto ad indossare questa vestaglia svolazzante per l’eternitààà …UuuuUuuh » aggiunse sbatacchiando ancora di più la vestaglia tanto che Bidon dovette coprirsi gli occhi disgustato.
« Tu quella roba te la mettevi anche in vita ed andavi in giro ad importunare le vecchiette! »
« Già, è vero, ma queste catene! Io sono costretto…ma dove sono le catene? » e così dicendo con uno strattone le fece volare per la stanza, colpendo in piena fronte Bidon che si accasciò sulla poltrona semisvenuto.
« Ricordati Bidon … Uuuuh … questa notte verranno a farti visita tre spiriti … per darti la possibilità di redIIIIImertiiiii » proseguì afferrando Bidon e agitandolo bruscamente «UuuuuUUuuuh … spiriti … treeeeEEEeeee ».
Queste furono le ultime parole che sentì Bidon, dopodiché per lui tutto si fece buio.

 

***

 

Bidon riaprì gli occhi. Aveva un gran mal di testa.  Di cosa fosse successo si ricordava solo che gli era apparso il suo vecchio socio in vestaglia che lo avvertiva della visita di tre spiriti per quella notte. 
Sicuramente era stato un incubo. Si rialzò dalla poltrona e mi massaggiò un bernoccolo sulla fronte. E i dubbi lo assalirono.

« Sì,  è proprio come pensi! Non hai sognato niente, è stato tutto vero! » annunciò una voce femminile nella stanza.
« OH MERLINO, ANCORA! » urlò  Bidon afferrando la prima cosa che gli capitò a tiro, un candelabro, cercando di colpire la figura che aveva appena parlato che, però, con un portentoso colpo di capelli, lo disarmò.
La figura fece un passo avanti e Bidon vide una sottospecie di incrocio tra un essere umano e un cespuglio.

« Oh, immonda creaturaaa!!! » proferì Bidon allarmato « Esci da questa casa! Io te lo ordino! VA VIA!!! »
« Uff, devo sempre spiegare tutto! » fece scocciata la ragazza « Io sono lo spirito del Natale passato! So tutto del passato! So tutto di tutto e tutto di tutto di te, ecco! »
Bidon stava cominciando a pensare che forse  quel brodino gli era rimasto indigesto e per questo faceva quegli incubi.

« Forza, andiamo a vedere il tuo passato! » lo esortò.
Bidon stava ancora riflettendo su tutto ciò, quando la ragazza-cespuglio, spirito o quello che era, cominciò a far vorticare i suoi capelli intrappolandolo in un mucchio di ricci informi. Bidon si divincolò a lungo tentando di sgrovigliarsi, pensava di annegare in quel mare di capelli, poi finalmente, con un tonfo, cadde a terra. Si tirò su, si trovava fuori da una locanda dall’aria familiare, probabilmente il mulinello di capelli aveva aperto un vortice spazio temporale.

« Ma dove ci troviamo? » domandò Bidon.
« Ti devo proprio dire tutto, io l’avevo detto che non lo volevo fare questo lavoro! Ma poi scusa, come fai a non ricordarti! Hai passato più tempo qua dentro che a casa tua! ».
Bidon si affacciò alla finestra della locanda e vide che dentro c’era una festa.

« Sì, quello è Barbeus! Fu il mio primo datore di lavoro, anche se più che altro mi pagava in prosciutti »
« Be’, meglio di te che il tuo sguattero non lo paghi affatto! » disse lo spirito con aria sprezzante. Bidon pensò che se fosse stata mortale l’avrebbe strangolata senza nemmeno pensarci due volte, per distogliere la mente da quel desiderio si concentrò sulla locanda.
Dentro si faceva proprio baldoria, tutti ballavano e cantavano, tranne un ragazzo dall’aria timida, ossuto e dal capello unticcio che se ne stava rintanato in un angolo.

« Certo che eri una blatta anche da giovane e devo dire che con il tempo non sei affatto migliorato, anzi …»  fece notare saccentemente lo spirito.
« MA VUOI CHIUDERE IL BECCO, CESPUGLIO FARFALLINO?! »
Intanto, una ragazza dall’aria sveglia si avvicinò a quello scherzo della natura invitandolo a ballare.

« Lillabeth…» sussurrò Bidon ormai perso nei suoi ricordi, mentre osservava la ragazza che faceva ondeggiare la sua chioma rossa.
« Quella Lillabeth! So tutto di lei, ovviamente! È stata la tua vecchia fiamma e non solo tua, ma di molti altri. L’intero paese la conosc…»
« Non parlare così di lei! Era un animo casto e puro, un fiore candido in un mondo malvagio e sporco …»
« Quella?! Ma guarda che ti sbagli, io so che è stata …»
« LALALALALALANONTISENTOLALALALA…» Bidon cominciò ad urlare e a tapparsi le orecchie per non sentire quello che lo spirito voleva rivelargli.
« … poi sapevo che Alba Solente …»
« LALALALALALALALA!!!!! » le urla di Bidon erano sempre più forti per impedire alle sue orecchie di sentire.
« FINISCILA! Non ti permetto di parlare così di lei. Io l’ho sempre amata! »
« Sul serio?! » chiese lo spirito in tono di sfida, dopodiché gli diede una manganellata con i capelli facendolo rotolare a terra, e la scena cambiò.
Era nel suo ufficio contabile e una versione di lui, un po’ più giovane era dietro la scrivania sepolto da una montagna di soldi. Lillabeth era dinanzi a lui e aveva una faccia terribilmente seria. Stavano discutendo.

« … stai sempre rinchiuso nel tuo ufficio, con il naso spiaccicato su quella pergamena. Ormai il denaro conta più di noi due! »
« Ma cosa ne sai tu? » rispose con cattiveria Bidon « Certo, tu sei una poveraccia, i soldi non li hai nemmeno mai visti, come puoi tenere ad una cosa di cui non conosci nemmeno l’esistenza! » questo era stato troppo, ma le parole uscirono dalla bocca di Bidon senza controllo. Subito se ne pentì. Tentò di cercare parole che potessero rimediare, ma non ne trovò alcuna, per cui rimase in silenzio.
La ragazza, umiliata, si alzò, si sfilò l’anello di fidanzamento dall’anulare e lo porse sulla sua scrivania in mezzo ad una montagna di soldi mentre gettava a Bidon uno sguardo di profondo disprezzo.
Era sulla soglia della porta quando si girò, Bidon ebbe la folle speranza che avesse cambiato idea, come se non avesse udito niente,
ma le sue parole furono un addio.

«Ho capito! Ma sappi che i soldi non potranno mai darti quello che posso darti io.. ».
E così dicendo sbatté la porta alle sue spalle.

« Non ho mai capito cosa intendesse dire con quella frase» disse il Bidon del presente.
« Vieni qui che te lo spiego all’ orecchio! » disse lo Spirito saccentemente. Bidon si avvicinò e quando lo Spirito gli rivelò  cos’è che Lillabeth avrebbe potuto dargli sgranò gli occhi e un’ ondata di amarezza lo invase.
« Ti prego non posso sopportarlo … riportami a casa ».
E di nuovo fu assalito da un enorme groviglio di capelli.

***

 

Bidon era nel suo letto, si era appena svegliato e i ricordi della visita dello spirito del Natale passato gli piombarono addosso. Si rigirò nel letto per prendere sonno ma quando si voltò una voce sbiascicata gli fece gelare il sangue nelle vene.
« Oh oh oh …hic … Buon Natale tescioro! »
Bidon aprì e chiuse gli occhi ripetutamente, nel tentativo di capire se fosse un’allucinazione o meno.

« Ma tu…io…noi.. » balbettò Bidon in cerca di una spiegazione alla domanda che gli vorticava nella mente.
« Oh, no, no, no! Non pensare male ora, sono Sbronz, ma non fino a queshto punto! »
Bidon tirò un evidente sospiro di sollievo.

« Tu devi essere il secondo spirito, vero? » disse poi.
« Eh, no, non ho dello spirito, tutto quello che avevo me lo sono bevuto » disse agitando una bottiglia di cherry.
Bidon si diede una pizza sulla fronte.

« Ma tutti questa sera? Prima il fantasma di quel vecchio pervertito del mio socio, poi una ginestra parlante e ora tu! Un’alcolizzata di quarta categoria, mi basta quello che lavora nel mio ufficio! »
« Ma chi, Whiskys? Gran bella persona, sempre disponibile per un goccetto, hic » affermò con la sua parlata biascicante il secondo spirito.
« A sproposito di lui … hic … vieni, che ci facciamo un giretto! » e dal nulla tirò fuori una scopa volante e agguantò con una forza sorprendente uno sconcertato Bidon.
Le finestre si spalancarono, stavano per tuffarsi di sotto.

« Verscio l’infinito e oltre!!! » esclamò Sbronz buttandosi dalla finestra. Stavano per schiantarsi al suolo, ma all’ultimo secondo, con uno strattone, lo spirito riuscì a riassestare la sua scopa evitando lo sfracellamento.
« Scherzetto hic …» esclamò giuliva il secondo spirito rivolgendosi a Bidon che dallo spavento ebbe una paresi facciale che gli deformò il volto in una smorfia di orrore.
Lo spirito vagava zigzagando nel cielo.

« Uhm, dove dobbiamo andare? » si chiese usando la bottiglia come cannocchiale.
« Eh? Come disci amica bottiglia? Hic! Dobbiamo andare a sinistra? E Destra scia! » e piombarono a capicollo verso un povero paesino.
« Guarda! » disse lo spirito indicando un tetto «Coraggio, guarda! Hic! »
« Cosa devo guardare? Delle tegole? »
« Ah già! BBUUUURRPPP! » e con un sonoro rutto demolì il tetto della casetta mostrando la famiglia che viveva al suo interno.
« Ma cos’ è questa puzza di vino?! » chiese Bidon
« Stranamente non sciono io… hic! Siamo a casa del tuo sguattero, il signor Whiskys! »
« Aaaah! Ora si spiega tutto! »
La casa era talmente tanto piccola che i Whiskys erano  schiacciati dentro come sardine, dall’alto Bidon aveva la visione di un ammasso di capelli rossi, caratteristica di famiglia.

« Madre, ma perché ho solo un orecchio? Ieri ne avevo due! » chiese uno dei suoi figli.
« E con cosa  credi che lo facciamo il cenone di Natale, eh? » chiese la mamma scorbutica.
Orripilati gli altri figli si controllavano per vedere se avevano tutte le parti del corpo.

« Un orecchio? Ma sicuramente avranno di meglio da mangiare! » disse Bidon sorpreso
« Considera che bevono alcool a stomaco vuoto da tre anni … hic » spiegò lo spirito.
La famiglia si stava disponendo a tavola e Bidon si accorse che nella stanza era arrivato un ragazzino dall’aria più malconcia rispetto agli altri che tossiva e boccheggiava come un gatto che cerca di fare una palla di pelo.

« Ma quel ragazzino sfigato chi è? » chiese Bidon notando che aveva i capelli di un colore diverso.
« Quello è il Piccolo Bebil… hic! » rispose lo spirito « Il signor Whiskys lo ha trovato abbandonato per strada e lo ho ha portato a casa per mangiarlo, ma è ancora troppo secco …hic! La signora Whiskys lo sta facendo ingrassare un po’ prima di affettarlo » concluse sbiascicando.
Ovviamente Bidon non credette a una sola parola dello spirito: era ubriaco come una tegola, come poteva fidarsi?

« Oh, guarda chi è arrivato! » disse con tono di falso stupore il ragazzo senza un orecchio.
« Il PICCOLO BEBIL » aggiunse un altro ragazzo con i capelli rossi che era identico come una goccia d’acqua al primo.
« Lasciati aiutare, piccolo Bebil » proseguì il ragazzo dando una pacca sulla spalla al malconcio ragazzino facendolo quasi cadere.
« Oh, grazie » rispose ingenuamente Bebil cercando di riprendere l’equilibrio poggiandosi sulla sua stampella.
« Di questa non hai bisogno » esclamò con un ghigno il gemello senza orecchio afferrando la stampella e lanciandola a uno dei fratelli.
« Presa! » gridò uno dei tanti ragazzi dai capelli rossi.
« Ragazzi, ridatemela, cough, cough cough! » piagnucolò Bebil tossendo, mentre guardava i fratelli adottivi lanciarsi la stampella per la stanza e cercando di rimanere in piedi.
« PIANTATELA! » esordì la signora Whiskys portando a tavola un calderone « non vorrete che Bebil si danneggi, ehm, vada a male, volevo dire si faccia male! »
I ragazzi smisero immediatamente di giocare con la stampella e la restituirono al proprietario.

« Tieni Bebil » disse imbronciati i gemelli.
« A tavola, è arrivato vostro padre » sbottò la signora Whiskys. Bebil prese a zoppicare con la sua stampella, ma i gemelli gli fecero lo sgambetto e il povero ragazzo rimase steso a terra.
« Bebil, cosa ci fai a terra? » domandò allarmato il signor Whiskys sollevandolo « Bene, vedo che sei ingrassato, così sarai pronto più in fret..cioè, guarirai più in fretta » concluse con occhi famelici.
Ora che anche il signor Whiskys era rientrato, tutti stavano cercando di incastrarsi per mettersi a tavola. La madre aveva messo un po’ di bottiglie sparse per il tavolo e nel calderone c’era uno stufato dove galleggiava un orecchio e qualche zampa di gallina con tutte le unghie.

« Uuuh che bello! Quante cose buone ci sono da mangiare » disse con una vocina graziosa il piccolo Bebil.
« Ma che cavolo dice?! » disse il figlio senza un orecchio mentre guardava con aria malinconica  il pentolone al centro del tavolo « Ti stai per mangiare il mio orecchio, idiota! »
« Oltre ad essere storpio, malato, gobbo hai anche la cataratta » disse il suo gemello.
« E poi si può sapere perché lui ha sempre il piatto più pieno del nostro? » chiese arrabbiato un altro figlio.
« Taci Rum!! Lui deve ingrass …. Cioè deve essere pronto per … MA INSOMMA!!! MANGIATE E ZITTI!! »
« Se solo ci fosse qualcosa da mangiare …» disse con un bisbiglio una ragazzina lentigginosa, ma  la madre le ammollò subito una mestolata in testa facendola tacere.
« CHE MERLINO CI BENEDICA TUTTI QUANTI!!! » disse Bebil mentre sgranocchiava l’orecchio, inconsapevole del fatto che prima o poi sarebbe stato lui ad essere sgranocchiato.
« Mangia piccolo Bebil, mangia ….» dissero i gemelli  spingendo la testa del povero e malaticcio Bebil nella sua ciotola nel tentativo di affogarlo.
« Ma cosa succederà al piccolo Bebil? » Bidon stava incominciando ad interessarsi alla sorte del ragazzo. Si voltò ma lo spirito non c’ era più. Era rimasta solo la bottiglia e vuota per giunta. Si guardò intorno ma dentro la casa non c’era più niente, così decise di atterrare con la scopa. La strada era deserta e piena di neve.
«  Spirito, ti prego, dimmi cosa succederà al piccolo Bebil » urlò con frustrazione Bidon. C’ era solo un gatto che lo osservava con aria particolarmente arrabbiata al centro della stradina. Il gatto gli si avvicinò ed iniziò a farsi le unghie sul suo mantello nero, allora Bidon lo scacciò via con malagrazia. Con sua sorpresa, proprio mente stava per assestargli un calcio, questo si trasformò in una donna con l’ espressione di chi ha seriamente intenzione di picchiarti.
« Se fossi in te non lo farei! » sibilò minacciosa
« Sei lo spirito dei Natali futuri? »
« NO, SONO LO SPIRITO DEI PETI!!! CERTO CHE SONO LO SPIRITO DEI NATALI FUTURI, SCARTO UMANO! IO SONO MISVELA DOMANI!!! »
« Bastava anche un semplice sì come risposta » ribatté acido Bidon, evidentemente non aveva capito con chi aveva a che fare.
Lo spirito diventò bordeaux in volto e iniziò a fumare e fischiare come una pentola a pressione, Bidon venne avvolto da una nuvola di fumo e tutto intorno a lui si offuscò.

« Almeno puoi dirmi che diamine di fine farà quel ragazzino storpio? » domandò infuriato Bidon «È tutta la notte che mi portate a destra e a sinistra e poi non mi fate nemmeno sapere come vanno a finire le storie! »
« Vuoi sapere la sorte del piccolo Bebil? » chiese bruscamente lo spirito
« SÌ! » esclamò con rabbia Bidon
« Ti interessa proprio sapere cosa accadrà a quel piagnucolante e sfigato ragazzino?! »
« SÌ! »
« ECCO! » gridò lo spirito prendendo Bidon per il mantello e scaraventandolo a terra « ecco che fine farà! »
Bidon si alzò, si trovava nella casa dei Whiskys. Erano tutti seduti a tavola e sembravano piuttosto allegri, non come nella visione precedente, però il piccolo Bebil non era presente. La sua sedia era occupata solo dalla sua stampella.

« Il piccolo Bebil morirà? » domandò ansioso Bidon
« Non esattamente, guarda bene! » rispose lo spirito annoiato.
Bidon rivolse la sua attenzione alla tavola, cercando di capire.

« Passami un po’ di tacchino, cara » esclamò allegro il signor Whiskys
« Certo, tesoro » cinguettò la moglie allegra come non mai
« Finalmente un Natale decente! » disse sorridente Rum addentando un cosciotto dall’aria deliziosa.
« Peccato che il piccolo Bebil non sia con noi a godersi tutto questo » intervenne uno dei gemelli.
Il silenzio scese a tavola e un’aria triste dipinse i volti di tutti i presenti.

« Pffff…Ahahahahahahah!!! » risero tutti in coro lasciando Bidon alquanto sconcertato.
« Bella questa, Drinco! » disse tra le lacrime il suo gemello, mentre tutti gli altri riprendevano avidamente a mangiare.
« Continuo a non capire…se non è morto allora.. » ribadì Bidon
« Lo spirito dei Natali passati aveva ragione, ti si deve dire proprio tutto! » strillò seccato lo spirito e spinse un’altra volta Bidon facendogli raggiungere la tavola dove i Whiskys banchettavano. Solo a quel punto Bidon guardò bene quello che fino a un attimo prima gli era sembrato un tacchino: bello farcito e con una deliziosa doratura, il povero Bebil se ne stava adagiato sul vassoio della tavola, piatto principale di quel cenone di Natale.
« NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! » urlò tra il disgustato e il dispiaciuto Bidon che finalmente aveva compreso la sorte del povero Bebil.
« No? Sei tu la causa di questo Bidon! »  fece lo spirito in tono maligno « È a causa tua che il piccolo Bebil è diventato il cenone di Natale! SEI STATO TU A SUGGERIRE AL SIGNOR WHISKYS DI CUCINARE UNO DEI SUOI FIGLI!  »
«
No, non volevo » si giustificò Bidon indietreggiando dallo spirito che emanava scintille dagli occhi.
« E invece sì, è stata tutta colpa tua, SOTTOSPECIE DI TOPORAGNO IMBURRATO! »
«
Ma io volevo solo dargli un consiglio.. » disse con una vocina piccola piccola Bidon.
« CONSIGLIO?! » sbraitò lo spirito
« Sì, e poi Bebil non era nemmeno uno dei suoi figli » cercò di giustificarsi Bidon per sentirsi meno in colpa « e ora hanno una bocca in meno da sfamare e le pance piene! »
« MA CHE DISCORSI SONO? Non hai imparato proprio niente da questa storia! » strepitò ancora una volta lo spirito completamente fuori di sé « sei ripugnante, tornatene da dove sei venuto, topo di fogna!!! » e così dicendo aprì una voragine proprio sotto i piedi di Bidon che precipitò nel vuoto.
« NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO » gridò Bidon sprofondando nella terra.


Bidon si risvegliò con una gran mal di testa. Gli ci volle un po’ per capire dove si trovava, poi mise a fuoco delle mura di pietra piene di spifferi e il pavimento ghiacciato.
Era a Yogurts.
Con cautela si alzò e osservò il proprio riflesso in una vetrina: era incartato con dell’allegra e colorata carta natalizia, in testa aveva una parrucca con dei boccoli biondi e tante lucine intermittenti. Tutto gli ritornò in mente: Solente che gli versava l’alcool nel bicchiere, lo spogliarello, la furia di Misnerva…
Prese a camminare per raggiungere il suo antro nei sotterranei.

« Stupido Solente » borbottò tra i denti « non berrò mai più un goccio! »
Stava per scendere le scale che portavano alle sue stanze, quando incrociò proprio la causa di tutti i suoi problemi.

« ‘Sera Bidon…come siamo natalizi! » esclamò divertito Solente sorpassandolo.
Bidon nemmeno gli rispose, si affrettò a scendere gli scalini per andare a rifugiarsi nelle sue stanze, dimentico del fatto che era incartato dalla testa ai piedi e che il suo equilibrio non era dei migliori: cadde rovinosamente per i gradini ghiacciati e rimase steso a terra illuminando ad intermittenza il corridoio buio con le lucine che aveva in testa.

« Io odio il Natale » mormorò afflitto. (*)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(*) questo episodio è in riferimento al capitolo 14 di Harry Botter e la Lapislazzula Ancestrale " Lo Specchio delle Burle- seconda parte"

Eccoci di nuovo qui ;)
Speriamo vi siate divertiri,
noi ci siamo divertire a scrivere questa cosa delirante! xD
Ringraziamo tutti coloro che hanno letto la storia e che ci continuano a seguire :)
Auguriamo a tutti voi fan un felice Natale!
Passiamo però ai titoli di coda della nostra storia :D
Avete letto "A Botter Carol" con Bidon nel ruolo di Scrooge!

*partono applausi registrati*

i tre spiriti del Natale passato, presente e futuro interpretati rispettivamente da
Hermanda, Madama Sbronz e la professoressa Misnerva Domani!
Con la partecipazione straordinaria, nel ruolo del primo spirito, di

*rullo di tamburi*

SOLENTE!!!

La famiglia Whiskys nella parte della famiglia Cratchit!
Il piccolo Timmy è stato impersonato da Bebil
e poi Harry Botter nel ruolo del nipote di Scrooge!
Basta così, fermiamoci con i personaggi principali
altrimenti non la finiamo più xD
Ed è tutto!
Speriamo di risentirci presto con il nuovo capitolo di Harry Botter,
intanto buone feste a tutti
dalle vostre Sproongs
e Grinpad xD


   
 
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