Questo amore, amore, non
è finito,
e così come non ebbe nascita
non ha morte, è come un lungo fiume,
cambia solo di terra e labbra.
PABLO NERUDA
Si era svegliata presto, destata dai suoi pensieri, e in piedi di fronte alla vetrata della sua stanza stava guardando sorgere l'alba del giorno di Natale; il camino era ormai spento, ma Oscar sembrava non accorgersi del freddo, avvolta da una coperta e pervasa da una gioia pacata e dolce, fino ad allora sconosciuta, che le riscaldava l'anima.
Il cielo, celeste e limpido come lo è solo nei primi momenti del mattino, terso dall'aria ancora fresca della notte, si andava via via tingendo delle calde sfumature del sole nascente, che illuminavano il silenzioso paesaggio, ricoperto morbidamente di candida neve.
"Che bell'aurora...", pensava André nella propria camera, ammirando lo spettacolo del cielo al di fuori della finestra, mentre terminava di abbottonarsi la casacca. Lo sguardo passò dal sole al foglio aperto sul tavolino, il messaggio che Oscar gli aveva lasciato la sera precedente. Il suo cuore prese a battere estasiato.
"Almeno so di non aver sognato...", mormorò prendendo la pagina fra le mani, soffermandosi a rileggere in particolare due delle parole scritte dall'amata. La ripiegò con cura e la ripose in un cassetto. Si apprestò poi a uscire, rispondendo alla voce della nonna che lo richiamava alle ultime incombenze da svolgere a palazzo quella mattina, prima dei festeggiamenti del Santo Natale.
e così come non ebbe nascita
non ha morte, è come un lungo fiume,
cambia solo di terra e labbra.
PABLO NERUDA
Si era svegliata presto, destata dai suoi pensieri, e in piedi di fronte alla vetrata della sua stanza stava guardando sorgere l'alba del giorno di Natale; il camino era ormai spento, ma Oscar sembrava non accorgersi del freddo, avvolta da una coperta e pervasa da una gioia pacata e dolce, fino ad allora sconosciuta, che le riscaldava l'anima.
Il cielo, celeste e limpido come lo è solo nei primi momenti del mattino, terso dall'aria ancora fresca della notte, si andava via via tingendo delle calde sfumature del sole nascente, che illuminavano il silenzioso paesaggio, ricoperto morbidamente di candida neve.
"Che bell'aurora...", pensava André nella propria camera, ammirando lo spettacolo del cielo al di fuori della finestra, mentre terminava di abbottonarsi la casacca. Lo sguardo passò dal sole al foglio aperto sul tavolino, il messaggio che Oscar gli aveva lasciato la sera precedente. Il suo cuore prese a battere estasiato.
"Almeno so di non aver sognato...", mormorò prendendo la pagina fra le mani, soffermandosi a rileggere in particolare due delle parole scritte dall'amata. La ripiegò con cura e la ripose in un cassetto. Si apprestò poi a uscire, rispondendo alla voce della nonna che lo richiamava alle ultime incombenze da svolgere a palazzo quella mattina, prima dei festeggiamenti del Santo Natale.
Sentì
bussare alla porta; Oscar sobbalzò lievemente,
benché da ore non attendesse altro. Chiuse il volume che stava
inutilmente cercando di leggere e fece un profondo respiro.
"Avanti".
André entrò, recando il vassoio della colazione che posò su un mobile. Vide Oscar alzarsi dalla poltrona, lasciarvi un libro e muoversi verso la sua direzione; una volta giunta di fronte a lui, abbassò lo sguardo, il viso leggermente imporporato.
Un tenero sorriso gli abbellì finemente il volto. Prese fra le sue le mani della donna, che teneva unite a tormentarsi, distendendole e intrecciandovi le proprie dita. Oscar tornò a osservarlo; gli occhi dei due amanti si guardavano come a colmare lontananze siderali.
"Bonjour, mon amour...", sussurrò André.
Persa nell'infinito del suo sguardo, colma di un'emozione vibrante, ricambiò la stretta delle mani, avvicinando il volto a quello di lui.
"Bonjour...", replicò lei a fil di voce.
Li colse un bacio, da entrambi a lungo atteso eppure, per la sua dolcissima intensità, inaspettato. Anni di passioni celate, di tormenti struggenti, di inconfessabile amore, di segreta felicità erano tutti racchiusi e fusi in quel profondo bacio, il nuovo incontro, per l'eternità, di due anime gemelle.
"Avanti".
André entrò, recando il vassoio della colazione che posò su un mobile. Vide Oscar alzarsi dalla poltrona, lasciarvi un libro e muoversi verso la sua direzione; una volta giunta di fronte a lui, abbassò lo sguardo, il viso leggermente imporporato.
Un tenero sorriso gli abbellì finemente il volto. Prese fra le sue le mani della donna, che teneva unite a tormentarsi, distendendole e intrecciandovi le proprie dita. Oscar tornò a osservarlo; gli occhi dei due amanti si guardavano come a colmare lontananze siderali.
"Bonjour, mon amour...", sussurrò André.
Persa nell'infinito del suo sguardo, colma di un'emozione vibrante, ricambiò la stretta delle mani, avvicinando il volto a quello di lui.
"Bonjour...", replicò lei a fil di voce.
Li colse un bacio, da entrambi a lungo atteso eppure, per la sua dolcissima intensità, inaspettato. Anni di passioni celate, di tormenti struggenti, di inconfessabile amore, di segreta felicità erano tutti racchiusi e fusi in quel profondo bacio, il nuovo incontro, per l'eternità, di due anime gemelle.