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Autore: horansboobear    24/12/2012    3 recensioni
'Chi ha parlato? Non posso crederci, sento le voci! Mamma mia, questa ragazza mi ha fatto impazzire del tutto.'
'Calm down, curly. Sono la tua coscienza.'
'Piacere! Sai che hai una voce familiare?'
'Ovvio, testa di rapa. Ho la voce dell'unica persona che ti fa ragionare, il tuo BooBear.'
'Quanto mi manca.'
'Invece di pensare a lui, adesso ascolta la bionda qui. Sta aprendo bocca.'
Una piccola Larry. Se non amate quei due insieme potete evitare di aprire.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Happy Birthday dear Boobear

 

23 dicembre.

Non ce la faccio più a sentirla parlare. È la settima volta che mi racconta della serata in cui ha vinto quei sei Grammy's. Capisco l'emozione, capisco tutto, ma veramente la sto odiando in questo momento. Ho smesso proprio di ascoltarla, giuro che se continua così ci sarà una bella litigata tra gli 'Haylor'. Cosa sono gli Haylor? Siamo io e lei, Harry e Taylor. Forse è meglio dire i miei manager e i suoi manager, dicono che questa storia aumenterà il successo di entrambi, convinti loro. Secondo me siamo come la pizza e il gelato, buonissimi entrambi ma li mettereste mai insieme? No, appunto. Poi come se non bastasse domani è un grande giorno e io sono bloccato a sciare con questa ragazza. Bella merda.
«...e poi chiamarono il mio nome per la sesta volta in quella serat...»

Mi giro verso di lei e la interrompo bruscamente «Taylor, hai presente le scimmiette che battono i piatti, quelle che nei Simpson sono nella testa di Homer? Ecco, io sento quelle mentre tu parli, parli e straparli dei tuoi premi.»

Mi guarda offesa. Forse ho esagerato, dovrei chiederle scusa.
Ma anche no.
Chi ha parlato? Non posso crederci, sento le voci! Mamma mia, questa ragazza mi ha fatto impazzire del tutto.
Calm down, curly. Sono la tua coscienza.
Piacere! Sai che hai una voce familiare?
Ovvio, testa di rapa. Ho la voce dell'unica persona che ti fa ragionare, il tuo BooBear.
Quanto mi manca.
Invece di pensare a lui, adesso ascolta la bionda qui. Sta aprendo bocca.
«Non credevo ti desse così tanto fastidio. Da adesso smetterò di straparlare, come dici tu.»
Finalmente. Il silenzio. Il magico silenzio che c'è intorno a me. Adesso che la bionda ha chiuso la bocca devo risolvere un secondo problema. Sono sempre bloccato qui a sciare con lei. Devo trovare un modo per andarmene. Pensa, pensa, pensa..
Potrei fingermi malato e dire che devo assolutamente tornare in Inghilterra da mamma.
No, fa troppo bambino.
Potrei dire che mamma è malata e che devo tornare a prendermi cura di lei.
Meglio, ma ancora non ci siamo.
Non ti va mai bene nulla a te?
Prova con la verità, mr simpatia.
Ma.. non posso dire la verità.. è contro le regole.
Allora, non so come aiutarti.
Dai, dammi un altro indizio.

Coscienza? Ci sei? Sei sempre lì?
Inizio a darmi dei colpetti sulla testa, come per bussare.
«PARLAMI!» grido senza rendermi conto. Mi guardo intorno. Ho attirato l'attenzione di tutte le persone nella hall. Taylor mi sta fulminando con lo sguardo. Faccio un sorrisetto innocente. Dopo diciotto anni con queste fossette impari che nessuno può resistere. Infatti tutti riprendono quello che stavano facendo, eccetto Taylor che continua a guardarmi male.
«Si può sapere che stai facendo? Ci potrebbero essere dei paparazzi e non voglio che vadano in giro a dire che sto con uno strambo. Smettila subito, chiaro?» mi dice sottovoce a denti stretti. Sa incutere timore, lo ammetto.
«Zì, padrona. Cioè, sì, padrona.. cioè, Taylor.»
Lei torna a leggere la sua rivista, non senza un'ultima occhiataccia.
Devo andarmene. Avrei il volo domani per essere a casa per Natale, ma non credo di reggere un altro giorno. Devo inventarmi qualcosa per andare via.
«Senti, ehm.. Taylor, io devo andare un attimo fuori, perché.. ehm.. c'è un mio amico. Sì, già, un amico che vorrei salutare. Beh.. a più tardi» le dico e scappo da quella hall di lusso di cui sono prigioniero.
Fa freddo qui, cavolo. Ok, non devo lamentarmi. Patire un po' freddo non mi ucciderà, credo. Inoltre devo comportarmi da uomo. Pff, che può farmi il freddo? Un bel niente, ecco.
Vado in strada e prendo il primo taxi che arriva.
«Mi scusi, signore, può scendere un attimo? Grazie» chiedo al tassista. Il signore molto gentilmente mi ascolta e scende.
Lo posso fare? Lo devo fare.
Non appena il signore è fuori salgo io e metto in moto. «Grazie per la sua gentilezza, non si preoccupi, glielo rimanderò indietro!» grido dal finestrino.
Adesso c'è solo una direzione da prendere, l'aeroporto.
Piccolo, minuscolo problema, Harry. Tu non sai dove si trova l'aeroporto.
Merda.
Torno indietro. «Ehm.. Signore! Ecco il suo taxi, potrebbe gentilmente salire qui nel posto del passeggero ed aiutarmi a trovare l'aeroporto? Credo di non conoscere la strada» chiedo e sorrido. Sto pregando in tutte le lingue che ceda alle mie fossette.
Ti prego, signore, se esisti fa che ceda alle mie fossette, giuro che sarò un ragazzo migliore, andrò in chiesa tutte le domeniche, mi scuserò con Taylor, porterò a spasso il cane di Liam, non nasconderò più il gel a Zayn, porterò Niall da Nando's. Ma ti prego, fa che quest'uomo mi accompagni e io..
«Va bene, ragazzo.»
Oh, come non detto, non importa ha accettato. Grazie lo stesso.
Dopo aver un po' discusso con l'uomo su chi dovesse guidare siamo partiti. Ovviamente ho perso. Il lato positivo è che non guido, quindi posso giocare con il cellulare. Intanto il tassista mi informa che siamo sempre più vicini all'aeroporto.
Come farò a pagarlo? Non ho un soldo con me.
Amico, appena arrivate scappi. Soluzione trovata.
Coscy? Sei proprio tu? Mi sei mancata.
Smettila di fare lo stupido. Tra cinque minuti devi fare delle acrobazie degne delle scimmie del circo.
Si, ok. Sono pronto.
«Eccoci arrivati, amico. Per te una corsa gratis, mi stai simpatico»
«AHHH NON HO SOLDI PER PAGARTI, ADDIO!» grido e salto fuori dal taxi con una capriola prima di rendermi conto di quelli che ha detto il tassista.
Wow, sei stupido.
Non è il momento.
Adesso devo solo correre, mi aspettano nove estenuanti ore di volo con cibi che non darei nemmeno ai miei manager, ma non importa. Devo farcela.
Tu sì, che sai come farti coraggio.
Non sei simpatica, Coscy.
Me ne farò una ragione. Tu pensa a farti cambiare il biglietto e prendere quel volo.
Sì, giusto.
Vado dalla signorina al bancone che può cambiare i biglietti.
«Salve, buongiorno. Sono Harry Styles, ho due biglietti prenotati per domani ma a causa di, beh.. di una causa devo partire oggi» dico abbastanza sicuro di me.
«Sì, e io sono la regina d'Inghilterra che per beneficenza sta dietro questo bancone. Ritirati, ragazzo, non ci casco», alza lo sguardo su di me e spalanca la bocca, fa che non sia una fan, ti prego. «MA TU SEI DAVVERO HARRY STYLES. OH MAMMA», e a quanto pare lo è.
«Senti, calmati per favore. Devo assolutamente tornare a Londra con il primo volo. Perché c'è un volo, vero?» chiedo speranzoso.
Ha gli occhi lucidi, povera. «Sì.. ovvio.. certo che c'è un volo. Se non c'è lo faccio io, tranquillo. Ma c'è e c'è l'imbarco tra meno di mezz'ora», mi dà il biglietto, «spero tu faccia un ottimo viaggio, davvero. Buon viaggio. E buon natale. E buone feste» dice continuando a sorridere a 32 denti.
Le accenno un sorriso, fa quasi paura da quanto è emozionata. Non è il momento di pensare alle fan. Devo prendere un aereo, bitches.
Fai poco il figo.
Ok, scusa. Ma capisci, sono emozionato come un bambino a natale, ovviamente prima di scoprire che è sua mamma a mettere i regali sotto l'albero.
Sei un caso umano.
È stato un trauma per me!
Sì, come vuoi. Pensa a correre.
Sempre più simpatica, Coscienza.
Corro e arrivo lì giusto un attimo prima che il gate chiuda.. o forse no. Ok, il fatto di arrivare all'ultimo secondo fa molto film. In realtà arrivo e sono l'ultimo della fila con minimo cinquanta persone davanti a me.
Dopo un tempo indeterminato di attesa passato a fare il gioco del silenzio con la mia coscienza salgo sull'aereo. Mi aspettano nove ore. Cosa posso fare?
Manda un messaggio di scuse a Taylor.
Non darmi questi suggerimenti sbagliati, se accendo adesso il telefono rischio di far cadere l'aereo.
Come vuoi.
Oh, tu vuoi farmi sentire in colpa, vero? Accidenti, le scriverò appena decolliamo.
Veramente ho solo detto “come vuoi”.
Sì, va bene, tanto vinci sempre tu, non insistere.
Decolliamo e scrivo un breve ma conciso messaggio a Taylor:

Scusa Taylor, ma sono
dovuto partire per Londra.
Goditi l'ultimo giorno di sci da sola.
Poco affetto, Harry.

Direi che è perfetto. Adesso mi mancano solo otto ore e cinquanta minuti di volo. Dovrei arrivare a Londra verso l'una di notte, potrebbe andare bene per quello che voglio fare. Decido di non pensarci adesso. Mi sento stanco. Chiudo gli occhi.

Informiamo i passeggeri che l'aereo sta per atterrare in anticipo all'aeroporto Heathrow di Londra. La temperatura è di -2°C. Sono le ore 24.30 del 24 dicembre.”
Vengo svegliato dalla voce della hostess. Ho dormito per otto ore, cavolo. Nel giro di dieci minuti siamo già a terra e io non ho bagagli, il che velocizza la mia corsa disperata verso un taxi per andare a Londra centro. In un preciso appartamento.
Mentre sono nei posti dietro decido di controllare twitter. Ha appena scritto che è il suo compleanno, quindi è ancora sveglio. Non vedo l'ora di vederlo.
Chiedo al tassista di andare un po' più veloce e non se lo fa ripetere due volte. Preme quel piedone sull'acceleratore e in poco tempo siamo sulla via che mi porterà alla gioia. Il taxi si ferma. Sono nella merda di nuovo, come faccio con i soldi?
Chiedigli di essere buono. A natale siamo tutti più buoni.
Giusto.
«Sa, signore, in realtà io non ho un centesimo. Visto che a natale siamo tutti più buoni non è che potrebbe farmi questo regalo? Il viaggio gratis, intendo».
Il tassista mi guarda male. «Vedi, ragazzo, a natale siamo tutti più buoni il fatto è che.. oggi non è natale quindi trova un modo per darmi i miei soldi o chiamo la polizia».
Sono nella merda.
«A sua figlia piacciono i One Direction?»
«Quei quattro cosi? Ne va matta, povero me».
Lo guardo offeso, sto per dirgli che siamo in cinque quando ho un'idea. «Se io avessi, per puro caso, un biglietto per quei cosi avrei il viaggio gratis?» chiedo buttandola lì.
«Certo, ma non vedo come...»
Non lo lascio finire che scendo di macchina e mi dirigo verso la casa davanti alla quale mi ha lasciato. Suono il campanello e si apre la porta.
«Ehi, scusa, non ho tempo di parlare. Hai ancora un biglietto per il nostro concerto di Londra?»
Mi guarda stupito. «Nel primo cassetto».
«Perfetto! Grazie». Gli do un bacio a stampo e vado a prendere il biglietto. Inizio a trotterellare verso il tassista contento.
«Guardi cosa ho qui!» dico sventolando il biglietto.
Lui mi guarda a bocca aperta. «E bravo ragazzo, il viaggio è gratis. Buon natale».
«Anche a lei!» grido mentre se ne sta andando.
Sto letteralmente ballando la conga fuori e dentro di me dimenticandomi che c'è qualcuno alla porta che mi sta ancora guardando.
Geniaccio, fai quello per cui sei qui.
Giusto, grazie Coscy.
Mi giro verso la luce dei miei occhi.
«Possiamo rifarlo? Facciamo che io devo ancora suonare, ecco bene. Torna dentro. Perfetto, ora suono».
Suono di nuovo il campanello.
Mi apre di nuovo un Louis sempre più sconvolto. «Tanti auguri, mio BooBear. Mi sei mancato tantissimo» dico saltandogli in collo e abbracciandolo come un koala abbraccia il suo albero, come un bambino abbraccia sua mamma, come un ragazzo abbraccia il ragazzo che ama, come.. insomma, ci siamo capiti.
«Hazza, che ci fai qui? Non dovevi tornare domani, cioè stasera?»
«Sorpreeeeesa! Contento? Volevo solo vedere prima di tutti la persona più superfantastica del mondo il giorno del suo ventunesimo compleanno» dico sempre abbracciandolo.
Mi guarda sorridendo per approfondire il bacetto che gli avevo dato io prima.
Queste labbra, cazzo. Non credo avrei resistito più tempo senza sentirle sulle mie. Ci stacchiamo e entriamo in casa.
«Io stavo per andare a letto, vuoi unirti a me?» mi chiede con dolcezza.
Come posso rifiutare. «Certo che sì, devo raccontarti un bel po' di cose, Boo».
«Non ne dubito, ricciolino. E che mi dici di Haylor?»
«Dobbiamo parlare anche di quello, Lou. Ecco io pensavo di fare coming out la prima data del tour, o magari prima del tour. Insomma io voglio stare con te e voglio dirlo a tutti».
Louis mi guarda in modo sempre più dolce. «Se tu sei pronto lo sono anche io. Il mondo saprà di noi».
Credo che piangerò. Finalmente non dovrò più sopportare biondine che parlano solo dei loro premi vinti. Sì, cazzo.
Se io e Taylor siamo come la pizza e il gelato, io e Louis siamo come il pane con la nutella, un panda con il suo bambù, un bambino con una caramella e chi più ne ha più ne metta. Insomma, siamo sempre perfetti insieme.
Louis mi dà un suo pigiama e ci mettiamo sotto le coperte. Mi accoccolo al suo petto e lui mi copre le spalle con un braccio tendendomi stretto. Guardo bene i suoi occhi e dopo un ultimo bacio a stampo stiamo tutta la notte a raccontarci gli ultimi giorni passati lontani.
Adesso capisco che non bastano le similitudini a descriverci.
Io e lui siamo Larry Stylinson. E basta.

  
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