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Autore: asyouwishmilady    24/12/2012    6 recensioni
"Mentre l’acqua gli scorreva veloce lungo il corpo, si fermò a pensare. Perché era tanto giù di morale? Non era forse una sera come un’altra quella? Rifletté sulle parole di Max e si convinse che la notte di Natale, la magia e tutto il resto era fatta per i bambini, non per gli adulti."
One-shot "Adamtina" ambientata durante la notte della vigilia di Natale.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primaditutto grazie di essere qui. Spero che la storia vi tenga compagnia nel periodo di Natale e spero riusciate a fondervi con lo spirito che la pervade. Spero anche possiate apprezzarla anche se non siete fan dell'Aguilera o dei Maroon 5. So che sembra lunga ma la maggior parte sono dialoghi, quindi non preoccupatevi. Fatemi sapere che ne pensate! Un bacio.

Claudia


Fuori la neve scendeva a grandi fiocchi, senza fermarsi nemmeno per un minuto e Adam, intento a sorseggiare distrattamente una bevanda calda all’interno di uno dei tanti Starbucks newyorkesi, si domandava per quale assurdo motivo non si trovasse a casa sua a Los Angeles.
Cullato dal tepore della caffetteria, chiuse gli occhi e si immaginò disteso sul divano di casa sua, con solo una camicia indosso, mentre aspettava l’ora di prendere tutti i regali e dirigersi verso la casa di suo padre, dove tutti lo aspettavano a braccia aperte per festeggiare.
Quell’enorme nevicata era prevista, pensò seccato e, appunto perché era prevista avrebbero dovuto attrezzarsi al J.F. Kennedy, anziché lasciare tutto al caso e non permettere a milioni di persone di tornare a casa in tempo per festeggiare il Natale con le proprie famiglie.
Quando aveva avvertito sua madre al telefono, le era sembrata più scocciata che dispiaciuta: odiava New York, e anche lui. Se non fosse stato strettamente necessario non avrebbe mai lasciato la California quella settimana ma, si maledì , era stato invitato all’ultimo minuto al David Letterman Show, dopo che Jennifer Aninston aveva annullato per via di una brutta influenza.
Sospirò e si arrese al fatto che non sarebbe mai arrivato a Los Angeles in tempo e che avrebbe dovuto passare il Natale solo come un cane, in una stanza d’albergo.
Se sarebbe mai riuscito a tornare all’albergo, pensò, notando che la neve si faceva sempre più fitta e i passanti correvano a destra e sinistra in cerca di un taxi.
Sospirò. Si sentiva rassegnato più che mai, senza la possibilità di scegliere cosa fare, dove andare e con chi.
D’un tratto sollevò lo sguardo e incontrò un viso familiare in mezzo a tutti gli altri.
«Christina!» si alzò in piedi di scatto e si diresse verso di lei, in coda alla cassa mentre teneva il figlio per mano.
«Adam!» sorrise lei con i suoi denti bianchissimi e le sue guance rosee come un fiore «Che ci fai qui? Non dovresti essere già in volo? Max, saluta zio Adam»
Il bambino sollevò la mano per qualche istante verso di lui, per poi tornare a guardarsi attorno stordito.
«Dovrei essere in volo, ma hanno annullato il volo» annunciò noncurante Adam, con un sorrisetto indecifrabile in volto.
Lei, conoscendo ormai da tempo lui e i suoi trucchetti per non far trasparire la malinconia, gli posò una mano sulla spalla.
«Tutto ok? Vuoi parlarne?» domandò lei inclinando lievemente la testa da un lato.
Adam rispose scuotendo il capo e facendo spallucce. Christina sollevò gli occhi al cielo e strinse più forte la mano del figlio.
«Che c’è?» sbottò Adam, notando la reazione dell’altra.
«Secondo te?» fece lei con noncuranza, mentre scrutava attentamente il tabellone con le varie bibite disponibili.
«Non so leggere la mente, altrimenti non sarei qui» sbottò lui, alzando il tono della voce. Il piccolo Max alzò lo sguardo per cercare di capire cosa stesse accadendo.
«Adam, calmati» ordinò tranquilla Christina, senza staccare gli occhi dai vari tipi di muffin.
Lui sbuffò e infilò entrambe le mani nelle tasche dei jeans «Torno al tavolo» annunciò poi in tono offeso.
Christina non batté ciglio e, con espressione serena in volto, annuì «Va bene, ti raggiungiamo tra poco. Comunque non dovresti essere così rognoso almeno a Natale»
Adam scosse la testa innervosito e, a grandi passi, si diresse verso il tavolo dove stava seduto fino a qualche minuto prima.
Christina e Max lo raggiunsero quasi subito con dei muffin e dei cappuccini in mano.
«Hai visto che abbiamo fatto in fretta?» canticchiò il bambino sedendosi accanto a lui.
Adam gli sorrise e gli scompigliò i capelli castani già spettinati dal cappellino che aveva appena tolto.
«Ti hanno fatto passare perché sei Christina Aguilera?» chiese provocatorio alla mamma del piccolo.
«Piantala, Adam» rispose lei fingendo di essere seccata.
«Cosa mi dovevi dire?» domandò lui chinandosi sul tavolino bianco.
«Di smetterla» fece Christina sbrigativa.
«No, sul serio» insistette lui.
«Di smetterla. Di smetterla di recitare la parte dell’uomo forte, insensibile, che non ha bisogno di nessuno»
Quando si accorse che il figlio la stava fissando curioso, sospirò e smise di parlare.
Cercò gli occhi di Adam: la guardava con un espressione indecifrabile, tra il divertito e l’offeso.
«Discorso chiuso. Adesso parliamo d’altro» dichiarò allegra Christina posando un bacio sulla testa del figlio.
Adam continuava a fissarla, domandandosi se avesse ragione o se stesse solo cercando di provocarlo come ai vecchi tempi.
«Adam, cosa farai stasera?» chiese il bambino mentre divorava il suo muffin al cioccolato.
Lui cercò istintivamente gli occhi di Christina «Ehm, penso che starò in albergo e guarderò la tv. E tu invece?»
«Ma è la notte di Natale» rispose Max, ignorando la domanda «A Natale bisogna stare con le persone care»
«Max» lo richiamò la mamma sottovoce.
Adam, suo malgrado, sentiva un groppo in gola che si faceva sempre più grosso e gli occhi che si facevano sempre più pesanti. Ma, si promise, si rifiutava di versare anche solo mezza lacrima di fronte a Christina.
«Noi andiamo» annunciò lei, spazzando via alcune briciole di muffin dal maglioncino del figlio.
«Se hai bisogno chiamami, ok?» fece premurosa prima di posare un leggero bacio sulla guancia barbuta di Adam.
Mentre i due si allontanavano, lui si portò una mano alla guancia e accarezzò il punto esatto in cui Christina lo aveva baciato.

***

Erano le 9:30 di sera, quando Adam riuscì a varcare la soglia della sua stanza d’albergo. Circa tre ore prima, si era buttato a capofitto nella ricerca – praticamente impossibile – di un taxi. Non aveva un ombrello e gli scarponi da neve, quindi, quando era riuscito per miracolo a salire su una di quelle tanto agogniate auto gialle, era fradicio da testa a piedi, congelato e con un principio di diarrea.
Mentre era nel taxi, fermo – veramente fermo immobile – in coda, realizzò che tutta quella neve aveva rallentato ulteriormente il già enorme traffico natalizio newyorkese.
Passò un’altra ora prima che il tassista riaccese la macchina. Udirono poco dopo alla radio la causa dell’ingorgo: un furgone aveva sbandato sulla quindicesima e aveva investito dei pedoni, quindi la strada era stata bloccata.
Dopo un’altra ora di traffico era in albergo. Infreddolito, nervoso e scoraggiato.
Si precipitò immediatamente sotto il getto caldo della doccia super accessoriata della sua camera d’hotel.
Mentre l’acqua gli scorreva veloce lungo il corpo, si fermò a pensare. Perché era tanto giù di morale? Non era forse una sera come un’altra quella? Rifletté sulle parole di Max e si convinse che la notte di Natale, la magia e tutto il resto era fatta per i bambini, non per gli adulti.
Quindi provò a fingere che non gliene importava nulla. Considerando che, dopo meno di un minuto, si sentiva ancora peggio di prima, portò la mente a Christina e alle parole che gli aveva detto ma, in particolare all’ultima frase.

Se hai bisogno chiamami, ok?

Avrebbe voluto farlo, pensò, ma lei era con suo figlio e il suo ex marito in quel momento e Adam non era così egoista da desiderare che Christina si allontanasse dalla sua famiglia per lui.
Uscì gocciolante dalla doccia e si avvolse un asciugamano bianco in vita.
Anche lui avrebbe dovuto avere la sua famiglia, sospirò.
Un paio d’ore dopo se ne stava disteso sul letto con indosso il pigiama che sua madre – da californiana DOC – lo aveva costretto a portare. Gesto sconsideratamente drammatico, tenendo conto che non dormiva in pigiama dall’età di 12 anni. E che non aveva per niente freddo.
Era solo. Senza la possibilità di parlare con qualcuno. La cosa più terribile era pensare che nessuno lo stava pensando, nessuno sentiva la sua mancanza o pensava avesse bisogno di aiuto.
Sentì gli occhi farsi pesanti e lasciò che le lacrime gli rigassero il volto.
In fretta spense la televisione e si infilò sotto le coperte, mentre continuava a piangere in silenzio.
Gli sembrava di non avere alcuna speranza , tranne una, così provò a ricordare le parole di Christina e a riflettere sul loro significato nascosto. Forse anche lei lo voleva vedere. Scosse la testa: non la notte di Natale.
Afferrò con un gesto svelto il cellulare che giaceva sul comodino e iniziò a digitare le prime parole che gli venivano in mente.

Ciao Christina

Cancellò tutto.

Ciao Xtina, so che sei impegnata con tuo figlio e con quel simpaticone del tuo ex marito (di cui sono profondamente invidioso), ma volevo salutarti e farti sapere che penso che tu sia fantastica. Non so come è successo ma penso di essermi innamorato di te. Forse è stato quando ci siamo rivisti dopo tutti quei mesi per la conferenza della terza stagione di The Voice, o quella volta in cui mi hai preso sottobraccio e mi hai sorriso, o forse è stato graduale, fin dai tempi in cui litigavamo fino ad insultarci pubblicamente a vicenda.
So che, in questo momento, non riesco a pensare a nessuno che non sia tu, anche se dovrei concentrarmi sulla mia famiglia, sui ragazzi della band e sui miei amici di Los Angeles.
Vorrei sapere disperatamente se provi lo stesso.
Ti voglio bene e forse qualcosa di più.
Adam

Sospirò sonoramente e cancellò tutto quanto con un gesto veloce, per poi ricominciare a scrivere d’accapo.

Ciao Xtina, spero di non disturbarti, volevo solo dirti che mi sento un po’ solo. Saluta Max e Jordan.
Adam

 
E premette invio.
Avvertì nuovamente le lacrime scendergli lungo le guance, sentendosi un codardo e uno stupido.
Decise di attendere la risposta di Christina ma, notando che non rispondeva, si mise a dormire.

***

Una serie di rumori sordi lo svegliarono improvvisamente. Guardò l’ora: era quasi mezzanotte.
Scattò in piedi e si diresse velocemente verso la porta, con la testa che gli girava come una trottola.
Quando l’aprì si chiese se stesse sognando. Se la trovò di fronte con i suoi occhioni azzurri perfettamente svegli, un cappello enorme in testa e con ai piedi dei doposci con i brillantini.
«Hey» fece tranquilla lei, dando una spinta ad Adam per entrare nella stanza.
«Che ci fai qui?» domandò lui, senza riuscire a trattenere un sorriso.
«Il tuo messaggio» mormorò Christina a testa bassa, con un lieve sorriso in volto.
«Ah, grazie» Adam sollevò un braccio e lo portò sulla spalla di lei «Ma… Max?»
Lei ridacchiò e si andò sedere sul letto semi-disfatto incrociando le gambe.
«Max dorme da più di un’ora. E anche Jordan. Ho lasciato un biglietto nel caso si dovessero svegliare» spiegò paziente, mentre, con un gesto, lo invitava a sedersi accanto a lei.
Lui obbedì e si lascio cadere al suo fianco, facendo sfregare le loro gambe. Un brivido gli percorse la schiena.
«So che non dovrei, perché dovrei volere il meglio per te e tutto il resto ma» Christina si voltò a fissare un punto indistinto fuori dalla finestra «Sono felice che tu sia qui»
«Anche io. Mi dispiace solo che ti abbia allontanato dai tuoi cari proprio questa sera» ammise Adam, mentre lei gli poggiava una mano leggera sul ginocchio.
«Adam. Tu non mi hai allontanato da nessuno: ho passato una bellissima serata con Max e Jordan e poi… Anche tu sei uno dei miei cari» cercò per un breve istante gli occhi verdi di lui per controllare la sua reazione.
«Ti a… voglio bene, Christina» si corresse in fretta Adam mentre le circondava la vita con un braccio.
Lei appoggiò la testa sulla sua spalla «Anche io e… » cercò la sua mano «Riguardo al messaggio…»
«Chris, non devi dire niente» la interruppe Adam: non aveva voglia di parlarne, non voleva ascoltare un consiglio apparentemente sensato, voleva solo godersi il momento.
«D’accordo» biascicò lei, accarezzandogli le dita. Lui le incrociò lentamente con le sue, domandandosi per l’ennesima volta se stesse sognando.
«Sappi solo che vale lo stesso per me» aggiunse Christina posandogli un bacio sul collo che gli fece venire la pelle d’oca.
Adam non aveva ben chiaro a cosa lei si stesse riferendo (si sentiva sola anche lei?), ma sentiva di essere in paradiso.
«E’ la notte di Natale più magica della mia vita da quando non credo più a Babbo Natale» ridacchiò lui, ricambiando il bacio sul collo.
Lei, inizialmente, accennò un sorriso poi si fece seria e tacque per diversi minuti.
«Al diavolo, non ce la faccio» brontolò prima di afferrare delicatamente il viso di lui e baciarlo sulle labbra con tutta la passione che aveva in corpo.
Adam la strinse a sé e ricambiò il bacio, desiderando che quel momento non finisse mai. Perché, anche se ci fossero stati altri baci tra loro, nessun altro sarebbe stato il primo.
Le labbra di Christina erano morbide e calde, aveva un buon sapore, – anche se non riusciva a decifrare quale – e lo stringeva come se non volesse lasciarlo più.
Aveva immaginato spesso quel momento, durante i mesi precedenti, ma non si sarebbe mai aspettato che fosse così travolgente, dolce e magico.
Un ultimo movimento delle labbra e si staccarono lentamente. Si scambiarono un timido sorriso prima di udire le campane della mezzanotte che annunciavano che finalmente era Natale.
«Buon Natale» sussurrò lui abbracciandola forte.
«Anche a te» gli accarezzò i capelli scuri «Voglio che questo momento duri per sempre»
«Allora facciamolo durare per sempre» si staccò lui, per poi accarezzarle la morbida guancia struccata.
«Il tuo messaggio ha cambiato tutto» biascicò Christina, con gli occhi lucidi «In modo positivo»
Lui le sollevò il mento e la baciò «E’ merito tuo, avresti potuto limitarti a rispondere qualcosa come “Mi dispiace… Buon Natale”, invece sei venuta qui…»
Lei corrugò la fronte, non riuscendo a capire a cosa Adam si stesse riferendo. Poi un dubbio la sfiorò «Adam… Sei invidioso di Jordan?»
Lui s’irrigidì e sentì il battito cardiaco farsi più veloce «No. Perché dovrei?»
Allora Christina capì e gli buttò le braccia al collo «Niente. Ti amo»
«Anche io. E non sai da quanto» rispose lui, passandole una mano tra i capelli biondi.
«Lo so» sussurrò Christina in tono impercettibile, decidendo che non gli avrebbe spiegato che non si era limitato a mandarle il messaggio in cui le diceva che si sentiva solo ma che, erroneamente, le aveva spedito anche quello in cui ammetteva di amarla e di essere invidioso di Jordan.
Non glielo avrebbe detto, non quella notte. Avrebbero avuto di fronte tutta la vita per parlarne.
Christina si alzò e si precipitò alla finestra «Guarda quanta neve c’è a terra!»
Adam la cinse da dietro e posò il mento sulla sua spalla, senza dire nulla.
E rimasero abbracciati a fissare in silenzio la neve che scendeva fitta, fino alla mattina seguente, quando si promisero che quello era solo l’inizio.


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