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Autore: Luce Lawliet    25/12/2012    7 recensioni
[ Sentimentale o anche un po' slash... dipende dall'interpretazione ]
" Sdraiati "
Anche quando non intendeva farlo, la voce di Thorin suonava sempre intrisa di un'autorità tale che per Bilbo non era tanto semplice non scambiarla per un ordine.
Si mise in ginocchio, mentre Thorin si slacciava il mantello di pelliccia che portava sempre addosso.
Solo quando Bilbo si era ormai sdraiato su un fianco e quando vide il nano sedersi a sua volta comprese di trovarsi sul giaciglio di Thorin, ma prima che potesse aprir bocca per chiedere qualunque spiegazione, il nano fece scivolare lentamente il mantello su di lui, coprendo attentamente il suo corpo tremante.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bilbo, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                               Allontana

                      
   tutti i miei incubi 

 



 

Regnava un piacevole effluvio nell'aria, quella notte. Mischiato al profumo delle lepri arrosto che Fili e Kili erano riusciti a stanare e che aveva assicurato all'intera compagnia una cena decente, le narici di Bilbo si dilatarono avide, inspirando il più possibile affinché quell'aroma delizioso rimanesse impregnato nel suo naso e nella sua mente il più a lungo possibile.
Era stata l'unica cosa positiva dal momento che i tredici nani e lo Hobbit se ne stavano rannicchiati per terra, vicini il più possibile l'uno all'altro per ripararsi dall'abbraccio dell'infido gelo che permeava l'intero Bosco Atro.
Ora che lo stregone grigio se n'era andato - di nuovo - erano rimasti soli.
Gli strilli dei gufi e i sospiri del vento al momento erano bastati per non far chiudere occhio al povero Bilbo, il quale si era limitato a starsene immobile, di schiena, con la spalla sinistra che premeva dolorosamente su un masso spuntato e la mano destra ben serrata sull'elsa elfica del suo amato Pungolo. Ci stava facendo l'abitudine ormai, dopotutto quello stuzzicadenti di metallo gli aveva salvato la vita più di una volta senza che egli sapesse neppure maneggiarlo.
Da qualche parte fra gli alberi, un frullare d'ali impazzite lo fece drizzare a sedere, i capelli arruffatissimi e i nervi ben tesi; il suo cuore pompava panico al posto del sangue e Bilbo si sentì mancare.
Gettò un'occhiata incredula ai suoi compagni di viaggio; come diamine riuscivano a dormire in una situazione del genere, dannazione?
Era centomila volte peggio di quella notte in cui aveva sentito per la prima volta l'urlo degli orchi, anche se distavano leghe da loro. Un milione di volte peggio dei minuti che era stato costretto a trascorrere in compagnia di Gollum, da solo.
Quel bosco non era solo buio, gelido e inquietante.
Sembrava quasi che respirasse.
Ogni anfratto nelle grotte, ogni spiffero tra le fronde più alte, ogni verso animalesco sembrava il presagio di qualcosa di terribile e ora, assieme a quel freddo glaciale stava giungendo dal cuore del bosco una strana nebbia.
Rabbrividì nuovamente, stringendosi nella sua giacca, ma era inutile. I bottoni erano saltati via durante lo scontro con  Gollum e ora quel pezzo di stoffa non sarebbe servito più a niente. 


Bilbo si mise in piedi faticosamente, mentre le vertebre della sua schiena scricchiolavano indolenzite, provate dall'austera posizione mantenuta fino a poco prima.
Estrasse silenziosamente la lama dal fodero, indugiando di qualche passo verso il sentiero. 
Qualcuno poche ore prima aveva proposto di mantenere il fuoco acceso durante la notte per allontanare le belve, ma Thorin si era opposto con fermezza. Non conoscendo le insidie del Bosco Atro e reduci degli ammonimenti di Gandalf, sarebbe stato meglio rimanere nascosti nell'ombra, per evitare di attirare l'attenzione degli esseri che dimoravano in quel regno oscuro.
Anche se ho il brutto presentimento che sappiano già della nostra presenza qui, pensò tristemente lo Hobbit, mentre i suoi occhi blu si soffermavano su quella grigia foschia.
Mai come in quel momento aveva desiderato tornare a casa sua!
Il suo caminetto, le sue gelatine di prima qualità, la comodità del suo lettino caldo e morbido... aveva perso il conto di quante volte si fosse ritrovato a pregare che quel drago fosse morto sul serio. Così almeno, quando - se - fossero riusciti ad attraversare il bosco avrebbero completato la parte più difficile di quella stravagante avventura.
Eppure in cuor suo, sentiva qualcos'altro. 
C'era dell'altro.
Come una tenue speranza... la sensazione e il desiderio di non volere davvero che quell'avventura si concludesse così.
Nonostante il freddo, il pericolo onnipresente e le scomodità, Bilbo Baggins non si era mai sentito più vivo e utile da quando si era presentata quella stravagante combriccola di nani in casa sua.


Improvviso e repentino, lo scricchiolio deciso delle foglie alle sue spalle fu sufficiente a riscuoterlo dal suo ultimo pensiero e il respiro quasi impercettibile che udì alle sue spalle lo fece agire d'istinto. Bilbo si voltò su se stesso, sollevando rapidamente la lama e prendendo fiato per cacciar fuori un grido decente che mettesse in guardia i suoi compagni, ma l'ombra dietro di lui fu più svelta.
Con una sola mano riuscì a bloccare l'esile polso di Bilbo, fermando la traiettoria della lama a pochi centimetri dal suo viso e lo Hobbit si accorse con stupore che si trattava di Thorin.

" Se fossi stato un orco saresti già morto. Ci hai messo molto più tempo a decidere da quale verso girarti che a far calare il fendente " lo derise il principe dei nani, lasciandolo andare.

Lo Hobbit non aveva quasi la forza di parlare " Mi dispiace, è che... quella nebbia... " sventolò un braccio indicando vagamente la foschia per poi abbassarlo immediatamente, sperando che Thorin non si fosse accorto che tremava come un bambino.

" Non c'era, prima " mormorò il nano, così piano che Bilbo fece fatica a sentirlo.

" Gli animali hanno smesso di lanciare versi nel momento esatto in cui è apparsa. Dobbiamo svegliare gli altri? "

Non riuscì a non rabbrividire. Istintivamente rimise Pungolo nel fodero e incrociò le braccia, nel disperato tentativo di scaldarsi. Il suo alito si condensava, perdendosi nell'oscurità, mentre quel gelo come una lama lo penetrava fino alle ossa.

" No " rispose Thorin " è solo nebbia. Non si muove controvento ed è di certo l'ultima cosa di cui dobbiamo preoccuparci, in questo posto " tornò a fissarlo " Non riesci a dormire? "

" E come potrei, in questo postaccio? Se chiudessi gli occhi non farebbe differenza, il buio sarebbe lo stesso. E avrei gli incubi " aggiunse, sentendo le proprie guance imporporarsi appena.

Per la prima volta quella notte ringraziò che fosse così buio.

" Stai bene? "

No che non sto bene!

" Ce-certo, a meraviglia. Non devi preoccuparti "

Purtroppo gli occhi grigi di Thorin sapevano perforarlo con altrettanta facilità, per questo lo Hobbit fu costretto a capitolare.

" Non mi sento più i piedi. E le mani. E il naso! "

" Vieni con me. "

Quelle tre semplici parole riuscirono a destarlo e Bilbo seguì il nano, sfidando il freddo pungente ad ogni nuovo passo.
Thorin lo condusse ai piedi di una quercia gigante, poco distante dai nani addormentati. Le radici dell'albero spuntavano dalla terra, contorcendosi, e fra queste c'era un angolo di terreno occupato da una coperta distesa.

" Sdraiati "

Anche quando non intendeva farlo, la voce di Thorin suonava sempre intrisa di un'autorità tale che per Bilbo non era tanto semplice non scambiarla per un ordine. 
Si mise in ginocchio, mentre Thorin si slacciava il mantello di pelliccia che portava sempre addosso.
Solo quando Bilbo si era ormai sdraiato su un fianco e quando vide il nano sedersi a sua volta comprese di trovarsi sul giaciglio di Thorin, ma prima che potesse aprir bocca per chiedere qualunque spiegazione, il nano fece scivolare lentamente il mantello su di lui, coprendo attentamente il suo corpo tremante.
E' ancora caldo, pensò inconsciamente lo Hobbit, prima che un inaspettato senso di sollievo e benessere lo pervadesse, lasciandogli sfuggire un sospiro.
Thorin si sdraiò accanto a lui, di schiena.
Bilbo notò che teneva gli occhi aperti e seguendo il suo sguardo riuscì a vedere che tra i rami frondosi della quercia c'era uno scorcio che permetteva di ammirare un minuscolo triangolino di cielo. 


C'erano le stelle, quella notte.
Bianchi diamanti, splendenti nel buio.


" Non devi farlo perché ti senti obbligato "

Quella frase uscì inaspettata dalla bocca di Bilbo, prima che lui potesse fermare i propri pensieri.
Thorin girò la testa verso di lui e grazie alla distanza di pochi centimetri che li separava Bilbo potè notare la sua espressione sorpresa.

" L'altra notte " spiegò tranquillamente " Insomma, sai... con l'orco pallido. Io... tu... non devi fare così, riservarmi un trattamento migliore solo perché magari ti senti in debito "

Per qualche secondo Thorin non disse una parola.
Il fatto era che con quel gesto perfino a Bilbo la cosa sembrava strana. La premura che il principe dei nani aveva avuto nei suoi confronti pochi minuti fa lo aveva in parte spiazzato e lo Hobbit non aveva alcun dubbio che Thorin potesse riservare le stesse attenzioni ai suoi compagni, certo che sì, ma non a lui.
Perché lui era un Hobbit, non c'entrava con la sua compagnia.
Era solo lo scassinatore. E una volta concluso quel viaggio avrebbero dovuto dirsi addio.

" Tu credi che io lo abbia fatto perché mi sentivo in dovere di farlo? " bassa e struggente, la sua voce aveva l'effetto di una cascata di lava in pieno inverno. Bilbo ne fu quasi sopraffatto " Quale obbligo dovrei mai provare nei tuoi confronti? " aggiunse sibilando, avvicinandosi al volto dello Hobbit.

Bilbo abbassò la testa, vergognandosi di quel tono all'apparenza sprezzante, come quello che gli aveva riservato dopo il salvataggio delle aquile, poco prima di ammettere a se stesso e a tutti gli altri di essersi sbagliato sin dal principio su di lui.

" Io faccio quello che voglio davvero, Bilbo Baggins " aggiunse poco dopo, lasciando Bilbo nuovamente interdetto.
Questa volta un lieve sorriso di riconoscenza scivolò sulle labbra dello Hobbit, il quale iniziò a domandarsi perché Thorin si stesse avvicinando così tanto.

" Comunque sia, sono davvero in debito con te. E ti prometto che un giorno non molto lontano, prima che la meta del nostro viaggio ci divida, riuscirò a saldarlo "

Solo in quel momento Bilbo si accorse di non tremare più.
Gli occhi chiari di Thorin non lo avevano lasciato neanche un secondo e ora il giovane Hobbit si sentiva come un libro aperto, spogliato di qualunque barriera. 

" Dormi, adesso " furono le ultime parole che egli udì, prima di sprofondare nell'oblio.

Buio, sì. Ma senza incubi.
Quella notte aveva scoperto un'altra verità sul conto di Thorin: lo intimoriva, ma al contempo, quando gli stava vicino, provava un senso di protezione così forte che avrebbe potuto seguirlo per il resto della vita, poiché c'era qualcosa nel principe dei nani... qualcosa di troppo grande, che Bilbo ancora non era riuscito a cogliere, ma che si accentuava ogni volta che gli stava vicino.
Proprio adesso ne aveva avuto la prova: l'abbraccio di Thorin, in quella gelida notte malvagia, aveva scacciato tutti i suoi incubi.







 


 

Non perdo tempo a dire che il film è stato una cosa meravigliosa :), piuttosto ci terrei a specificare che questa one-shot è nata grazie all'intesa che ho visto nascere tra Bilbo e Thorin.
Ora, in questo esperimento non ho voluto sbilanciarmi subito, poiché non avendo ancora finito di leggere il libro e avendo visto la scorsa settimana il film, sono convinta che nascerà una profonda amicizia fra questi due splendidi personaggi.
Però la fantasia si è messa a galoppare a briglia sciolta! Non posso farci niente, io li vedo come una bellissima coppia.

Forse scriverò una long su di loro, se questi tempi oscuri di studio me lo permetteranno.

Buon Natale,

Luce L.

 

 

   
 
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