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Autore: effewrites    25/12/2012    1 recensioni
[Scritta per l'iniziativa 'All I want for Christmas is..'] Per Elisa, che è anche la "mamma" dei protagonisti, ovvero Sophie e Freddie.
«Mi spieghi perché sei arrabbiata? Non è successo niente!»
La ragazza alzò gli occhi al cielo.
«Niente? Niente?! Tu… io… non dovevi vedermi. Non così»
«Così come, per l’amor di Zeus?»
«Brutta»
Sophie strappò un pezzo di carta igienica per asciugarsi una lacrima.
«Soph» mormorò Freddie dopo qualche minuto di silenzio. «Stai scherzando, vero?»
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(un)pretty

 
 
 

I
“You’re insecure, don’t know what for.”
[What makes you beautiful – One Direction]

 
«Andiamo, Ninetta, mi rendo conto che per te sia uno sforzo davvero enorme ma ti supplico: devi assolutamente consigliarmi quale di questi due rossetti si sposi meglio con il trucco degli occhi e con gli accessori che ho scelto!»
La figlia di Poseidone sbatté per due volte le palpebre, corrucciandosi appena nell’osservare quei due aggeggi infernali chiamati rossetti che, a lei, parevano dell’esatto, stesso, identico, spiccicato colore.
«Sophie, non puoi fare sul serio» mormorò Nina per quella che doveva essere la centesima volta da quando quella tremenda giornata era iniziata. Dal momento che non ricevette alcuna risposta, la semidea si limitò a sospirare e a indicare alla cieca uno dei due cosmetici nelle mani di Sophie.
«Nina!» squittì lei, pestando i piedi per terra come una bambina capricciosa. «Ti sto chiedendo un favore!»
«D’accordo, d’accordo!»
Nina si chinò verso i due cosmetici, affilando lo sguardo e cercando di intuire le differenze tra i colori — che per lei sarebbero sempre e comunque rimasti due semplicissimi color rosa acceso. Per le mutande bruciacchiate di Ade, erano uguali! Uguali!
Alla fine, quando le parve di essere giunta a una decisione, si fece coraggio e indicò il rossetto nella mano destra di Sophie.
«Questo»
Sophie aggrottò le sopracciglia perfettamente disegnate, e la maschera color verde fango che aveva in viso si screpolò. Avvicinò i due rossetti al volto, si strinse nelle spalle e gettò con malagrazia il rossetto scelto da Nina sul letto, avviandosi poi verso uno dei tanti grandi specchi che occupavano quasi ogni singolo angolo della sua camera.
«Ma che cacchio!» esclamò Nina. «Tu… L’hai fatto di nuovo! Perché mi chiedi di aiutarti a scegliere se alla fine fai sempre il contrario di quello che ti dico?!»
Sophie terminò di applicare il rossetto sulle labbra, le fece schioccare una volta e si voltò verso la figlia di Poseidone.
«Non te la prendere, lo sai che ti adoro, ma in quanto a stile sei totalmente sulla cattiva strada. È più sicuro evitare i tuoi consigli che seguirli»
A Nina vennero in mente tutta una serie di risposte degne di lei da rifilare alla figlia di Afrodite, ma eccezionalmente decise di tenere a freno la lingua e di chiudere un occhio almeno per quella volta.
Il fatto è che, in fondo, capiva Sophie. Capiva quell’ansia di perfezione, di apparire al meglio per far colpo su di una determinata persona — che nel caso di Nina era nientepopodimeno che il dio del sole in persona, ma questa è un’altra storia.
Certo, lei non raggiungeva i livelli di ansia di Sophie, ma di sicuro prima di un appuntamento non era il ritratto del relax.
Nonostante ciò, una piccola vendetta nei confronti di Sophie in quel frangente ci sarebbe stata tutta. Con grande innocenza, Nina si arrischiò a domandare: «Per cui, a che ora arriverà Freddie?»
E, signore e signori, fu come se l’inverno fosse appena sceso nella stanza.
A Sophie venne un leggero tic all’occhio sinistro mentre osservava la sua immagine riflessa nello specchio.
«A momenti» piagnucolò. «E guarda in che condizioni disastrose sono!!»
Nina temette che la sua mascella sarebbe caduta a terra con una violenza tale da rompere il pavimento.
«Condizioni disastrose?!» ripeté, osservando la sua amica. Okay, non era ancora vestita e okay, sul viso aveva ancora le rimanenze della maschera alle alghe nonsochenome del Mar Nonsochecosa. Volendo dirla tutta, la sua testa era piena zeppa di bigodini per arricciare i suoi lunghi capelli biondi; ma anche in questo stato, Nina doveva ammettere che Sophie rimaneva comunque bellissima.
Ah, i vantaggi dell’essere figlia della dea della bellezza!
«Ti rendi conto che sei perfetta?» borbottò.
Le guance di Sophie si imporporarono per un attimo, poi la figlia di Afrodite sospirò.
«Non essere sciocca. Passami il vestito che ho sul letto, forza. E attenta a non sgualcirlo!»
 

II
“I wish I could tie you up in my shoes, make you feel unpretty too. I was told I was beautiful, but what does that mean to you?”
[I feel pretty/Unpretty – Glee]

 
“Andiamo, Freddie, puoi farcela. Non è mica la prima volta che esci con una ragazza! Forza, tira fuori lo stallone che è in te!”
Freddie si fermò a metà di un passo, chiedendosi da dove fuoriuscisse così all’improvviso questo bisogno di auto incoraggiamento.
Insomma, per tutti i completini intimi di Afrodite! Stava per uscire con una ragazza, mica con il drago che proteggeva i confini del Campo Mezzosangue! Certo, magari il fatto che la ragazza in questione fosse Sophie, la super sexy figlia della sovra citata Afrodite, per la quale aveva perso il lume della ragione dal momento stesso in cui l’aveva vista… ecco, questo poteva parzialmente spiegare il motivo della sua agitazione.
«Nope, fratello. Non puoi permettere che una femmina ti riduca in questo stato, è contro i tuoi sacri principi!» si disse il figlio di Ermes. E, datosi una veloce sistemata ai capelli biondi, riprese a camminare verso la cabina dove Sophie viveva insieme a Nina.
Si fermò di sasso appena due metri più avanti, congelandosi sul posto e abbassando lo sguardo a osservare le sue mani vuote.
Forse avrebbe dovuto portarle dei fiori? Alle ragazze piacciono i fiori. Alle ragazze piacciono soprattutto i fiori dati in regalo agli appuntamenti. Perché Tartaro non aveva pensato a prendere dei fiori per Sophie?!
Ahhh, basta! Freddie era un uomo con una dignità, non poteva comportarsi come un ragazzetto alle prime armi. Neanche se la prospettiva di combinare un macello all’appuntamento con Sophie gli faceva desiderare ardentemente di entrare a far parte delle Cacciatrici di Artemide. I Cacciatori di Artemide. Sarebbe andato bene anche lo Sturalavandini di Artemide, a quel punto.
«Okay, basta, stop!» esclamò Freddie. Una ninfa che passava da quelle parti gli lanciò un’occhiata interdetta e si allontanò da lui molto, molto lentamente, per poi fare dietrofront e fuggire nella direzione da cui era arrivata.
D’accordo, a Freddie Sophie piaceva. E gli piaceva anche tanto. E okay, quel loro appuntamento gli stava mandando in cortocircuito il cervello. Ma continuando a fermarsi ogni due e tre non avrebbe di certo risolto la situazione, per cui prese un bel respiro e, con gli occhi serrati, si avviò con la forza di un carro armato verso la sua destinazione, sperando che almeno in questo modo le sue menate mentali gli avrebbero dato tregua.
Inizialmente questa strategia sembrò funzionare — cosa che portò Freddie a congratularsi mentalmente con se stesso per l’inventiva degna di un figlio di Atena — ma il tutto andò allo scatafascio nel momento in cui il ragazzo travolse letteralmente qualcosa. O, per meglio dire, qualcuno.
«Freddie! Santo Efesto, ma che Tartaro ti prende?!» esclamò Nina barcollando e cercando di non cadere.
Freddie l’afferrò per un braccio ed evitò per un pelo che la figlia di Poseidone si spiaccicasse al suolo.
«Io… umh, ecco, stavo… stavo andando da Sophie. Abbiamo un, ehm, un appuntamento. Lo sai, no?»
Il sopracciglio destro di Nina iniziò a muoversi a scatti.
«Lo so? LO SO?! Quella ragazza mi sta facendo impazzire, non la sopporto più! Mi ha sbattuta fuori, te ne rendi conto? Solo perché passandole il vestito secondo lei l’ho sgualcito! È folle, completamente fuori di testa! Sai che ti dico? Si è meritata quel getto d’acqua in faccia. Certo, forse sono stata impulsiva, però…»
Nonostante l’ira di Nina, Freddie non poté fare a meno di sorridere. E così anche Sophie era in crisi per il loro appuntamento. La cosa gli scaldò il cuore, riempiendolo di euforia.
Mentre ancora la figlia di Poseidone parlava, lui le diede un bacio sulla guancia e si avviò quasi di corsa verso la cabina. Gli sembrava di avere ai piedi le scarpe alate di suo padre, tanto si sentiva leggero.
Insomma, se una ragazza è isterica prima di un appuntamento significa che il ragazzo che deve incontrare significa qualcosa per lei, no? Significa che vuole fare bella figura con lui. Che ci tiene tanto.
Freddie arrivò alla cabina, trovando la porta d’ingresso socchiusa.
Senza neanche bussare, la aprì e infilò la testa nella stanza. Sembrava vuota, ma dal bagno provenivano rumori di dubbia origine: sembrava che un minotauro fosse entrato in un negozio di cristalli, a giudicare dal fragore.
«Soph?» chiamò Freddie, proprio nel momento in cui la ragazza usciva dal bagno con passo pesante esclamando: «Nina, questa me la paghi! Guarda cosa hai combinato al mio mascara! Giuro, sei troppo suscettibile e violenta, che senso aveva lanciarmi quel getto d’acqua in faccia? Come puoi odiarmi talmente tanto?! Cosa ti ho fatto di—FREDDIE!!»
Sophie, con tanto di bigodini in testa, trucco sciolto in viso e accappatoio indosso, incontrò lo sguardo del figlio di Ermes.
«Tu… qui… guarda in che stato sono… io… oh cielo…» balbettò, mentre sul suo viso si susseguivano una quantità notevole di sfumature di rosso e i suoi occhi si riempivano di lacrime.
 

III
“Sometimes people are beautiful. Not in looks. Not in the way they say. Just in what they are.”
[Markus Zusak, “I am the Messenger”]

 
«Sophie? Andiamo Soph, apri la porta» mormorò Freddie per l’ennesima volta mentre, chiusa nel bagno, la figlia di Afrodite pianificava un modo semplice e veloce per andare a vivere in Uzbekistan, dove nessuno l’avrebbe riconosciuta e avrebbe potuto trascorrere il resto della sua vita a sentirsi morire dalla vergogna.
Non riusciva a credere che Freddie, lo stesso Freddie per cui aveva una cotta, l’avesse vista in quello stato assolutamente impietoso. Adesso cosa avrebbe pensato di lei?
L’avrebbe ritenuta orribile, poco ma sicuro. Non degna della sua attenzione, ecco. Avrebbe rimpianto di averle chiesto un appuntamento. Nel nome di Zeus, si sarebbe fatto beffe di lei a vita!
Era il disonore dei figli di Afrodite, ecco cos’era.
Al Campo Mezzosangue, Drew non faceva altro che ripetere: «Un vero figlio di Afrodite sa che la bellezza è un dono e una forza allo stesso tempo, e quindi non lascerà mai che qualcuno lo veda quando non è nelle sue condizioni migliori»
D’accordo, Drew a volte era un’insopportabile oca, ma aveva ragione. La bellezza era la forza dei figli di Afrodite. Senza, cos’erano? Una fila di ragazzini che non lottavano per non rovinarsi le mani e non si allenavano per non screpolarsi la pelle. Le eccezioni erano davvero rare.
«Sophie, ti prego» bussò per l’ennesima volta Freddie.
«Vattene via!» singhiozzò lei di rimando.
«Non ho intenzione di andarmene finché non esci da questa stanza»
Sophie alzò gli occhi al cielo. Ovvio, così lui sarebbe scoppiato a riderle in faccia per il suo aspetto ridicolo.
E pensare che aveva iniziato a prepararsi con ore di anticipo… Il fatto era che per via dell’ansia non era riuscita a combinare un bel niente per tutta la mattinata: il voler essere perfetta e impeccabile l’aveva penalizzata alla grande.
Singhiozzando sommessamente, Sophie realizzò che questa era la prima volta nella sua vita che si sentiva davvero brutta. Doveva essere dura per gli altri semidei sentirsi così ogni giorno.
«Mi spieghi perché sei arrabbiata? Non è successo niente!»
La ragazza alzò gli occhi al cielo.
«Niente? Niente?! Tu… io… non dovevi vedermi. Non così»
«Così come, per l’amor di Zeus?»
«Brutta»
Sophie strappò un pezzo di carta igienica per asciugarsi una lacrima.
«Soph» mormorò Freddie dopo qualche minuto di silenzio. «Stai scherzando, vero?»
La ragazza non riusciva a credere alle sue orecchie. Stava scherzando?! Freddie non riusciva davvero a rendesi conto della tragedia in cui si era appena trasformata la sua vita? Ma che cosa aveva al posto del cervello, dei fiori di loto?!
Come una furia, si alzò dal water su cui si era seduta e spalancò la porta con una rabbia tale che le si scheggiò lo smalto sull’unghia del pollice. Tanto per migliorare la situazione, insomma.
«Tu non hai la minima idea!» esplose Sophie, facendo arretrare Freddie. «Non hai idea di cosa significhi vivere ogni istante della tua vita sotto la pressione di dover essere perfetta, bellissima in qualunque momento! Credi che non sappia in che razza di mondo viviamo? Mi credi una stupida Barbie bionda senza cervello? Io lo so, Freddie, lo so che ormai come appari conta più di qualunque altra cosa. Nessuno può permettersi il lusso di apparire sgradevole agli occhi degli altri, men che meno una figlia della dea della bellezza. Ora, so che c’è gente come Nina che davvero non riesce a capire questo concetto e che si veste come se fosse daltonica, ma per me essere bella è tutto. Andiamo, cosa sono senza bellezza? Me lo sai dire?»
Freddie rimase interdetto per qualche istante, fissando la ragazza. Poi, dopo aver preso un respiro profondo, le sorrise e le strinse la mano con dolcezza.
«A me non interessa come appari»
Sophie aggrottò le sopracciglia, ma prima che potesse dire qualcosa Freddie prese a parlare.
«Giuro che non sto mentendo! Okay, per me sei la ragazza più da urlo che la terra abbia mai visto, ma non per le ragioni che credi tu. Sei una persona fantastica, e non te ne rendi conto. A renderti bellissima non saranno certo vestiti e cosmetici, credimi, ma il tuo farti in quattro per aiutare gli altri, come fai sempre con Nina. Ti ricordi, quando lei e Apollo erano ai ferri corti? Hai fatto di tutto per aiutarla. Sai che ti dico? Mi piaci per quello che sei, non per il tuo corpo o i tuoi capelli o il tuo viso»
Sophie fissò intensamente Freddie, sinceramente colpita dalle sue parole. Il tutto le pareva un po’ romanzato, magari stucchevole, ma non se la sentiva di mettere in dubbio ciò che il ragazzo le aveva detto.
«Quindi non ho rovinato l’appuntamento facendomi vedere come una delle Gorgoni nel bel mezzo di una crisi isterica»
«Neanche un po’» le sorrise Freddie.
«Allora dovresti alzare i tacchi e uscire immediatamente dalla mia stanza»
Il figlio di Ermes sgranò gli occhi in un’espressione sconcertata, e Sophie, sospirando, fu costretta ad afferrarlo per un braccio e a trascinarlo di forza verso la porta d’ingresso.
«Abbiamo un appuntamento o sbaglio? Non ho alcuna intenzione di averti tra i piedi mentre finisco di prepararmi, intesi?» esclamò con fare autoritario, per poi sbattere la porta in faccia al ragazzo.
Rimasta sola, si guardò allo specchio.
Del trucco non era rimasta quasi traccia, i capelli erano un disastro e di certo non c’era il tempo materiale per scegliere qualcosa di carino da mettere.
Una sensazione strana si risvegliò nel cuore di Sophie, e la ragazza sorrise.
Afferrò dall’armadio una vecchia maglietta del Campo Mezzosangue e dei pantaloncini, poi tolse i bigodini dai capelli e legò quella massa bionda in una coda di cavallo. Davanti allo specchio, si diede un paio di pizzicotti sulle guance perché si arrossassero appena, dopodiché aprì la porta d’ingresso. Freddie la stava aspettando.
«A tempo di record» commentò lui, e Sophie sorrise.
«Allora, come ti sembro?» domandò, con la voce che tremava appena. Ogni fibra del suo essere voleva suicidarsi di fronte all’omicidio modaiolo che stava commettendo in quel momento presentandosi ad un appuntamento come se fosse appena uscita dalla palestra, ma a lei non importava.
Freddie le prese la mano.
«Più bella che mai»
 

“I feel pretty / Oh so pretty / I feel pretty and witty and bright / And I pity any girl who isn’t me tonight.”
[I feel pretty/Unpretty – Glee]















 

Sono di passaggio T-T e questa storia è talmente stucchevole da farmi venire il voltastomaco. Sophie è OOC da far paura (o almeno, nella mia testa io la immagino così, complessata e sempre decisa ad essere perfetta, ma boh). Eli, perdonami. Dopo la tua flashfic mi vien voglia di sotterrarmi nel pubblicare questa... questa... cosa.
Sappi però che c'ho messo il cuore.
Ti voglio bene <3 Buon Natale! :')

  
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