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Autore: The Black Parade    25/12/2012    2 recensioni
La neve turbinava veloce davanti a lui. I fiocchi che fino ad un’ora prima erano caduti placidi e tranquilli ora stavano vorticando allegri compiendo traiettorie mirabolanti.
Faceva un freddo terribile e lui, dannazione, era uscito senza guanti e sciarpa.
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Let It Snow!
Let It Snow!
Let it Snow!






 









Oh the weather outside is frightful,
But the fire is so delightful,

 
-Ma perché cavolo non si apre!-
Lo sapeva, lo sapeva!
Sapeva che un giorno si sarebbe pentito del suo totale menefreghismo per gli ordini reiterati di quell’arpia bionda, ma non si era di certo aspettato che il karma potesse essere così veloce.
Erano settimane che la seccatura non la smetteva di ripetere: “Ripara quella maniglia o un giorno rimarrai fuori come un cane e col culo che verrò a salvarti questa volta!”.
La neve turbinava veloce davanti a lui. I fiocchi che fino ad un’ora prima erano caduti placidi e tranquilli ora stavano vorticando allegri compiendo traiettorie mirabolanti.
Faceva un freddo terribile e lui, dannazione, era uscito senza guanti e sciarpa. Giurava a se stesso che mai più si sarebbe lasciato convincere dal “devi solo andare al supermercato, non serve mica fare la fatica di  metterti cinquanta strati di vestiti”.
Pure la maniglia era gelata! Dannazione, dannazione: -Che seccatura-
La maionese, il ramen e il succo di fragole che quella donna aveva preteso gli stavano impedendo  di  scassinare la porta di casa sua.
Dannazione.
L’arpia sicuramente stava sonnecchiando sul divano davanti al caminetto che lui aveva accesso, sotto la coperta che lui era andato a comprare, magari bevendo ancora il tè che lui le aveva fatto.
 

And since we've no place to go,
Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow!

 
E per la serie: “oltre al danno la beffa” non avrebbe nemmeno potuto sperare che lei decidesse di alzarsi ed arrivare fino alla porta per aprirgli, visto e considerato che la Seccatura sapeva essere decisamente più pigra ed indolente del clan Nara unito – quando aveva lui da sfruttare, però.
E se anche un miracolo l’avesse convinta a salvarlo da cancrena, paresi da congelamento e derivati vari era più che certo che avrebbe passato il resto della sua vita a ripetergli “Te l’avevo detto”: morale, era preferibile lasciare che quella specie di bufera di neve lo seppellisse portandolo all’ibernazione e svegliarsi con tutta tranquillità una volta iniziato il disgelo.
Si soffiò sulle mani cercando invano di scaldarle e assestò un calcio irato alla porta di casa: era un ninja dannazione, possibile che non fosse in grado di vincere contro una maniglia rotta?!
Già se la immaginava, lei, che giusto lievemente approfittando di quella sua piccola scusante se ne stava in casa sua, al caldo, a svuotargli la dispensa, il tutto ridendo delle imprecazioni e dei rumori di colluttazione provenienti dall’ingresso. E si sarebbe pure lamentata del ritardo, se mai fosse riuscito ad entrare.
Shikamaru smise per qualche istante il lavoro di effrazione del suo stesso domicilio: chissà che non l’avesse appositamente manomes-
« Ehi, lei! Che cosa sta facendo?! »
 

It doesn't show signs of stopping,
And I've bought some corn for popping,

 
Decisamente, non era giornata.
«Ehi, dico a lei! Non le conviene fare il ladro in quella casa!»
Era pronto a difendere il suo onore di futuro padre quando realizzò il significato della frase detta dalla vecchina e cambiò strategia all'ultimo secondo: era troppo curioso di scoprire il perché di quelle parole, in più dal tono usato sembrava che avrebbe fatto più figura nel fingersi ladro che padrone di casa.
Si girò completamente verso quella sottospecie di guardia notturna con l'artrite e la studiò brevemente. Doveva avere all'incirca una settantina d'anni eppure aveva un portamento dritto e sicuro, lo sguardo acceso ed indagatore, insomma la tipica nonnetta arzilla ed impicciona pronta al pettegolezzo sfrenato. Stretta al suo ombrellino rosa, coperta fino al naso, stava sfidando la neve – che non aveva assolutamente intenzione di smettere di imbiancare il paesaggio- solo per sapere che stava succedendo a casa Nara.
«Giovanotto, dico a lei, è forse un po' tocco?»
Disse ancora per poi borbottare un qualcosa sui ragazzi moderni così irrispettosi e lenti di comprendonio.
«Signora, mi scusi, ma che cos'ha di così particolare questa famiglia?»
Non era un tipo curioso, era per il motto “ognuno faccia i proprio affari senza rompere l'anima agli altri”, ma questa volta, complice il non poter entrare in casa nel solito modo, avrebbe fatto un'eccezione pur di saper cosa pensava una vecchietta dalla lingua lunga e dalla vista ancora troppo buona.

The lights are turned way down low,
Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow!


Lei, di tutta risposta, lo guardò con occhi sbarrati. Sembrava gli stesse dicendo “In che mondo vivi se non sai una cosa del genere?” ma, vedendo Shikamaru piuttosto perplesso, iniziò a spiegare: «Non è la famiglia il problema. Anzi! Quel povero ragazzo andrebbe fatto santo. Il figlio della signora Yoshino, lo conosci? Lei va spesso al negozio di mio nipote e tutte le volte che ci incontriamo mi racconta di come sia tanto svogliato quanto intelligente. Chissà perché ha deciso di stare con quella lì. Bah». Interruppe il discorso e il contatto degli occhi solo per borbottare nuovamente, stavolta qualcosa su come i giovani d’oggi siano dei grandi pervertiti a cui interessano solo le tette grosse.
A questo punto, Shikamaru aveva due soli grandi dubbi: uno, come fosse possibile che quella vecchietta non lo avesse riconosciuto, poiché sapeva che Yoshino aveva una sua foto da mostrare a tutti nel portafogli; due, cosa avesse fatto di tanto male Temari per essere chiamata “quella lì”. «Mi dispiace signora, ma io non conosco né Yoshino, né suo figlio. Quindi non conosco nemmeno la ragazza che abita in questa casa.»
«Non puoi non aver mai sentito parlare della Furia della Sabbia! Sebbene venga da un paese caldo come quello, pare che sia fredda come il ghiaccio. La mia nipotina Sanbimu dice che quando la vede passare per strada sembra che eviti le persone. Anche quando si ritrova a parlare con qualcuno, lo tratta sempre in maniera molto distaccata. Giovane… Hai freddo? Ti sei completamente paralizzato.»
«No signora, ma che dice. Sono solo molto interessato.» riuscì a dire Shikamaru con molta fatica, avendo i muscoli facciali completamente congelati.
«A proposito, ieri ha risposto male a mio nipote solo perché aveva finito la maionese fatta in casa, sai, quella che fa la mia nuora. Al diavolo la Furia della Sabbia! Potrà aver dimostrato quel che vuole in guerra, io sono un membro del clan Shiranui e non mi faccio mettere i piedi in testa!»
 

When we finally kiss goodnight,
How I'll hate going out in the storm!
But if you'll really hold me tight,
All the way home I'll be warm.

 
Shikamaru si appuntò mentalmente di far notare la cosa alla sua donna, considerando che era sempre lui, in casa, a fare la figura del pigro e asociale se non voleva uscire. Perlomeno si premurava di trattare le altre persone in modo decente. Probabilmente però Temari avrebbe utilizzato l’argomento a suo favore ribattendo che era stato lui a costringerla ad trasferirsi a Konoha, dove le persone erano fredde e ostili…
« Giovanotto, mi stai ascoltando? »
Il battibecco immaginario che si era acceso nella testa del giovane Nara fu brutalmente interrotto dall’esclamazione della vecchietta che lo guardava con disapprovazione.
« Certamente » biascicò mezzo assiderato  il ninja delle ombre, « anzi, se posso dire la mia, questa Furia della Sabbia sembra proprio un’arpia. »
« Esattamente! E una delle più terribili! » proseguì la donna tornando ad infervorarsi. Shikamaru si chiese come potesse una vecchia di settant’anni avere ancora tutta quell’energia per parlare così tanto. Le donne erano una vera seccatura – anche se gli stava fornendo argomenti interessanti da usare contro Temari. I borbottii dell’anziana pettegola si bloccarono nel momento in cui la porta alle spalle del giovane fu aperta con un gesto secco.
Il ragazzo sentì una folata d’aria calda investirgli la schiena e si voltò ringraziando mentalmente quel Kami che aveva mosso a compassione nel suo stato di ipotermia ormai avanzato.
Ma a giudicare dall’espressione che gli si presentò davanti agli occhi aveva ben poco di cui gioire.
  

The fire is slowly dying
And, my dear, we're still good-bying,


Alle sue spalle Temari, con i capelli scompigliati dal pisolino in divano, aveva l’espressione da omicida brevettata dalla sua (allegra) famiglia di Suna.
« Posso chiedere perché state facendo tutto questo baccano fuori da casa mia? » chiese con voce tagliente.
Shikamaru a questo punto non sapeva più cosa inventarsi. Non poteva di certo dire alla vecchina pettegola di aver finto di essere uno scassinatore solo per sentire un po’ di pettegolezzi sulla sua (poco) dolce metà. E altrettanto non poteva ammettere con Temari di essere stato scambiato per un ladro in quanto rimasto chiuso fuori casa per non aver riparato la maniglia.
A salvarlo, se così si può dire, fu l’anziana signora che si premurò di spiegare la situazione.
« Signora Temari! Ho beccato questo giovanotto che cercava di entrare in casa sua, ma l’ho fermato subito, non sono cose che si fanno queste… Entrare in casa di brava gente come voi, non è ammissibile… »
Il ninja maledì l’anziana signora dalla bocca troppo larga, e si ripromise di chiedere a sua madre di non frequentare più il negozio della sua famiglia.
« Non si preoccupi signora, ci penso io ora, può tornare a casa. La ringrazio per la premura. » Disse Temari, con un tono in totale contrasto con le parole pronunciate, avvicinandosi pericolosamente alla schiena del manipolatore delle ombre.
La signora si dileguò nella notte, aspettandosi di trovare dettagli sulla misteriosa morte di un giovane ragazzo come notizia principale del quotidiano del giorno dopo.
« E così sarei un’arpia eh… » sibilò la kunoichi della sabbia all’orecchio del compagno che si sentì gelare il sangue nelle vene. Anche perché probabilmente era l’unica parte del suo corpo che non era ancora stata congelata dalla temperatura polare di quella sera.
« Bene. » disse quindi, prendendo dalle mani del giovane i prodotti che era andato a comprare e aggiungendo un canzonatorio «Buonanotte.  » subito prima di richiudergli la porta in faccia.
 

But as long as you love me so,
Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow!

 
Fissò per un lungo secondo il legno della porta poi sospirò sconfitto. Scivolò seduto sul gradino, affondando le mani nel cappotto.
Il cielo era grigio e carico di cattivi presagi. La neve continuava a scendere imperterrita.
Gli si prospettava una nottata davvero poco piacevole.
Il cigolio della fessura delle lettere lo ridestò dai suoi pensieri. Accanto a lui cadde un bel pacchetto gonfio.
Si convinse a far riemergere le mani intirizzite dal loro caldo rifugio e strappò la carta pieno di curiosità.
Si ritrovò tra le mani degli spessi guanti caldi e una sciarpa di lana con un ricamo estremamente kitch che recitava “#1 dad”.
Ridacchiò tutto contento ed indossò il suo regalo con orgoglio, cominciando già a sentire la circolazione che tornava alle sue estremità.
Dall’altra parte della porta udì un risolino sommesso e immaginò la sua compagna, munita di pancione, accucciata proprio dietro di lui.
Per un momento dimenticò di trovarsi in mezzo alla bufera e si strinse su se stesso.
« Ti amo. » , bisbigliò verso la porta.
« Anche io. »
Sapeva che non l’avrebbe fatto rientrare prima di avergli impartito la sua lezione, ma improvvisamente si sentì meglio e adesso avrebbe anche potuto nevicare per sempre. Avrebbe accolto ogni fiocco col suo miglior sorriso ebete.
 
 
 





Note:

Roundrobin realizzata dall’utenza del forum The Black Parade in chiusura del nostro fantasmagorico Nero Calendario dell’Avvento! Anche quest’anno siamo riuscite nella titanica impresa, complimenti vivissimi a tutte voi! ♥
Le autrici sono, in ordine:


michiyo1age
May be
DirtyCharity
Warrior Midna
Asu chan
Tonakai
Yangrine

 

Piccola nota tecnica sul nome Sanbimu: “Io l’ho immaginata come la figlia di Genma e, dato che il suo cognome significa “luce fosforescente”, non ce l’ho fatta a resistere alla tentazione di chiamarla “raggio di sole”.
Detto ciò, spero che abbiate apprezzato il nostro piccolo lavoro natalizio: Buon Natale e Buone Feste a tutti! ♥
   
 
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