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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    25/12/2012    1 recensioni
[GirlxGirl]
Ti ricordi
c'incontrammo in un giorno di neve e di freddo
E la sera
ci facemmo un bicchiere di scura ed un giro di walzer
Con tanti saluti ad un altro Natale
Canto di Natale, Modena City Ramblers
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Fandom: Original
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
OC, GirlxGirl
Tipologia:
OneShot
Genere:
Malinconico, Romantico, Slice of Life
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi mi appartengono. La canzone è "Canto di Natale" dei Modena City Ramblers.

Note: E se neanche il Natale riesce a riempire questo vuoto, che ci provi almeno la scrittura...

PRINCIPE CHE NON SEI UN PRINCIPE

Ti ricordi
c'incontrammo in un giorno di neve e di freddo
E la sera
ci facemmo un bicchiere di scura ed un giro di walzer
Con tanti saluti ad un altro Natale

Canto di Natale, Modena City Ramblers

§§§

Come le dita che corrono sulle corde della chitarra, la cui melodia mi tira fuori dal sonno profondo in cui sono precipitata la scorsa notte, a poco a poco anche i ricordi ritornano; e assieme a loro, ritorna anche la sensazione di gelo pungente di quella giornata a ridosso di una festa che non sentivo più mia da tanti anni, sempre trascorsa nella solitudine di una tazza di thè fumante e di un disco che scivolava gracchiando sul piatto e sulla puntina che tante note aveva suonato, che tante melodie aveva intrecciato e tante vite aveva accompagnato.

In un bugigattolo semibuio, con le mani che ormai tanta familiarità avevano con la polvere che copriva il colore di spesse copertine di cartoncino mezze rotte, fu come se la porta, apertasi all'improvviso per far entrare qualcuno, con quel suo scampanellio caratteristico, avesse portato con sè, oltre al freddo vento e al turbinio di qualche fiocco di neve, anche un frammento di luce.

Non mi voltai per incrociare il tuo sguardo, non lo feci perchè non ne avevo motivo, era più interessante esaminare le macchie invisibili sul legno dei cassoni, era più comodo rinchiudermi nel mutismo di chi è solo e non vuole rompere il guscio.

Non alzai la testa, malgrado l'occhiataccia che doveva avermi lanciato il vecchio Massimiliano e rimasi coscienziosamente a osservare per l'ennesima volta quei dischi che tanto bene conoscevo, che sfioravo ogni giorno con le mani intirizzite dal freddo, alla ricerca di quel qualcosa che, almeno temporaneamente, poteva azzittire il vuoto che mi portavo dentro.

Fu un timido picchettare sulla mia spalla, unito ad un contatto umano caldo al punto da scottarmi quasi, che mi strappò a viva forza dal mio silenzio, una breccia, quella che quel semplice gesto fece, che poteva avere tanti significati, che poteva celare molteplici modi per dirmi che la solitudine era finita, che quel principe, figlio di quelle favole di bambini che mamma mi raccontava, era venuto anche per me, in un luogo non dissimile da quello in cui anche lei l'aveva incontrato.

Solo che quel principe era differente da come l'avevo immaginato, i suoi capelli corti e neri erano stati sostituiti da folti capelli di un rosso intenso, lunghi e tenuti legati da un fermaglio, il morbido abito da cavaliere che, nei miei sogni, baluginava alla luce del Sole era invece un cardigan scuro, che nascondeva un abito pesante a balze.

E il corpo muscoloso che pensavo il Destino mi riservasse era invece magro, sottile e morbido, ma caldo, incredibilmente caldo.

E le mani che mi restituivano la sciarpa caduta a terra erano quella corda che rappresentava la mia salvezza fuori da quella solitudine.

Nel tempo sospeso di quel momento, la sua voce è la stessa che sta sussurrando una canzone alle mie orecchie.

Mentre la stringo a me, ricordo quel ballo senza parole improvvisato sulla soglia di un palazzo addormentato, sotto una neve tranquilla in una notte fredda ma priva di vento.

Ricordo un bacio che sapeva di alcool, zucchero e thè assieme ad una promessa di una mattina non più solitaria, di tante mattine non più così fredde e tristi.

E apro gli occhi, sorridendo.

   
 
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