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Autore: anns    25/12/2012    9 recensioni
Perchè per Louis,Emma è la ragazza migliore del mondo: gentile,bella,educata e sempre pronta ad aiutare il prossimo,per quanto le fosse possibile. Ma il destino prima da e poi toglie e tu non puoi fare altro che essere una sua vittima e subire tutto quello che ha in serbo per te.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Slipped away



A Martina,Marta,Denise e Julia per essere le persone bellissime che sono. Vi voglio bene

 

Semptember 14th,1996
 
“Mamma,mamma guarda” disse il piccolo Louis strattonando la maglietta della madre e trascinandola con se fino alla grande vetrata che dava sul giardino. Le foglie ormai ingiallite cominciavano a staccarsi dai lunghi rami della betulla a causa del forte vento che soffiava in quei giorni di inizio autunno per poi posarsi,lentamente,al suolo e ricoprirlo interamente formando un tappeto colorato. “Che c’è Boo?” domandò la madre con uno sbuffo guardando fuori dalla finestra. “Nuovi vicini” sussurrò con voce sognante il bambino battendo le mani allegramente e cominciando a saltare sul posto. Proprio in quel momento,infatti,una macchina nera accompagnata da un grande furgone color panna attraversava il vialetto parcheggiando di fronte alla villa che era stata messa in vendita qualche mese prima,dopo la morte della signora Tiff. Louis aveva sempre odiato quella donna grassoccia che lo rimproverava ogni primavera per aver colto i fiori più belli del suo giardino per regalarli alla madre. Per non parlare quando l’ anno precedente,il giorno di Halloween,Louis e i suoi amichetti,accompagnati dal Signor Tomlinson,avevano girato tutto il vicinato per fare dolcetto o scherzetto. Giunti alla casa della signora Tiff Louis si era nascosto dietro alle gambe lunghe del padre per la paura,prima che i suoi amici suonassero il campanello. La donna si era affacciata dalla finestra con un grande secchio di acqua fredda e lo aveva versato sui malcapitati che,ricevendo la secchiata,avevano cominciato a urlare per il freddo. “Così imparate a importunare le povere donne anziane” e con quelle parole aveva richiuso la finestra e tirato le tende. Poi,due mesi prima,era morta di una malattia sconosciuta al bambino e,per un momento,uno solo, ne aveva gioito prima di chiedere scusa a Dio per aver solo pensato una cosa del genere. Louis era figlio unico e si sentiva tremendamente solo e avere nuovi vicini era una gioia per lui:forse in quella famiglia c’ era un bambino pronto a giocare insieme a lui. In primavera avrebbero potuto prendere le loro macchinine e farle sfrecciare sull’ asfalto,mentre d’ inverno si sarebbero divertiti a fare un grande pupazzo di neve sgranocchiando la carota che dovevano usare come naso per poi sostituirla con un bastoncino di legno. D’ estate invece Louis lo avrebbe invitato a passare un pomeriggio nella sua piscina gonfiabile facendo gare di apnee,era un campione in quel gioco.“Mammina cos’ è quella?” chiese curioso Louis indicando con l’ indice un grande oggetto bianco uscire dal furgone.“Sembra una tenda gonfiabile” rispose pensierosa la madre portando una mano sotto il mento.“E perché dentro c’ è una bambina?” domandò nuovamente il bambino inclinando di poco la testa. “Non lo so” e così dicendo tornò in cucina riprendendo a cucinare la cena per quella sera. Il giorno successivo Louis,mosso dalla curiosità,sgattaiolò fuori di casa con il suo orsetto in mano e suonò alla porta dei nuovi vicini. “Ciao,io sono Louis” disse il piccolo sorridendo gentilmente alla signora che gli si presentò davanti e alzando di poco la manina. “Ciao io sono Sarah” rispose la donna porgendo la mano al bambino,il quale la strinse di poco.“Ieri ho visto una bambina entrare in questa casa. Era rinchiusa dentro una grande tenda e io sono qui per salvarla:sono il suo principe azzurro” spiegò Louis gonfiando il petto e facendo ridere la signora.“Vieni con me” sussurrò solamente lei prendendolo per mano cominciando a salire i gradini di una scala.“Emma abbiamo visite” affermò la donna aprendo lentamente la porta di una stanza. Una bambina se ne stava rannicchiata all’ angolo della tenda,posta al centro della stanza,intenta a leggere un libro di favole e,scorgendo la figura del bambino dietro la madre,si alzò di scatto avvicinandosi a loro ma senza mai uscire da quell’ involucro di plastica. La donna si sedette su una sedia vicino all’ entrate della camera. “Vuoi giocare con me?” domandò schietto Louis avanzando ulteriormente verso la piccola che,vedendolo avvicinarsi,arretrò di qualche passo,impaurita. “Non posso” si limitò a rispondere Emma riprendendo tra le mani il suo libro e aprendolo alla pagina in cui si era interrotta. Il bambino si sedette sul pavimento coperto dalla moquette. “Io sono Louis Tomlinson,ho cinque anni, non ho sorelle o fratelli,vivo nella casa vicino alla tua. Sono un bravo bambino,mi piace la scuola,il calcio e so anche cantare. Ah,quasi dimenticavo,so far ridere le persone. Vuoi sentire una battuta?” domandò speranzoso. Emma annuì debolmente prima di avvicinarsi a lui,sedendosi dall’ altra parte della plastica. “Un daino dice ad un altro daino: "giochiamo a nascondaino?" "dai, no..."” disse Louis scatenando la risata della bambina. “Ti va di venire a casa mia? La mia mamma ha preparato una torta al cioccolato buonissima!” spiegò il bambino qualche secondo dopo prima di alzarsi in piedi.“Non posso uscire da qui Louis” “E perché no?” chiese deluso lui sull’ orlo di un pianto. “Forse è meglio che torni a casa Louis,la tua mamma si starà preoccupando. Puoi tornare a trovare Emma domani,se vuoi” e senza aspettare la risposta del piccolo lo prese per mano e lo accompagnò alla porta prima di sorridergli.                                       
 
August 23th,2000
 
Louis bussò per la seconda volta alla porta di casa Potter,dondolandosi avanti e indietro finche una donna di mezza età con i capelli legati in una coda altra non venne ad aprire,sorridendogli come ogni giorno e invitandolo ad entrare. “Orami conosci la strada vero peste?” disse la signora Potter scompigliando i capelli del bambino che annuì semplicemente prima di percorrere velocemente la rampa di scale che lo separava da Emma. In quei quattro anni si era sempre chiesto come mai la sua amica non uscisse mai da quella tenda di plastica ma l’ unica volta in cui aveva chiesto chiarimenti i genitori di Emma si erano limitati a dire che era troppo piccolo per capire certe cose ma che quando sarebbe diventato grande gli avrebbero raccontato tutto e Louis si fece bastare questa risposta aspettando però con ansia il giorno in cui anche lui sarebbe venuto a conoscenza del segreto. Il secondo giorno che si era presentato a trovare Emma la signora Potter gli aveva detto che sua figlia non sarebbe mai uscita dalla tenda e non si sarebbero mai potuti abbracciare,sfiorarsi ma solo vedersi attraverso la plastica trasparente. E così gli anni passarono e i due bambini trascorrevano il pomeriggio insieme a guardare la televisione che si trovava in camera di Emma che poteva udire i suoni attraverso un auto-parlante dentro la sua tenda oppure Louis le leggeva le fiabe o le raccontava la sua mattinata a scuola,istituto che Emma non aveva mai potuto vedere.“Em!” aveva cominciato a urlare Louis spalancando la grande porta di noce che dava accesso alla stanza. “Lou!” rispose con altrettanta enfasi la bambina alzandosi dal suo letto,interno alla tenda,in cui si era distesa per dormire un po’. “Sei arrivato” aveva continuato lei sorridendo felice.“Certo. Oggi la maestra mi ha portato la verifica di scienze! Sai quanto ho preso?” domando lui contento. La piccola scosse la testa e così Louis continuò: “A+” eslamò soddisfatto. “Sono stato il più bravo della classe sai? E la maestra ha detto che da grande potrei diventare un biologo ma io voglio fare il medico o il cantante” espresse lui i suoi desideri. “E tu Em cosa farai da grande?” continuò. “Non lo so” affermò rattristendosi all’ improvviso.“Cosa ti va di fare oggi pomeriggio?” domandò Louis con lo scopo di cambiare discorso. “Guardiamo la televisione? Fanno i cartoni animati!” rispose con un sorriso Emma. “Ci sono i Power Rangers!” esclamò emozionato lui indicando la televisione.“Io sono quella rosa” disse tutto d’ un fiato Emma ridendo.“E io quello rosso!” Louis appoggiò una mano alla tenda e anche Emma dall’ altra parte fece lo stesso battendo così il cinque al suo migliore amico.
 
 February 24th,2003
 
“Emma nevica” urlo Louis tutto felice sollevandosi dal pavimento per avvicinarsi alla finestra e guardare fuori dalla spessa lastra di vetro. Emma lo imitò ma,non potendo uscire dalla tenda,vide ben poco del paesaggio innevato. A Doncaster la neve non era mai caduta così copiosa come quell’ anno. Già i primi giorni di Dicembre gli abitanti avevano potuto ammirare le colline circostanti coperte da un metro di fiocchi bianchi che avevano impedito,per qualche giorno,lo spostamento delle auto costringendo tutti a rimanere a casa,vicino alla stufa,beandosi del calore che essa emanava. Louis,dal canto suo,non poteva esserne più felice:aveva saltato una settimana da scuola e aveva potuto trascorrere più tempo con Emma.“Non vedo niente” si lamentò la bambina sedendosi nuovamente per terra con le braccia incrociate e mettendo il broncio. Louis ebbe un idea geniale:scese di corsa le scale e andò in giardino. Dopo qualche minuto la porta della camera di lei si spalancò è un bambino con i capelli pieni di neve entrò mentre in  mano reggeva un secchiello. “Cosa c’è li dentro?” domandò curiosa Emma senza però sorridere. “Neve” rispose solamente lui avvicinandosi alla grande tenda e mostrando il contenuto ad Emma che appena la vide cominciò a piangere. “Perché stai piangendo?” chiese dispiaciuto Louis appoggiando la mano alla plastica bianca. “Sono solo felice ed è solo grazie a te” esclamò la bambina accennando un sorriso mentre con la manica della felpa si asciugava le lacrime. “Ti voglio bene Em” sussurrò sincero Louis piantando i suoi occhi blu su quelli dello stesso colore di Emma. “Anche io scemo” “Oggi mia mamma è andata a parlare con la maestre” affermò Louis sovra-pensiero. “E cosa le hanno detto?” chiese Emma,curiosa.“Le hanno spiegato che passo poco tempo con i miei compagni di classe preferendo stare da solo e non sanno come mai. Ma Emma io non voglio stare con loro” esclamò con un nodo in gola Louis. “Perché?” “Perché io vorrei ci fossi tu accanto a me,seduta su quel banco;perché vorrei giocare con te,ridere con te tutto il giorno e invece siamo costretti a vederci solo due ore al pomeriggio. Tutto questo è ingiusto Em. Tu dovresti essere da questa parte del mondo,non dietro a uno stupido pezzo di plastica” e alcune lacrime gli rigarono il volto leggermente arrossato per il freddo.“Purtroppo non possiamo farci niente Lou. Promettimi una cosa” gli chiese lei accennando un sorriso. “Ovvero?” “Promettimi che d’ ora in poi passerai più tempo con i tuoi compagni di classe. Noi ci vediamo tutti i pomeriggi. Devi portare la tua simpatia a tutti i bambini e non preoccuparti per me,sto bene. Promettimelo” lo supplicò. “Te lo prometto Em” disse sincero lui e da quel giorno in poi mantenne la parola data.
 
December 24th,2007
 
Un Louis orami sedicenne aprì,come ogni giorno da nove anni a quella parte,la porta della camera di Emma.“Ciao bellissima” disse sedendosi sulla moquette ormai consumata nel posto in cui era solito sedersi. “Ciao Lou” affermo Emma con voce sottile e dolce. “Come stai oggi? Passata la febbre? Mi hai fatto prendere molta paura,non farlo più” esclamò Louis incrinando la voce nell’ ultima parte della frase. “Lou,sono solo andata in ospedale per gli accertamenti che sono solita fare dopo ogni influenza e ora sono qui davanti a te. A proposito,tanti auguri Louis” lo tranquillizzo lei sorridendo e inviandogli un bacio volante che lui prese al volo posando il palmo della sua mano sulla guancia,come ad indicare che il bacio fosse arrivato. “Alzati e avvicinati al mobile vicino alla finestra. Nel primo cassetto troverai il tuo regalo. Lo ha comprato mamma ma l’ idea è stata mia” continuò. “Un profumo? Grazie non dovevi” la ringraziò lui. “Certo che dovevo:puzzi” disse Emma cominciando a ridere.“Come fai a sapere che puzzo? Stai al di la di una tenda. Non sai niente Emma” rispose bruscamente lui non avendo capito che Emma stesse scherzando. Louis volse gli occhi alla sua migliore amica e notò una lacrima rigarle il volto pallido e poi una cascata di gocce salate caderle copiosa dai suoi ormai spenti occhi azzurri e fu allora che si sentì in colpa.“Em non volevo,davvero” si scusò prontamente lui ma Emma si era già alzata in piedi e diretta proprio di fronte a lui,solo che al di la della plastica bianca.“Credo che ormai tu sia grande abbastanza per sapere la verità anche se i miei genitori sono contrari:pensano tu possa allontanarti da me ma correrò il rischio. Sono affetta da una malattia molto rara e attualmente poco conosciuta ovvero da immunodeficienza congenita. Questa malattia è caratterizzata da un deficit dell’ immunità degli anticorpi sia da un handicap delle cellule. Devo stare chiusa dentro un grande involucro di plastica che è la mia casa dove tutto è pulito e senza batteri che se entrano in contatto con il mio corpo potrei rischiare la morte. Hai presente cosa voglia dire abitare in un luogo dove tutto odora di ospedale? Sai cosa significa non poter toccare la pelle di nessuno,non aver mai sentito il calor di un corpo diverso dal tuo sotto il tocco delle dita? No non lo puoi sapere perché tu non sei malato,tu non vivi la mia vita quindi perdonami se cerco di sembrare il più normale possibile. Louis io rischio di morire per ogni piccola cosa lo sai? E in qualsiasi caso la vita media delle persone affette da questa patologia è molto bassa,io me ne andrò mentre tu vivrai quindi per favore risparmiati certe battute cattive e di poco gusto perché non sai cosa voglia dire essere me” terminò Emma il suo monologo. Louis non parlò,aprì solamente la porta della stanza e poi quella della casa e se ne andò.“Tornerà,dagli solo un po’ di tempo per assimilare la notizia” la rassicurò la signora Potter che si era da poco accomodata sulla sedia vicino alla porta.
 
January 1st,2008
 
“Signori Potter,vi prego fatemi entrare” li supplicò Louis battendo ormai per la decima volta il pugno sulla porta di casa Potter i quali però non volevano farlo passare. Intanto al piano superiore vi era una discussione in atto tra Emma e la madre. Quest’ ultima era preoccupata per la perdita di peso improvvisa della figlia la quale negli ultimi giorni si era sentita debole e non mangiava. La signora Potter riteneva responsabile Louis di ciò che stava succedendo ad Emma e per questo non si lasciava convincere dalle suppliche del ragazzo che già da quella mattina si era appostato in giardino. “Mamma se lo lasci passare,ricomincerò a mangiare. Te lo prometto” assicurò Emma alla madre che,convinta,apri di scatto la porta d’ ingresso. “Va da lei. So che sei un bravo ragazzo Louis e capisco perfettamente la tua reazione ma lei ormai è quasi dipendente da te e anche se la cosa non mi piace molto devo accettarla” disse spettinando i capelli del ragazzo. “Grazie Sarah” la ringraziò Louis baciandola sulla guancia prima di correre al piano superiore. “Lo so,sono stato un cretino il giorno del mio compleanno. Prima la battuta,poi la mia fuga ma ti prego,perdonami. Ti voglio troppo bene Em” affermò Louis con il fiatone causato dalla corsa e dall’ agitazione. “Ti ho perdonato nell’ esatto momento in cui te ne sei andato o forse non mi sono mai arrabbiata. L’ importante è che tu sia qui,con me”
 
March 24th,2009
 
“Em,ho pensato a una cosa. Magari è un idea stupida ma..” affermò Louis chiudendo il libro di Storia che era aperto sulla pagina della Seconda Guerra Mondiale.“Sputa il rospo Lou” la incitò lei.“Ho pensato che il prossimo anno potrei presentarmi ai provini di X Factor. Che ne pensi Em?” domandò lui dubbioso. La ragazza stette in silenzio per alcuni minuti prime di affermare: “Credo che sia una magnifica idea ma guarda di non diventare troppo famoso altrimenti so che ti dimenticherai di me e dovrò passare il resto della mia vita sola soletta guardandoti solo attraverso lo schermo di una televisione. Promettimi che se tutto andrà bene e passerai le selezioni sarai sempre con me,qualsiasi cosa accada. Te lo dico un anno prima così che tu te lo ricorda” lo supplicò. “Sarò sempre con te Em,sempre. Perché orami sei importante per me e non potrei immaginare amica migliore di te. Ti devo raccontare una cosa però” la avverti lui. “Da qualche settimana a questa parte frequento una ragazza. Si chiama Hanna ed è bellissima. Ha dei lunghi capelli biondi e degli occhi magnetici. Ogni volta che la vedo sento un nodo allo stomaco e vado in panico. Per non parlare delle sue labbra,sono così morbide e dopo ogni bacio ne vorrei subito un altro. Secondo te ci si può innamorare dopo così poco tempo?” chiese dubbioso Louis. “A volte ci si può innamorare anche dopo un solo sguardo” gli rispose abbassando la testa senza però farsi notare da Louis. Perché a lei era successo questo:quando a quattro anni aveva visto Louis per la prima volta se ne era innamorata. Amava i suoi capelli sempre scompigliati,i suoi occhi azzurri come il mare capaci di infonderti tranquillità,il suo sorriso perfetto e bianco come la neve che lui le aveva mostrato qualche anno prima. Louis era il ragazzo perfetto secondo lei: aveva sempre la battuta pronta ed era capace di farla ridere con poco e ogni volta che lo vedeva sentiva una strana sensazione dentro lo stomaco,come se dentro di lei tante piccole farfalle spiccassero il volo e le ginocchia cominciavano a cederle per l’ emozione. All’ inizio non aveva dato importanza a tutti questi piccoli segni ma poi,con il passare degli anni,ne era sicura:si era innamorata di lui. Ma ora,sentendo le parole del ragazzo che le stava di fronte,si rese conto di non essere quella adatta a lui. Emma,non poteva completarlo come voleva:una vita troppo difficile da sopportare,la morte che può bussare alla porta da un momento all’ altro. Non avrebbe mai rivelato i suoi sentimenti a Louis. E solo allora capì la famosa frase: “Se ami qualcuno,devi lasciarlo andare”.
 
July 7th,2010
 
Louis percorse di fretta le scale dell’ ospedale San Michelle per dirigersi,con altrettanta velocità nel reparto in cui si trovava Emma. Quando,pochi minuti prima il suo cellulare aveva squillato,interrompendo la discussione tra lui e Hanna, e aveva notato il nome della Signora Potter lampeggiare sullo schermo a caratteri cubitali il cuore aveva cominciato a battergli forte. Lui e Hanna si erano lasciati qualche settimana prima ma lei non ne voleva sapere di perderlo: continuava a chiamarlo e a presentarsi a casa sua anche a ora impensabili. Ma Louis aveva fatto chiarezza sui propri sentimenti e,rendendosi conto che il suo cuore batteva per Emma e non per Hanna,si era recato a casa di quest’ ultima con lo scopo di mettere fine alla relazione che li legava da più di un anno. E ora si trovava con il cuore in gola per la paura a percorrere dei corridoi che odoravano di disinfettante. La signora Potter al telefono gli aveva detto: “Louis,Emma è in ospedale ed è grave. Vieni subito,ti aspettiamo” e appena ebbe udite quelle parole il suo cuore si fermò per un secondo perché la consapevolezza che la persona che amava poteva andarsene da un momento all’ altro si stava facendo sempre più grande e probabile. “Cerco Emma Potter,sa dove potrei trovarla? E’ stata ricoverata qui oggi” chiese Louis trafelato a un infermiera che passava di li la quale aprì la cartellina gialla che teneva tra le mani facendo scorrere l’ indice sulla lista di nomi che si trovava sotto gli occhi. “Stanza 11” disse solamente appoggiando una mano sulla spalla del giovane per infondergli coraggio ma lui non trovò quel gesto gentile,no tutto il contrario. La odiava perché anche lei sapeva che Emma se ne stava andando e non poteva salvarla. Louis stava morendo dentro ogni secondo che passava lontano da Emma e se lei se ne fosse andato lui si sarebbe sentito senza una parte di se stesso. Si può vivere con un cuore a metà?“Louis,tesoro” sussurrò la Signora Potter stringendo il ragazzo in un abbraccio mentre veniva sopraffatta dai singhiozzi che riempivano il corridoio che odorava di disinfettante. “Come sta? Cosa hanno detto i medici? Cosa le è successo? Dov’ è ora? Si riprenderà?” troppe domande,troppe poche risposte positive. “Non sanno con precisione cosa le sia accaduto,un virus ha attaccato il suo sistema immunitario e non ha saputo difendersi come invece doveva. E’ debole e i medici non ci hanno dato buone notizie,se ne andrà presto Louis. La mia piccola Emma se ne andrà” e cadde in ginocchio battendo i pugni sul pavimento. Louis si sentiva egoista,aveva pensato solo a se stesso e al dolore che sarebbe derivato dalla scomparsa di Emma,della ragazza che amava mentre i signori Potter avrebbero perso la loro unica figlia. Sollevò di peso la donna e la abbracciò forte per infonderle coraggio e lo stesso fece con il Signor Potter,dovevano farsi forza a vicenda.“Entra,vorrebbe vederti” disse solo l’ uomo dando una pacca leggera sulla spalla del ragazzo che si limitò ad annuire e a entrare nella stanza 11. Emma,la sua Emma,se ne stava distesa sul letto dentro una grande tenda,non la sua ma quella dell’ ospedale. Anche al di la di essa Louis notò i suoi occhi chiusi,i capelli biondi spenti ricaderle morbidi sul cuscino bianco,le mani affusolate ai lati del bacino e si sentì piccolo e inutile di fronte a quella scena. All’ improvviso lei aprì gli occhi e si alzò facendosi forza e avvicinandosi al perimetro dell’ involucro di plastica. http://www.youtube.com/watch?v=JbXvZ8t8GfQ
“Sei qui” disse solamente appoggiando la mano destra sulla tenda che subito fu coperta da quella più grande di lui.“Io sarò per sempre con te piccola. Oggi ho lasciato definitivamente Hanna perché mi sono accorto di amare un'altra ragazza e quella ragazza sei tu” affermò deciso sorridendo.“Louis,io sto morendo” e vedendo che il ragazzo stava per parlare continuò “mi rimangono pochi giorni al massimo. Ormai sono stata infettata da un virus. Ho parlato con i miei genitori e ho espresso il desiderio di abbracciarti,almeno una volta nella vita. Loro adesso se ne andranno come anche le infermiere,sotto mia richiesta. Voglio passare l’ ultimo tempo che mi resta con te” e dopo che ebbe detto questo chiamò dentro la stanza tutti e espresse la sua volontà sotto gli occhi addolciti di tutti. Quando si accertarono che nessuno li avrebbe più disturbati Louis abbassò la cerniera della tenda e mosse il primo passo verso di lei la quale avanzò verso il ragazzo. Bastarono pochi secondi e i due corpi si strinsero in un abbraccio,corpo contro corpo. Emma sentì subito il calore delle braccia di Louis sotto la sua maglietta del pigiamo sottile e le sue labbra posarsi sul suo collo scoperto. “Voglio fare l’ amore con te Louis” diede sfogo ai suoi pensieri Emma e sentì sussultare il ragazzo che le stava di fronte,“Sei sicura?” le chiese Louis.“Si”rispose lei semplicemente. Louis con estrema lentezza portò le sue mani grandi sotto la maglietta del pigiama di lei e cominciò a sfilargliela mentre dolcemente la baciava per la prima volta. Le sue labbra sapevano di vaniglia e se avesse potuto,le avrebbe baciate tutta la vita. Emma,sentendo le labbra di Louis sulle sue e un gusto di menta fresca in bocca,sentì lo stomaco chiudersi e le gambe cedergli tant’è che dovette appendersi alle spalle del ragazzo per non cadere. Una scarica d’ elettricità le partì dai piedi e la scosse facendole venire i brividi che non passarono inosservati a Louis. Con le mani tremanti cominciò ad abbassare la zip della felpa del ragazzo facendola poi cadere a terra. Una maglietta bianca a manche corte copriva il corpo caldo di Louis e quando anche questa raggiunse il terreno Emma potè ammirare il petto muscoloso del ragazzo,leggermente abbronzato. Le labbra di Emma si posarono sulla clavicola di lui mentre delle mani le sfilarono dolcemente i pantaloncini corti e successivamente gli slip. Appena si rese conto di essere quasi totalmente nuda di fronte a lui se ne vergognò e per non far notare a Louis il rossore delle sue guancie lo baciò. Fu un baciò prima casto poi bisognoso,non c’ era tempo e sapere che non avrebbe più baciato le sue morbide labbra che sapevano di menta le provocò una stretta allo stomaco. Entrambi,dopo qualche minuto,si trovarono nudi l’ uno di fronte all’ altro. Louis fece indietreggiare di poco Emma facendola distendere sul suo letto. I capelli biondi lunghi le ricoprivano le spalle e le braccia e un sorriso sincero le illuminò il volto. Si baciarono con dolcezza mentre il ragazzo entrò lentamente in lei e appena notò le lacrime causate dal dolore scivolarle lungo le guancie si chinò a coglierle tra le sue labbra sentendo il sale bruciare appena sul taglio causato da un morso sul labbro inferiore fattogli da Emma precedentemente. “Shh,va tutto bene Em. Passerà presto,te lo prometto” le assicurò posando le sue labbra su quelle della ragazza la quale annuì lentamente. Emma soffriva ma cercava di non darlo a vedere a Louis il quale,per quanto gli fosse possibile,cercò di alleviarle il dolore causato dalla perdita della verginità. Il dolore si trasformò in desiderio e fu quando entrambi raggiunsero l’ apice del piacere insieme che sussurrarono contemporaneamente un “ti amo”. E non c’ era parola più vera per esprimere le emozioni di quei due ragazzi perché si completavano. Le persone spesso si chiedono cosa sia l’ amore,come fare a riconoscerlo per non farselo scappare e vivere felici per tutta la vita ma Emma e Louis lo avevano capito semplicemente guardandosi negli occhi,si sono amati giorno dopo giorno,dopo i numerosi sorrisi, gli sguardi nascosti,i baci desiderati ma il loro non è stato un amore comune,è stato un amore che è andato contro tutti gli ostacoli della vita,oltre la malattia,oltre la morte.
 
July 15th,2010 http://www.youtube.com/watch?v=gcM02aV39xc
 
La Chiesa era gremita di gente e Louis cercava di farsi spazio tra le gente per cercare di raggiungere il primo banco dove era sicuro di trovare i Signori Potter. Dopo alcuni minuti e numerose gomitate si sedette vicino alla Sarah posando una mano sulla sua cercando di infonderle più forza possibile. L’ organo cominciò a suonare la marcia funebre e,accompagnata da quella triste melodia,la bara fece il suo ingresso in chiesa. Il cuore di Louis si fermò e fu come se il mondo avesse smesso di girare. Perché quando il giorno dopo aver fatto l’ amore con Emma il cuore della giovane si era fermato,lui si sentì mancare ma non crebbe comunque alla notizia della morte della sua ragazza. E non bastarono neppure sette giorni a casa sua a piangere per rendersi conto di ciò che era avvenuto. Aveva smesso di mangiare,non era più uscito di casa e non voleva essere disturbato da nessuno. Voleva solo rimanere nella sua camera,al buio, sotto le coperte a rivivere i ricordi più belli della sua vita con Emma con ancora il suo profumo sulla pelle e il gusto di vaniglia sulle labbra e l’idea di completezza che ebbe nel momento in cui fecero l’ amore quel giorno in ospedale. Ma ora,mentre la bara,avanzava lentamente sotto l’ occhio attento dei partecipanti, Louis si rese conto che lei se ne era andata veramente e che non sarebbe mai più tornata e sentì un senso di nausea pervaderlo e il sudore causato dalla paura imperlargli la fronte. Si sentì improvvisamente solo,in un posto pieno di persone. Perché Emma non era li con lui, Emma era in un posto migliore ma lui non era pronto a lasciarla andare ed era ingiusto che una ragazza come lei,sempre solare,generosa,dolce e bella se ne fosse andata lasciando il vuoto dentro di lui. E mentre il sacerdote,durante la predica, cominciò a parlare di Emma si ritrovò a insultarlo perché in fondo lui non sapeva niente di lei ma anche a odiare Dio per averle tolto la persona che più amava al mondo. La cerimonia passò e con essa anche la sepoltura nel piccolo e verde cimitero di Doncaster. Louis,quando la bara scivolò silenziosamente nel terreno,sentì una parte di se staccarsi dal suo corpo ed essere coperta dal mucchio di terra insieme al corpicino di Emma ma gli andava bene così perché Emma era parte di lui e quando era morta si era sentito morto anche lui. Un leggero vento cominciò a soffiare e un fiore di pesco cadde dal ramo dall’ albero per posarsi accanto alla foto che ritraeva Emma sorridente,all’ età di sedici anni. Sulla lapide era stata incisa una scritta voluta da Louis: “Regalami un sorriso,tu che passi” perché Emma meritava tutti i sorrisi del mondo,lei che con il suo sorriso aveva illuminato il mondo,il suo mondo.
 
Dicember 3rd,2012
 
“Harry hai per caso visto la mia giacca?” chiese scocciato Louis saltellando su una gamba sola mentre cercava di allacciarsi la scarpa.“E’ dentro il forno” gli rispose il riccio.“E come c’ è finita la dentro?” domandò sconcertato il primo,recandosi a passo spedito in cucina.“Ah non lo so” alzò le mani Harry come per far intendere che lui non centrasse niente in quella faccenda. Il campanello suonò e Liam,seguito da Niall e Zayn entrarono in casa sfregandosi le mani e beandosi del calore del soggiorno. “Siamo in ritardo,come sempre” sbottò il primo sedendosi sul divano,nell’ attesa che Louis e Harry si sbrigassero. “Eccoci,siamo pronti” urlò Styles seguito dal suo migliore amico. Chiusero a chiave la porta e uscirono velocemente dall’ abitazione presa in affitto li a New York. Il cielo quel giorno era plumbeo e i tenui raggi del sole che filtravano attraverso le nubi scure non riscaldavano l’ aria e Louis cominciò a stringersi del suo cappotto. Dopo dieci minuti di passeggiata tra i caos newyorkese i cinque ragazzi si fermarono di fronte a una casetta a schiera,dotata di un piccolo giardino. Il cane,appena li vide, cominciò a scodinzolare felice e Liam lo accarezzò prima di essere interrotto dalla porta di ingresso che si apriva. Un uomo sulla cinquantina,con una folta barba grigia e i capelli dello stesso colore tagliati corti,gli sorrise prima di farli entrare in casa propria. “Voi dovreste essere gli One Direction,sbaglio?” domandò l’ uomo.“No,siamo proprio noi. E’ un piacere conoscerla signor Douglas” rispose Niall presentandosi,seguito da tutti gli altri.“Mia moglie Jessica vi sta aspettando in salotto,accomodatevi” e gli indicò la strada. Una donna magra,con i capelli marroni raccolti in una crocchia se ne stava seduta al lato di un grande divano in pelle nera esibendo un sorriso bianco come la neve. I cinque ragazzi,intimiditi,la salutarono cordialmente prima di prendere posto accanto a lei e al marito.“Credo lei sappia il motivo della nostra visita Signora Douglas. La madre di Liam, una sua grande amica,mi ha informato che lei è la presidente di un’ associazione che si occupa della ricerca contro l’ immuno-deficienza congenita. Due anni fa è venuta a mancare la mia ragazza ,affetta da questa malattia, e vorrei donare una cifra consistente dei miei guadagni per far si che la ricerca scientifica progredisca e si riesca a trovare una cura o per lo meno a diagnosticare prima della nascita del bambino questa patologia. Ho già scritto sull’ assegno i soldi che voglio donare,a lei chiedo solo di darmi la certezza che questi soldi saranno realmente destinati alla ricerca e che si cercherà di fare il possibile per i malati di immuno-deficienza congenita” concluse Louis con un nodo alla gola. Perché,nonostante fossero passati due anni,il ricordo di Emma era sempre vivo in lui e lo aveva impedito a trovare una nuova ragazza,per lui c’ era ancora solo Emma.“Signor Tomlinson vorrei ringraziarla a nome di tutti coloro che lavorano con me per la sua grande generosità. Le assicuro che faremo il possibile per trovare una cura. Mi dispiace molto per la sua ragazza e spero che,grazie anche alla sua donazione,molti ragazzi possano guarire e vivere una vita migliore”. Dopo essersi assicurato di ciò e aver donato i suoi soldi all’ associazione della Signora Douglas,Louis,seguito dai ragazzi,di recò al Madison Square Garden,dove quella sera avrebbero tenuto il concerto più importante della loro vita. Appena arrivarono in camerino,Paul,la loro guardi del corpo,li attendeva con un pacco tra le mani e una busta appoggiata sulla scrivania.“Louis,oggi pomeriggio è arrivata questa per te da Doncaster,te la mandano dei certi Signori Potter” e detto questo uscì. I ragazzi,che capirono immediatamente la delicatezza della situazione,vollero lasciare Louis solo ad aprire la scatola e a leggere la lettera che gli era stata inviata. Dopo che se ne furono andati tutti Louis tolse lo scoach che sigillava il pacco e lo aprì. Al suo interno vi trovò degli oggetti che ricordava aver visto nella stanza di Emma,alcuni anni prima: il suo peluche bianco a forma di foca,una penna mangiucchiata sul tappo,il pigiama che indossava il giorno in cui fecero l’ amore, una sua collana con la lettera E di Emma. Appena la vide la strinse a se e la indossò,sarebbe stato un modo per sentirla sempre vicina. Dopo di che aprì la busta e la scrittura di Emma,ben conosciuta da Louis, campeggiava su tutto il foglio. Con il nodo in gola per l’ ansia e per l’ emozione cominciò a leggere: http://www.youtube.com/watch?v=BphrCg8SDFI
 

July 7th,2010 h 10.30 pm

Ciao Lou,se leggerai questa lettera significa che molto probabilmente io non ci sarò più. Ho dato precise informazioni su quando fartela arrivare insieme al pacco con tutte le mie cose ovvero quando saresti diventato famoso quindi immagino che ora starai realizzando il tuo sogno cavalcando i più importanti palchi del mondo:ce l’ hai fatta amore. Sai,credo di essermi innamorata di te il primo giorno in cui vidi la tua figura dietro le gambe di mia madre entrare in camera mia. Avevi dei capelli corti,tagliati a scodella e degli occhi grandi che brillavano come pietre. Eravamo piccoli Louis,molto piccoli ma in qualche modo,non so come,mi sono sentita legata a te fin da allora. Non potevo immaginare però quello che sarebbe successo dopo. Gli anni cominciarono a passare e io,all’ incirca intorno ai quattordici anni, ho cominciato a capire che quello che provavo per te non era una semplice amicizia bensì qualcosa di più ma non ho avuto il coraggio di confessartelo. Poi è arrivata Hanna,mi parlavi sempre di lei e io ogni volta sentivo il mio cuore emettere un crach, un rumore sordo perché avrei tanto voluto essere io al suo posto ma come potevo? Ero solo una ragazza malata,troppo difficile da avere come amica figuriamoci da fidanzata. Così mi sono detta:se lo ami davvero,devi lascialo andare ma non ci sono riuscita. Ogni volta che passavi la porta della mia camera il mio stomaco si chiudeva e il tuo sorriso era il mio. Ma le cose belle non durano mai per sempre.. Infatti oggi sono stata portata d’ urgenza in ospedale dove sono ancor’adesso ma con uno spirito differente. Appena arrivata ero sofferente,volevo morire il prima possibile,porre fine a tutte le sofferenze ma questo giorno è stato anche il più bello della mia vita. Questa mattina mi hanno detto che mi restano poche ore di vita,al massimo un giorno ma non ho avuto il coraggio di dirtelo prima,quando sei arrivato ma va bene così. Hai realizzato il mio più grande desiderio:abbiamo fatto l’ amore. Non so se per te fosse la prima volta ma per me,come potrai immaginare,lo era e non credo che sarebbe potuta essere più bella di così. Perché io ti amo Louis,ti amo come nessuno potrà mai amarti ma devo lasciarti andare e tu devi ricominciare a vivere di nuovo,senza di me. Perché quando tu leggerai questa lettera,io non ci sarò più e ti conosco,mi penserai ancora ma non è giusto. Tu hai tutta la vita davanti amore mio ed è giusto che tu la viva a pieno. Non impedire che il mio ricordo ti blocchi dal conoscere nuove persone,dal trovare una nuova ragazza. Perché io vivrò sempre dentro di te,dentro il tuo cuore e ti proteggerò sempre. Ricomincia a vivere amore mio! Ti amo più di ogni altra cosa al mondo. Tua per sempre
                                                                                             Emma
 
Le lacrime cominciarono a scendere copiose sul viso di Louis,il quale si ritrovò stretto in un abbraccio dai suoi quattro migliori amici. Emma era stata per lui il punto di riferimento della sua gioventù,l’ ancora fissa,il faro che illumina la via. Ma ora doveva ricominciare a vivere e doveva farlo per lei,perché era stata Emma a chiederglielo. Doveva rialzarsi sulle sue gambe e riprendere in mano le redini della sua vita e farne una meraviglia. L’ orologio appeso al muro segnò la data d’ inizio del concerto e le Directioner,le loro fan,cominciarono ad urlare e lui sentì una scarica d’ adrenalina pervaderlo e la collana di Emma cominciare a bruciare sulla sua pelle. Emma sarebbe stata con lui,per sempre,ne era certo e si sarebbero amati fino all’ eternità perché insieme si completavano,insieme erano imbattibili e il loro amore era sopravvissuto oltre lo scorrere del tempo e oltre la sua morte.“Sono pronto” disse Louis aprendo la porta del loro camerino e avviandosi insieme ai ragazzi a passo spedito e con un sorriso sulle labbra verso l’ inizio della seconda parte della sua vita,con il ricordo della prima,appartenuta ad Emma,incisa nella sua mente ma soprattutto nel suo cuore.


Per la stesura di questa storia sono state condotte ricerche approfondite sulla malattia trattata grazie all' uso di testi di medicina e all' uso di internet

   
 
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