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Autore: ElPsyCongroo    25/12/2012    2 recensioni
Nel grande Regno del Giallo vivono due giovani ragazzi, anzi, una ragazza e un ragazzo, dai capelli del colore dell'oro e gli occhi del colore del cielo. Hanno un carattere un po' strano, malato per certi versi. Inoltre sono di una bellezza regale, a soli 14 anni entrambi hanno un grandissimo fascino. A questo punto si potrebbe pensare che siano fratelli, addirittura gemelli, e che siano i regnanti del Regno del Giallo no?
E invece lei è principessa del Regno, mentre lui è solo suo servo.
Lei è una regina arrogante, malvagia.
Lui è un servo fedele, malvagio.
Lei ama il suo servo, ma non come amante, ma come una sorella ama un fratello.
Lui ama la sua principessa, come un fratello ama una sorella.
Perché è questo che sono, fratelli, gemelli, anche se lei non lo sa.
Oltre a loro però ci sono altre persone che nascondono segreti, come la popolana dai capelli rossi, la serva dai lunghi capelli color smeraldo e il principe dagli occhi color zaffiro.
Un Regno intero finirà a causa di questi segreti.
Essi porteranno alla più grande tragedia.
(Si tratta della storia completa di Aku no Musume, anche se questa è solo la prima parte ^^).
Genere: Drammatico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Aku no musume

†La Figlia del Male†

Capitolo 1: Che cosa stupida!

“Che cosa stupida!”

“Non è stupida mia signora, è reale.

Non mi crede?”

“Non è quello il punto!”

“E allora qual’ è?”

“Semplice!” rispose con un gran sorriso.

“Tutto ciò che desidero mi viene donato da Len, no?”

“Ha detto una cosa molto dolce principessa,” e a queste

parole lei divenne tutta rossa

“ma ci sarà qualcosa che io non posso darle.

Ci provi, non le costa niente! E poi le assicuro che funzionerà, non si fida di me?”

“Uffi, così non vale! Lo sai che di te mi fido! Però in quanto principessa e futura regina di un regno  credere a una leggenda popolare non va bene! Non mi si addice …”

“Allora facciamo così …”

“Che stai?!...”

Un lieve movimento e la scintillante corona che dichiarava con la sua presenza la regalità della ragazza fu posata a terra con un lieve tonfo.

“Ora non è più la principessa, ma semplicemente Rin.

 Così non dovrà più prestare attenzione all’etichetta, giusto?”

“Mhh…”

“Cos’è che la turba ancora?”

La principessa divenne tutta rossa alle parole del suo servo,

e si voltò dall’altra parte per non farsi vedere.

“… hai un buon profumo…” mormorò con un lieve sorriso.

“Come ha detto scusi? Parli più forte, altrimenti non posso sentirla.”

“HAI UN BUON PROFUMO!!!” gridò la principessa Rin, diventando ancora più rossa voltando le spalle al servo, al SUO amato servo, così simile a lei.

“Ahahahahah!!!”

“Che hai da ridere?!”

“È  troppo buffa principessa!”

“Come osi-” non riuscì a terminare la frase perché fu avvolta dall’abbraccio del suo Len.

“La prego, non si offenda, l’ho detto in senso buono! Aveva un’ espressione così dolce, serena, bella, totalmente differente da quella che mostra di solito ai suoi sudditi e al resto della corte! Dovrebbe essere sempre così allegra e spensierata, sarebbe davvero splendido.”

“Tsk, sono solo degli stupidi e degli approfittatori quei sudditi; se io mi dimostrassi benevola diventerebbero degli avvoltoi. Devo essere severa con loro, così come lo era mio padre prima di me, prima che morisse; è ciò che mi ha insegnato sin da piccola, per essere una regina forte. Ma per fortuna ci sei tu, con il quale posso essere me stessa, semplicemente Rin, e non la principessa.” Disse lei, accoccolandosi tra le braccia di Len.

“La ringrazio per il suo affetto, principessa. Allora, tornando all’argomento di prima: lo facciamo?”

“…ok.”

Len prese un pezzo di carta e  lo divise in due, porgendo una delle due parti all’ancora titubante principessa. In seguito aprì la boccetta d’inchiostro e porse la penna a Rin.

“Su, scriva prima lei.”

“Ok ok!... Ecco fatto! Contento?”

“Ovviamente! Ora aspetti un attimo.” Dopo aver scritto anche lui sul foglietto prese due bottiglie vuote che aveva rubato dalle cucine e inserì un foglietto per bottiglia. Si alzò in piedi e tese una mano verso la principessa “Su, andiamo.”

Mano nella mano si avvicinarono alla riva del fiume. “Ora stringa la bottiglia con il suo desiderio al cuore e lo ripeta mentalmente una volta.” Restarono entrambi così per un po’, con gli occhi chiusi e una bottiglietta di vetro vicina al cuore.

“È  pronta?”

“Sì.” Chiusero le bottiglie con un piccolo tappo e le  gettarono nel fiume, seguendone il loro profilo fino a che non furono dei punti lontani che si dirigevano verso il mare.

“Ora ci penserà il mare ad esaudire i nostri desideri. Visto, non era mica così difficile.”

“Sarà, però non sono affatto convinta che il mio desiderio si avveri solo perché bagnato dal mare.”

“Non è per quello che si avvera, ma per l’intensità con cui lo esprime. Il mare penserà a proteggerlo. Su, è ora di tornare al castello, inizieranno a chiedersi che fine ha fatto.”


“Aspetta un attimo! Dimmi che cosa hai desiderato! ”

“Non si può dire cosa si ha desiderato, altrimenti non si avvera!”

“No dai, ti prego, dimmelo, ora sono ancora più curiosa di prima!”

“Nono principessa, su, ora andiamo.”

“Non mi muovo da qui fino a quando non mi dici cosa hai desiderato!”

“Oh, quanto è insistente! Si avvicini, glielo dirò, a patto che non faccia più i capricci!”

“Finalmente!” La principessa si avvicinò a Len e lui si avvicinò pian piano e dolcemente al suo orecchio  sussurrando “Ho desiderato che il seno della principessa cresca!” e detto questo scoppiò a ridere.

La principessa divenne ancora rossa e con uno spintono allontanò il servo da se urlando “Ah sì?! E allora io ho desiderato che tu diventi più alto, tappetto!”

“Tappetto eh? Guardi che siamo alti uguali, così dicendo prende in giro anche se stessa.”

“Non è vero! Io sono una ragazza, ed è un’altezza normale la mia! Tu invece sei un ragazzo, non è normale che tu sia ancora così basso! E poi un servo non dovrebbe essere così indisponente con la sua padrona, dovrei punirti per avermi derisa cos-!” non riuscì ha terminare la frase perché una manata di acqua gelida la investì, bagnandola da capo a piedi.

“Ahah, sembra un pulcino bagnato!” Len era vicino al fiume, con le mani gocciolanti e piegato in due dalle risate.
“Come hai osato! Ora me la pagherai!” urlò Rin e così dicendo si lanciò su Len che nel frattempo stava tentando di ricomporsi, facendolo cadere nel fiume gelato con lei sopra. I due riemersero dall’acqua e cominciarono a ridere lanciandosi l’acqua del fiume addosso, bagnandosi ancora di più di quanto non lo fossero già.


“Principessaaaaa! Principessa Riiiin, dov’è? È tardi e sta sera abbiamo ospiti, deve prepararsi! Principessaaaa!!!”

“Oh no, è arrivata la domestica!”

“È meglio che esca dall’acqua, e di corsa!”

“Principessa! Come mai è tutta bagnata? E anche tu servo, che ci fai nel fiume?”

“Colpa mia signora. La principessa si era avvicinata troppo al fiume in un mio attimo di disattenzione ed è caduta. Quando mi sono avvicinato per soccorrerla ho avuto la sua stessa sorte.”

“Inutile servo, dovresti evitare che certe cose accadano. Su principessa Rin, andiamo! E anche tu, sbrigati!”

Rin seguì la domestica e con un ultimo sguardo salutò Len.

“Comunque…
“Comunque…

…ti ho detto una bugia…

…non le ho detto la verità…

…il mio desiderio è…

…il mio desiderio è…

…restare per sempre con te…”

…e che tu sorrida per sempre, sorellina mia…”

 

Qualche tempo dopo…: Non sono bellissima?

«Josephine! Josephine! Più veloce, più veloce!»

Eccola di nuovo, faceva sempre così. Ogni volta che riusciva a trovare un po’ di tempo libero (o piuttosto, ogni volta che fuggiva dai suoi impegni) andava nella stalla, saliva in groppa alla sua adorata giumenta Josephine e si lanciava al galoppo negli sconfinati campi di proprietà del castello, divertendosi sempre come una bambina, sempre come se fosse la prima volta.

Le bastava così poco per essere felice: in fondo aveva appena 14 anni ed un intero regno sulle spalle; era ovvio che si divertisse con poco, purché fosse lontana dai doveri regali.

«Len, Len! Prendimi!»

«Cos- uahhwww!!!»

La principessa, mentre Josephine era ancora lanciata nella sua frenetica corsa, gli si gettò letteralmente addosso.

«Ma è impazzita per caso?! Poteva farsi seriamente male!» gemette Len, scostando dolcemente la principessa dal suo corpo.

«No, perché sapevo che c’eri tu a prendermi e so che non lasceresti mai che mi succeda qualcosa.» disse lei, rotolandosi sul prato colmo di fiori sul quale Len si stava riposando prima di ricevere quel “dono” dal cielo.

Era vero. Totalmente, assolutamente vero. Se anche tutto il mondo fosse stato contro di lei, Len non avrebbe mai permesso a nessuno di farle del male, anche a costo di diventare malvagio per lei, anche a costo di morire  per lei, per la sua adorata Rin, la sua dolce sorellina.

«Questo è vero miss Rin, così però rischiamo di farci del male entrambi. In più è pericoloso lasciare andare da sola Josephine a quella velocità, potrebbe distruggere qualcosa o qualcuno. Quindi, con il suo permesso, andrei a cercar-»

«Guarda Len, ti piace?»

«…la…» terminò Len con un sussurro, guardando la principessa che dopo aver intrecciato alcuni fiori aveva formato una ghirlanda, in modo da creare una piccola corona che sembrava splendere sul suo capo.

«Non sono bellissima?» chiese con un gran sorriso.

“Hey fratellone, non sono bellissima?”

La sua sorellina si era messa una ghirlanda di fiori in testa, così da sembrare la corona di una principessa. 
“Allora Len, che ne dici?”

Voleva bene a sua sorella e in quel momento la trovava più graziosa che mai, però voleva farle un piccolo scherzo. È questo che fanno i fratelli grandi ai più piccoli, è una sorta di tradizione.
“Dico che non sei affatto bella con quei fiori in testa, sembri un vaso fiorito!”

Non l’avesse mai detto. Il dolce volto della sua sorellina si fece più triste che mai, e i suoi grandi occhioni sempre allegri le si riempirono di lacrime.
“Cattivo Len, cattivo! Ti odio! Non ti voglio più, vattene!!!” strillò la piccola, strappandosi la ghirlanda dalla testa riducendola a brandelli e buttandola a terra, piangendo disperata.

“Scusami, perdonami Rin! Non volevo farti piangere, ti prego, perdonami! Sono stato uno stupido! Io voglio che tu sorrida sempre, quindi ti prego, non piangere più!” disse in preda al panico Len, abbracciando la sorella e rimettendole in testa quel poco che restava della ghirlanda.
“Volevo dire che non sei bella, sei bellissima. Sembri una regina, anzi, la principessa delle fate, a cui tutti, persino i fiori più belli del mondo, si inchinano per ammirarne la bellezza!”

“Davvero? Non mi stai prendendo in giro?”
“Davvero davvero.”
“Ahhhh, grazie Len!” gridò la piccola Rin, dimentica del pianto, abbracciando forte il fratello.


-È vero- si disse Len –quelle cose le fanno i fratelli maggiori. Noi siamo gemelli,  anzi, sei nata prima nata tu, per questo il nostro destino è di dividerci, ma io ti proteggerò in eterno, anche quando non ti ricorderai più di me.-

«Allora Len, ti sei incantato? Ti dai una mossa a rispondermi?»

«Scusatemi principessa» si affrettò a dire Len, tornando al presente, risvegliandosi da quello che sembrava un sogno, ma che in realtà sarebbe stato l’inizio di un incubo. «Siete bellissima. Sembrate la regina delle fate, a cui tutti, persino i fiori più belli del mondo, si inchinano perché provano vergogna non potendo competere con voi e con tanta bellezza.»

«Beh, mi pare ovvio!» disse Rin, dopo essere arrossita lievemente, tornando ad essere per un attimo la bambina di un tempo «Sono la futura regina del regno più grande e maestoso, è ovvio che io sia così bella!» dichiarò, tornando alla sua solita spavalderia.

«Ha ragione, non potrebbe essere altrimenti. Su, si rialzi e si rimetta la corona, quella vera intendo, che ha perso durante l’incredibile volo di poco fa. Deve andare a prepararsi, oggi deve incontrarsi con il Principe del Regno del Blu.»

«Uffi, odio questi incontri! Sono noiosi, devo essere tutta rigida e pomposa e se sbaglio qualcosa la vergogna cadrebbe sull’intero regno e la domestica non mi permetterebbe più di vederti!»

«Allora si impegni, così non corre rischi. Le ricordo che io oggi non ci sarò, quindi mi raccomando, si comporti bene, altrimenti se verrò a sapere che ha fatto la bambina sarò io a punirla!» disse Len con un ghigno stampato sulla faccia.

«Non oserai-?!»

«E invece sì!» gridò, prendendola per i fianchi e cominciando a farle il solletico, provocandole una crisi incontrollata di risate.

«Basta, basta! Ok ok, mi comporterò bene! Ma ora basta, ti supplico, non ce la faccio più!» gridò lei senza fiato tra le risate.

«Perfetto. Allora, è un po’ più allegra adesso? È pronta per l’incontro?»

«Ora sì, grazie Len.»

«È il mio dovere miss. Su, ora vada, altrimenti si arrabbieranno con me per il ritardo. In più devo andare in città a prendere i rifornimenti, e se non parto subito arriverò in ritardo.» concluse, posando un lieve bacio sulla fronte della principessa.

«Ok, mi raccomando, torna presto, altrimenti mi annoio, bye.» sussurrò all’orecchio del servo e si allontanò, correndo verso una delle tante domestiche del castello.

Len la guardò allontanarsi con un sorriso, ripensando a quell’ultimo sussurro, e con ancora in testa il sorriso di lei si diresse verso le carrozze che l’avrebbero condotto in città, dove lo aspettava l’incontro che avrebbe distrutto tutto.

___________

Nota d'autrice: e questo è il primo capitolo/one-shot dedicato ad Aku no Musume. Parlo di primo capitolo o one-shot perché dipenderà da quello che voi desidererete. Io ho pensato a questa come ad una long fic, che raccontasse tutta la storia di Aku no Musume, ma mi sono resa conto che questo primo capitolo funziona anche come one-shot. Comunque spero vivamente che preferiate vedere come procede la storia, ci tengo davvero molto, quindi spero di ricevere al più presto recensioni che ne richiedano la continuazione. Se così non fosse resterà una one-shot dedicata ai nostri gemelli. Fatemi sapere presto cosa ne pensate,

ElPsyCongroo

  
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