Serie TV > Merlin
Ricorda la storia  |      
Autore: Allyii    25/12/2012    8 recensioni
Ecco come doveva finire Merlin, secondo me... in chiave Merthur!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ok, ragazzi, eccomi a delirare pesantemente dopo aver visto l’ultima puntata di Merlin.

Ovviamente. Dopo quel finale, non potevo non scrivere una Fanfiction  -che poi non sarà una vera e propria Fanfiction, ma solo frasi sconnesse di una povera matta- in cui stravolgerò gli ultimi dieci minuti.

Già, perché trovo che la puntata non sia tutta da buttare. Sono felice che non ci siano stati scontri tra Draghi e che le morti di Mordred e Morgana –che sono due personaggi che comunque apprezzo- e quella di Gwaine –che potevano davvero risparmiarsi- siano state veloci.

Merlin non è mai stato un Telefilm dedicato alla guerra, ma l’ho sempre considerato sotto forma di psicologia e sentimenti.

E poi, in questo modo, c’è stato più spazio per il Merthur!

Sono stata felice che Merlin e Arthur abbiamo fatto il viaggio a piedi, anzi che sul dorso di Kilgharrah, così da approfondire i loro sentimenti.

Lascerei tutto immutato fino alle ultime parole di Arthur: JUST HOLD ME. (Stringimi soltanto)

Ecco. Da li Merlin è stato un idiota.

Anzi che urlare il suo solito “Oooh Dragon jdogagmdnmhgshkalshjasi” e farsi portare ad Albion da Kilgharrah, poteva urlare “Oooh Aithusa gakghaiopgapnhg” e chiamare lei, che, come sicuramente ricorderete, ha salvato una Morgana morente, alla fine della quarta stagione, alitandogli in faccia.

Non avrebbe potuto farlo anche con Arthur? O almeno, se la ferita era troppo profonda, troppo magica, o quello che era, si poteva comunque usare il fiato della draghessa come palliativo, e poi chiamare Kilgharrah e portare Arthur ad Albion. E così finivano tutti felici e contenti. E invece no.

Questo finale è stato orribile, e ha una morale pessima, almeno secondo me.

Perché, in questa maniera, la morale è questa:” Combatti quanto accidentaccio vuoi, tanto, se il tuo destino è quello di crepare, combattere non ti servirà a un ciuffolo e tirerai le cuoia in ogni caso.”

Invece, se fosse finita bene, la morale sarebbe stata: “Combatti, sempre, fino allo stremo, e con tutte le tue forze. Il destino si può cambiare, basta tanta forza di volontà e la capacità di non mollare mai.”

Vabbè, finito il delirio iniziale, vi lascio a questa minuscola Fanfiction, spero che gradiate.

Inizia con la magica resurrezione di Arthur, dopo la soffiata di Aithusa.

 

Buona Lettura. <3

 

 

 

 

“Merlin… Just... Just hold me.”

Queste sono le ultime parole di cui Arthur ha memoria. Poi era scivolato nel buio, e la sua sofferenza era terminata.

Dove sarebbe andato ora? Cosa sarebbe accaduto? Cosa c’era dopo la morte?

La corte dei Pendragon era Cristiana, ma Arthur non aveva mai creduto più di tanto a Dio, Gesù e agli Apostoli. Anzi, a dire la verità, non ci aveva mai pensato.

Di solito, la prima cosa che vedeva, al risveglio –sia che si fosse destato dal sonno o da uno svenimento conseguente a qualche ferita- erano due profonde iridi blu.

Le iridi di Merlin.

Ecco, quella era la cosa che Arthur temeva e rimpiangeva di più della morte.

Non avrebbe mai più rivisto Merlin.

No, non voleva morire. Non ora che Merlin si era rivelato a lui, facendo così combaciare tutti i pezzi del puzzle. Facendogli così capire cos’era quel che gli sfuggiva del suo servitore.

Non ora che Morgana e Mordred erano morti. Non ora che poteva regnare in pace.

Non ora che aveva finalmente compreso i sentimenti che provava per il suo maldestro valletto.

Arthur provò ad aprire gli occhi. Vedeva tutto nero, ma non capiva se il motivo fosse che il paesaggio era nero, o se era lui ad avere gli occhi chiusi.

La seconda opzione, però, gli sembrava  più plausibile, per cui si sforzò ad alzare le palpebre, anche se le sentiva pesanti come non mai.

Capì di aver fatto la cosa giusta quando un lembo di luce gli sferzò le iridi. Serrò di scatto gli occhi, voltandosi istintivamente dall’altra parte.

Si rese conto di avere affondato il volto in un liso tessuto leggero.

Piano piano, i suoi sensi stavano tornando.

La vista.

Il tatto.

Anche l’udito si stava ripristinando.

Difatti, Arthur sentiva dei singhiozzi sommessi provenire da molto lontano, come un vecchio eco, e sentiva un tocco flebile, che lo muoveva ritmicamente da una parte all’altra.

Un forte calore, come di aria calda, lo stava infervorando.

Il gusto si fece sentire quando Arthur avvertì il sapore metallico del sangue sotto alla lingua.

Il suo cuore stava pompando nuovo sangue.

Pum pum. Pum pum.

Sangue, ossigeno, vita.

I polmoni si schiudevano all’aria come quelli di un neonato, il bruciore che provava al suo interno gli restituiva vita, forza e speranza.

L’olfatto. Mancava l’olfatto all’appello. Fortunatamente, non tardò ad arrivare.

Un odore dolciastro fatto di fumo, sangue, sudore e lacrime.

Da chi proveniva quell’odore? Chi è che lo stava chiamando, piangendo, e lo cullava così amorevolmente? Di chi erano quei vestiti lisi?

Anche se il cervello di Arthur non aveva ancora riacquistato tutte le sue funzionalità, la risposta l’ebbe sulle labbra prima ancora di pensarci.

Arthur fece un immenso sforzo, e sillabò lievemente quell’unica parola in grado di cambiare ogni cosa.

“Mer…lin..”

Lo sforzo che gli costò pronunziare quelle sei lettere lo fece sprofondare in una grata incoscienza, ma avvertiva lo stesso le urla di gioia e l’abbraccio del proprietario della sua unica parola.

**

Destarsi per la seconda volta fu meno doloroso della prima.

Tutti i sensi gli erano tornati contemporaneamente, e perfettamente funzionanti.

Sentiva le bende che gli avvolgevano l’addome e la pezzuola che gli inumidiva la fronte.

Udiva il via vai delle persone attorno a lui.

Annusava l’odore del brodo che tanto odiava, ma che doveva mangiare ogni qualvolta era convalescente.

Avvertiva la bocca pulita e priva del sapore del sangue.

E, soprattutto, aveva rivisto quelle iridi.

Merlin era li. Come sempre.

E, come sempre, il suo volto era la prima cosa che aveva riconosciuto nella foschia che gli annebbiava cervello e vista. La sua voce, la prima cosa che udiva. Sempre.

“Arthur!” balbettò Merlin, incapace di dire altro, tremando e guardandolo come mai aveva fatto.

Poi, uno scatto, e Arthur si ritrovò quasi strangolato dal frenetico abbraccio del proprio valletto, che gli si era gettato al collo, piangendo e urlando, scosso da singhiozzi infrenabili.

“Arthur…! Arthur…! Arthur…!” continuava a ripetere, mentre aumentava la morsa attorno al collo del suddetto.

“Merlin… Merlin, camati ora…” gracchiò il povero Re, temendo che, se non era morto per la ferita inflittagli da Mordred, sarebbe deceduto a causa del troppo affetto che stava ricevendo da un mago idiotamente felice.

“Arthur!” ripetè, per l’ennesima volta, il servo “Arthur! Oh, Arthur! Siete vivo!”

“Non ancora per molto, se non mi lasci andare.” Replicò Arthur, senza fiato.

Merlin allora allentò la stretta, ma non si staccò dal suo Re. Quello che, fino a un attimo prima era stato un tentativo di strangolamento, si era rapidamente trasformato in un forte abbraccio.

Arthur, che aveva la testa posata sul petto del mago, sentì il cuore di quest’ultimo battere all’impazzata, quasi volesse uscire dalla gabbia toracica.

Quella era vita.
Quella era casa.
Quello era Merlin.
Il suo Merlin.

“D-Dove sono?” riuscì, infine, a borbottare, in un atto di profondo masochismo, staccandosi dal petto di Emrys.

“Siamo al castello. A Camelot.” Rispose Merlin “È tutto finito. Mordred e Morgana sono morti… purtroppo abbiamo perso anche Gwaine… e stavamo per perdere anche voi, Arthur… ma per fortuna, state meglio.”

“E Gwennifer?” chiese ancora il Re, cercando di mettersi seduto. Merlin gli posizionò, premuroso, un cuscino dietro la schiena.

“È nella Sala Dei Consigli. Voi siete rimasto incosciente per una settimana, e il regno andava portato avanti. Ora vado a chiamarla.” Rispose Merlin, alzandosi dal capezzale del suo Re.

“No!” lo fermò Arthur, levando la mano “Prima… prima devo dirti delle cose…”

Per Arthur non fu facile parlare, ma doveva finire il discorso che aveva iniziato prima di cadere nelle braccia della morte.

“Merlin… Grazie…” sussurrò, guardando altrove.

Merlin sorrise “Oh, è questa è la seconda volta che mi ringraziate. Devo interpretarlo come un cattivo segno o è il semplice fatto che state delirando per la febbre?”

“Sta’ zitto, idiota, e lasciami finire.” Ordinò Arthur, stizzito.

“Grazie… per tutto. Per avermi sempre protetto con la tua magia, per la tua lealtà, per la tua forza, per il tuo coraggio. Senza di te non avrei mai fondato Camelot e….”

Arthur mormorò qualcosa, a voce bassissima, che Merlin non udì.

Per cui si avvicinò al volto del Re, per riuscire a capire le parole “Come, Sire? Non ho capito l’ultima parte…”

Arthur controllò bene che non ci fosse nessuno nella stanza e, una volta constatato che erano soli, si fece coraggio, e guardò Merlin negli occhi.

Gli sembrò di volare in quel pezzo di cielo, di annegare in quello scorcio d’acqua.

Prese quel pallido, magro e delicato volto tra le mani, facendo scorrere i polpastrelli sugli zigomi pronunciati.

Merlin era paralizzato dalla sorpresa.

“…e non voglio continuare a regnare senza te al mio fianco. Non senza l’altra faccia della medaglia vicino a me.” Concluse, avvicinando il viso del compagno al proprio, e posando un imbarazzato e fugace bacio su quelle carnose –e screpolate- labbra.

**

“Merlin! Muoviti, accendi il fuoco! O stai aspettando che muoia di freddo?!”

Leohtbora” Mormorò il mago, al camino, accendendo un allegro e scoppiettante fuocherello.

“Soddisfatto?” chiese, voltandosi verso Arthur, con un sopracciglio alzato in perfetto stile Gaius.

“Non ancora.” Replicò il Re, con aria furbetta, infilandosi sotto alle rosse coperte del letto a baldacchino, e carezzando il posto accanto al suo.

“Vieni qui.” Ordinò, con voce suadente.

Al povero Merlin non resto altra scelta se non quella di ubbidire arrendevolmente a quell’ordine tanto ingrato.

 

 

 

 

 

(Sese, come no… ingrato… vi lascio immaginare cosa faranno quei due sotto le coperte! Ahahha

 

E Gwen..?? che fine ha fatto?

 

Beh, la risposta è molto semplice…

 

 

 

 

Booooooooh!)

 

 

Note Autrice:

Beh, storiella senza pretese, scritta giusto per non affogare nelle mie lacrime… spero che sia stata di vostro gradimento!

E ora, un po’ di auto-pubblicità!

Passate di QUI se siete alla ricerca di una storia fluff, carica di dolcezza, per intrattenervi piacevolmente dopo una lunga giornata. Il prossimo aggiornamento di essa sarà il 27 Dicembre! Un bacio!

 

Dona l’8% del tuo tempo alla causa pro recensioni!

Farai felici un mucchio di scrittori!!

 

 

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Allyii