Ok, ragazzi,
eccomi a
delirare pesantemente dopo aver visto l’ultima puntata di
Merlin.
Ovviamente.
Dopo quel
finale, non potevo non scrivere una Fanfiction
-che poi non sarà una vera e propria
Fanfiction, ma solo frasi sconnesse
di una povera matta- in cui stravolgerò gli ultimi dieci
minuti.
Già,
perché trovo che
la puntata non sia tutta da buttare. Sono felice che non ci siano stati
scontri
tra Draghi e che le morti di Mordred e Morgana –che sono due
personaggi che
comunque apprezzo- e quella di Gwaine –che potevano davvero
risparmiarsi-
siano state veloci.
Merlin non
è mai stato
un Telefilm dedicato alla guerra, ma l’ho sempre considerato
sotto forma di
psicologia e sentimenti.
E poi, in questo modo,
c’è
stato più spazio per il Merthur!
Sono
stata felice che Merlin e Arthur abbiamo fatto il viaggio a piedi,
anzi che sul dorso di Kilgharrah, così da approfondire i
loro sentimenti.
Lascerei
tutto immutato fino alle ultime parole di Arthur: JUST HOLD
ME. (Stringimi soltanto)
Ecco.
Da li Merlin è stato un idiota.
Anzi
che urlare il suo solito “Oooh Dragon
jdogagmdnmhgshkalshjasi” e
farsi portare ad Albion da Kilgharrah, poteva urlare “Oooh
Aithusa
gakghaiopgapnhg” e chiamare lei, che, come sicuramente
ricorderete, ha salvato
una Morgana morente, alla fine della quarta stagione, alitandogli in
faccia.
Non
avrebbe potuto farlo anche con Arthur? O almeno, se la ferita era
troppo profonda, troppo magica, o quello che era, si poteva comunque
usare il
fiato della draghessa come palliativo, e poi chiamare Kilgharrah e
portare
Arthur ad Albion. E così finivano tutti felici e contenti. E
invece no.
Questo
finale è stato orribile, e ha una morale pessima, almeno
secondo
me.
Perché,
in questa maniera, la morale è questa:” Combatti
quanto
accidentaccio vuoi, tanto, se il tuo destino è quello di
crepare, combattere
non ti servirà a un ciuffolo e tirerai le cuoia in ogni
caso.”
Invece,
se fosse finita bene, la morale sarebbe stata: “Combatti,
sempre, fino allo stremo, e con tutte le tue forze. Il destino si
può cambiare,
basta tanta forza di volontà e la capacità di non
mollare mai.”
Vabbè,
finito il delirio iniziale, vi lascio a questa minuscola Fanfiction,
spero che gradiate.
Inizia
con la magica resurrezione di Arthur, dopo la soffiata di
Aithusa.
Buona Lettura. <3
“Merlin… Just... Just hold
me.”
Queste sono le ultime
parole di
cui Arthur ha memoria. Poi era scivolato nel buio, e la sua sofferenza
era
terminata.
Dove sarebbe andato
ora? Cosa
sarebbe accaduto? Cosa c’era dopo la morte?
La corte dei
Pendragon era
Cristiana, ma Arthur non aveva mai creduto più di tanto a
Dio, Gesù e agli
Apostoli. Anzi, a dire la verità, non ci aveva mai pensato.
Di solito, la prima
cosa che
vedeva, al risveglio –sia che si fosse destato dal sonno o da
uno svenimento
conseguente a qualche ferita- erano due profonde iridi blu.
Le
iridi di Merlin.
Ecco, quella era la
cosa che
Arthur temeva e rimpiangeva di più della morte.
Non avrebbe mai
più rivisto
Merlin.
No, non voleva
morire. Non ora che
Merlin si era rivelato a lui, facendo così combaciare tutti
i pezzi del puzzle.
Facendogli così capire cos’era quel che gli
sfuggiva del suo servitore.
Non ora che Morgana e
Mordred
erano morti. Non ora che poteva regnare in pace.
Non ora che aveva
finalmente
compreso i sentimenti che provava per il suo maldestro valletto.
Arthur
provò ad aprire gli occhi.
Vedeva tutto nero, ma non capiva se il motivo fosse che il paesaggio
era nero,
o se era lui ad avere gli occhi chiusi.
La seconda opzione,
però, gli
sembrava più
plausibile, per cui si
sforzò ad alzare le palpebre, anche se le sentiva pesanti
come non mai.
Capì di
aver fatto la cosa giusta
quando un lembo di luce gli sferzò le iridi.
Serrò di scatto gli occhi,
voltandosi istintivamente dall’altra parte.
Si rese conto di
avere affondato
il volto in un liso tessuto leggero.
Piano piano, i suoi
sensi stavano
tornando.
La vista.
Il tatto.
Anche
l’udito si stava
ripristinando.
Difatti, Arthur
sentiva dei
singhiozzi sommessi provenire da molto lontano, come un vecchio eco, e
sentiva
un tocco flebile, che lo muoveva ritmicamente da una parte
all’altra.
Un forte calore, come
di aria
calda, lo stava infervorando.
Il gusto si fece
sentire quando
Arthur avvertì il sapore metallico del sangue sotto alla
lingua.
Il suo cuore stava
pompando nuovo
sangue.
Pum pum. Pum pum.
Sangue, ossigeno, vita.
I polmoni si
schiudevano all’aria
come quelli di un neonato, il bruciore che provava al suo interno gli
restituiva vita, forza e speranza.
L’olfatto.
Mancava l’olfatto
all’appello. Fortunatamente, non tardò ad arrivare.
Un odore dolciastro
fatto di fumo,
sangue, sudore e lacrime.
Da chi proveniva
quell’odore? Chi
è che lo stava chiamando, piangendo, e lo cullava
così amorevolmente? Di chi
erano quei vestiti lisi?
Anche se il cervello
di Arthur non
aveva ancora riacquistato tutte le sue funzionalità, la
risposta l’ebbe sulle
labbra prima ancora di pensarci.
Arthur fece un
immenso sforzo, e
sillabò lievemente quell’unica parola in grado di
cambiare ogni cosa.
“Mer…lin..”
Lo sforzo che gli
costò
pronunziare quelle sei lettere lo fece sprofondare in una grata
incoscienza, ma
avvertiva lo stesso le urla di gioia e l’abbraccio del
proprietario della sua
unica parola.
**
Destarsi per la
seconda volta fu
meno doloroso della prima.
Tutti i sensi gli
erano tornati
contemporaneamente, e perfettamente funzionanti.
Sentiva le bende che
gli
avvolgevano l’addome e la pezzuola che gli inumidiva la
fronte.
Udiva il via vai
delle persone
attorno a lui.
Annusava
l’odore del brodo che
tanto odiava, ma che doveva mangiare ogni qualvolta era convalescente.
Avvertiva la bocca
pulita e priva
del sapore del sangue.
E,
soprattutto, aveva rivisto quelle iridi.
Merlin era li. Come
sempre.
E, come sempre, il
suo volto era
la prima cosa che aveva riconosciuto nella foschia che gli annebbiava
cervello
e vista. La sua voce, la prima cosa che udiva. Sempre.
“Arthur!”
balbettò Merlin,
incapace di dire altro, tremando e guardandolo come mai aveva fatto.
Poi, uno scatto, e
Arthur si
ritrovò quasi strangolato dal frenetico abbraccio del
proprio valletto, che gli
si era gettato al collo, piangendo e urlando, scosso da singhiozzi
infrenabili.
“Arthur…!
Arthur…! Arthur…!”
continuava a ripetere, mentre aumentava la morsa attorno al collo del
suddetto.
“Merlin…
Merlin, camati ora…”
gracchiò il povero Re, temendo che, se non era morto per la
ferita inflittagli
da Mordred, sarebbe deceduto a causa del troppo affetto che stava
ricevendo da
un mago idiotamente felice.
“Arthur!”
ripetè, per l’ennesima
volta, il servo “Arthur! Oh, Arthur! Siete vivo!”
“Non ancora
per molto, se non mi
lasci andare.” Replicò Arthur, senza fiato.
Merlin allora
allentò la stretta,
ma non si staccò dal suo Re. Quello che, fino a un attimo
prima era stato un
tentativo di strangolamento, si era rapidamente trasformato in un forte
abbraccio.
Arthur, che aveva la
testa posata
sul petto del mago, sentì il cuore di quest’ultimo
battere all’impazzata, quasi
volesse uscire dalla gabbia toracica.
Quella era vita.
Quella era casa.
Quello era Merlin.
Il suo Merlin.
“D-Dove
sono?” riuscì, infine, a
borbottare, in un atto di profondo masochismo, staccandosi dal petto di
Emrys.
“Siamo al
castello. A Camelot.”
Rispose Merlin “È tutto finito. Mordred e Morgana
sono morti… purtroppo abbiamo
perso anche Gwaine… e stavamo per perdere anche voi,
Arthur… ma per fortuna,
state meglio.”
“E
Gwennifer?” chiese ancora il
Re, cercando di mettersi seduto. Merlin gli posizionò,
premuroso, un cuscino
dietro la schiena.
“È
nella Sala Dei Consigli. Voi
siete rimasto incosciente per una settimana, e il regno andava portato
avanti. Ora
vado a chiamarla.” Rispose Merlin, alzandosi dal capezzale
del suo Re.
“No!”
lo fermò Arthur, levando la
mano “Prima… prima devo dirti delle
cose…”
Per Arthur non fu
facile parlare, ma
doveva finire il discorso che aveva iniziato prima di cadere nelle
braccia
della morte.
“Merlin…
Grazie…” sussurrò,
guardando altrove.
Merlin sorrise
“Oh, è questa è la
seconda volta che mi ringraziate. Devo interpretarlo come un cattivo
segno o è
il semplice fatto che state delirando per la febbre?”
“Sta’
zitto, idiota, e lasciami
finire.” Ordinò Arthur, stizzito.
“Grazie…
per tutto. Per avermi
sempre protetto con la tua magia, per la tua lealtà, per la
tua forza, per il
tuo coraggio. Senza di te non avrei mai fondato Camelot
e….”
Arthur
mormorò qualcosa, a voce
bassissima, che Merlin non udì.
Per cui si
avvicinò al volto del
Re, per riuscire a capire le parole “Come, Sire? Non ho
capito l’ultima parte…”
Arthur
controllò bene che non ci
fosse nessuno nella stanza e, una volta constatato che erano soli, si
fece
coraggio, e guardò Merlin negli occhi.
Gli sembrò
di volare in quel pezzo
di cielo, di annegare in quello scorcio d’acqua.
Prese quel pallido,
magro e
delicato volto tra le mani, facendo scorrere i polpastrelli sugli
zigomi
pronunciati.
Merlin era
paralizzato dalla
sorpresa.
“…e
non voglio continuare a
regnare senza te al mio fianco. Non senza l’altra faccia
della medaglia vicino
a me.” Concluse, avvicinando il viso del compagno al proprio,
e posando un
imbarazzato e fugace bacio su quelle carnose –e screpolate-
labbra.
**
“Merlin!
Muoviti, accendi il
fuoco! O stai aspettando che muoia di freddo?!”
“Leohtbora”
Mormorò il mago, al camino, accendendo un allegro
e scoppiettante fuocherello.
“Soddisfatto?”
chiese, voltandosi verso Arthur, con un sopracciglio alzato in perfetto
stile Gaius.
“Non
ancora.” Replicò il Re, con aria furbetta,
infilandosi sotto alle rosse coperte
del letto a baldacchino, e carezzando il posto accanto al suo.
“Vieni
qui.” Ordinò, con voce suadente.
Al
povero Merlin non resto altra
scelta
se non quella di ubbidire arrendevolmente a quell’ordine tanto ingrato.
(Sese,
come no… ingrato… vi lascio immaginare cosa
faranno quei due sotto le coperte! Ahahha
E
Gwen..?? che fine ha fatto?
Beh,
la risposta è molto semplice…
Booooooooh!)
Note
Autrice:
Beh,
storiella senza pretese, scritta giusto per non affogare nelle mie
lacrime…
spero che sia stata di vostro gradimento!
E
ora, un po’ di auto-pubblicità!
Passate
di QUI
se siete alla ricerca di una storia fluff, carica di dolcezza, per
intrattenervi piacevolmente dopo una lunga giornata. Il prossimo
aggiornamento
di essa sarà il 27 Dicembre! Un bacio!
Dona
l’8% del tuo tempo alla causa pro recensioni! Farai
felici un mucchio di scrittori!! |