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Autore: SmellingCookies    25/12/2012    1 recensioni
Vi siete mai chiesti se i personaggi non provino qualcosa per il lettore? Perché in fondo senza qualcuno che li osserva, li ama, li odia, non avrebbero ragione di esistere.
"Guardo verso il cielo e mi sento così solo che mi pare quasi di vedere un volto tra le nuvole, ne traccio i contorni con le dita, seguo la linea delle sopracciglia aggrottate, gli occhi socchiusi che sembrano osservarmi curiosi e quanto vorrei che quel volto mi parlasse ora. "
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di te, forse, neanche esistevo

-Parte prima




 
Sono rannicchiato avvolto da un piacevole tepore, circondato da calde coperte; la mia mente vaga, oscilla, e mi sembra di essere sospeso nel vuoto, trascinato da un soffio d’aria che mi culla dolcemente mentre passano ore, giorni, mesi, anni, in un battito di ciglia. Non vedo il mio corpo, né quello che mi circonda, avverto solo un senso di pace, tranquillità... no, c’è qualcos’altro: non è una sensazione fisica, però. Sento come se mancasse qualcosa, un dettaglio indispensabile, un particolare  necessario per comprendere l’insieme, ma per quanto mi sforzi non riesco a capire o a ricordare cosa possa essere.
All’improvviso un brivido mi percorre la schiena.
Sento le coperte scivolare via, una dopo l’altra, fino a restare nudo. Non avverto più la carezza del vento e mi ritrovo a fissare un cielo plumbeo, carico, come fosse in attesa di qualcosa. Sono disteso su un prato adesso, l’erba umida a solleticarmi il viso e mi guardo intorno, confuso. Mi sembra di essere già stato qui.
In un'altra vita o forse solo un attimo fa. Forse con qualcuno.
Mi alzo, sentendomi osservato, eppure non vedo nessuno. Ci sono solo io e quel senso di vuoto che torna ancora più prepotente ora che ho un corpo. Mi guardo e non so dire di preciso se l’ultima volta che mi sono osservato avessi quest’aspetto. Mi sembra di essere rinato. Possibile che sia morto? Che prima di... adesso fossi morto?
Scuoto la testa, non mi sembra probabile.
Siedo sull’unica panchina, ricoperta di edera, e noto una frase incisa nel legno:
Non ti dimenticherò mai, sarò sempre qui,
Addio e arrivederci.”
 
Una lacrima. La sento scorrere sulla guancia. Accarezzo l’incisione e avverto tutte le emozioni che scaturiscono da quelle lettere: la speranza, l’amore, la separazione. Guardo verso il cielo e mi sento così solo che mi pare quasi di vedere un volto tra le nuvole, ne traccio i contorni con le dita, seguo la linea delle sopracciglia aggrottate, gli occhi socchiusi che sembrano osservarmi curiosi e quanto vorrei che quel volto mi parlasse ora. Sembra così familiare e al tempo stesso completamente sconosciuto.
Così lontano eppure così vicino.
Lascio scorrere lo sguardo su quel viso che prende vita, stagliandosi contro il cielo che si rasserena pian piano e prima ancora di accorgermene mi sento completo.
Me ne accorgo lentamente: il nodo che sentivo nel petto si scioglie, quelle che bagnano le mie guance sono lacrime di sollievo, non più di dolore, e mi ritrovo a dover chiudere gli occhi accecato dal sole, riscaldato fin dentro l’anima. Qualcuno veglia su di me adesso, lo so, lo sento.
“Grazie di essere qui. Non so se mi senti o se mi capisci, ma grazie.”
Sorrido rivolto al cielo.
A te.
“Non chiedermi come ma lo so che ci sei e mi vedi, come io vedo te. Adesso che le nuvole se ne sono andate ti guardo e mi sembri la cosa più bella che abbia mai visto.
Stai sorridendo? Sei tu che mi hai portato qui, vero? Mi hai svegliato, preso per mano e steso su questo prato verde in cui adesso sbocciano fiori, il loro profumo si spande nell’aria. Riesci a sentirlo? E il calore del sole? Ci sono tante cose che vorrei chiederti. Facciamo una passeggiata?”
Inizio a camminare e percepisco la tua presenza al mio fianco, mi sembra di tenerti per mano e ad ogni passo il paesaggio cambia, sento cantare la natura, il vento tra le fronde, l’acqua che scorre, il cinguettio degli uccelli, avverto di nuovo la carezza del vento sul viso, calda, dolce e so che sei te, credo di sentire la tua voce. Mi parli di te. Come vorrei raggiungerti e abbracciarti e non lasciarti mai.
 
“Ma come, devi già andare via? Prometti che tornerai presto?
Io? Ti aspetto qui, che domande.
No, non chiudere il libro, per favore...voglio continuare a respirare questo profumo, a bearmi di questa luce e a scaldarmi con le parole che mi hai sussurrato. Abbiamo ancora molto da dirci, non può già finire. Non così.”
Il cielo si riempie di nuvole, non essere triste, ti prego.
“A presto, allora.”
Resto qui a sorridere anche quando sento che ti allontani, a nutrirmi delle sensazioni che mi hai donato oggi, in attesa di viverne ancora tante altre insieme.
“Ti aspetto.” mormoro al cielo, anche se la tua immagine è sparita, so che non te ne sei andata per sempre. 



Salve come sempre e grazie per aver letto la storia. 
“Someone should write a book where the main character slowly falls in love with the reader.” Ho letto questa frase tempo fa navigando per il web e ho voluto provare. Possiamo considerarlo un esperimento, anche perchè è la prima storia multicapitolo (sono solo due ma vabbè); di solito evito perchè mi manca la costanza di scrivere più capitoli, vediamo come va 'sta volta, e chiedo scusa per eventuali errori.
Spero di non essere stata noiosa e che vi sia piaciuta la prima parte.

P.S. Buon Natale :D
  
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