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Autore: _World_    25/12/2012    3 recensioni
Un po' di tutti- Dramione.
" Aspettare no vero? " chiese retorica.
" La pazienza non è il mio forte "
" Se per questo nemmeno l’intelligenza " si lasciò sfuggire Hermione pentendosene subito dopo.
Fu da lei in pochissimi passi, ad un palmo dalla sua faccia, leggermente ricurvo per poterla guardare bene negli occhi. " Giuro. – sibilò – questa è la volta buona che potresti finire davvero male, mezzosangue " intimò con quegli occhi grigi penetranti.
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VII libro alternativo
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CAP 1



Era una splendida giornata di sole quando Hermione si accingeva a prendere il treno nel binario nove e tre quarti, sapeva del lunghissimo viaggio, ormai vi era abituata, e per questo si era munita di passatempi quali: Un libro, dei sudoku e un lettore cd. Harry e Ron erano già ad Hogwarts, non avevano lasciato la scuola per le vacanze, le sembrava strano al solo pensiero. Quei due? Rimasti a scuola nelle vacanze? Non ci era rimasta nemmeno lei..
Trovando un vagone libero caricò le valige e fece uscire il suo gatto Grattastinchi, che per tutto il tempo aveva miagolato nel vano tentativo di essere liberato. Sospirando si sedette aprendo il libro che aveva da poco cominciato a leggere.
Il prigioniero del cielo – Carlos Ruiz Zafon.
Amava quello scrittore, i suoi testi riuscivano a catturarla e trasportarla tra le pagine come nessun libro aveva mai fatto. Un mezzo sorriso le nacque leggendo le prime righe del quarto capitolo. Amava anche leggere, non si sarebbe mai sentita sola con un libro, quello era pur certo.
Il treno fischiò e in poco cominciò a muoversi, Hermione non vi badò conoscendo la procedura, alzò gli occhi solo quando sentì la porta della cabina aprirsi. Volse lo sguardo per vedere chi le avrebbe fatto compagnia lungo il viaggio.
Ciò che non si aspettava era la persona. Inarcò un sopracciglio scettica ricevendo un’occhiata fulminea di rimando.
<< Credevo venissi ad Hogwarts accompagnato da una limousin. Malfoy. >> disse distaccata la ragazza, notando però quanto fosse cambiato quel ragazzo. Si era alzato, i suoi occhi era più profondi e penetranti, e molto più subdoli. I tratti del volto si erano accentuati, marcati, conferendo al ragazzo l’aspetto di un modello. Tornò immediatamente nel suo libro rendendosi conto solo ora di aver definito Malfoy…affascinante.
<< Non dipendo da mio padre, mezzosangue. E per quanto mi rammarichi stare qui con te, questa è l’unica cabina disponibile. >>
<< Sono convinta che se ti starai zitto potrò ignorarti molto più facilmente >> replicò senza guardarlo avanzando nella lettura.
<< Non preoccuparti il solo parlarti mi disgusta, non scambierò con te un’altra frase >> commentò gelido e tagliente, sedendosi dal lato opposto al suo.
La Granger non fece una grinza, la sua espressione rimase immutata e concentrata in quel libro. Anche se, qualcosa ferì il suo orgoglio da Grifondoro e da donna.

I raggi solari penetravano attraverso il vetro illuminando l’intero vano. Hermione cominciando a sentire caldo si legò i capelli in uno chignon approssimato e tenuto fermo da una penna, che lasciò scappare qualche boccolo, finendole ai lati del volto incorniciandolo, e lungo la schiena. Avendo molto spazio per se, incrociò le gambe poggiando il gomito sul ginocchio reggendosi la testa. Cominciò a mordicchiare la matita mentre rifletteva dove collocare il numero 9 lungo la griglia.
Draco non poté notare l’aria concentrata che la ragazza aveva assunto, la posizione in cui era messa, quasi fosse seduta a terra, i capelli chele ricadevano disordinati ma morbidi. Ammise che era cambiata, il suo corpo maturato. Portava dei jeans e una canottiera nera con sopra una felpa bianca. Probabilmente, la diligente Grifondoro si era dimenticata che avrebbe avuto ben poco tempo per indossare la divisa.
Infatti…poco dopo, scattò in piedi come l’avesse punta un ape, gli occhi nocciola sbarrati e la mano davanti la bocca.
<< Che succede, Granger? Ti ha colpito un schiopodo sparacoda? >> disse il biondo sarcastico.
Lei non rispose ancora alzata e con le iridi fisse in un punto impreciso. Frettolosamente tirò giù la valigia che per poco non le crollò addosso. Malfoy ebbe un primo impulso di alzarsi, ma il suo orgoglio lo frenò, e la consapevolezza che la mezzosangue ne sarebbe uscita viva, infatti prontamente estrasse la bacchetta gridando: “Wingardium Leviòsa”.
Il giovane purosangue guardò la scena con la coda dell’occhio. Vide Hermione prendere velocemente la divisa e scappare via, probabilmente al bagno del treno.

Tornò poco dopo respirando affannosamente sussurrando un “maledetti bagni guasti” mettendosi seduta.
<< Ti è andata male mezzosangue >> la schernì il biondo.
Hermione lo guardò così male che se avesse potuto ucciderlo con gli occhi l’avrebbe fatto. << Perché non mi ignori, Draco? >> disse tagliente con un sorrisino finto stampato in volto, visibilmente nervosa. Tamburellava le dita sulla copertina rigida del libro, e si mordeva freneticamente il labbro inferiore.
Il biondo si soffermò sulla sua bocca, morbida e rosea, la osservò di sottecchi, notando quanta differenza vi era tra lei e una qualsiasi ragazza Serpeverde.
Le Serpeverdi, erano forse le ragazze più graziose tra le quattro case, dando particolare valore all’estetica ogni giorno erano bellissime e in tiro, con folte ciglia –probabilmente cariche di mascara – e labbra rosse come il sangue. Ammise, suo malgrado, che quella mezzosangue, non era male, nonostante il suo abbigliamento sportivo, che paradossalmente le marcava ogni tratto femminile potesse avere, i capelli disordinati, e l’assenza totale di trucco.
Corrucciò la fronte, capendo che dunque la bellezza non era data solo dal trucco o dai capelli in piega. Sbuffò irritato, la noia lo stava facendo impazzire, decide dunque di uscire per sgranchirsi le gambe lungo il corridoio.
Hermione non poté sperare in una scelta più saggia. Appena Draco uscì, ella scattò come una gazzella, bloccò la porta a vetri con la valigia, e cominciò a coprirli per evitare che si potesse vedere qualcosa cominciando a cambiarsi.


Draco osservava il paesaggio scorrere sotto i suoi occhi, in sette anni non aveva mai preso il treno per Hogwarts e proprio all’ultimo?…finisce con la mezzosangue. Questa è sfortuna, pensò. Con l’imbrunire del cielo constatò che ormai il viaggio era quasi finito. Anche perché non ce la faceva davvero più a stare con quella ragazza, non aveva parlato, eccetto per stuzzicarsi a vicenda, ma non sapeva perché…le veniva da guardarla, così, senza un motivo preciso. Si divertiva, a guardarla impegnata, concentrata in qualcosa di così stupido e troppo babbano. Tutto sommato era carina, sembrava il classico topo di libreria. Sbuffò tornando indietro e, aggrottando la fronte vide tutto chiuso.
In un primo momento volle bussare, ma poi, poco prima che le sue nocchie toccarono la sottile porta, si fermò…lui è un purosangue, non deve domandare, è libero di fare ciò che vuole quindi afferrando saldamente la maniglia la scosse.
Da oltre quella piccola barriera si sentì la voce della ragazza indaffarata ma decisa. << Aprila e sei morto! >>
<< Granger non fare l’idiota e aprimi, questa non è camera tua ma un insulso vagone di treno. >>
In poco sentì un peso spostarsi e la porticina aprirsi. << Aspettare no vero? >> chiese retorica.
<< La pazienza non è il mio forte >>
<< Se per questo nemmeno l’intelligenza >> si lasciò sfuggire Hermione pentendosene subito dopo.
Gli occhi di Malfoy si caricarono d’ira, così impregnati da poter spaventare il diavolo stesso, d’altro canto, Draco non ne poteva più di stare con quella mezzosangue, lo stava facendo diventare matto, e tra l’altro non si era messa nemmeno bene l’uniforme, la cravatta ancora lenta, tutto sparso in giro, e pensare che solitamente Granger è una ordinata.
Fu da lei in pochissimi passi, ad un palmo dalla sua faccia, leggermente ricurvo per poterla guardare bene negli occhi. << Giuro. – sibilò – questa è la volta buona che potresti finire davvero male, mezzosangue >> intimò con quegli occhi grigi penetranti.
Hermione, dopo un attimo d’esitazione lo fissò con tutto l’orgoglio che una Grifondoro ha in corpo << Credi di spaventarmi, furetto? >>
<< Forse dovresti >> ringhiò ancora per poi allontanarsi rimettendosi seduto, nello stesso istante che il treno fece capolino alla stazione.
Si guardarono, e poi ognuno uscì per la sua strada. “Che viaggio movimentato” pensò Hermione prima di scendere.


  
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