(The Christmas Song – Chestnuts Roasting on an Open Fire, Torme & Wells)
Prese a nevicare
all’improvviso.
Lievi i fiocchi di neve abbandonavano il loro candore
sull’asfalto, sui tetti,
sugli alberi. Silenziosi si mescolavano al calore dei lampioni e delle
luci che
delineavano i profili delle case, scivolando piano lungo le finestre.
Era
mezzanotte inoltrata e due occhi verdi si godevano lo spettacolo dalla
grande
vetrata di una casa nella periferia di Oakland. Billie Joe Armstrong si
passò
una mano tra i capelli corvini tornati ricci, mentre con
l’altra reggeva una
tazza ripiena di cioccolata fumante rigorosamente corretta con un
goccio di rum
e ricoperta di panna. Non che il chitarrista fosse un grande cuoco o
amasse i
fornelli, ma per i suoi “vizietti” era pronto a
sequestrare la cucina, con
immensa disapprovazione da parte di Adrienne. Però, la notte
di Natale, tutto
era concesso.
Si allontanò dalla
vetrata,
dirigendosi pigramente verso il grande albero di Natale che occupava un
quinto
del salotto. La casa era nel più religioso dei silenzi,
interrotto solo dal
lento strusciare delle orrende ciabatte marroni di Billie. Si sedette a
terra,
proprio di fronte all’albero tempestato di luci e addobbi,
attento a non
versarsi la cioccolata sul suo speciale pigiama natalizio. Prese a
scrutare
curioso la serie di pacchetti dinanzi a lui, cercando quelli che
riportassero
il suo nome. Riconobbe subito quello di Adie, la sua scrittura sottile
era
inconfondibile, ma pensò che fosse meglio non aprire il
regalo per non vederla
col broncio al mattino. Scorse i vari regali dei suoi fratelli, di sua
madre,
quello di Joey e Jake, fino a quando il suo sguardo cadde su un piccolo
pacchetto quadrato. Lo afferrò, dopo aver visto il suo nome
riportato dalla
scrittura sghemba di Mike.
- Chissà che
s’è
inventato! – sussurrò.
Mike non era il tipo che
faceva regali sofisticati o che avessero un significato profondo. A
volte il
suo obiettivo era semplicemente farti sorridere, ridere o farti
ascoltare buona
musica regalandoti un album. Billie prese ad analizzare il pacchetto
che teneva
in mano, sorseggiando dalla sua tazza con cautela per non bruciarsi.
-Fanculo, lo apro! –
sorrise malefico, lasciando la tazza a terra, le labbra carnose rese
ancora più
piene dal calore e ricamate da un filo di cioccolato e panna.
Scartò piano il
regalo restando piacevolmente sorpreso una volta svelato il contenuto.
Era una
semplice cornice di legno contenente una foto che era stata scattata
una ventina
d’anni prima. Lui, Mike e Trè, abbracciati stretti
e sorridenti, erano gli strambi
soggetti dello scatto; il primo indossava solo un paio di mutande, una
corona
di carta e un mantello marrone; Mike era una specie di Babbo Natale
anoressico,
mentre Frank indossava i suoi soliti calzoncini, una maglietta enorme,
un paio
di calzettoni verdi e un fazzoletto intorno alla testa.
Billie rise al ricordo di
quel Natale. Tutti e tre ebbero l’infelice idea di ricreare
una specie di
presepe punk al Gilman; Billie era uno dei Re Magi e Frank era Maria.
Fu una
serata folle, in cui la maggior parte dei presenti erano ubriachi e
fuori da
qualsiasi “spirito natalizio”. Eppure Billie aveva
un bel ricordo di quel
Natale, il primo passato accanto a persone simili a lui e che vivevano
come lui,
accomunati dallo stesso disagio e dalle stesse paure. Anime tristi che,
almeno
a Natale, era giusto che ricevessero un sorriso.
Billie voltò la cornice.
Sul retro era incollato un biglietto, sempre scritto con la scrittura
storta di
Mike:
“Siamo
sempre noi. E siamo tutto ciò che abbiamo. Buon
Natale, Bill.”
Il biglietto era firmato
sia da Mike che da Frank e Billie si sentì commosso da quel
gesto, da quel piccolo
regalo pieno di significato e gioia. Lesse quelle parole con un piccolo
nodo
alla gola, trovandole così vere e profonde.
Riprese la sua tazza di
cioccolata e si alzò. Si diresse verso il tavolino del
salotto su cui erano
poste le foto della sua vita. I volti delle persone che più
amava spiccavano
sorridenti dalle cornici. Trovò uno spazio vuoto tra una
foto di suo padre e
una di Adie da piccola, vi pose il regalo di Mike e Frank al centro,
sorridendo
sereno.
- Non riesci a dormire?
Sussultò e si
voltò verso
la porta d’ingresso.
- No, ho solo fatto un
po’
di cioccolata. – Billie guardò con dolcezza la
donna della sua vita,
mostrandole fiero la sua tazza mezza piena – Vuoi?
Adie si avvicinò, i
capelli ondulati che le cadevano morbidi lungo la schiena e il seno,
avvolta da
una morbida giacca di lana bianca. Guardò suo marito con uno
sguardo tra il
divertito e il sospettoso, conoscendo i guai che combinava quando era
ai fornelli.
Avvicinò le labbra alla tazza, mentre Billie
l’aiutava a bere.
- Mhh…- gemette
– Buona! Hai
superato te stesso!– disse convinta, guardandolo teneramente
e notando che le
sue labbra erano sporche di cioccolato. Gli passò una mano
sulla guancia, avvicinò
il suo viso a quello di Billie e leccò dolcemente la
striscia scura attorno
alle labbra. Lui sorrise malizioso, chiudendo gli occhi, lasciandosi
trasportare dal tocco della lingua di Adie che, appena tolta tutta la
cioccolata,
si allontanò.
- Buon Natale! –
sussurrò a
pochi centimetri dal suo viso.
- Buon Natale, Adie! –
disse Bill, prima di premere le sue labbra contro quelle di Adie.
Lasciò la
tazza sul tavolino di fianco a sé è
l’abbracciò, stringendo forte le sue spalle
mentre lei gli cingeva la vita. Si staccarono, sorridenti e accaldati
ed Adie
poggiò la testa sul petto di Billie.
- E quella? – chiese,
indicando con un cenno della testa la foto che Mike e Frank avevano
regalato a
Bill.
- È il regalo di Mike e
Trè! – sorrise.
Adie alzò lo sguardo e
vide il volto sereno e sorridente di Bill. Gli poggiò una
mano sul cuore.
- Andiamo a dormire? –
chiese.
- Adrienne Armstrong,
c’è
il tuo primo pacco da scartare, non lo sai? – disse Billie,
sottolineando la
parola “pacco” e accompagnandolo con
un’esagerata alzata di sopracciglia e un
sorriso malizioso.
- Sei il solito nano
pervertito, amore mio! – disse lei alzando gli occhi al cielo
– Chiamalo pacco,
poi! – aggiunse sarcastica.
- Signora Armstrong, lei
mi sta provocando, lo sa? – disse lui spingendola dolcemente
fuori dal salotto
e vicino alle scale che portavano alle camere da letto.
- Ha ha! –
annuì lei.
- Bene! –
esclamò lui,
prima di prenderla in braccio e arrampicarsi sulle scale, ed entrambi
risero di
gusto.
Fuori, la neve continuava
a scendere leggera e silenziosa, lontana da quelle coperte, dai baci e
le
carezze che si stavano consumando in casa Armstrong, distante per
natura dal
calore umano. Fredda scivolava via, quasi scandendo i secondi di quel
Natale
appena iniziato tra un bacio e un ricordo, tra una cioccolata e una
fotografia.
Holà!
Buon Natale gente! Premetto che sono in pieno clima natalizio e che non ho avuto molto tempo per pubblicare questa storia entro Natale. Spero mi perdonerete.
Dite la verità, non è una cagata pazzesca ‘sta storia, eeeeh?
Va bè, tra nani in amore, cioccolate calde e neve, volevo augurarvi buone feste e farvi un piccolo regalo, che lo gradiate o meno.
Vado a ingozzarmi di panettone come una papera.
A presto e auguri di cuore! ^^