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Autore: Alexiel Mihawk    26/12/2012    0 recensioni
«Sono sicura che morirò.» fu l'affermazione di un'affranta Alex, così affranta da non degnarsi nemmeno di alzare la testa dal tappeto dov'era sdraiata «Sento la pancia che sta per scoppiare e probabilmente tutto quel cibo ha ucciso anche Pinus, oltre che la casa.»
Lollo alzò un sopracciglio, sollevando il capo dall'atlante di anatomia lo stretto necessario per vedere parte della testa bionda dell'amica: «Pinus?»
«Il mio verme solitario, l'ho chiamato così in onore di Pina, mangiano lo stesso quantitativo di cibo solo che lui è un povero verme, solo e ramingo, lei una fogna.»
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'We are Young'
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Alla mia seconda famiglia. Ogni Natale è come se fossimo assieme.
A Gina, Mela, Lalla, Crì, Ire, Fre, Jul e Lollo (che con me è sempre).
Perché SEMPRE: Are they wondering what we might be? / Are they thinking of you or of me? / We are young / We are strong / We're not looking for where we belong / We're not cool / We are free / And we're running with blood on our knees






Di regali alternativi, discorsi poco sensati e cani felici
Collection of Starlight Christmas version. Live 2.0





«Sono sicura che morirò.» fu l'affermazione di un'affranta Alex, così affranta da non degnarsi nemmeno di alzare la testa dal tappeto dov'era sdraiata «Sento la pancia che sta per scoppiare e probabilmente tutto quel cibo ha ucciso anche Pinus, oltre che la casa.»
Lollo alzò un sopracciglio, sollevando il capo dall'atlante di anatomia lo stretto necessario per vedere parte della testa bionda dell'amica: «Pinus?»
«Il mio verme solitario, l'ho chiamato così in onore di Pina, mangiano lo stesso quantitativo di cibo solo che lui è un povero verme, solo e ramingo, lei una fogna.»
«Vaffanculo, stronza. Non parlavi così quando ti sei mangiata mezzo panettone, e vorrei ricordati che viaggi si è fatto prima di finire nel tuo stomaco.» esclamò Cecilia punta sul vivo, non era tanto l'essere paragonata a un lombrico puzzolente e famelico a urtarla quanto più che fosse stato chiamato come lei.
Lalla agitò piano una mano sulla spalla della finta rossa, invitandola a non farci caso.
«Ma tu l'ascolti ancora? L'altro giorno ha cercato di convincermi che se avessi respirato per dieci minuti di fila in un sacchetto di carta mi sarebbe passata l'ansia da Analisi II...»
«E ha funzionato?» domandò Macrì tra un boccone e l'altro di un torroncino natalizio, una delle poche cose ad essersi salvata dall'uragano del pranzo di quell'anno.
«Ovviamente no, ma in compenso mi è quasi venuto l'asma.»
La cosa inquietante di conoscere gente che fa medicina è vederli muoversi in gruppo, a volte basta un richiamo involontario, altre l'accenno a una malattia, altre semplicemente decidono di inquietarti perché gli va.
Alla parola asma tre teste si erano girate insieme nella stessa direzione, occhi luccicanti, sguardo assassino:
«Asma» iniziò Livia.
«Sappiamo tutto» continuò Linnie.
«Su come viene l'asma.» concluse Lollo.
Le tre L. Il diavolo incarnato. I cerbero del forum. I figli di satana. Sì, insomma, avete capito: i futuri medici.
«Gioco il cartellino “NON SI PARLA DI MEDICINA» urlò Irene arrivando di corsa dal corridoio con in mano un cartoncino giallo.
«IO TE LI BRUCIO QUEI BIGLIETTINI DI MERDA!!» aveva urlato Cecilia prossima al collasso nervoso.
Erano la causa di tutti mali. Erano stati la causa primaria di quella che negli anni seguenti avrebbero ricordato come “La grande catastrofe”...
Quell'anno, causa scarsità di denaro, erano stati il regalo più gettonato e intelligente: cartoncini colorati per ognuno, ciascuno aveva analizzato i propri difetti e aveva regalato agli altri dei bigliettini da visita con dei bonus da sfruttare a suo svantaggio.
Quello di Alex recitava: “Alexia stai calma, ferma, zitta e non imparanoiarti”
Quello di Ire invece suonava più come: “Sii più decisa e arrabbiati”.
Lalla, più che una frase aveva scritto un paio di temi, il primo diceva: “Col mio nome intero mi chiama solo mia madre, diminuiscimi” mentre il secondo assomigliava molto a “Getta il libro di Analisi dalla finestra, te lo impongo – imponimelo ti prego”.
Quelli di Giulia, Livia e Lollo erano molto simili, gialli, e invitavano a non parlare di medicina, non diventare ipocondriaci e non diagnosticare malattie mortali; certo erano poi accompagnati da altri più personali: “Meno precisione più umanità”, “Fuori dalla cucina”, “Plz just stop, whatever you0re doing”.
Crì aveva distribuito dei buoni per: “STOP AL FANGHERLING” e “Alza quel culo”, mentre Cecilia aveva scritto sui suoi: “NO alle buche di palo di cui non ci frega una minchia” e “Stai zitta ti prego, non ne possiamo più”.
Fre, più sintentica di tutti si era limitata a un: “Parla come mangi”, liberamente interpretato da tutti come un “basta con gli argomenti seri”.
Il vero problema di quei dannatissimi bigliettini era che, pur essendo in circolazione da sole tre ore, continuavano a venire adoperati e a spuntare da ogni dove. Tutti avevano perso il conto di quante volte fossero stati già utilizzati e rimessi nel mucchio di quelli fruibili – tecnicamente li si poteva usare una sola volta.
Molti erano spuntati fuori durante il discorso di Natale, quando ognuno aveva provato a fare il suo ed era stato brutalmente interrotto dal vicino di posto a tavola.
«Siccome sono l'unico maschio della compagnia e come tale unico penemunito, mi sento in dovere di tenere io il discorso Natalizio. Partendo dal presupposto che il Natale è una festa inutile e io la odio, sono davvero felice di essere qui con voi a magiare.»
«Please, stop. Meglio se parto io col discorso Lollino, che nun te se po' sentì, cioè. Sei prolisso come come pochi. Allora, come capo indiscusso di questo gruppo, dichiaro il Natale miglior partecipante al contest “Festa dell'anno”, vincitore del premio “Miglior guardiano” e anche “Colori più allegri.»
«Gigì, anche no eh. Gioco il “calma, ferma e zitta”, perché decisamente è meglio del tuo delirio di onnipotenza. Vorrei solo dire una cosa, questo Natale...»
«Questo Natale, Cecilia, ci risparmia il discorso, grazie al cielo. Io vorrei ringraziarvi per avere lasciato che inserissimo il sushi tra gli antipasti, due anni fa non sarebbe mai stato possibile, eppure le cose cambiano, i gusti cambiano, le persone crescono e io sono tanto fiera di voi!»
«Fiera di festeggiare una festa consumistica come il Natale? Spendiamo qui tutti i nostri soldi, mangiamo come dei maiali quando saremmo potute andare a servire alla mensa dei poveri, quello sì che sarebbe stato utile!!»
«Ma tu stai male! Gioco il jolly! Sapete quanto ci ho messo ad organizzare tutto questo? A preparare la tavola in modo perfettamente simmetrico? Vi siete accorti che i rami dell'albero sono aperti esattamente tutti allo stesso modo e le decorazioni sono equamente distribuite sulla superficie? Io vi dono il Natale perfetto, non uno di seconda mano da mensa dei poveri, gente!»
«Tu ci doni l'ansia, tipo. Cioè se fossimo più scialli ci godremmo di più tutta la festa, io propongo la visione completa del Signore degli Anelli con seguente visione del primo piano del naso di Richard Armitarge per tre ore e mezza, perché sì, perché lui vale!»
«Ragazze...»
«BASTA. Cecilia l'ha visto tre volte, Lalla due, tu stai per schiattare sullo schermo del cinema ogni volta che te lo vedi! Come uomo del gruppo protesto per tutto questo sessismo!»
«Ragazze...»
«Io protesto solo perché mi avete obbligato a mangià 'l sushi, però se se parliamo di cose che non sono nani pelosi mentre mangiamo magari è meglio!»
«Ragazze...»
«La finite!! E che diamine, non vedete che Ire sta cercando di dire qualcosa da tipo mezz'ora, cioè va bene che io e lei siamo piccine e amorevoli però ignorarci così non è carino, mi gioco un “HULK Ire”.»
«Grazie Liv. Volevo solo dire che il cane ha rubato il salmone da tavolo...»
Da lì era degenerato tutto in una specie di inseguimento dietro al cane, che, prendendo il tutto come un gioco, aveva iniziato a correre per la casa, nascondendosi poi sotto un letto con l'ambita preda. Nell'inseguimento era riuscita a far ribaltare Cri sopra Lollo il quale, purtroppo, teneva in mano il paté che aveva fatto un volo di mezzo metro ed era andato a schiantarsi sul decolté prosperoso di Ale, da lì era seguita una battaglia a colpi di cibo che aveva visto arrosto sul muro della cucina e antipasti sul parquet. Pulire tutto era stato un inferno, ci avevano messo ore e si erano ritrovate poi morte in posizioni improbabili in posti improbabili della casa.
Tutto per colpa di quei maledetti bigliettini.
Il Natale più faticoso e puzzone della storia... in compenso per Aria era stato il Natale più bello di sempre.






Nota:
In realtà questa storia è comprensibile se si conoscono le persone di cui parla, e se si è letta We are young, we are strong.
Se non la capite, ma non siete nessuna delle persone citate, mi dispiace, ma non è colpa vostra, è solo che certe cose si vivono assieme e non si dimenticano mai.



   
 
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