Jolie aveva passato la sua vita, breve per il momento insieme a Kwon Jiyong, un ragazzo bellissimo e bravissimo a cui lei si mostrava docile e fedele come la sua natura comandava. Aveva sempre guardato a quel ragazzo con ammirazione, rispetto e affetto, ma col tempo, passo dopo passo, quel sentimento si era trasformato in qualcosa di più profondo, lei amava Jiyong, anche se lui non se ne accorgeva, lei amava Jiyong anche se per lui lei era solo una cagnolina tenera e indifesa.
Ogni volta che il ragazzo usciva con qualche ragazza il suo piccolo cuoricino piangeva e si ritrovava a passare notti insonni a piangere silenziosamente.
Ora era la notte prima di Natale, la notte del 24 Dicembre e il suo cuore era colmo di tristezza e amore, tristezza per la presenza sempre più disinteressata di GDragon, d’amore perché il cuore di un cane può solo sprigionare affetto incredibile.
Il ragazzo le si era praticamente addormentato davanti, seduto sul divano davanti all’albero di Natale che c’era nel salotto di casa.
Tutto l’ambiente era rischiarato dai riflessi piccoli e dorati delle lampadine dell’albero, i mille riflessi di luce si specchiavano sul volto del ragazzo e facevano risplendere i suoi capelli di sfumature dorate facendolo assomigliare ancora di più ad un angelo.
Jolie gli si avvicinò, salì sulle ginocchia del ragazzo e avvicinò il suo picclo musino rosa al viso del ragazzo. Sfiorò con le sue labbra quelle di Jiyong, per dimostrare tutto il suo amore.
Nell’animo più nascosto del suo cuore la cagnolina aveva sempre invidiato le ragazz umane, GD non avrebbe mai trattato loro come delle cagnoline, lui le trattava con amore, sorrisi dolci e carzze, che spesso erano quasi inconsce su di lei.
Accadde allora che per un attimo il tempo si fermasse, e lancette segnavano la mezzanotte, le luci dell’albero erano immobili, il respiro del ragazzo si era fermato, tutto era immobile, allora il corpo della cagnolina cominciò a ingrandirsi sempre di più, fino a diventre quello di una donna umana, con l’aspetto di una vent’enne,la pelle candida e rosea, le gote rose, le labbra sottili e rosa, i capelli chiarissimi e gli occhi castani a mandorla. Poi il tempo riprese a scorrere.
Il ragazzo sussultò per l’improvviso e inaspettato peso sulle sue ginocchia, Jolie invece si alzò di scatto, guardando il suo nuovo corpo e senza trovare spiegazioni al suo strano fenomeno.
Si avvicinò al suo padroncino, l’uomo che aveva sempre amato, colui che ammirava, stimava e a cui era legata da un segreto e tacito rapporto di fedeltà reciproca., l’essere umano che aveva rubato il cuore dell’anima di un cane. Scostò alcune ciocche di capelli dal volto del ragazzo, lui socchiuse leggermente gli occhi, lei indietreggiò di poco, poi lui si svegliò completamente, non fece subito caso a lei, poi si accorse della ragazza nuda sdraiata sul parquet della sua casa davanti a lui.
Non capiva chi fosse, non aveva portato nessuna in casa la notte prima, né tantomeno quel giorno, era la vigilia di Natale dopotutto. Osservando quella ragazza leggermente impaurita ma con lo sguardo dolce e sincero provò subito una sensazione piacevole di affetto che andava via via crescendo, Jiyong non credeva ai colpi dio fulmine, infatti quella ragazza gli ricordava qualcuno già visto, solo che non sapeva chi, qualcuno che gli era molto caro, che gli stava sempre vicino, ch lo appoggiava di continuo senza richiedere ogni secondo la sua attenzione, qualcuno su cui poteva sempre contare e con la quale si confidava continuamente, specie quando era stressato, oppresso, triste e malinconico.
Il suo sguardo incontrò quello della ragazza davanti a lui e subito gli balenò in mente un nome

                          «Jolie»

Chiamò sussurrando e il cuore della ragazza si riempì di gioia, sapendo che il suo desiderio si era avverato, si avvicinò a Jiyong e lo abbracciò, poi tra le sue braccia, al caldo, sussurrò