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Autore: Hikari_Mireniamu    26/12/2012    8 recensioni
Con la delicatezza che lo contraddistingue, Astral leccò la mano di Yuma, che si fece scappare un urlo soffocato:- Che schifo! Ma che ti prende, sei diventato scemo?!-. Astral lo guardò con i suoi grandi occhioni innocenti:- Cosa vuol dire ubriaco?-
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Asutoraru /Astral, Yuma/Yuma
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Kattobing Da, Ore!- urlò Yuma lanciandosi giù per le scale, la maglia del pigiama mezza sfilata e i pantaloni calati giù, mentre cercava di infilarsi la divisa con i pantaloni buttati su una spalla: nell’insieme, non un bello spettacolo. Solo la Chiave dell’Imperatore, il misterioso ciondolo regalatogli dal padre, brillava fulgida sul suo petto. Improvvisamente si illuminò di una calda luce dorata, e Astral si materializzò accanto a lui, le braccia incrociate, le gambe leggermente accavallate come suo solito. –Forse posso chiederti perché sei così agitato stamattina?-. Yuma fece un salto inciampando nei suoi pantaloni calati e cadendo lungo disteso. –Astral! Testa bacata, perché stamattina non mi hai chiamato?!- gli urlò contro massaggiandosi il naso –per colpa tua arriverò in ritardo!-. Si alzò in piedi finendo di vestirsi. Astral sospirò: -Non avrei potuto svegliarti neanche volendo, a dirla tutta. Quando dormi profondamente nemmeno un cannone ti potrebbe far rinvenire… e comunque, solo perché tua sorella e tua nonna non ci sono non dovresti fare tardi la sera. Non fa bene alla tua giovane mente e anche io tuo corpo…- venne interrotto dalla mano premuta sulla sua bocca, il viso di Yuma in fiamme con lo sguardo arrabbiato. –Ti prego Astral, non metterti a farmi la predica. Sembri ubriaco quando fai così.- .Con la delicatezza che lo contraddistingue, Astral leccò la mano di Yuma, che si fece scappare un urlo soffocato:- Che schifo! Ma che ti prende, sei diventato scemo?!-. Astral lo guardò con i suoi grandi occhioni innocenti:- Cosa vuol dire ubriaco?-. Yuma si pulì la mano sulla maglia, abbassando lo sguardo:- Come posso spiegare… si è ubriachi quando si beve troppo e non si capisce più niente.-. Astral piegò un poco la testa confuso:- Tu bevi un sacco, ma non mi sembra che ci siano grandi cambiamenti nel tuo comportamento… sei sempre lo Yuma esagitato di sempre.- -Ma no, non hai capito! Come quando bevi troppo vino, o troppa birra… ah, accidenti! Guarda che tardi che è! Mi fai perdere un sacco di tempo! Ora basta, così non si può andare avanti! Astral, sei in punizione!- disse con tono arrabbiato. Lo spirito azzurro lo guardò con una faccia come per dire “mi prendi in giro, vero?”. Yuma si sfilò la Chiave dal collo e l’appoggio sul tavolo. Poi aprì la porta afferrando la sua cartella:- Arrivederci!- e uscì.
In un primo momento Astral era confuso: cosa aveva fatto di sbagliato? Per quanto cercasse sempre di comportarsi bene, finiva sempre per far arrabbiare Yuma. Non era mai stato da solo oltretutto: anche quando era nella Chiave a studiare l’imponente muro dei Numeri, manteneva un legame con il giovane umano. Ma ora… ora non sentiva nessuna connessione con il suo cuore: era una sensazione strana. 
Cominciò a fluttuare in giro per la casa annoiato: non poteva allontanarsi più di quel tanto dalla Chiave che subito cominciava a sentirsi debole e doveva tornare indietro. La sua unica possibilità era restarsene in cucina, tra gli odorini residui dei piatti della nonna, un vago senso di calore e familiarità che si spandeva nell’aria in sincronia con i raggi del Sole che filtravano dalle ampie finestre. Astral era “seduto” sul tavolo a godersi la luce quando i suoi occhi dalle iridi etero cromatiche caddero su un particolare che non aveva notato: una cassa di bottiglie contenenti un liquido dal colore dorato. Astral volò più vicino per studiare l’interessante oggetto: non portava etichette, il vetro ricoperto di un velo gelido che di diffondeva su per il braccio di Astral quando lo toccava timoroso. Una di quelle era aperta: Astral provò ad annusare il liquido dorato che galleggiava , ma si ritrasse sternutendo: aveva l’odore più forte che avesse mai sentito, ma a suo modo invitante. Al secondo tentativo, lo spirito luminoso rimase ad annusare attirato dall’aroma che si spandeva nell’aria: prese la bottiglia in mano curioso. 
“Forse… è uno di liquidi che ti fanno ubriacare come diceva Yuma” pensò guardando con interesse l’alone dorato che spandeva intorno a lui a contatto con la luce. “E se io… “ gli sussurrò una vocina suadente. Scosse la testa: Yuma si sarebbe infuriato se avesse bevuto. Ma giusto un sorsino per provare… intanto che era lì in quel mondo, valeva la pena fare qualche scoperta interessante. 
Con cautela, quasi avesse una bomba in mano invece che una bottiglia, assaggiò quello strano liquido invitante. E due secondi dopo si ritrovò a tossire come un dannato: la gola gli bruciava da morire a contatto con il gusto amaro della bevanda, e si sentiva come se il fuoco lo bruciasse dall’interno, Quando ebbe ripreso fiato, come se un istinto primordiale si fosse impadronito di lui, ne assaggiò un altro poco, seguito da un terzo assaggio, e poi da un quarto, tutti accumunati dalla stessa sensazione di bruciore dentro di lui. In breve finì la bottiglia e prese a singhiozzare e ridacchiare da solo. L’apocalisse era iniziato.
-Uffa… non vedo l’ore di essere a casa.- sbuffò Yuma massaggiandosi il collo. Camminava verso casa sua dopo una delle giornate più noiose che potesse ricordare: ormai si era abituato alle continue chicchere e alle domande insistenti del suo amico invisibile. Non si ricordava che il silenzio potesse essere così pesante. La prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stato scusarsi con Astral: forse era stato un po’ troppo duro con lui… forse. Fece gli ultimi metri di corsa.
-Sono a casa!- urlò spalancando la porta, con il fiatone. Silenzio tombale. Yuma si guardò intorno preoccupato. –Astral? Ci sei?- ancora nessuna risposta. La Chiave era dove l’aveva lasciata intatta: forse Astral era lì dentro? Un singhiozzo interruppe le sue riflessioni. Yuma si precipitò in cucina, una vista disastrosa davanti ai suoi occhi: 5 o 6 bottiglie di…. Birra? Sì, proprio birra, sparse sul pavimento, vuote, e l’autore del misfatto sotto i suoi occhi, raggomitolato: Astral, le guance rosse, gli occhi chiusi, un sorrisetto stampato in faccia. 
-Astral!- urlò Yuma, temendo il peggio. Si inginocchiò vicino all’amico, che aprì gli occhi diversi e estremamente brillanti. –Ehilà Yuma… come stai?- gli disse quasi non capisse che cosa stesse succedendo, articolando con difficoltà le parole. Cercò di alzarsi, ma barcollava così tanto che Yuma fu costretto a prenderlo per le spalle per evitare che cadesse per terra.
-Astral… cosa è successo qui?- chiese Yuma, intuendo la risposta. Astral lo guardò con occhi da triglia, poi scoppiò a ridere, lasciando Yuma di sasso: una risata aperta e allegra che faceva sciogliere il cuore. Era così rara, dubitava di averla mai sentita… o forse sì? La sua mente era come in uno stato di catalessi. –Ti sei…. ubriacato?- provò a chiedere, e vedendo che Astral annuiva non poté fare a meno di sospirare. Improvvisamente Astral gli gettò le braccia al collo, nascondendo la testa nell’incavo della sua spalla, i capelli a forma di mezzaluna che gli sfioravano una guancia. -… scusami Yuma…- sussurrò in tono lamentoso. Sì, non era per niente lucido: cosa erano tutte quelle smancerie? Yuma si sentiva la faccia in fiamme, ma si sforzò di mantenere il controllo.- Non fa niente… ma tu non sei in condizioni adatte a fare niente di niente direi.- lo prese in braccio, quasi lo spirito fosse senza peso, etereo, e salì le scale mentre Astral gli canticchiava in un orecchio la sigla iniziale di ESPer Robin. Arrivati nella penombra della sua camera, Yuma lasciò cadere un Astral completamente perso nel suo mondo sull’amaca, guardandolo con un misto di rimprovero e dolcezza. Era così strano vederlo così allegro e non con la sua solita espressione neutra che lo rendeva così affascinate, misterioso… ma no, cosa andava a pensare?! 
-Yumaaaaaa…- lo chiamò Astral con una vocina sottile sottile tendendo le braccia verso di lui, gli occhi socchiusi e luminosi. Yuma si avvcinò a lui, arrossendo nel vederlo così indifeso. – Si, Astral?- . Lo spirito ridendo gli fece segno di avvicinarsi di più, fino a che non furono a pochi centimetri l’uno dall’altro.
E fu li che accadde: non se ne rese conto finché non sentì uno strano calore diffondersi per tutto il corpo. Le labbra di Astral erano deliacamente appoggiate sulle sue, leggermente dischiuse in un bacio dolce e insieme inaspettato. Yuma andò nel panico, ma non poteva muoversi: Astral era così vicino a lui, così caldo, le sue braccia sottili che gli stringevano piano in collo in un abbraccio, ed era così bello…
Yuma ricambiò il bacio esitante, sentendo Astral che sorrideva, stingendolo di più a lui: il cuore di Yuma sembrava stesse per scoppiare, mille e una emozioni contrastanti che agitavamo il suo animo. Ma la bocca di Astral era invitante, e gli sembrava di non aver mai sentito un sapore così dolce in vita sua.
Quando si staccarono, Yuma notò con stupore che Astral si era già assopito, a malapena cosciente. – Yuma… ti amo- sussurrò nel sonno il piccolo spirito luminoso. E Yuma non poté fare a meno di diventare rosso come un pomodoro e crollare a terra seduto, guardando il Sole che tramontava.



-Allora….-
-Ehm… già, allora?-
Astral e Yuma erano nella camera del ragazzo, seduti l’uno di fronte all’altro, incapaci di spiccicare una sola parola. –Senti… io non volevo… cioè, in realtà volevo, ma … - cercò di incominciare Astral, ma si fermò quasi subito di fronte all’evidenza della stupidaggini che stava dicendo.
Ilfatto è che nemmeno Yuma sapeva cosa dire. Perché? Semplice: perché ciò che Astral aveva fatto gli era piaciuto. Tanto. –Ascoltami, Astral- disse risoluto. Astral lo guardò, quando Yuma lo abbracciò imbarazzato. –Anche io ti amo. Quindi non azzardarti a scusarti un’altra volta con me, chiaro?- gli sussurrò in un orecchio a punta. Astral fece un piccolo sorrisetto: ecco lo Yuma che conosceva. 
Si alzò in volo improvvisamente, guardando Yuma fisso negli occhi:- Dici che è rimasta qualche bottiglia di birra giù di sotto?- disse con voce maliziosa. Yuma spalancò gli occhi: - Non ci provare nemmeno, dannato!- 
Scoppiarono a ridere contemporaneamente.

   
 
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