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Autore: Lady Moonlight    26/12/2012    4 recensioni
Cento città, cento rifugi sotterranei per salvare l'umanità dal cataclisma che ha reso la Terra un luogo inospitale; null'altro che prigioni senza via di fuga.
C'era Claudia, la cervellona, che amava trascorrere i pomeriggi a ingurgitare tè e a segnare su fogli pieni d'appunti calcoli matematici improbabili. C'era Clelia, l'indecifrabile, che passava il tempo libero a lucidare spade e a studiare piani bellici insieme al silenzioso Sebastian.
Infine c'era Alessandra, il genio della meccanica, che occupava le giornate sistemando e realizzando macchine per la guerra; piccoli gioielli tecnologici dal grande potenziale.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Clà, che beve più tè del Cappellaio Matto.
Ad Ale, la mia più grande fan.
I miei due piccoli miracoli personali<3

 

 

Apocalypse 7

 

 

[La notte è più buia subito prima dell'alba.]

 

Liz non ricordava dove avesse sentito in precedenza quella frase. Apparteneva di sicuro a un qualche vecchio film del Prima, ma non riusciva a farsene un'idea più precisa.
Cos’era l’alba? Come era possibile che le piacesse tanto il concetto di un qualcosa mai visto, ma solo immaginato?
Le persone della sua generazione non conoscevano altro che le fredde pareti rocciose di Apocalypse 7, una delle cento città sotterranee realizzate dalla gente del Prima per riuscire a sopravvivere al cataclisma che aveva colpito la Terra nel 2021.
Lei sapeva solo che in superficie l'aria era diventata irrespirabile e che il semplice contatto con essa poteva portare alla morte immediata del soggetto.
Quel che conosceva sul mondo, quello che era stato, era solo grazie alle immagini digitali presenti nel database C, il Cervello Storico di Apocalypse 7.
"Gli operai della zona B1 sono pregati di presentarsi sul luogo lavorativo. Gli operai…"
Liz lasciò che la voce digitale ripetesse il messaggio un paio di volte, prima di alzarsi dal letto e dirigersi pigramente al bagno.
Sedici anni e le toccava faticare più degli uomini del condotto di areazione. Nei film che i Guardiani mostravano all'arena gli adolescenti, in genere, non erano costretti a lavorare così duramente come avveniva lì.
Indossò in fretta e furia la sua orrenda tuta lavorativa arancione e ingoiò, senza farci caso, la pastiglia al pirax che manteneva sano il suo sistema immunitario. Le infezioni e le malattie erano considerate il rischio peggiore in cui un abitante di Apocalypse 7 potesse incorrere. I farmaci erano pochi e molto costosi, motivo per cui in genere le persone infette venivano messe in quarantena e abbandonate al loro destino.
I suoi genitori erano scomparsi a quel modo; ingoiati dalla stessa terra che li aveva ospitati per una vita intera.

 

Le luci al neon, che a quanto dicevano gli scienziati erano in grado di riprodurre alla perfezione la luce solare, battevano ritmicamente contro le pareti rocciose, tintinnando in un modo che lei aveva sempre ritenuto fastidioso.
Liz era nata ad Apocalypse 7, cresciuta ed allevata per occupare il posto dei genitori nei laboratori scientifici, ma aveva sempre immaginato che il sole e l'aria, quelli veri, fossero elementi completamente differenti da quelli a cui lei era abituata.
Allungò la mano nella tasca per estrarre il lasciapassare di livello tre e, dopo averlo passato sulla placca magnetica della porta, entrò a passo lento nell’atrio del laboratorio V.
L’ambiente era spoglio e impersonale, ma era il luogo familiare in cui lei era costretta a trascorrere la maggior parte del suo tempo.

 

***

 

Due anni; 729 giorni in cui era stata tormentata da quella frase. Due anni in cui la colonia di Apocalypse 7 si era avviata allo sfacelo. Gruppi di ribelli, sfiancati dalla vita che conducevano in quella metropoli sotterranea, avevano dato il via ad una serie di attentati contro il governo dei Guardiani.
Gli scienziati avevano ritirato le pillole al pirax, conducendo un terzo della popolazione alla morte. I sopravvissuti si erano divisi in due fazioni; Ribelli e Giusti.
Liz aveva scelto di non schierarsi. Come un vampiro- di cui aveva sentito parlare nelle leggende- dormiva di giorno, quando le luci al neon esplodevano di energia, e viveva la notte.
Si arrangiava con ciò che riusciva a rubare nelle grandi fabbriche o tra le rovine dei laboratori. Quando era fortunata, riusciva anche a trovare qualche tubero che, modificato geneticamente, era stato capace di crescere in quell’ambiente inospitale.
Viveva così: al limite del sostenibile.

 

La buona sorte aveva deciso di abbandonarla un giorno di primavera -o almeno lo presumeva, visto che ad Apocalypse 7 le stagioni assumevano connotazioni diverse rispetto alla Terra- quando un ragazzo che aveva all’incirca la sua stessa età l'aveva sorpresa a rubare da un vecchio deposito medico.
"Cosa stai facendo?" la voce di lui l'aveva fatta sobbalzare, facendola valutare in fretta le sue possibilità di fuga.
Capelli arruffati, occhi verde-muschio e abiti puliti, lui sembrava essere uscito direttamente dai suoi peggiori incubi. Se era un Guardiano l'avrebbe fatta prigioniera, se fosse stato un ribelle...
Liz si morse il labbro inferiore, lasciando cadere a terra il vecchio abito da infermiera, impolverato e macchiato di sangue, unico infruttuoso bottino della giornata.
"Ho fame." gli rispose con una semplicità che la sorprese. "Cercavo qualcosa da mangiare."
"Qui?" il tono canzonatorio di lui, la irritò profondamente. Da come era vestito, era evidente che lui non avesse il genere di problemi che, invece, affliggevano lei. "Seguimi." le ordinò sbrigativo lo sconosciuto.
I piedi di Liz si mossero da soli, ma non scattarono di lato e poi giù lungo le colline di pietra come lei aveva previsto di fare. Si limitarono a trascinarsi sulla polvere, inseguendo le orme dell'altro.

 

"Io sono Mars."
"Come il nome del pianeta." osservò lei, alzando la testa, ma scorgendo solo roccia.
"I miei genitori dicevano che ero un dono del cielo. Che sciocchezza."
"Dev'essere bello." lo interruppe Liz.
"Cosa?" le chiese Mars, scettico.
"Portare il nome di un pianeta. Si ha quasi l'illusione di sentirsi più vicini a casa. La nostra vera casa." spiegò lei, vedendo l'espressione perplessa di lui.
Mars ridacchiò, portandosi la mano sullo stomaco. "Naaa. Speravano che diventassi un guerriero." commentò. “Mars come il dio della guerra.” aggiunse lui.
"E lo sei diventato?"

 

Lo era diventato Mars, un guerriero; vent'anni e capo della fazione rivoltosa. Lui aveva scelto dalla parte di chi stare, mentre per lei non passava giorno che non si sentisse sempre più vuota e inutile.
Le aveva dato un luogo da chiamare casa Mars, del cibo da condividere con altri sopravvissuti, ma non le aveva dato una valida ragione per rimanere.
A volte si trovava a pensare che se si era fermata lì era solo per la sicurezza che quel gruppo di ribelli le infondeva; per il lento trascorrere quotidiano, nella certezza che ci sarebbe stato un giorno da chiamare domani.
Aveva imparato a conoscere e ad apprezzare tutti i membri della compagnia, gioendo delle loro gioie e piangendo dei loro dolori.
C'era Claudia, la cervellona, che amava trascorrere i pomeriggi a ingurgitare tè e a segnare su fogli pieni d'appunti calcoli matematici improbabili. C'era Clelia, l'indecifrabile, che passava il tempo libero a lucidare spade e a studiare piani bellici insieme al silenzioso Sebastian. 
Infine c'era Alessandra, il genio della meccanica, che occupava le giornate sistemando e realizzando macchine per la guerra; piccoli gioielli tecnologici dal grande potenziale. 
Tutti, erano tutti essenziali, ma non lei. Lei, lei era solo...

 

La notte è più buia subito prima dell'alba.

 

***

 
...Ma la notte sembrava non avere più fine. Sembrava non ci dovesse essere alcuna alba per loro, per lei.
Le potenti lampade al neon erano quasi tutte andate distrutte durante l'ultima schermaglia tra Guardiani e Ribelli e Apocalypse 7 era caduta in una perenne oscurità. Si vociferava che i Guardiani avessero chiesto aiuto ad altre colonie sotterranee, ma che non fosse giunta alcuna risposta.
Clelia e Sebastian impegnavano le ore catalogando scheletri animali o dando la caccia a piccoli roditori, Claudia era passata a bere infusi di muschi anziché comune tè- trovandoli stimolanti, a suo dire- e Alessandra era concentrata sulla riparazione di una moto del Prima, da lei battezzata Bee.
Mars, invece, era solito isolarsi per giorni borbottando frasi sconnesse sulla morte del Cancelliere, per poi ricomparire senza preavviso con un nuovo obiettivo in mente.
Da parte sua, Liz si limitava a rimanere in disparte, fissando un cielo che non esisteva e a fantasticare sull'aspetto della luna.

 

"La nostra alba arriverà." le disse un giorno Mars, conducendola in uno dei vecchi impianti di aereazione.
Grossi tubi di metallo, cavi, erano incastrati nella roccia, come vene all'interno di un corpo umano. "Claudia dice che portano in superficie."
"Ma è..."
"Sono passati duecentocinquant'anni da quando l'atmosfera è diventata un miasma velenoso, ma secondo gli scienziati del Prima sarebbero dovuti bastare duecento anni per eliminare le impurità dell'aria e tornare a vivere sulla Terra."
"Non hanno mai tentato... I Guardiani non hanno mai detto che un giorno saremmo potuti tornare in superficie." obiettò Liv.
"Siamo vissuti in una dittatura per centinaia d'anni. Un tiranno non rinuncia facilmente al potere. Il Cancelliere non vuole lasciare Apocalypse 7. Le altre colonie sono già state evacuate ed è questo il motivo per cui nessuna di loro ha risposto ai messaggi di aiuto." fece una pausa, stringendole le mani. "C'è vita lassù! C'è il sole, il cielo le stelle! C'è aria!"
"Q-quando partiamo?" balbettò lei con il petto squassato dai singhiozzi.
Mars si strinse nelle spalle, sfuggendo il suo sguardo "Noi non partiamo." le disse duro. "La gente di Apocalypse deve sapere la verità."

 

 ***

 

Li aveva abbandonati.
Mentre le fiamme bruciavano Apocalypse 7 lei era sgusciata, invisibile, tra i detriti, fino ai vecchi condotti per l'aria che Mars le aveva mostrato.
Egoista e codarda, si era arrampicata lungo i tubi di metallo, insensibile a null'altro che non fosse se stessa.
Appesa alle funi, Liz si morse con rabbia l'interno della guancia.
"Maledizione!" imprecò, prima di lasciarsi scivolare verso il basso.
Scendendo si domandò quando era stato, quando, che aveva cominciato ad avere a cuore le sorti di quel gruppo di ribelli e il destino di Apocalypse 7.

 

***

 

Erano giunti di notte in superficie, lei e tutti i sopravvissuti di Apocalypse 7. Avevano respirato l'aria e non erano morti. Avevano ammirato le stelle e non erano rimasti accecati dal loro splendore.
La notte, osservò lei, non era poi così buia.
La gente attorno a lei piangeva, mentre in fondo alla Valle si intravedevano fuochi di insediamenti umani: la speranza di un vero futuro.
Si era concessa un sorriso, ringraziando qualsiasi tipo di divinità sconosciuta avesse permesso quel miracolo. Una mano, poi, calda e sicura, aveva stretto la sua e Liz aveva ricambiato il gesto studiando i profili dei compagni alle spalle di Mars: Claudia che reggeva sconsolata un tazza vuota di tè, Alessandra con un mucchio di ingranaggi arrugginiti, Clelia con i resti di un pugnale e Sebastian che lanciava occhiate infastidite ad est, dove il sole stava sorgendo.
Vivi. Erano vivi e liberi.
"L’alba…” propose Mars. “…Attendiamola insieme."

 

 

 

Note: La citazione è tratta dal film Batman: Il Cavaliere Oscuro. Direi che è stata un po’ il prompt di questa one-shot, anche se non so bene nemmeno io il perché l’ho utilizzata e se l’ho usata anche solo lontanamente bene xD (No)
Era da tempo che volevo scrivere qualcosa di vagamente fantascientifico e in principio doveva diventare una long con parecchi misteri da svelare, ma visto che ho già abbastanza long per la testa ho tagliato la vicenda, facendo un riassunto LOL
Non credo che mi sia venuta bene e probabilmente quando avrò più tempo la riprenderò in mano rivedendola per bene, ma non ora ù_ù  
Clà, Ale, sì siete voi e non ho potuto fare a meno di inserire pure Sebastian LOL Perdonate questa povera fangirl! Ehm… regalo di Natale in ritardo. Accettate comunque? (fa anche leggermente pietà.)
Per concludere: Auguri a tutti! Buon Natale, Santo Stefano e Felice 2013. I Maya hanno visto male xD
By Cleo^^


 


   
 
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