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Autore: Freak_    26/12/2012    3 recensioni
-Ahia… okay ti ha detto ti amo. Tu ovviamente gli hai detto “ti amo anch’io” e poi cos’è che ha detto Ginny e tu hai parlato di…- un espressione di puro stupore si dipinse sul suo volto mentre terminava la frase e alzava lo sguardo verso l’amico –perché tu hai detto “ti amo” vero? Non poi averle parlato di BOCCINI mentre ti diceva che ti amava! Harry, non mi dire…-
-SI! Ho parlato di boccini! E lei mi ha guardato e mi ha detto “I boccini, si sono troppo luccicanti, luccicanti…i boccini..” e mi ha lasciato lì!-
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Io dico di amarti e tu mi domandi “Non credi che i boccini siano troppo luccicanti?”

 

-Cosa è successo?- domandò con aria scocciata Ron, vedendo Harry entrare nel dormitorio sbattendo la porta e mettendosi le mani nei capelli con sguardo disperato.
-Ho combinato un casino-
-Fino a qui c’arrivavo anche da solo. Cioccorana?- domanda lui, porgendogli il sacchetto.
-Non le voglio le cioccorane! Ma solo una giratempo!- si disperò lui sedendosi sul letto.
-Allora, su racconta al tuo amicone Ron, cosa hai combinato di così brutto da voler rifiutare le cioccorane?-
-Ero al campo di Quidditch con Ginny a, ehm…- mica poteva dire che stava scambiando con lei delle “effusioni d’amore”?
-Si pomiciavi con mia sorella, okay poi?- Harry Potter pomicia con mia sorella. Mia sorella, quell’angelo candito pomicia col mio migliore amico. Sempre meglio di Dean.
-Si e, c’ho ripensato, passami una cioccorana ho bisogno di energie- buttò giù la cioccorana e poi rimase a fissare l’amico. Un silenzio imbarazzante era caduto nella stanza del dormitorio, i due amici continuarono a guardarsi, finché Ron non si mise a fargli le smorfie per farlo riprendere dal coma in cui lui pensava fosse caduto.
-Okay, ricaccia quella lingua e per piacere, non unire gli occhi, fai senso. Allora come stavo dicendo…-
-Pomiciavi con mia sorella, poi?- chiese il rosso curioso.
-Lei mi ha detto una cosa e io ho parlato di come luccicassero i boccini!- spiegò Harry passandosi una mano nei capelli già scompigliati di loro.
-Cosa ti ha detto?-
-Tiamo- sussurrò lui.
-Come?- chiese Ron guardandolo.
-Mi ha detto- scandì lui –tiamo-
-Harry, potresti dire parola per parola? L’ultima parte non ti capisco!- esclamò Ron, avvicinandosi con un orecchio.
-TI AMO! HA DETTO TI AMO!- gridò Harry. Ron, cadde dalla sedia rovesciando a terra le cioccorane.
-Ahia… okay ti ha detto ti amo. Tu ovviamente gli hai detto “ti amo anch’io” e poi cos’è che ha detto Ginny e tu hai parlato di…- un espressione di puro stupore si dipinse sul suo volto mentre terminava la frase e alzava lo sguardo verso l’amico –perché tu hai detto “ti amo” vero? Non poi averle parlato di BOCCINI mentre ti diceva che ti amava! Harry, non mi dire…-
-SI! Ho parlato di boccini! E lei mi ha guardato e mi ha detto “I boccini, si sono troppo luccicanti, luccicanti…i boccini..” e mi ha lasciato lì!-
-Le vostre voci soavi si sentono fino alla Sala Comune tra poco- entrò Neville –Harry, sei proprio un mito. Credo tu parlassi di Ginny giusto?-
-Tu non stai bene amico! La tua ragazza ti dice ti amo e tu parli di boccini! Neville diglielo anche tu!- tentò Ron rialzandosi e putando le mani contro Harry.
-Bè, almeno io non ho sputato della burro birra in faccia alla mia ragazza quando me l’ha detto- lo rimbeccò Harry.
-Mi stavo già strozzando da solo, non era colpa di quelle parole!-
-Harry, cioè lei ti dice ti amo. Tu le parli di boccini. Lei se ne va. E tu sei ancora qui? Valle a parlare! Spiegale perché tu non le hai risposto “ti amo”- gli consigliò Neville dandogli una pacca sulla spalla con fare ovvio.
-Ma non so perché non l’ho fatto, ero nel panico e se le vado a parlare, cosa le dico? “Non ti ho detto ti amo perché in quel momento mi passavano per la testa i boccini?”-
-Sta uscendo in questo momento dal dormitorio femminile. Valle a parlare, sai com’è mia sorella, orgogliosa, l’avrai umiliata con quello che le hai detto- disse Ron porgendogli la Mappa.
-Io non volevo umiliarla! Vado a parlarle. Ma che le dico? E faccio bene? Se non mi vuole parlare? E se volesse mollarmi? O vorrebbe dirmi che non voleva dirlo? Oppure che l’ho delusa? E se…-
-HARRY FILA FUORI- lo spinse alla porta Ron.
-Aspetta, tu conosci benissimo tua sorella, cosa vorrebbe che gli dicessi?-
-Harry, per me mia sorella è un essere vivente capace di rovinarmi la giornata quasi sempre e di ridicolizzarmi davanti agli altri, quindi, credo che tu la conosca meglio di me, ora fuori- e chiuse la porta.

Un po’ di tempo prima, nel dormitorio femminile.
-Dovevate esserci sta mattina! Zabini che gridava “Sei una sgualdrina! Te la fai con Nott eh?” e lei “Blai, ti prego hai frainteso!” “Certo, beccarvi nel letto assieme, che scemo, scommetto che avevi perso la bacchetta e te ne serviva una e Nott ti ha aiutato con la sua e non di legno!” e se ne è andato con la Parkinson alle calcagna che cercava di farsi perdonare!-
-Lucy, quindi, la Parkinson, promessa sposa di Blaise Zabini, se la faceva anche con Nott, a insaputa di Blaise… - disse Hermione.
-Che può essere considerato un cornuto- aggiunse Luna.
-Esatto e ora si dice che forse manderanno a monte il matrimonio però…Oh ciao Ginny, già di ritorno?- l’amica infatti era appena entrata come una furia nella stanza.
-Si!- sputò lei sbattendo la porta.
-Cos’è successo? Pensavamo saresti rimasta un po’ con….- chiese Luna.
-NON PRONUNCIARE IL SUO NOME- la minacciò Ginny.
-Hanno litigato, sta sera saranno di nuovo sulla poltrona della Sala Comune a coccolarsi- sorrise Lucy guardando amorevolmente l’amica.
-Non credo proprio, sta volta l’ha fatta grossa. BOCCINI, BOCCINI, BOCCINI! QUELLO CE LI HA IN TESTA I BOCCINI!- sbraitò lei camminando per la stanza.
-Cos’è successo?- chiese Hermione.
-GLI HO DETTO TI AMO!- disse lei fermandosi a terra contro il muro vicino alla finestra e battendo la testa intenzionalmente, come a voler far uscire fuori il ricordo di quale minuto prima.
-E lui?- chiesero le amiche.
-Mi ha chiesto se secondo me i boccini sono luccicanti!-
-Si deve avere i boccini in testa lui- confermò Luna.
-Mica lo hai mollato?- chiese Lucy.
-Almeno non ti ha sputato della burro birra in faccia- aggiunse Hermione sorridendo al ricordo di quel in convenevole accaduto con Ron.
-Devo schiarirmi le idee, vado a farmi un giro ci vediamo a cena- disse Ginny uscendo rapidamente dalla stanza.
-Se le deve passare, solo così accadrà- sospirò Hermione.
-Come?- chiese Lucy.
-Si chiuderà in qualche dibattito con se stessa e l’unico che può aiutarla farla arrivare a capo, è il diretto interessato. Vado a trovare Harry quindi a dopo ragazze-

-Ciao Herm- la baciò Ron.
-Sono di fretta. Dov’è quel boccinolofo del nostro amico?- disse dando uno sguardo alla stanza.
-Ha seguito Ginny. La mappa- aggiunse in spiegazione allo sguardo della fidanzata.
-Se la risolveranno da soli. Ginny era davvero arrabbiata-
-Harry, si sentiva davvero in colpa. Meno male che a noi è andata meglio- e la baciò, di nuovo.
-Benissimo guarda, comunque che stavi facendo?-
-Mangiavo cioccorane e tu?-
-Niente-
-Che ne dici se consumiamo il nostro tempo assieme?-
-Si mi sento sola- e un’audace Hermione chiuse la porta con un calcio, per cimentarsi in un mondo tutto suo con Ron.

Ginny entrò nella Torre di Astronomia, deserta. Il vento soffiava leggero, il sole a ovest stava tramontando e l’aria pian piano si rinfrescava.
Si avvicinò alla ringhiera in ferro e diede uno sguardo all’orizzonte.
Non si accorse proprio della porta che stridendo si aprì.
Harry rimase fermo per po’, indeciso su cosa fare. E anche perché Ginny era proprio bella vista da lì, i capelli rossi mossi piano dal vento, il sole che stava tramontando illuminava di poco il suo viso, era proprio bella.
Fece qualche passo incerto senza staccare gli occhi da lei.
Nella sua testa, pensieri sul da farsi si contorcevano, si districavano, fin quando un dolore lancinante al mignolo del piede gli fece bestemmiare Merlino. Aveva colpito un cassetta in legno, piena di quelli che dovevano essere strumenti di astronomia.
-Merlino, santissimo mago stregone, perché a me? Porca Morgana che dolore- cercò di dire a bassa voce, ma il fragoroso rumore che aveva provocato non passò inosservato alla ragazza che in tanto si era girata e guardava Harry che zoppicava, mentre parlava con Merlino e Morgana.
-Oh… ehm… ciao- salutò lui, ricomponendosi.
-Che vuoi?-
-Parlare. Sperando di non incontrare oggetti mortali- e indicò la cassetta dietro di se.
-Che vuoi?- ribadì lei voltandosi.
-Perché lo hai fatto?- chiese lui avvicinandosi, diretto.
-Non lo so. E come mai tu non fai altro che pensare ai boccini?-
-Non lo so. E come mai non lo sai?-
-L’ho fatto involontariamente, non è stata una cosa programmata ne niente, solo mi è scappato. E come mai tu non lo sai perché hai i boccini in testa?-
-Mi è scappato-
-Sei proprio odioso- rise amaramente lei.
-Sei tu quella che mi ha preso alla sprovvista-
-E sei tu quello che mi ha umiliata, paragonandomi a dei boccini-
-Io non volevo. Non me l’aspettavo e ho detto la prima cosa che mi è passata per la testa- tentò di incrociare i suoi occhi, ma per quanto lei era orgogliosa, non si stupì che avesse voltato lo sguardo dall’altra parte.
-Quindi ogni volta che ci baciamo tu pensi ai boccini? Avrei detto a qualcosa di più romantico-
-Non è questo, fammi spiegare-
-Bene spiegati, perché non ho intenzione di perdere altro tempo con te e tuoi boccini!- si girò a fronteggiarlo, sapendo che ora nessuna traccia di dispiacere o umiliazione si sarebbe vista nei suoi occhi.
-Non riuscivo a dire quelle parole va bene? Sono entrato nel panico, le parole sembravano morirmi in gola, non sapevo più come si parlava tra poco! Mi hai preso alla sprovvista…-
-Certo la prossima volta ti chiedo un appuntamento!-
-Ginny, io so di amarti, ma quando tu me l’hai detto e come se nient’altro mi entrasse in testa, tranne la tua voce con quelle due semplici parole! Era come se mi fossi bloccato, non registravo nient’altro, poi quando volevo risponderti, non riuscivo a parlare! Dirti ti amo mi sembrava inutile, inappropriato, perché tu sai quanto io ci tengo a te, per me, tu sei perfetta, anche la mattina quando hai tutti i capelli in disordine, o quando litighi con tuo fratello e diventi simile ad una Banshee, oppure quando arrossisci per un complimento, sei adorabile quando sei gelosa, odio quando qualcuno ti guarda perché ho paura che qualcuno potrebbe portarti via, amo quando la sera tardi ti addormenti sulla poltrona in braccio a me, sei bellissima quando voli su una scopa e tenti di aggiustarti i capelli che escono dalla coda, sei perfetta quando sei ancora addormentata e tenti di fare ragionamenti logici, e ora sto divagando ma ti volevo dire che mi sembrava inutile riassumere tutto questo e altro in due semplici parole come quelle e non ce l’ho fatta, non sono riuscito a dirti “ti amo”-
Ginny basita da quella parole, sussurrò –Sarebbe più semplice dire un ti amo, potresti morire d’infarto se ridici di nuovo tutto questo senza respirare-.
-Io ti dico tutto questo e tu mi rispondi con un “potresti rischiare l’infarto”? E poi sono io quello con i boccini in testa?- rise di gusto lui, all’espressione della ragazza che da “sbalordita” passò ad “offesa”.
-Potremmo riprovarci?- chiese lui.
-A fare cosa?- lui l’attirò a se e la baciò, un bacio casto, semplice, come le parole che ne seguirono.
-Io ti amo- sussurrò contro le sue labbra Harry.
-Anch’io ti amo- rispose lei –e si trovo che i boccini siano troppo luccicanti-.

Angolo-
Saalve lettori lettrici, allora è un pò demenziale 'sta storia e fa venire il diabete (soprattutto l'ultima parte), quindi se a qualcuno verrà riscontrata qualche forma di diabete mi dispiace e me ne assumo le responsabilità.
Okay ora la smetto, se vi è piaciuta un commentino sarebbe tanto gradito ^^
Alla prossima,
Freak_
  
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