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Autore: Haunter Lady    26/12/2012    2 recensioni
Dal testo:
-Drin! Drin!- squillava la sveglia, come un galletto che alle sei di mattina ti urla nelle orecchie per farti alzare.
Toris la fece cadere e per poco non l’aveva rotta. Era stanco, stanco di tutto e di tutti.
-Drin! Drin!- squillava la sveglia, come un galletto che alle sei di mattina ti urla nelle orecchie per farti alzare.
Toris la fece cadere e per poco non l’aveva rotta. Era stanco, stanco di tutto e di tutti.
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Una fanfiction che parla della vigilia di Natale di Lituania, che cerca un po' di pace.
In un primo momento ci fu la tortura della sua vita, ma alla fine aveva cambiato idea riguardo il suo amico...
Auguri lettori e buona lettura! ;-)
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lituania/Toris Lorinaitis, Polonia/Feliks Łukasiewicz
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Un regalo riciclato

-Drin! Drin!- squillava la sveglia, come un galletto che alle sei di mattina ti urla nelle orecchie per farti alzare.
Toris la fece cadere e per poco non l’aveva rotta. Era stanco, stanco di tutto e di tutti.
La faccia affondata nel cuscino, le coperte rimboccate fino a metà schiena e la maglia del pigiama … Ehi, aspetta, dov’è la maglia del pigiama?
“Ma dov’è la maglia del pigiama?!” strillava lui come un forsennato “Ero sicuro di averla messa ieri sera!”.
Mentre cercava in ogni angolo della stanza, percepiva una certa arietta fresca alle gambe. Aveva perso anche i pantaloni?
“Possibile che io non abbia messo il pigiama con questo freddo?” pensò sbigottito.
Ma dopo non ci fece più caso. Aveva altro a cui pensare.
Infilò un jeans e un maglione e si diresse verso il suo studio, al secondo piano della sua piccola casa di periferia.
Documenti, documenti e ancora documenti. Aveva da lavorare alla vigilia di Natale e anche da solo. I suoi colleghi Eduard e Raivis volevano avere un giorno libero e l’hanno avuto, mentre lui? No, lui preferiva lavorare.
Non aveva moglie e né figli, solo … un amico. Il suo migliore amico, che si comportava un po’ come una bambina innocente.
“Spero che non mi venga a trovare quest’anno … Sarebbe un vero regalo di Natale” disse fra se Toris.
Lui scriveva su quei fogli di carta volanti, disordinati, fasulli. Però si divertiva.
Nessuno lo disturbava, c’era solo silenzio in casa. I passerotti non cinguettavano, il sole era nascosto dietro ai grandi nuvoloni neri della stagione.
E così che passò la mattina del 24 dicembre. Lavorando.
Passarono ore e ore, ma Toris non distoglieva lo sguardo da quei documenti, molto importanti per lui.
Decise di distrarsi un po’. Guardò l’orologio e si accorse che era ora di pranzo.
Scese velocemente le scale e si recò in cucina. Aprì il frigorifero e cercò dell’insalata mista, la sua preferita.
Ne preparò un po’ e la mangiò con molta frenesia, perché almeno la sera della vigilia di Natale voleva riposare in pace senza pensare al lavoro.
Salì di nuovo al piano superiore e ricominciò a fare quello che aveva tralasciato un paio di minuti prima.
In quel momento squillò il telefono. Toris alzò la cornetta e rispose:
“Pronto?”
“Ciao, sono io!”
“Io chi?!”
“Amore mio!”
“AMORE CHI?!”
“Non resistevo più, pensavo a te”
“Ma chi sei, perché chiami?!”
“Ma vieni appena puoi, anche tardi se tu vuoi, tanto non dormirei”
“Ecco, bravo, buona notte!”
E attaccò. Riprese a scrivere, ma arrivò un’altra telefonata:
“Pronto?”
“Mi ami o no?”
“Ma allora insisti!”
“Io di più!”
“Ma fatti tuoi!”
“Ma adesso lei dov’è, vicino a te?”
“Ma ‘Lei’ chi?!”
“Ho sciolto tutti i cappelli e ho messo il profumo che mi hai regalato tu!”
“Aaah, ho capito! Sei scemo!”
E attaccò di nuovo.  Prese la penna e scrisse la sua firma sull’ultimo documento, ma arrivò l’ennesima telefonata:
“Pronto?”
“Ciao, sono io!”
“Ma io chi, mi vuoi rispondere sì o no?!”
“Idiota! Sono, tipo, Feliks!”
“Ci sono cascato come un pollo …”
“Ti volevo chiedere, tipo, il numero del dottore!”
“Ma va là, Feliks, hai bevuto troppa birra!”
Attaccò di nuovo infuriato.
“E poi sono io quello che beve troppi alcolici …” disse a voce alta alzandosi dalla sedia.
Si diresse verso il salottino al piano terra e si buttò sul divano come se qualcuno gli avesse sparato. Afferrò il telecomando della TV e premette il pulsante ‘ON’, accendendola.
Appena vide un programma culinario natalizio, si mise a sedere e deglutì, pensando:
“Mio Dio, non ho preparato nulla per stasera!”
La conduttrice iniziò a fare l’elenco degli alimenti per il menù e Toris iniziò a prendere appunti. Stava ben attento, perché voleva imparare qualcosa di nuovo e non aveva voglia di cucinare sempre le stesse cose.
“Sai che non sapevo che alla vigilia di Natale si mangia solo pesce?” pensò meravigliato il ragazzo.
A stento riusciva a stare dietro alla conduttrice che spiegava come preparare gli alimenti. Ma quando finì il programma, Toris aveva preso tutti gli appunti necessari: ingredienti, quantità a persona, preparazione, ecc.
Preparò tutti gli ingredienti che servivano all’intero cenone.
“Li ho tutti in dispensa!” disse prendendoli e poggiandoli sul lavello della cucina.
Incominciò dalla prima portata: la pasta alle vongole e alle cozze.
Appena la finì, incominciò a fare la seconda portata, la terza e via via.
Passarono altre dure ore di lavoro, ma finì tutte le portate per le ore sei.
“Ma adesso tutto questo devo mangiarlo io?” si grattò un po’ la testa il ragazzo, alquanto confuso “Proverò a chiamare qualcuno!”
Prese il telefono e iniziò a comporre numeri di ogni persona che conosceva:
“Roderich, potresti venire a casa mia per il cenone?”
“No, mi dispiace”
“Sadiq, potresti venire a casa mia per il cenone?”
“Mi spiace, ma ho da fare”
“Feliciano, potresti venire a casa mia per il cenone?”
“Vorrei, ma non posso”
“Lovino, potresti venire a casa mia per il cenone?”
“Lasciami in pace, idiota!”
“Ludwig, potresti venire a casa mia per il cenone?”
“Sono costretto a declinare il tuo invito, Toris”
“Kiku, almeno tu puoi venire a cenare con me alla vigilia di Natale???”
“Scusami, non sono cristiano”
Toris era esausto. Aveva fatto tante di quelle telefonate che la gola iniziava a seccarsi e a morire.
“Vorrà dire che mangerò da solo” si disse rassegnato.
-DIN DON!- fece il campanello.
Toris andò ad aprire.
“Ehi Toris! Sono qua!” gli saltò addosso il suo amico Feliks, facendolo cadere.
No, non di nuovo. Ogni anno in mezzo ai piedi, quell’idiota.
“Non sai che bel regalo che ho preparato per te! Ne sarai sicuramente, tipo, felicissimo!”
“Certo, come no …”
“Vuoi, tipo, una mano? Cioè, sono bravo ad aiutare”
“Sì sì, ci credo …”
“E dai, Toris!”
“Va bene, dammi una mano ad alzarmi e ad apparecchiare la tavola, visto che si sono fatte le otto!”
I due si alzarono e cominciarono ad apparecchiare la tavola. Dopo aver finito si sedettero a tavola e iniziarono a mangiare.
Dopo almeno mezz’ora di silenzio, Toris si decise a parlare:
“Ma che ti era saltato in mente questa mattina?”
“Volevo farti, tipo, uno scherzo!”
“Proprio mentre lavoro?”
“Cioè, ma io che ne sapevo?”
Toris dopo un po’ iniziò a sparecchiare la tavola, intanto Feliks si era disteso sul divano a guardare la TV, lamentandosi:
“Uaooo, che mangiata … Non sapevo che tu sapessi cucinare così bene, tipo, che ne so, il calamaro!”
“Grazie”
Il ragazzo moro lasciò tutto lì e si sedette sulla poltroncina, aspettando che arrivasse mezza notte.
Nel frattempo, parlarono, parlarono a lungo.
-DIN DON! DIN DON!- suonava la mezza notte il campanile della chiesa lì vicino.
“Yeeeeeeeah!” gridò entusiasta Feliks “Forza Toris, cioè, andiamo ad aprire il tuo regalo!”
Lo prese per il braccio e lo portò vicino all’albero di Natale che aveva fatto qualche settimana prima per lui.
“Apri per ultimo il mio” affermò Feliks.
Una borsa da lavoro, un’agenda, un piccolo PC. Quelli erano i pochi regali che gli avevano fatto i loro amici.
“Adesso apri il mio!” gli fece l’occhiolino.
Toris lo scartò piano piano ed ecco qui il regalo di Feliks: il suo pigiama.
“Ecco dov’era finito il mio pigiama!” rise Toris con molta allegria.
I due passarono la notte a scherzare e a ridere. Toris non era mai stato così felice in vita sua.


"Ridi sempre, ridi, 
fatti credere pazzo, ma mai triste.
Ridi anche se ti sta crollando 
il mondo addosso,
continua a sorridere.
Ci son persone 
che vivono per il tuo
sorriso e altre che
rosicheranno quando
capiranno di non essere
riuscite a spegnerlo."

Roberto Benigni

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Note dell'autrice~
Ehilà! ;-) Eccomi qui, con una fanfiction nuovissima!
Questa è la mia prima fanfiction comica e fluff. Mi sono divertita tantissimo a scriverla.
Ho aggiunto una parte della parodia di Luca e Paolo "Buonasera Dottore" e mi è sembrata molto carina da inserire... E alla fine ho messo le famose frasi di Roberto Benigni... Bravissimo!
Liet: Bel regalo di Natale... xD
Già, socio. Auguri a tutti! (Passati)
                                                                                                
~ Haunter Lady ~
  
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