The First Christmas
KillerQueen86
Personaggi: Human Doctor, Rose
Tyler
Rating: Verde
Genere: Romantico,
fluff
Avvertimenti: one-shot,
collocate dopo 4X13 Journey’s End
Note: Eccomi
qui, avrei voluto pubblicare questa storia per Natale, come faccio ormai tutti
gli anni, ma gli impegni me l'hanno impedito, spero solo che abbiate passato un
Buon Natale e che come sempre anche questa piccola storia possa piacervi.
Buona
Lettura
Disclaimer: Doctor Who e tutti
i suoi personaggi non sono di mia proprietà (purtroppo), tutti i diritti sono
dei legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento.
Si sistemò una ciocca di capelli che era sfuggita al suo
chiffon, un'ultima guardata allo specchio e uscì dalla sua camera, prese la
borsa a tracolla con i documenti che le servivano e il
badget di riconoscimento del Torchwood, che la sera prima aveva abbandonato su
un tavolino vicino la porta di ingresso, guardò l'orologio sulla parete della
cucina rendendosi conto che era in ritardo e suo padre l'avrebbe uccisa come
minimo.
"Dottore?" chiamò a gran voce entrando nella
stanza che aveva trasformato nel suo studio personale, il posto non era il più
ordinato di questo mondo, ma per lui era un disordine
organizzato, in fondo alla stanza si ergeva una cabina telefonica blu, anche
stavolta il Dottore aveva rotto "accidentalmente" il circuito
camaleontico; si avvicinò ed entrò nella
loro Tardis, era ancora giovane e aveva bisogno di un po’ di tempo, ma la sala centrale
era quasi pronta, Rose come sempre trovò il suo Dottore sotto la console a
sistemare qualcosa.
"Credo di aver risolto quel piccolo problema con il
modulatore dimensionale" disse voltandosi verso di lei, il sorriso che
aveva in viso scomparve appena la vide.
"Dove stai andando?"chiese alzandosi e
avvicinandosi.
"Scusa, ho delle cose da fare e non posso rimandare"
gli rispose con calma mentre lui si toglieva gli occhiali.
"Ahhh Rose, è il nostro primo giorno libero dopo
tanto" si lamentò imbronciato, le circondò la vita con le braccia.
"Lo so, ma Pete mi uccide se non consegno quei
documenti entro stasera" cercò di giustificarsi.
"Voi umani e la vostra stupida burocrazia"
brontolò, Rose lo guardò inarcando un sopraciglio.
"D'accordo faccio parte degli umani, cercherò di
ricordarlo" continuò a brontolare rispondendo al suo sguardo.
"Non è giusto, avevo dei programmi per noi due
oggi" continuò a brontolare.
"Tipo tu che sistemi il Tardis ed io sto qui a farti
compagnia" disse con ironia.
"Beh, se vuoi proprio
possiamo aggiungerlo alla lista" disse
sorridendole.
"Avevo dei programmi molto più divertenti"
disse agitando le sopraciglia maliziosamente, Rose scosse la testa divertita.
"D'accordo" disse dolcemente appoggiandogli un
piccolo bacio sulle labbra.
"Ti prometto che stasera ti preparo la cena e il tuo
dolce preferito per farmi perdonare" gli propose.
"Mi farai i muffin alla banana?" chiese
sorridendo.
"Certamente" gli confermò
"E poi potremmo anche seguire i tuoi piani" gli
disse accarezzandogli il petto guardandolo attraverso le ciglia.
"Sei una donna malefica Rose Tyler" scherzò lui
e la baciò con passione stringendola a lui. A malincuore Rose si allontanò da
lui.
"Ora devo andare o Pete mi verrà a prendere
personalmente" disse senza però allontanarsi dal suo abbraccio.
"Ti conviene sbrigarti Tyler, ho già l'acquolina in
bocca" scherzò baciandole la fronte, Rose si allontano gli
sorrise un ultima volta e uscì di corsa di casa prima che potesse mandare al diavolo Pete e correre dal
Dottore e riprendere il discorso lasciato a metà.
Vivevano in quel mondo parallelo da ormai un anno, dopo i
primi mesi difficili aveva iniziato a comportarsi come una normale coppia, anzi
loro era qualcosa di più di una normale coppia, era da pochi mesi che si erano
trasferiti nel nuovo appartamento, e le cose procedevano davvero bene, a tener
a bada la voglia di correre e di avventure del Dottore c'erano le missioni al Torchwood
e il lavoro sul Tardis che ormai procedeva spedito, non mancavo molto perché
loro potessero tornare a viaggiare tra le stelle, essere di nuovo Rose e il
Dottore nel loro Tardis.
Si alzò sbuffando, era almeno la trentesima volta che
sbagliava a collegare quei fili, e anche la sua giovane Tardis ne aveva
abbastanza, gli aveva mandato una piccola scossa per farlo smettere. Si alzò
togliendosi gli occhiali, aveva bisogno di una pausa, da quando Rose era uscita,
i suoi pensieri lo tormentavano, e la protagonista era proprio
lei, la sua Rose, con le sue promesse … da quando era umano era molto difficile
tenere a freno i suoi istinti. Adesso capiva perché gli umani sono sempre stati
così ossessionati dal sesso, e la cosa si complicava quando accanto aveva Rose,
lei era capace di farlo andare su di giri anche con un solo sguardo o con un sorriso.
Scosse la testa, mettendo da parte quei pensieri, doveva
cercare un occupazione nell'attesa del ritorno di
Rose. Uscì dal Tardis e si rese conto che nel piccolo studio da qualche parte
sulla scrivania, c'era il suo cellulare che suonava, non si era ancora abituato
a tenerlo sempre con sé, infatti spesso lo dimenticava
in giro per casa o nei vari reparti del Torchwood, per la disperazione di Rose,
che cercava sempre di ricordaglielo.
Il tempo di spostare ogni foglio e/o oggetto che
nascondeva il prezioso cellulare, smise di suonare, il Dottore fece una smorfia infastidito, sperando che non si trattasse di
qualcosa di importante o che non fosse rose, improvvisamente iniziò a suonare
di nuovo, e lui riuscì a trovarlo in tempo stavolta.
"Pronto?" rispose senza neanche guardare chi
era.
"Si può sapere perché non lo tieni con te il
cellulare?" chiese Rose dall'altra parte del telefono.
"Rose" disse solo
sorridendo felice di sentire la sua voce.
"Hai finito con il Tardis?" gli chiese curiosa.
"Più o meno" rispose
guardando verso la cabina blu.
"Dovresti farmi un enorme favore" disse lei con
voce supplichevole.
"Mi dispiace Rose, non ho intenzione di tenere
compagnia a Jackie" iniziò senza darle il tempo di continuare.
"Tranquillo devi solo andare a comprare un paio di
cose per stasera" lo rassicurò.
"Cosa? Io, ne sei convinta?" chiese per
avere conferma di aver capito bene.
"Andrei io, ma purtroppo non ho il tempo di fare la
spesa, farò un po’ più tardi del previsto" si
giustificò.
"Ma l'ultima volta …"
tentò di parlare.
"Sul frigo c'è una lista delle cose che mancano,
devi solo evitare il reparto dei dolci e andrà tutto bene" Lo fermò, prima
che potesse finire.
"Ora devo scappare, mi raccomando segui alla lettera
la lista, a più tardi" salutò di fretta senza dargli il tempo di
rispondere. Per qualche secondo il Dottore rimase immobile con il cellulare
all'orecchio riordinando le idee e cercando di capire quando aveva accettato di
farlo.
Decise comunque di seguire la richiesta di Rose, infondo
cercava qualcosa da fare per passare il tempo da solo.
Salì di fretta quelle scale cercando di non fare cadere
il dolce che aveva tra le mani, era in ritardo, aveva detto al Dottore che
avrebbe fatto presto, doveva dare il meglio di se in cucina per farsi
perdonare, qualcuno dei loro vicini che le passava accanto, la guardavano e accanavano
un saluto, ma nessuno si preoccupava di aiutarla con il vassoio che aveva in
mano.
Arrivò all'ultimo piano davanti alla porta del loro
appartamento, immancabilmente blu, blu Tardis ovvio,
il Dottore aveva insistito molto perché fosse proprio di quel colore.
Con un braccio cercò di mantenere fermo il vassoio
appoggiandolo da un lato contro la parete, con l'altra mano libera cercò di
trovare la chiave nella sua enorme borsa, maledicendosi di comprare sempre
borse così grandi, soprattutto perché le chiavi erano così piccole che ogni
volta non le trovava, e spesso, troppo spesso si trovava a dover aspettare ore
e ore che qualcuno le aprisse perché capitava che il Dottore era
preso dalla Tardis o ancora al Torchwood.
Fortunatamente stavolta ebbe fortuna, riuscì a trovare il
piccolo tesoro che agognava tanto, tenendo il equilibrio
il vassoio riuscì ad aprire la porta, e spingendo la porta con la schiena entrò
nell'appartamento.
"Lo so, sono in ritardo ma ho preso …" cerco di
dire, ma quando si voltò le parole le morirono in
gola, tutto il salottino era decorato con luci e addobbi Natalizi, il Dottore
intanto indossava un terribile maglione rosso con dei fiocchi di neve disegnati
e stava davanti un albero di Natale ancora sfoglio di decorazioni.
" … Ho preso il dolce " concluse
la frase guardandosi attorno, dallo stereo iniziò a suonare una versione di Jingle
Bells che non aveva mai sentito, ma sospettava che era la nuova versione di
Glee.
"Sei tornata" l'accolse
con un gran sorrisone.
"Ti piace eh?" chiese allargando
le braccia mostrandole orgoglioso il suo lavoro.
"Lo hai fatto tu?" chiese ancora sorpresa
guardandosi attorno.
"Beh, sì, non ti piace?" chiese
quasi preoccupato.
"No … cioè sì, mi piace, ma non mi aspettavo di
trovare il villaggio di Babbo Natale nel nostro appartamento" disse camminando
un po’ per la stanza, e appoggiando il vassoio sul tavolo che era lì vicino.
"Pensavo che non credessi nel Natale" disse
guardandolo incuriosita.
"Beh, non al senso religioso in sé, ma guardati
attorno: luci, colori, canzoni allegre e un sacco di dolci, sul serio pensi che non mi potrebbe piacere una cosa del genere"
spiegò con un sorriso che non finiva più e l'entusiasmo di un bambino.
"Sembri un bambino che ha appena scoperto il Natale,
lo sai?" disse lei lasciandosi trasportare dal suo entusiasmo.
"Aspettavo giusto te per
addobbare l'albero" disse prendendola per mano e accompagnandola davanti
all'enorme abete che aveva sistemato davanti alla finestra.
"E la cena?" chiese lei.
"Oh quella può aspettare" rispose porgendole
una tazza fumante di cioccolata che teneva sul tavolino da caffè accanto
all'albero, Rose strinse la tazza tra le sue mani, ne assaggiò un po’
leccandosi le labbra e assaporandola, cogliendo un tocco di cannella, amava
tutta quell'atmosfera attorno a loro, amava vedere il Dottore così immerso in
una tradizione così umana.
"L'hai fatta tu?" chiese sorpresa di quanto
possa ancora sorprenderla dopo tutto questo tempo.
"Ti piace? Brenda mi
ha detto come farla" disse nominando la loro amica Brenda, che aveva una
piccola libreria sotto casa, in cui il Dottore passava molto tempo a leggere.
"E' buonissima, tutto questo è meraviglioso, grazie
Dottore" disse sorridendo e assaggiando un altro po’ la cioccolata.
"Al nostro primo di tanti Natali insieme, in questo
nuovo mondo" disse.
"Al nostro
futuro insieme" disse alzando la sua tazza insieme a
lui, si sorrisero mentre gustavano ancora un po’ quella calda bevanda.
Improvvisamente il Dottore le prese la tazza dalla mano,
posandola con la sua sul tavolino da caffè, e la spinse in mezzo al salottino,
non capiva perché ma il suo sguardo la stava incuriosendo, guardò in alto e
notò che aveva sistemato un rametto di vischio proprio in quel punto.
"Ne troverai tanti altri, sparsi in tutta casa"
disse per poi baciarla con passione, stringendola a sé.
Il suo Dottore era sempre in grado di sorprenderla e
regalarle qualcosa di magico, da quando si erano separati
non aveva voluto festeggiare il Natale e lui lo sapeva bene, adesso invece, era
nuovamente insieme, e potevano dare inizio alle loro tradizioni, e magari ad
una famiglia tutta loro.
Avere il suo Dottore accanto con il quale passare il
resto dei suoi giorni era il regalo più grande che potesse chiedere, e non
passava giorno senza che nel suo cuore ringraziasse l'altro Dottore.
Fine
Note finali: Spero tanto che vi
sia piaciuta, è stata una storia che mi è venuta in mente all'improvviso
immaginando il loro primo Natale nel mondo di Pete.
Ad essere sincera il modo in cui il Dottore descrive il
Natale e il motivo per cui amo questo periodo, spero che tutti voi passate il
resto delle feste in compagnia di chi amate (amici, parenti, fidanzati/e etc), io
tornerò ad aggiornare dopo Capodanno.
Happy Holidays