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Autore: cola23    26/12/2012    3 recensioni
Il natale si avvicina ma Rufy ha un problema che riguarda Ace e che lo preoccupa, per fortuna c'è Sabo con la sua infinita pazienza e saggezza a fargli da consigliere
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Sabo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco la prima di una serie di one short  natalizie dedicate agli asl ANCORA BUON NATALE A TUTTI!



Stella di Natale 
 
Rufy quel giorno era stranamente silenzioso, e tranquillo, troppo tranquillo.Questo pensava Sabo mentre lo fissava stranito, diviso fra il sorpreso e il preoccupato.Preoccupazione dovuta alla certezza matematica che se Rufy si comportava in modo così insolito dal suo comportamento abituale poteva significare solo due cose:O che il suo fratellino era malato,-o stava comunque covando un in influenza-, oppure che gli era venuta in mente una delle sue solite idee balzane e adesso ci stava  rimuginando sopra.
E quando Rufy rifletteva in quel modo su qualcosa questo matematicamente avrebbe significato da un momento al altro una valanga di guai per lui ed Ace non appena sarebbe passato a metterlo in pratica.Quella era la calma prima della tempesta insomma,motivo per cui fra le due uniche possibili ipotesi sul suo bizzarro comportamento non sapeva propio quale fosse peggio, o quale agurarsi.
Se ne stava seduto per terra, a gambe incrociate con la schiena contro un muro della stanza da letto che condividevano tutti e tre insieme e teneva una biro in mano che muoveva tra le dita, disegnando forme indefinite.Stava leggendo un foglietto e sembrava molto preso nel suo lavoro, sul viso  un espressione fra l'imbronciato e il concentrato, quast ultima mai vista prima d'ora faceva quasi impressione per quanto stonasse sulla faccia del suo fratellino. Sabo lo osservava di sottecchi, pensieroso da dietro il suo libro che aveva smesso da un pezzo di seguire, -troppo preso ad analizzare lo strano comportamento del più piccolo-allungato anche lui per terra su suo futon, chiedendosi quando e se il suo fratellino si fosse schiodato da lì. Era da tutto il pomeriggio  che fissava quello che aveva davanti agli occhi, senza prendere una decisione.
«Ehi Rufy, posso sapere cosa stai facendo?» chiese dopo qualche minuto, stufo di aspettare che succedesse l’impossibile.
Il più piccolo sussultò alzando di scatto la testa al richiamo del più grande,mostrandogli poi in un espressione afflitta , prossima  alle lacrime, prima di rispondergli con tono piagniucolso: «Saboooooooooo!....mancano pochi giorni al compleanno di Ace e non ho ancora deciso che regalo fargli! » confessò l’altro, demoralizzato con tono sempre più abbattuto. «Ogni volta che penso a qualcosa, mi rendo conto che è troppo poco per lui!»
Dopo questa risposta Sabo ci mise qualche minuto prima di riprendersi dallo sbigottimento iniziale.Prima ancora di sentire la risposta di Rufy aveva già provato a formulare varie ipotesi su quale fosse il motivo di tanto accanimento, e aveva ipotizzato anchele idee più bizzare e inverosimili perchè quando c'era di mezzo Rufy anche le cose più strane diventavano normali, e da lui ci si poteva aspettare di tutto.Ma quella risposta non se l'era propio aspettata.
Tra l'altro quella che in apparenza sarebbe sembrata una risposta anche abbastanza normale se detta da qualsiasi altra persona in bocca a Rufy suonava ancora più bizzarra di tutte le sue ipotesi formulate poco prima per diverse ragioni:
Per prima cosa era ancora il 20 dicembre e Ace compiva gli anni il 1 gennaio, e Rufy stava già pensando al suo regalo? certo non c'era niente di strano a pensarci qualche giorno prima, lui stesso preferiva cercare i regali per le varie le ricorrenze sempre con qualche settimana di anticipo, ma non era certo una cosa normale pensare di farlo per un tipo impulsivo e poco pianificatore come Rufy! Seconda cosa strana:Ricordava vagamente di essere stato lui qualche tempo fà a dirgli quando Ace compiva gli anni,ma conoscendo il carattere distratto e sbadato del fratellino e ricordando l'espressione annoiata, con cui lo aveva guardato mentre sembrava più interessato a scaccolarsi con un dito nel naso, era sicuro che non lo stesse ascoltando o che comunque se ne sarebbe dimenticato dopo due secondi, come era solito fare appena trovava qualcosa di nuovo che catturava la sua attenzione. Rufy non aveva mai avuto una gran memoria, si dimentica persino le cose più elementari fatte appena poche ore prima,come aveva fatto questa volta invece a ricordassi di una cosa sentita addirittura mesi prima?
Per tutti questi motivi dire che Sabo era rimasto talmente scioccato dalla sua affermazione da essere sbiancato come se avesse appena visto un fantasma era dire poco.
Ma poi un altro pensiero lo colpì più di tutti: Rufy stava pensando prima al compleanno di Ace che al Natale? quella forse era la cosa più strana di tutte: 
Rufy ogni anno era sempre entusiasta del Natale, era la sua festa preferita, e iniziava a manifestare la sua gioia sin dal primo giorno di Dicembre:Si svegliava la mattina di buon umore e iniziava a canticchiava tutte le canzoni in tema Natalizio,-spesso storpiando o inventando 2 parole su 3 quando non le ricordava- a squarciagola a ogni ora del giorno fino a sera, -canticchiando però anche mentre dormiva- del tutto incurante di essere stonato come una campana e di essere una tortura per chiunque fosse il povero malcapitato che si trovava costretto ad ascoltarlo.Per poi smettere solo per appiccicarsi addosso sia a lui che a Ace e alla povera Makino per iniziare elencare a voce una  lista kilometrica di tutte le cose più bizzarre che avrebbe voluto quel anno, mettendosi poi (anche) a piagniucolare se qualcuno provava a spiegargli che le cose che voleva o erano impossibile o nemmeno esistevano(dove lo trovavano un galeone pirata? e che com'era fatto un robot gigante che lanciava laser dagli occhi?)-o peggio come Ace gli urlava di finirla che non aveva alcun intenzione di fargli nessun regalo-finchè tutti loro non acconsentivano -per sfinimento-alle sue insistenti richieste e gli promettevano solennemente di fargli un regalo.-Che finiva ogni anno per essere sempre una montagna di carne da parte di tutti-
Da che gli aveva confidato Makino una delle cose che fin da piccolo Rufy aveva sempre più amato del Natale era propio ricevere i regali.
Riceverli, non farli.Non perchè il suo fratellino fosse un egoista, no, ma diventava talmente eccitato al idea di ricevere dei regali che non riusciva a pensare a nient altro,ed era così distratto e impulsivo che la sua testolina sempre in movimento non aveva in tempo sufficiente per elaborare il pensiero di ricambiare.
Perciò che quel anno stesse per una volta pensando prima a un regalo da fare a qualcun' altro e lo stesse prendendo così a cuore da passarci un intero pomeriggio a rimuginarci sopra, arrivando persino ad anteporre quel pensiero ai suoi di regali per Sabo era qualcosa che andava ai limiti del paranormale.
Quando realizzò quest ultimo pensiero Sabo passò dalla semplice sorpresa iniziale al provare un moto di tenerezza, al punto da sentirsi quasi commosso.
Rufy era ancora debole, fifone,piagnicolava sempre, ed era così goffo e ingenuo da cacciarsi sempre in un sacco di guai -costringendo poi lui e Ace a tirarcelo fuori- , e spesso sembrava non essere molto intelligente.Ma a volte era capace di avere dei pensieri così gentili  sinceri e disinteressati che Sabo sapeva per esperienza, ben poche persone al mondo sarebbero riuscite a eguagliare.Dietro la sua apparenza sciocca ed infantile 
c'era una dolcezza insospettabile che era solito tirare fuori nei momenti più inaspettati,sopratutto verso di loro. Sabo si sentiva un pò una femminuccia a pensarlo, ma non poteva fare a meno di trovare che Rufy certe volte fosse davvero adorabile,
Era carino, da parte sua, preoccuparsi in quel modo per il fratello maggiore, per quanto potesse sembrare insignificante fatta da Rufy era una grandissima dimostrazione del affetto verso Ace.
Forse però era proprio per quella sua ingenuità che entrambi lo amavano così  tanto.
Riflettuto sù questo Sabo penso a come poteva aiutarlo
«Lo sai che tanto tempo fa in un villaggio lontano c’era una bambina che aveva il tuo stesso problema?» domandò.
«Mh?» Rufy  alzò lo sguardo sul fratello, improvvisamente molto  interessato da ciò che stava per dirgli.
«Si chiamava Lola» iniziò a raccontare il maggiore. «Era molto povera, così povera che non aveva nemmeno i soldi per poter comprare un piccolo mazzo di fiori. Ciò la rendeva molto triste perché desiderava tanto portarne uno vicino al presepe della città, ma non poteva farlo. Attirato dal suo dolore, si presentò a lei il suo Angelo Custode che le consigliò di uscire in strada e di portare delle semplici erbacce vicino al presepe, che anche quelle sarebbero bastate. Lola fece come le era stato detto e, non appena posò le erbe davanti al presepe, queste si trasformarono in un fiore bellissimo, il più bello fra tutti gli altri fiori: la Stella di Natale».
Rufy aveva ascoltato tutta la storia di Sabo dal inizio alla fine con molta attenzione.
Sicuramente era una delle tante storie che aveva letto su uno dei suoi tanti libri che era solito raccontargli a volte prima di andare a dormire ... ma che cosa c’entrava tutto quel discorso con il regalo di compleanno di Ace ?
«Stai dicendo che dovrei regalare a Ace delle erbacce e sperare che accada  un miracolo?» domandò Rufy confuso.«Ma Sabo, a Ace non piacciono i fiori!»
Sabo per poco non cadde a gambe al aria per quella risposta.
Si batté una mano sulla fronte: ma come si poteva essere così stupidi?
«No Rufy, Intendo dire che non importa quale regalo farai ad Ace, l’importante è che tu lo faccia col cuore!».
 
 


 
 
 
 
EXSTRA:«No Rufy, Intendo dire che non importa quale regalo farai ad Ace, l’importante è che tu lo faccia col cuore!».
Rufy sbarrò gli occhi guardando il fratello con un espressione terrorizzata:
«Devo metterci il cuore? ....ma Sabo! il cuore mi serve! e poi perchè dovrei darlo a Ace, lui ha già il suo che se ne fà di un altro?.Uffa! io voglio regalargli qualcosa che non abbia già, Sabo il tuo non è un regalo molto originale non mi sei di nessun aiuto!» concluse il ragazzino imbronciandosi.
Sabo stavolta cadde veramente per terra, e l’urlo di disperazione che mollò quest’ultimo si sentì fino al villaggio di Foschia e in tutto il mare blu.
Si Rufy sapeva essere dolce, era altruista, aveva un gran cuore e tutto il resto.....ma rimaneva sempre e comunque  stupido !
  
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