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Autore: hjsdjmples    26/12/2012    5 recensioni
- Sai che cosa? Basta. Sono stanca. Stasera … beh, stasera mi divertirò. Non starò al tuo stupido giochetto del rimpianto. Rifarò i miei stessi errori come se non fossi mai stata distrutta. Sentirò ogni parola come se mai fosse stata detta, Harry. Crederò alle cazzate che mi stai dicendo, sperando che questa volta siano vere. Forse mi deluderai un’altra volta, è vero. Mi butterò tra le tue braccia, fingendo che tu sia una rotta sicura, fingendo di non essere in pericolo. Ma non m’importa. E sai perché? Perché io sono indistruttibile. -.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I’m gonna love you like I’ve never been broken
I’m gonna say it like it’s never been spoken
Tonight, tonight,
I’m lettin’ go, go, go, go
I’m gonna give it like it’s never been taken
I’m gonna fall like I don’t keed saving
Tonight, tonight,
I’m lettin’ go.

 



Erano le tre in punto quando il telefono aveva preso a squillare incessantemente. Alle prime avevo voluto rispondere, ma dopo aver visto il nome di chi chiamava la prima, la seconda, la terza, la quarta e la quinta volta mi era passata la voglia. Non ero pronta per rispondere alla sua chiamata. Non ero pronta. Mi aveva distrutta. Mi aveva resa fragile, facendomi innamorare, e poi mi aveva distrutta. Mi aveva spezzata completamente. Mi aveva preso il cuore per buttarlo via. Per questo erano tre mesi che non uscivo con un ragazzo. Tre mesi che avevo perso i contatti con molte persone. Tre mesi in cui ero stata una merda, e uscivo solamente per andare a lavoro, e ogni tanto all’università. Ma penso che tutti avrebbero reagito come me. Harry mi aveva lasciata dopo 3 anni che stavamo insieme. Senza un motivo. Mi aveva detto “ti lascio”. Basta, stop. Ah, e questo l’aveva fatto per telefono. Dopo un mese aveva chiamato. Avevo risposto, senza guardare chi mi cercava e non appena avevo sentito quel “Ciao Jess” avevo riattaccato. Da quel giorno aveva provato tutti i giorni per un intero mese. Poi aveva smesso. E oggi riniziato.
Il telefono squillò una quindicesima volta, e ne avevo veramente piene le palle. Sollevai la cornetta del telefono pronta a urlargliene di tutte.
- Harry, cazzo smettila. Non ci voglio parlare con te, okay? Non me ne frega più un cazzo, piantala di chiamarmi e vai farti fottere. – conclusi velocemente. Se c’era una cosa che ero brava a fare quando non volevo affrontare il problema era sintetizzare.
- No, ferma Jess, sono Caroline. – disse la voce dall’altra parte del telefono.
Incredula guardai lo schermo del mio telefono. Il numero era quello di Harry. 
- Caroline, questo però non è il tuo numero. – sussurrai perplessa.
- Già. Ti ricordo che Harry è il mio migliore amico e mi ha prestato il cellulare. Comunque volevo chiederti se vieni stasera. – concluse.
Stasera? Non sapevo ci fosse qualcosa. A dire la verità non sapevo neanche che giorno era precisamente. Sapevo solo che era novembre. O dicembre, giù di lì.
- Stasera dove? – domandai alzandomi dal divano e dirigendomi verso la cucina.
- Stasera. Al pub di fronte casa mia. Dove tutti gli anni festeggio … -
- Il tuo compleanno! Cazzo, è vero, oggi è il 17 dicembre. Cazzo. Non ti ho comprato niente. Oddio. Auguri, scusami è che me ne ero dimenticata, io … -
- Stai tranquilla. Non voglio nessun tipo di regalo, voglio solo che tu venga alla festa della tua migliore amica, Jess. – disse ridendo.
Annuii, prima di realizzare che lei non poteva vedermi.
- Oh, si, certo. No, aspetta c’è anche Harry? – domandai prendendo una mela dal frigorifero.
- Beh, ovvio. -
- Allora penso proprio che non verrò. – conclusi.
- Io invece penso di si, perché altrimenti me la prendo e non vengo più a trovarti tutti i giorni, tesoro. Quindi vai a prepararti perché è alle sette la festa. Anzi, facciamo che vengo io alle 4 e mezza. -
- Ma sono le 4 e 25. – le feci notare.
- Già, e io sono fuori casa tua. -
Risi e corsi verso la porta, per aprirle. Ma mi trovai davanti Harry. C’era anche Caroline, ma io vedevo soltanto Harry. Harry e basta. Rimasi qualche secondo immobile a guardarlo, finche Caroline non lo fece spostare e si intrufolò tra me e lui.
- Forza forza. Dobbiamo prepararci! – esclamò Caroline entusiasta – Harry, ci vediamo stasera, okay? –
- Okay. – disse Harry senza spostare il suo sguardo da me.
Chiusi la porta e mi girai verso la mia migliore amica.
- Ma sei pazza? Tu mi porti Harry qui con tutta la naturalezza di questo mondo, come se nulla fosse? Tu sei completamente di fuori. – urlai.
Caroline annui, e poi fece un sorriso a trentadue denti.
- Perché sorridi? – domandai non capendo.
- Perché per stasera ho in mente un paio di cose. Anzi, solo una. Voglio che tu ti diverta. Voglio che tu te ne sbatta altamente di quello che è successo con Harry. Voglio che tu pensi a te stessa stasera. Voglio che la dai a mezzo locale, okay? -
La guardai perplessa. Probabilmente aveva bevuto. Vodka magari. Era il suo compleanno dopotutto. E quel coglione di Harry non aveva fatto niente per impedirle di ubriacarsi. 
- Caroline, sei impazzita per caso? – le chiesi ridendo, amara.
- Io no, cara. Tu sei impazzita. Visto che sono tre mesi che non scopi. Perciò stasera tu verrai al mio compleanno, vestita come dico io, e ti divertirai, dopo tanto tempo. Intesi? -.
Guardo la mia amica un po’ scettica. Ma infondo è il suo compleanno, e … e farò in modo di accontentarla.
- Okay. – dico – Ma a una condizione.  Non sembrerò una zoccola in calore.
Caroline sorrise energicamente ed iniziò a saltellare per tutta la stanza.
- Si! Si! Si! Aaaaaah. Io pensavo che avresti detto no, invece hai detto si! Oddio. Oh mio dio. -.
Risi. Adoravo vederla felice, specialmente nel giorno del suo compleanno. Era la mia migliore amica, e lo sarebbe rimasta per sempre.
- Adesso andiamo su. Dai, dobbiamo prepararci. – disse entusiasta prendendo due grucce, con un telo nero sopra e una borsa enorme.
La guardai male.
- Caroline, che cosa sono quelli? – domandai indicando le due grucce.
- Dei vestiti. Non ci vorrai mica andare nuda alla festa. - .
Annuii incerta e salii al piano superiore. Sarebbero state due lunghe ore.

Dopo circa un’ora e mezza eravamo entrambe pronte. Sembravo una zoccola. Vestito cortissimo, scarpe altissime. Avevo una coda, il che probabilmente mi faceva sembrare meno puttana. Forse.
- Caroline, non ce la faccio. Sembro una troia. – dissi guardandomi allo specchio inorridita.
- Non è vero. – ribatté lei, dietro di me.
Lei si che era figa. Un vestitino bianco sopra alle ginocchia, stretto sulla vita, e tacchi bassi. Certo era molto alta.
- Si, Car. Facciamo a cambio? -.
- Ho un’idea. – propose lei – Quella che trova più sinonimi per troia tiene il tuo vestito. Okay?
Sorrisi e le strinsi una mano.
- Troia. – iniziai.
- Puttana. -.
- Zoccola. -.
- Donna di strada. –.
- Escort. –.
- Bagascia. -.
- Battona. –.
- Groupie. - .
- Donna al lampione. -.
- Maiala. - .
- Oh, molto fine, veramente. – commentai.
- Su, tocca a te. -.
Rimasi a bocca aperta. Non ne avevo più. Oh, fanculo.

Arrivammo al locale dopo circa venti minuti. In ritardo come solito di Caroline.
Mi guardai intorno alla ricerca di una faccia amica, ma l’unica che trovai fu quella di Harry.
Dopo poco mi ritrovai da sola, visto che Caroline doveva stare con tutti.
Due mani mi presero i fianchi da dietro. E fu un attimo, un attimo che mi vennero i brividi. Sentii sull’orecchio un soffio, come un respiro.
- Sei bellissima stasera. – disse una voce sul mio collo.
Era Harry. Il cuore inizio a battermi a velocità massima, e i respiri si fecero più veloci. Tremavo. E questo ad Harry piaceva, molto. Troppo. Probabilmente per lui era un gioco.
Mi diede un bacio sul collo e se ne andò, lasciando mi lì come una cogliona. Un stupida.

Passò un’ora e ballai con sconosciuti, sentendomi gli occhi di Harry puntati addosso. Non mi mollava, e io non avevo il coraggio di ricambiare lo sguardo.

Due ore, e la situazione era la stessa. Disagio, sconforto, agitazione. Mi stava distrungendo una seconda volta. Appena provavo ad alzare gli occhi lui sorrideva, come a dire “allora te ne importa di me”.

Passò un’altra ora e risentii le sue mani. Ma stavolta mi stava portando fuori dalla calca.
Non appena arrivammo dove c’era un po’ meno casino mi fece voltare verso di lui. Lo guardai, terrorizzata. Aveva capito. Aveva capito che poteva fare qualunque cosa, io non ero capace di reagire.
- Vuoi farmi impazzire, non è vero? – mi domandò con la bocca sul mio orecchio.
A me sembrava più l’inverso, ma punti di vista.
- Il collo scoperto, il vestito corto, le scarpe alte. Sapevi benissimo che avresti attirato la mia attenzione. – disse Harry.
Faceva quasi paura. Ma io conoscevo Harry. Non voleva essere dolce, ecco tutto. E conoscevo anche Caroline. Mi aveva conciata in quel modo per Harry. Per farci rimettere insieme. Solo ed unicamente per questo.
- Harry, io non … -
- Sh. Non me ne importa. – mi interruppe.
Arretrai, fino ad andare a sbattere contro il muro. Harry stava addosso a me. Appiccicato, completamente. Si avvicinò lentamente fino a distare di qualche centimetro.
Mi baciò. E ovviamente non lo respinsi. Anzi.
Dopo qualche minuto si stacco e se ne andò.
Mi aveva piantata. Sola.
Ero rinchiusa in una bolla. Vedevo solo lui. E faceva male.
Le lacrime cominciarono ad uscire dai miei occhi, ma fu lì che capii. Lui voleva che andassi da lui. Non voleva far tutto da solo.

Dopo mezz’ora continuava a fissarmi, e mi decisi. Andai lì, da lui. Fu sorpreso di vedermi. Non se l’aspettava, ovvio.
- Adesso spiegami. Vieni, mi prendi per i fianchi, mi baci il collo e mi lasci lì, da cogliona. Po ritorni, dopo tre ore, e mi baci. Cazzo. Posso sapere qual è il motivo? Che cazzo ti prende? – gli urlo.
Sembra paralizzato. Ma poi risponde.
- Voglio farti vedere cosa ti sei persa, Jess. – dice – Cosa ti sei persa quando mi hai lasciato. -.
- Harry, sei stato tu a lasciarmi, ti ricordo. - .
- Già. Ma non rispondendo alle mie chiamate è come se fossi stata tu.
Guardai Harry negli occhi e capii. Iniziai a realizzare la possibilità che forse potevo dargli un’altra chance. Realizzai che era stupido fare così, perché entrambi ci volevamo. Entrambi ci desideravamo come non aveva mai desiderato nessun altro.
- Sai che cosa? Basta. Sono stanca. Stasera … beh, stasera mi divertirò. Non starò al tuo stupido giochetto del rimpianto. Rifarò i miei stessi errori come se non fossi mai stata distrutta. Sentirò ogni parola come se mai fosse stata detta, Harry. Crederò alle cazzate che mi stai dicendo, sperando che questa volta siano vere. Forse mi deluderai un’altra volta, è vero. Mi butterò tra le tue braccia, fingendo che tu sia una rotta sicura, fingendo di non essere in pericolo. Ma non m’importa. E sai perché? Perché io sono indistruttibile. -.
 
 


ccciao pelle racazze (?)

okay, sta cosa fa tipo cagare gli stitici, ma ok.
diciamo che è un momento strano per me (?)
no, a dir la verità è un periodo piuttosto allegro, per i miei standard.
quindi non ho scusanti.
fa cagare perché fa cagare, e perché boh.
detto questo mi defilo.
anzi, no. rompo i coglions ancora.
voglio fare gli auguri alla mia migliore amica che oggi compie gli anni. sfdwuiflk
auguri jennaaaaaaaaaaaa.
ah, questa OS è ispirata (capitan ovvio) ad unbroken di demi lovato.
è una canzone njkfgdefhgjde, che sicuramente avete sentito.
non per niente jess la immagino come demi. 
e l’ho scritta ascoltando … indovinate.
e la risposta è unbroken di demi lovato. e anche i knew you were trouble della swift.
me ne vado davvero.
ciao patate. 
   
 
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