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Autore: Mary_Drew    27/12/2012    1 recensioni
-"Noi due non siamo fatti per stare insieme, tu hai una vita perfetta ed io.. sono solo io" dissi cercando di trattenere le lacrime che erano sul punto di uscire
-"Quell'io che tu tanto sottovaluti è quello che ho sempre cercato" rispose facendo comparire un sorriso sul mio viso
[...]
-"Justin, va bene. Facciamolo, sono ormai convinta di aver trovato il mio posto al mondo: le tue braccia"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Avrò rovinato tutto!?! [Capitolo 2]

Decisi di continuare ad ignorare quegli insulti, come sempre. La campanella suonò e mi aspettavano due lunghe ore di fisica, materia che odiavo. Entrai nell’aula con un passo svelto e con la testa bassa, non mi piaceva essere notata. La professoressa Wilson ci annunciò che aveva corretto i compiti in classe che avevamo fatto la settimana prima. Disse tutti i voti e prima di dire il mio si soffermò a leggere il mio nome
“Hope so che non ti piace la mia materia, ma nonostante ciò hai fatto il compito migliore della classe. Ottimo lavoro.”
Non ero meravigliata, di più. Forse questa era l’unica cosa positiva del non avere amici, io avevo molto tempo da dedicare allo studio e questo era il risultato. Andai al mio posto e sentivo le voci dei miei compagni che dicevano
“Guarda oltre ad essere sfigata è anche secchiona”
“Oddio questa cicciona prende anche bei voti”
Tutte cose di questo genere, non ce la feci più. Avevo le lacrime che stavano per scendere ma continuavo a ripetermi “Non qui, per favore..” così con un filo di voce chiesi di andare in bagno e lì scoppiai in un pianto. Dopo svariati minuti mi asciugai le lacrime, mi feci forza e uscii da quel bagno decisa a tornare in classe ad a sfoggiare un falso sorriso a tutti. E così fu, non ci furono domande.
Arrivai all’ora di pranzo stanca morta, quella Giovedì era davvero stressante. Decisi di sedermi sulle scale del corridoi, non avevo per nulla voglia di passare altri 60 minuti sotto gli occhi di tutta la scuola. Mi misi lì seduta in un angolino ad ascoltare la mia Demi. L’ora di pranzo passò così con quella voce soave che mi risuonava nelle orecchie. La campanella mi riportò alla realtà: un’ultima ora di letteratura e poi a casa.
Entrai nell’aula e notai che vicino al mio banco c’era seduta una ragazza che non avevo mai visto. Lei era magrissima, aveva i capelli marroni proprio come i miei e gli occhi verdi che avrebbero fatto invidia a due smeraldi. Appena vide che mi sedetti al posto accanto a lei mi fece un sorriso e si presentò
“Ciao, mi chiamo Abigail. Sono nuova, ti dispiace se mi sono seduta qui?!”
Sembrava.. gentile e anche simpatica, due qualità totalmente assenti nella mia vita.
Io: “Ciao, io mi chiamo Hope e no, non preoccuparti resta pure. Mi dispiace solo che hai scelto la vicina di banco sbagliata” dissi sorridendole, volevo avvertirla che io ero la “non accettata” della scuola.
Abigail: “Hope, che bel nome. Comunque perché avrei sbagliato a scegliere?!?” mi chiese ironicamente
Io: “Bhè, se vuoi essere amica con praticamente tutta la scuola non dovresti farti vedere con me” dissi convinta che dopo quella frase non mi avrebbe più rivolto parola
Abigail: “Ma io non voglio essere amica con gli altri, voglio essere amica con te!” mi disse sorridendo
Io spalancai gli occhi a quelle parole, non me l’aspettavo “S-sicura?” dissi sottovoce
Abigail: “Certo” mi disse
Quella poteva diventare la mia prima amica, era strano ma anche eccitante. Passammo tutta l’ora del professor Smith a parlare, volevamo conoscerci meglio, scoprire tante cose della vita dell’altra. L’ora passò in un attimo ed io ormai ero sicura si aver trovato un’amica. Mi raccontò che lei si era appena trasferita a Londra dall’Irlanda, mi rivelò praticamente tutta la sua vita ed io le raccontai quasi tutto. Si quasi perché non volevo spaventarla, non volevo dirle che la mia era una vita senza senso. Le dissi che non avevo amici e che tutti mi prendevano in giro per il mio aspetto fisico. Lei mi rassicurò dicendomi che per lei ero bellissima ed io ricevetti per la prima volta in 16 anni di vita, un complimento. Però non le dissi dei miei fratelli e soprattutto della mia amata lametta. Uscimmo dal Liceo insieme e ci salutammo, tornai a casa felice. Accesi il mio adorato pc e entrai su Facebook, vidi che avevo una notifica
“Allyson Brown ti ha taggato in una foto” subito sbarrai gli occhi e curiosa aprii quest’immagine. Era una foto di me ed Abigail all’uscita della scuola, lessi la descrizione e mi sentii lacerata dentro
“Guardate ragazzi, la balenottera della scuola si rende ridicola davanti agli occhi della nuova arrivata. La giovane sfigata non ha capito che stando con la novellina accentua sempre di più la sua ciccia.”
Scoppiai in un pianto isterico durato almeno un’ora. In quell’ora pensai molto e presi una decisione: diventare magra, proprio come Abigail. La giornata passò  molto velocemente ed io non toccai cibo, quello era il mio modo di dimagrire. Decisi che d’ora in avanti avrei fatto solo colazione la mattina e così fu. Passò la prima settimana, poi la seconda ed infine una terza ed io dimagrivo sempre di più. Io ed Abigail ormai eravamo inseparabili ma lei non era ancora a conoscenza dei miei fratelli. Alla terza settimana di “digiuno” i miei genitori mi chiamarono e mi annunciarono che l’indomani avremmo passato una giornata tutti e tre insieme, non li vedevo da ben tre settimane pur vivendo sotto lo stesso tetto, assurdo.
Il giorno successivo mi svegliai verso le 11:30, era Sabato e quindi non c’era scuola, andai in cucina e trovai mamma bella come non mai e stranamente di buon umore. Mi vide ed un sorriso spuntò sul suo volto
Mamma: “Hope, piccola mia. Mi dispiace, non ci siamo viste per tre settimane.” E mi abbracciò, quell’atteggiamento così affettuoso mi piaceva così ricambiai l’abbraccio.  “Ma quanto ti sei dimagrita!?! Non va bene così” esclamò osservandomi meglio
Io: “Ma come non va bene?!? Io sono contentissima!” esclamai fiera di me.
Mamma: “No, Hope fa male dimagrire così tanto in poco tempo.”
Aveva ragione ma io mi ero posta un traguardo ed io ancora non l’avevo raggiunto, mancava poco però.
Io: “Si mamma, hai ragione.” Poi salutai papà, anche lui molto allegro.
Papà: “Hope io e la mamma volevamo dirti che ieri ha chiamato Jack” a quelle parole il mio cuore perse dei battiti
Io: “J-jack?!” chiesi spiazzata da quella frase
Mamma: “Già, ha detto che gli dispiace non aver chiamato per tutto questo tempo ma..” non la lasciai finire
Io: “Gli dispiace?!? Ed io cosa dovrei dire!? Mi avevano promesso che si sarebbero fatti sentire spesso ed io ci ho sempre sperato ma quella telefonata, quella misera telefonato non arrivava mai. Mi sono sentita sola per sei lunghi anni e lui adesso se ne esce con un “mi dispiace”?!? No, non funziona così, io gli voglio bene, gliene vorrò sempre ma questo non è il comportamento giusto!” dissi urlando con le lacrime che scorrevano come due fiumi sulle mie guance rosee. Quella notizia mi aveva spiazzato ed i miei genitori non sapevano cosa rispondere alla mia reazione. Erano d’accordo con me, quella era la verità ma ammetterlo era doloroso, anche per me. Non volò più una parola in quella casa e mi andai a chiudere in camera, ignorai ogni telefonata di Abigail che sicuramente aveva fatto arrivare la preoccupazione alle stelle, ma in quel momento c’eravamo solo io e la mia lametta. Lei c’era sempre, non mancava mai. Quando stavo per fare l’ennesimo taglio sul mio polso sentii bussare alla mia porta e feci scomparire quell’arma tagliente
“Avanti” sussurrai. Mamma entrò e mi disse che alla porta c’era una ragazza per me. All’inizio mi chiesi chi poteva essere ma poi vidi comparire sulle scale di casa la faccia ansiosa di Abigail
Abigail: “Ma cosa è…” non le diedi il tempo di finire perché l’abbracciai spontaneamente e lei ricambiò senza batter ciglio
Io: “Abigail grazie” sussurrai
“Quante volte ti ho detto che devi chiamarmi Abby!?! E comunque non dirlo neanche per scherzo, le amiche servono a questo!” disse lei con quel suo sorriso sul volto
Io: “Va bene ABBY” e scoppiammo entrambe in una sonora risata.
Andammo in camera e ci sedemmo sul letto
Abby: “Perché stavi piangendo?? Cosa è successo??”
Io: “Non penso che tu voglia saperlo!”
Abby: “Scherzi?! Siamo migliori amiche oramai e io sono qui per questo!”
Era incredibile, lei ispirava fiducia, si questa è la frase esatta. Così le raccontai tutta la storia dei miei fratelli tralasciando però l’autolesionismo. Lei ascoltò in silenzio tutti gli “scheletri” che avevo tenuto nell’armadio per troppo tempo, non mi ero mai aperta così tanto con qualcuno. Finì di parlare e vidi che lei non rispondeva
Abby: “P-per-perché non me l’hai detto prima??” un velo di tristezza si posò sul mio volto, a quel punto era chiaro che Abby non voleva più essere mia amica.

*Spazio Autrice*
Ragazze ho letto le vostre recensioni, so che devo migliorare. Voi per favore continuate a dirmi cosa ne pensate affinchè io possa migliorare sempre. Ditemi se devo continuare. 
Volevo anche dirvi che presto entrerà nella storia Justin, abbiate pazienza. Ho già in mente tutta la storia, ho solo bisogno della vostra approvazione e di tempo per scrivere i capitoli. 
Un bacio Mary.
  
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