Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: HopeDrew    27/12/2012    0 recensioni
Voi sarete la protagonista, Hope, Directioner sedicenne che sta per andare a studiare un anno a Londra. Farà interessanti incontri, ci saranno colpi di scena, cuori infranti, emozioni forti, amicizie durature e la scoperta di che cosa sia davvero l'Amore. Leggete leggete leggete e io manterrò l'impegno di tenervi aggiornate. Ricordate che VOI SIETE LA PROTAGONISTA DEL MIO RACCONTO.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1D..ream
 
Introduzione:
 
Ciao a tutti cari lettori, sono Camilla, quasi 17 anni e fiera Directioner. In questo libro non vi racconto della mia vita da semplice fan dei One Direction, bensì vi farò vivere un viaggio insieme alla protagonista, che chiamerò Hope (in cui tutte voi, me compresa, potrete immedesimarvi). In questi capitoli, meglio definirli come "fasi della vita di Hope", racconterò di come questa normale ragazza adolescente di campagna avesse un sogno, secondo lei irraggiungibile e fin troppo lontano per essere considerato realizzabile, ma vi mostrerò anche come la costanza, la tenacia, l'amore e il saper essere sognatori (anche un pò pazzi) possano ripagare i momenti di sconforto e di malessere causati dal non possedere ciò che si sogna. La fantasia, il saper vagare nei propri pensieri senza avere paura di perdersi e di mettersi in gioco al massimo è una caratteristica che si trova in quasi tutti i bambini ed è assai complicato saperla tenere con sè durante la crescita. Ci sono adulti che nell'arco della loro vita, per realizzarsi, hanno puntato molto sullacreatività e sull'immaginazione, sulle idee; Ci sono adulti, invece, che hanno perso la capacità di guardare il mondo con la semplicità e l'ingenuità che li ha poi resi "schiavi" di una società che punta tutto quanto sulla concretezza e sulla materializzazione delle emozioni. Ragazzi le emozioni non si potranno mai materializzare! Sono soggettive, sono speciali e sono inimitabili. Non voglio andare troppo fuori tema, non è di mia competenza dare lezioni inerenti a questi argomenti, anche se sono molto interessanti. Vi riassumo ciò che leggerete nelle pagine seguenti: Hope Jones è una ragazza di 16 anni, vive in un paese molto caratteristico della Lombardia in provincia di Bergamo, chiamato Spinone Al Lago, frequenta la classe 3 del Liceo Scienze Umane, ma a differenza degli anni scorsi, questo lo trascorrerà all'estero, a Londra per precisione. Farà interessanti incontri (tra cui i One Direction), stringerà nuove amicizie, ci saranno frequenti intrecci, cuori spezzati, sogni infranti, colpi di scena. (Esatto, non vi voglio proprio fare annoiare).
Dopo aver dato queste informazioni stuzzicanti, finalmente vi inzio a fare sognare. Allacciate le cinture e non scendete per nessuna ragione dalla nuvola. Ricordati: Tu sei Hope Jones, Questo libro parla di te.
 
CAPITOLO 1: Ma è reale?
 
(Bagagli in progress per Hope.)
 
24/08/2012 ore 16:00
 
Abiti, calzini, intimo, jeans, tuta, felpe, camice, pigiama "ripeto mentalmente"e il pigiama?!
 
-"Mammaaa, mammaaa!" grido dalla mia stanza rosa chewin-gum.
 
-"Che ti serve ancora, stress?" risponde mia madre con tono scocciato dalla cucina.
 
-"Il pigiama dei One Direction!"
 
-"Ultimo cassetto a sinistra"
 
-"GRAZIEEE!" le dico io con tono particolarmente emozionato.
 
"Domani parto", penso tra me e me, per la bellezza di 11 mesi non tornerò più. Niente mamma che urla perchè la mia stanza è un campo di battaglia, niente papà che mi chiama "pulce" quando torna a casa, niente sorella che mi telefona quando si annoia a lavoro, niente centro commerciale con la mia migliore amica. (Descrizione della mia BFF: Si chiama Drew, ha 19 anni, capelli lunghi, lisci e rossi, occhi marroni, alta 1, 80, segni particolari: simpatica, comprensiva, dolce e fuori di testa, è l'amica su cui potrai contare per sempre).
Ora vi parlo un pò di me, sperando di non annoiarvi troppo. Sono Hope Jones, sedici anni, so volare, ho lo sguardo laser e la capacità di mangiare 10 hot-dog in 5 minuti. Ok, scherzo. Non so volare e non ho lo sguardo laser, ma per quanto riguarda gli hot-dog sono sincera, notevole vero? Sono alta 1,70 (abbondando), capelli castani con delle schiariture bionde sulle punte, lisci, lunghi fin sotto le spalle. Occhi verdi chiaro, sorridente e molto (troppo) espressiva.
Adoro mangiare, ascoltare musica (come ogni adolescente), dormire e.. Adoro i One Direction.
Si, sono una directioner convinta e fiera, conosco a memoria le loro canzoni e ho imparato qualcosa delle loro vite.
Tornando alla realtà, domani alle 15:00 dovrò essere a Malpensa, destinazione: Heathrow, aeroporto di Londra. Le valige sono ormai fatte, ho salutato tutti gli amici e i parenti, manca giusto la mia migliore amica con cui passerò tutta la serata e tutta la notte.
Mentre inizio ad immaginare la mia nuova vita da studentessa inglese mi addormento sul mio morbido letto osservando le travi in legno di ciliegio che scricchiolano in modo così dolce che sembrano suonarmi una ninna nanna, inizio a sprofondare nel cuscino finchè sento qualcosa che vibra e che mi reca un insopportabile disturbo, è il cellulare ed è Drew che mi sta chiamando, rispondo e la sua voce squillante mi suona nelle orecchie:
 
"Hope!"
 
"Hey Drew, che succede?"
 
"Ti passo a prendere alle 21:45 anzichè alle 21:30, ok?"
 
"E tu hai interrotto il mio pisolino per questa stupidata?!"
 
"Che?!”
 
"Nulla Drew, lascia perdere, a dopo."
 
"A dopo."
 
E riattacco.
 
Guardo l'orologio, sono le 18:34 e decido di concedermi un bagno caldo con il bagno-doccia al pino. Lascio scendere l'acqua nella vasca, verso mezzo flacone di bagnoschiuma e nel frattempo controllo Twitter e Facebook, facendo scorrere le notizie un articolo cattura la mia attenzione, le date del tour 2013 dei One Direction, di cui alcune a Londra. Chissà, magari li incrocerò per strada, o da Burger King, o chissenefrega dove! Ero emozionata come un opossum quando vede una pannocchia.. Aspettate, un opossum? Una pannocchia? Ma cosa sto dicendo?! Colpa dello shock! Meglio darsi una calmata e prepararsi per la "serata devasto" con Drew. Chissà dove mi porterà.
 
ore 19:47
 
Look per la serata: Abito di pizzo color ghiaccio stretto in vita da una cinturina sottile nera con una fibia in argento, giacchetta di finto denim leggera con alcuni ricami, scarpe nere decoltèe con tacco di glitter. Come make-up lo smookie-eyes è perfetto.
Mentre sistemo i capelli, che non ne vogliono sapere (come al solito) di stare fermi, sento la voce di mia madre:
 
-"è pronta la cenaaa!"
 
-"Arrivo!"
 
Entro in sala da pranzo dove i miei genitori si complimentano per l'abbigliamento e per il trucco (evvai!).
Mangio per l'ultima sera il favoloso spezzatino di mia madre e mi godo la loro compagnia fino all'ultimo secondo.. sono ormai le 21 e 30, mi alzo da tavola, torno in bagno e accendo il pc per ascoltare "What makes you beautiful" (primo singolo dei 1D), ascolto sempre questa canzone prima di uscire, mi fa sentire bella; Mi lavo i denti, inciprio il naso e mi spruzzo una dose massiccia di Poison Dior (il mio profumo preferito).. Guardo il cellulare, segna le 21 e 55.. Drew come al solito è in ritardo.
Appena sento il rombo della sua 500 nel vialetto scendo di corsa e salgo in macchina. Drew mi abbraccia forte e con le lacrime agli occhi mi dice:
 
-"è la nostra ultima serata insieme.”
 
-"Non dire così! Abbiamo promesso di non parlare della mia partenza e che stasera ci saremmo divertite come al solito, le lacrime lasciamole a domani." Le rispondo con tono rassicurante e concludo la frase con un sorriso che riesce a tranquillizzarla.
 
Accendo lo stereo dell'auto,imposto la traccia 1 del cd, LWWY, (Live While We're Young) e iniziamo a cantare, ascoltiamo la musica per non parlare, sapendo che se l'avessimo fatto avremmo toccato l'argomento partenza. Di Drew amo anche questo, sappiamo capirci attraverso piccoli gesti e sguardi complici. Dopo ben mezz’ora arriviamo di fronte ad una vecchia struttura, sembrava una palestra (e lo era). Io guardo Drew un pò perplessa e le chiedo un pò titubante:
 
-"Ma.. Dove mi hai portato?"
 
-"Bo, l'invito diceva che il posto era questo."
 
-"L'invito? Ma si può sapere di che cosa stai parlando? non mi piace quando fai la misteriosa."
 
-"Proviamo ad entrare." Dice infine e mi trascina per un braccio. 
 
Entriamo in questa palestra buia e puzzolente sono sconcertata e questo posto non mi rassicura, camminare nel buio non è tra i miei hobby preferiti,ma, ad un tratto tutte le luci si accendono, la canzone "She's not afraid" viene trasmessa dalle casse e vedo tutti i miei amici che gridano "SORPRESA!" (Drew compresa). Gli occhi mi si riempiono di lacrime e non riesco a trattenerle, "hanno fatto tutto questo per me"penso tra me e me, l'immensa palestra era decorata con festoni, glitter, palloncini di ogni dimensione e.. CIBO, il cibo che piace a me, le porcherie più squisite: Hot-dog, hamburger, patatine fritte, salse, profiterol, tiramisù e, dulcis in fundo, champagne. Amo i miei amici, sono persone meravigliose
ed è merito loro se oggi sono la ragazza felice e sognatrice che se ne andrà a Londra. La serata sta andando benissimo, si balla, si canta e tra una chiacchierata e l'altra, scende qualche lacrima. Mi sto divertendo davvero tanto, finchè non vedo spuntare Greg, il mio ex, dall'ingresso. (Riassumendo: Mi ha lasciato dopo 7 mesi per ritornare con la sua ex, mi ha spezzato il cuore e quindi lo disprezzo).
Cerco in mezzo alla folla Drew, ho bisogno di lei, Greg si sta dirigendo verso di me con quel sorriso mozzafiato a cui so che non potrei resistere (lo champagne non aiuta a rimanere concentrata). Mentre cerco Drew una mano mi afferra il braccio, io mi giro di scatto e trovo Greg di fronte a me:
 
 
-"Ciao Hope, sei bellissima stasera". Mi dice con voce suadente osservandomi da capo a piedi più volte.
 
-"Che ci fai qui?" Rispondo con un tono scocciato e arrogante; da me non si merita nulla.
 
-"Volevo salutarti e augurarti buona fortuna e buona permanenza a Londra, pensavo ti avrebbe fatto piacere vedermi."
 
-"Ti sbagli, mi sta mettendo parecchio a disagio la tua presenza, mi farebbe molto piacere se te ne andassi.” cerco di apparire sicura, ma la mia voce è tremolante e lui se ne accorge.
 
-"Andiamo non fare così la difficile.." mi dice avvicinandosi a me e prendendomi il viso tra le mani "so che provi ancora qualcosa per me.”
 
E dirige le sue labbra verso le mie, con mia sorpresa riesco a tirargli uno schiaffo da capogiro.
 
-"Mi fai schifo, verme!" Dico urlando
 
Se ne va, senza guardarmi, ma giurerei di aver visto una lacrima.
Pochi secondi dopo vedo Drew che corre verso di me e mi dice:
 
-"Hope, mi hanno detto di aver visto Greg qui in giro, l'hai già incontrato?"
 
-"Si, sono riuscita a chiudere definitivamente con quel mostro, usciamo per una sigaretta e ti spiego."
 
-"Ok, andiamo."
 
Usciamo dalla ressa e le racconto dell'accaduto, sono circa le 2 e mezza,è relativamente presto, ma sono troppo scossa dall'accaduto per rimanere alla festa, così chiedo a Drew se possiamo andare via. Saluto tutti per l'ultima volta, dopodichè io e Drew ci avviamo verso casa. Drew dorme da me stasera, la nostra ULTIMA NOTTE.
Arriviamo nella mia stanza, ci strucchiamo con cura, indossiamo i nostri pigiami coordinati (il mio rosa a quadrettoni azzurri e il suo azzurro a quadrettoni rosa) e ci sdraiamo sul letto, nessuna delle due parla, ma quel silezio era così chiassoso da dare fastidio, così prendo un respiro profondo e le chiedo:
 
-"Ti ricordi quando ci siamo incontrate la prima volta?"
 
-"Certo che mi ricordo! Ahah, a pelle non mi piacevi, anzi ti ritenevo insopportabile"
 
-"Ah si?! Grazie, grazie." 
 
-"Smettila di fare la finta offesa." Mi dice ridendo tirandomi una leggera gomitata nelle costole, poi ritorna seria e aggiunge:
 
-"Dovrei essere io quella offesa, mi abbandoni per un anno. Un anno senza di te, senza di noi, senza le nostre avventure. Io non ce la faccio."
 
 
 E una lacrima le scava la guancia destra, a me succede lo stesso. Avrei dovuto dirle che, qualora fosse andato tutto secondo i piani, mi sarei trasferita perennemente a Londra, in quanto il programma comprendeva anche dei periodi di stage a New York l'anno successivo, ma non me la sento di darle una notizia di questo peso, non stasera.
 Iniziamo a raccontarci la storia della nostra amicizia guardiamo foto, sfogliamo diari e tra una risata e qualche pianto ci addormentiamo abbracciate con gli occhi umidi dalle lacrime. Io voglio un bene dell'anima alla mia migliore amica e farla soffrire non mi rende facile la partenza.
 
La mattina seguente: h. 8:23
 
 
Vengo svegliata da un'amorevole calcio sulla schiena dato da Drew mentre dorme, sembra un angioletto con i capelli rossi tutti arruffati, la posizione da koala ritardato e infine quella bava così sexy che le pende dalla bocca, so cosa starete pensando: E la foto? Ebbene si, la foto l'ho fatta e l'ho anche postata su Twitter (muahahah #risata malvagia). Sono le 8.23, ed è tardi, decido di lasciar dormire Drew ancora un pò. Scendo in cucina dove trovo mia mamma con un viso strano che mi dice:
 
-"Ben svegliata piccola inglesina."
 
-"Buongiorno mami, che faccia stanca, che succede?" Le chiedo mentre verso i cereali nella tazza già colma di latte.
 
-"Mi dispiace che parti, penso sia comprensibile." Mi risponde con voce spezzata.
 
-"Mi mancherai anche tu mami!" Le dico con gli occhi lucidi.
 
-"I bagagli li ha già caricati papà nell'auto, adesso è andato a ritirare la tua carta di credito e il bancomat, usali con la testa, mi raccomando."
 
-"Grazie mille!" E la abbraccio forte.
 
-"Drew sta ancora dormendo?"
 
-"Si, perchè?"
 
-"A mezzogiorno partiamo, per cui datevi una mossa." 
 
-"Adesso la vado a svegliare mami, non ti preoccupare."
 
Salgo le scale fino alla mia stanza e sveglio Drew prendendola cuscinate e lei ritorna il favore facendomi cadere dal letto, iniziamo a ridere fino ad avere mal di
stomaco. Chissà se a Londra troverò qualcuno che sarà capace di farmi ridere così. Questi dubbi mi provocano un attimo di malinconia, ma dura poco, in quanto Drew, vedendo il cambio di espressione sul mio viso si alza in piedi sul letto e utilizzando un mio reggiseno come copricapo e la mia spazzola come microfono inizia a cantare "Kiss You" (nuovo singolo dei 1D) storpiando tutte le parole (l'inglese non è il suo forte), ma funziona, riesce a tirarmi su il morale in ogni momento. Mi mancherà da morire, condividiamo tutto, soprattutto la passione per quei cantanti inglesi (e uno irlandese), il mio futuro fidanzato (anche se lui ancora non lo sa) è Liam Payne, mentre il suo è Zayn Malik. Di una cosa sono certa, se il mio più grande sogno (poterli incontrare) diventasse realtà non li tratterei come delle star, ovvero alla loro vista non impazzirei e di certo non gli chiederei subito l'autografo o la foto insieme. Sono prima di tutto ragazzi, che poi siano star internazionali per me passa in secondo livello.
Vado a farmi una doccia e nel frattempo penso, penso a tutto quello che sto per lasciare, penso al mondo che si sta per aprire davanti a me, dovrò volare con le mie ali e mettere in pratica ciò che ho imparato. Prendo consapevolezza che a Natale non sarò qui con tutta la famiglia, nè ai compleanni, nè a Pasqua, sto iniziando una nuova vita e devo essere a conoscenza che cambieranno tante cose. Andrò a vivere in un bilocale per studenti in centro a Londra vicino al college (avrò un coinquilino da Dicembre), quindi non ci sarà più nessuno che mi prepara il pranzo e la cena, che mi lava e stira i vestiti, che pulisce la casa e che fa la spesa; Dovrò assolutamente imparare a responsabilizzarmi e ad essere organizzata, caratteristiche che non mi appartengono molto, sono piuttosto disordinata e confusonaria. Mentre rifletto su questi importanti punti la voce di Drew mi fa riprendere:
 
-"Mongola sono già le 9:15, hai finito di farti la doccia che, sai, mi dovrei lavare anche io, ieri qualcuno mi ha tirato della torta in testa."
 
Annuisco ed esco dalla doccia con tutto il rimmel colato, mi guardo allo specchio e cerco di incoraggiarmi dicendomi che è la cosa giusta e che sarò felice.
Mi asciugo i capelli che poi raccolgo in una treccia un pò disordinata laterale, entro nei miei soliti jeans slim blu scuri abbinati ad una maglietta di seta color perlato e infine un golfino in cotone tortora, completo il tutto con un paio di converse bianche. Un pò di blush sulle guance, rimmel e lip-gloss e sono pronta per partire.
prendo la mia Louis-Vuitton metto il portafoglio, il biglietto aereo, cellulare, i-pod, fazzoletti e una bottiglietta di acqua naturale. Mia madre mi guarda sconcertata e mi dice:
 
-"Hope manca ancora venti alle undici, hai così voglia di partire?" C'è un velo di preoccupazione nella sua voce.
 
-"Assolutamente no mami! Pensavo fosse già ora, tutto qui." E indosso i miei Ray-ban rossi.
 
Nel frattempo mio padre mi chiama in disparte per parlare, era più emozionato lui di me:
 
-"Pulce, stai per fare un passo importante e ne sei consapevole, era partito tutto da una semplice idea, anzi da un sogno. Tu sei stata capace di trasformarlo in realtà, hai faticato, ti sei impegnata, hai lottato con tenacia e con costanza e guarda cosa sei riuscita ad ottenere? Sono proprio fiero di te. Io e mamma siamo estremamente felici, sappiamo che ti stai realizzando e lo stai facendo nel più completo dei modi, se ci vedi un pò giù di corda è perchè ci mancherà la nostra principessa, tua sorella è sposata e ha una sua vita, ha lasciato il nido poco tempo fa, per me e mamma è stato difficile da digerire, ora il nostro pulcino se ne va a Londra sulle sue gambe, per cui noi ci sentiamo un pò più vecchi. Detto questo spero che questo potrà esserti d'aiuto nei momenti difficili." Mi lascia cadere nel palmo della mano un orologio meraviglioso, d'oro, lo volto e c'è un incisione "Sei speciale pulce. Mamma&Papà". I miei occhiali da sole possono nascondere gli occhi che diventano gonfi e rossi, ma non possono raccogliere le lacrime. Abbraccio forte mio padre e l'unica cosa che riesco a dirgli è:
 
-"Grazie di aver creduto in me e di avermi dato questa possibilità, ti voglio tanto bene e ne voglio tanto anche alla mamma."
 
Nel frattempo mia mamma stava parlando tranquillamente con Drew del fatto che forse mi sarei fermata definitivamente a Londra per la questione dello stage (avrei dovuto dirlo a Drew la scorsa notte, ma non me l'ero sentita), Drew mi guarda con uno sguardo di fuoco e mi dice scoppiando in lacrime:
 
-"è vero quello che ha detto tua mamma?"
 
-"Si, ma non c'è niente di sicuro! Non vol.." Mi interrompe.
 
-"Avresti dovuto dirmelo comunque! è questo il patto che c'è tra di noi! Ricordi almeno questo o l'hai scordato?"
 
-"No, non l'ho scordato, ti prego non trattarmi così, tra poco me ne vado e non ce la faccio a partire se tu sei arrabbiata con me."
 
Drew si alza e se ne va, sale in macchina e parte andando troppo veloce, lo stridio delle sue gomme mi fa venire la pelle d'oca. Scoppio a piangere e mia madre dopo avermi abbracciato mi dice che dobbiamo partire e che Drew starà andando sicuramente all'aeroporto a Milano e che andrà sola per far passare la rabbia. Io annuisco e salgo in macchina. Ho chiamato Drew per tutto il percorso, non mi ha mai risposto. Arrivo a Malpensa, mio padre scarica i bagagli dall'auto e li posa sul carrello di metallo, mentre io e mia madre cerchiamo la mia migliore amica ovunque, inutile, non c'è. Che botta al cuore, è tutta colpa mia. Ormai sono rassegnata, entriamo nell'imponente edificio a poco più che venti alle due, i miei mi accompagnano al ceck-in e mi aiutano ad imbarcare le valige, mi aiutano a cercare il mio gate ed è arrivato il momento di salutarli. Vi risparmio questi momenti melensi e strappalacrime, Drew non c'era a salutarmi. Ed è questo che fa male.
Salgo sull’aereo, British-Airways, mi si avvicina una hostess, che notando il pass “viaggiatore giovane”, si siede accanto a me iniziamo a parlare come se ci conoscessimo da tempo:
 
-“Primo viaggio da sola?” Mi chiede amichevolmente sendendosi accanto a me.
 
-“Già..” Le rispondo io un po’ sottotono.
 
-“Non ti preoccupare,  per Londra è al massimo un’ora e mezza di volo, andrà tutto bene e io sarò qui per ogni necessità.” Poi aggiunge: -“ Comunque piacere sono Terry.”
 
-“Piacere mio, sono Hope.”
 
Terry era una ragazza sui 25 anni, molto carina e molto dolce, aveva capelli neri ricci corti che le facevano risaltare il viso affusolato. Abbiamo parlato per tutto il viaggio del più e del meno (ho scoperto che anche a lei piacciono molto i One Direction). E le ho promesso che, qualora incontrassi il gruppo inglese, mi sarei fatta fare l’autografo per lei.
 
 
CAPITOLO 2: Londra, UK.
 
 
Scendo dall’aereo e Terry mi accompagna al ritiro bagagli, cavolo! Ho 4 valige da 32 kg, non  riuscirò mai a portarle sul taxi da sola, così chiedo ad un ragazzo se mi può dare una mano e accetta volentieri. È il ragazzo più bello che abbia mai visto, anche se riesco a vedergli solo gli occhi color nocciola e un po’ di naso (in quanto il resto del viso è coperto da un bellissimo foular di Bvlgari).
Ha un aspetto famigliare, ma penso sia lo stress che mi fa brutti scherzi. Mi aiuta a portare le valige fino al taxi, cercando di apparire disinvolta e impegnandomi al massimo per avere un accento inglese credibile mi rivolgo a lui:
 
-“Grazie mille per avermi aiutato con i bagagli, erano davvero pesanti.”
 
-“Figurati, mi piace aiutare le fanciulle in difficoltà.”
 
-“Piacere, sono Hope, vengo dall’Italia.”
 
-“Davvero? Dall’Italia? E che ci fai qui a Londra tutta sola?”  
 
-“Ho preso un appartamento in centro, sono qui per studiare. Non mi hai ancora detto come ti chiami”.  
 
-“Davvero non mi hai riconosciuto?” Dice lui divertito e scoppiando in una risata , avevo già sentito quella risata, ma dove? Dove?
 
-“Hai un foular che ti copre mezzo viso e un cappuccio che ti copre capelli e fronte, farei fatica a riconoscere anche mio padre.” Lui scoppia di nuovo a ridere e si scopre il viso dal foular. Oh santo cielo, non ci credo, non ci credo, non ci credo. Era Liam J. Payne. Ma prima che potessi dire una parola il suo body-guard gli si avvicina e lo porta via, riusciamo a malapena a scambiarsi un cenno con la mano in segno di saluto. Ero sconvolta, felice, emozionata, lhcredula, persa nei miei pensieri.
Salgo sul taxi pensierosa, do all’autista la via di casa e accendo il cellulare, per prima cosa chiamo i miei genitori (che aspettavano la mia chiamata da quando ero partita):
 
-“Mamma, papà non sapete chi ho incontrato all’aeroporto!’
 
-“Si booom, i One Direction!” Risponde ironicamente mia sorella.
 
-“No, non i 1D. Ma Liam Payne!” Dico con le lacrime agli occhi dall ‘emozione. Sto realizzando ora l’accaduto, mi sono lasciata scappare il ragazzo dei miei sogni! Che totale idiota! Non ci posso credere, che cretina! Però era al ritiro bagagli, quindi significa che si fermerà a Londra, magari lo incontrerò di nuovo. Nemmeno l’ho riconosciuto, avrà pensato che non li seguo, beh può essere anche un bene questo. Chissà.
 
-“Sicura di non aver esagerato con il valium?” Ribadisce mia sorella ridendo e riportandomi alla realtà.
 
-“Katie, sono seria.” Una lacrima segna la mia guancia facendo sbavare il rimmel.
 
-“Bhe è fantastico Hope! Pensa che fortuna hai avuto, hai incontrato il tuo idolo appena arrivata a Londra. Avrai di sicuro la foto e l’autografo allora.”
 
-“No mamma, sai bene che sono contraria a questo. Ci ho parlato un po’ e nemmeno l’avevo riconosciuto, era tutto incappucciato per non farsi notare dalle fan.”
 
-“Oh, avrai altre occasioni per incontrarlo. Hai sempre sognato e desiderato questo giorno e oggi si è realizzato, continua a crederci. Hai con te la collana dei One Direction che ti ha regalato Drew a Natale?”
 
-“Non la tolgo mai, lo sai.” Rispondo un po’ triste. Drew non si è fatta viva.
 
-“Scusami, non volevo.” Dice mia mamma dispiaciuta.
 
-“Tranquilla mamma, ora sono arrivata, devo attaccare. Ci sentiamo domani pomeriggio. Ciao a tutti, un bacione!” E chiudo la chiamata.    
 
L’autista mi aiuta gentilmente a portare tutte le valigie in casa. L’edificio è in pietra bianca, resa grigia dal tempo, il portone è in legno lavorato color verde scuro, il mio appartamento è al quarto piano e, colpo di fortuna, l’ascensore è rotto. Cavolo!
Il mio bilocale è spazioso e molto luminoso, rimango impietrita alla vista delle enormi vetrate della cucina e delle camere da letto, tutta la parete è in vetro, la luce del sole entra liberamente e colora tutto dando allegria alla casa. le tende color panna sono di un pesante tessuto rugoso, mi fa ricordare quelle dell’hotel in cui stavo l’anno prima a Malta.
La cucina è molto moderna e ben fornita, il tavolo è per 8 persone (ma ce ne stanno comodamente anche 10), ci sono ben due estintori (sapevano del mio arrivo).
Il salotto è molto accogliente, i divani sono ricoperti da una stoffa blu notte, la TV è dell’anteguerra (ne acquisterò una di questo secolo, promesso), nell’angolo del salotto c’è una credenza meravigliosa con un servizio da thè molto grazioso.
Le camere sono un po’ anonime (personalizzerò subito la mia con poster e abiti sparsi ovunque). I letti sono entrambi a baldacchino da una piazza e mezza e in entrambe le stanze ci sono due scrivanie di compensato verdastre (quel colore è terribile). Le pareti sono ricoperte di carta da parato color vaniglia, e non mi dispiace.
Sono le 19:36, ah, c’è il fuso, sono quindi le 18:36. Posiziono le valige in camera, attacco il pc all’Adsl e entro in cucina alla ricerca di cibo, apro il frigo ed è (naturalmente) vuoto. Devo andare a fare la spesa, subito. Guardo su Google Maps e vedo che poco lontano da casa mia c’è un negozio di alimentari, esco di corsa (il negozio chiude alle 19.00), mi devo muovere. Errore madornale: A Londra (e in Inghilterra in generale) il tempo è veramente infame. Avevo notato delle nuvole un po’ minacciose, ma da brava italiana ho pensato: “ma si, dieci minuti regge ancora”. Ecco, sbagliato! Esco di casa e inizio a sentire le prime gocce, cavolo. Arrivo al negozio, prendo il necessario, pago e me ne vado. Esco dal negozio e si scatena il diluvio, come se non bastasse si sta facendo anche buio, che sfortuna.
Cammino a testa bassa, tenendo stretto il sacchetto della spesa e la borsa, finchè, SBAM! Mi sono schiantata contro un palo, cado all’indietro come un tacchino ripieno. Alzo lo sguardo e vedo un ragazzo incappucciato che mi da una mano a rialzarmi e scusandosi mi aiuta a raccogliere la spesa sparsa su tutto il marciapiede, eravamo entrambi fradici e un po’ goffi, era anche buio, non vedevo nulla. Raccolto tutto lo guardo e gli chiedo:
 
-“Sei fradicio. Ti va di salire da me per un thè caldo? Abito a 2 minuti da qui.” 
 
-“Oh, ti ringrazio. Certo che si e scusami ancora per lo scontro.” Risponde un po’ imbarazzato
 
Non sono ancora riuscita a guardarlo in faccia.
Entriamo in casa, accendo la luce e… OMG (OH MY GOD) è Niall Horan! In casa mia c’è Niall Horan! Panico, panico, panico! Quanto è bello e quando è dolce tutto bagnato. Cerco di non sembrare totalmente in palla:
 
-“Ah, ma tu sei Niall Horan! Che piacere conoscerti!” Dico cercando di non sembrare una maniaca.
 
-“Piacere mio... Perdonami, non so il tuo nome.”
 
-“E come potresti saperlo? Sono Hope.” Rispondo sorridendo. Dentro di me ci sono dei fuochi d’artificio, ma riesco a mantenere un autocontrollo notevole mostrando una perfetta “poker face”.
 
-“Hope. Liam mi ha detto di aver incontrato una ragazza oggi in aeroporto con questo nome che non l’aveva riconosciuto.” E scoppia a ridere, io sono seria e sull’orlo di un esplosione di entusiasmo. Lui mi guarda, sgrana gli occhi e aggiunge:
 
-“Sei tu quella ragazza?”
 
Annuisco.
 
Subito prende in mano il telefono e chiama Liam, parlano troppo veloce e non capisco che si dicono, nel frattempo preparo un thè, Niall entra in cucina e mi chiede:
 
-“è possibile aggiungere un posto?”
 
-“Certo, per chi?” Rispondo senza pensarci.
 
-“Ho detto a Liam che sono con la ragazza dell’aeroporto e subito mi ha risposto di dargli la via  e che sarebbe arrivato subito.”
 
-“Cosa?”
 
-“Se ci sono problemi lo richiamo per dirgli di stare in Hotel.”
 
-“No, non hai capito, guardami! Ho i capelli arruffati, il trucco sciolto e i miei vestiti sono fradici e..” Mi interrompe.
 
-“Sei bellissima.” Aggiunge con un sorriso che mi fa perdere i sensi per qualche secondo.
 
-“Stai zitto Niall! Lo dici per tranquillizzarmi.” Rispondo voltandomi di spalle per non fargli notare che ero arrossita.
 
-“Vado a darmi una sistemata, fai come fossi a casa tua.” Aggiungo con un sorriso.
 
Apro tutte le valige e tolgo phon, spazzola, trousse dei trucchi e spazzolino. Mi do una sistemata e poi ecco che arriva il momento cruciale: Cosa mi metto? Dannazione!
Un quarto d’ora a fissare le valige e a fare abbinamenti mentali, finchè opto per una camicia bianca in seta, jeans molto stretti a vita alta (che fanno un bel B-side) e le pantofole rosa confetto (tocco per sdrammatizzare). Entro in cucina e Niall è seduto di fronte alla vetrata e fissa la pioggia che cade, sembra pensieroso.
 
-“Che succede Niall?” Chiedo un po’ preoccupata.
 
-“Nulla, tranquilla,” La sua voce non mi convince.
 
-“Sai, sono partita con un enorme peso, la mia migliore amica mi detesta perché non le ho detto che c’è la probabilità che resterò qui perennemente, l’ha scoperto da mia madre. Nemmeno mi ha salutata. Sto molto male sai?”
 
-“La tua migliore amica ti perdonerà. Sei una ragazza speciale Hope. Sia io che Liam l’abbiamo capito.”
 
-“Che c’è che non va Niall? Magari ti posso aiutare.” Mi avvicino a lui e gli poso le mani sulle spalle in segno di sicurezza. Delle lacrime iniziano a solcargli le guance.
 
-“Mi sento inferiore agli altri ragazzi del gruppo. Li invidio, loro sono felici con le loro bellissime ragazze, Zayn sta con Perrie, Louis con Eleanor, Harry con Taylor e infine Liam con Danielle. E io? Io sono qui, solo. Tutte le fan prima vanno dagli altri, poi da me, io cerco sempre di sorridere, ma dentro soffro.”
 
-“Come puoi dire questo? Sei considerato tra i ragazzi più belli e affascinanti, hai tantissime fan che ti amano. Se sei solo non è assolutamente perché vali meno degli altri, ma perché non hai ancora trovato la persona giusta.” Dopo aver detto questo il campanello suona.
 
“Grazie Hope.” Mi dice Niall con gli occhi ancora lucidi.
 
Mi avvio verso l’ingresso cercando di non svenire, apro la porta e.. Oh cielo.. Liam è lì, di fronte a me, a casa mia. Ma non è solo, accanto a lui vedo una ragazza davvero molto bella, è Danielle. Vestita in modo impeccabile, con i capelli freschi di parrucchiere e un make-up meraviglioso, era perfetta. Lei sorride mentre Liam sembra quasi infastidito dalla sua presenza. Danielle mi guarda e subito dopo dice:
 
-“Tu devi essere Hope, ho sentito Liam parlare di te a Niall oggi pomeriggio, così ero molto curiosa di conoscerti.”
 
-“è un piacere conoscerti Danielle, sei davvero bellissima”. -“Ciao Liam.”- Aggiungo sorridendo e arrossendo.
 
Li faccio accomodare in salotto e aggiungo un posto per Danielle mentre gli altri si salutano. Sento Liam che dice a Niall che sono molto carina e che sono una delle prime ragazze (non sanno ancora che sono una Directioner) che non gli chiede foto o autografi.
Beviamo il the tutti insieme, io non riesco a distogliere lo sguardo da Liam e mi sembra che Niall non riesca a distoglierlo da me. Non so chi stesse guardando Danielle, ma ha parlato quasi sempre di quanto fosse favolosa la sua storia con Liam.
Mi accorgo che sono già le 20.16, quasi ora di cena (e non abbiamo finito di bere il thè). Così propongo:
 
-“E se ordinassi qualcosa per cena? Cinese, Thai o messicano?”
 
-“Noi dobbiamo proprio andare, vero Liam?” Dice Danielle dandogli una gomitata.
 
-“Dove scusa?” Risponde Liam scocciato.
 
-“C’è il compleanno di mia madre Liam! Te ne sei scordato di nuovo vero?!”
 
-“No, me lo ricordo. Ok, andiamo.” Risponde Liam dispiaciuto. -“Grazie mille per l’ospitalità Hope.” Poi rivolgendosi a Niall:
 
-“Amico, tu che fai? Ti serve uno strappo in hotel? Ci sono Louis ed Eleanor, Harry è fuori con Taylor”.
 
-“Se Hope non mi sfratta, rimango volentieri a farle compagnia per la cena.” E mi guarda sorridendo dolcemente.
 
-“Puoi rimanere per tutto il tempo che vuoi Niall.” Rispondo gonfiando le guance come un pesce palla, Niall scoppia a ridere e io con lui. C’è proprio una bella sintonia tra di noi.
 
Liam e Danielle se ne vanno salutando con un cenno. Io e Niall ordiniamo la cena da Nando’s, il suo fast-food preferito. Finito di rimpinzarci ci addormentiamo sul divano, io da un lato e lui dall’altro.
 
A mezzanotte mi sveglio di soprassalto e noto che Niall è sparito, mi alzo e inizio a chiamarlo:
 
-“Niall? Niall dove cavolo sei?”
 
-“Hey, non ti volevo svegliare, ti stavo preparando il letto.”
 
-“Ma che dolce! Come hai fatto a trovare i copri piumini dentro quel casino?” E indico le valige.
 
-“ Dopo mezz’ora di disperate ricerche li ho trovati” Dice ridendo.
 
-“Ti fermi a dormire vero?”
 
-“ No Hope, non ti voglio arrecare ulteriore disturbo.
 
-“Disturbo? Ero seria prima quando ho detto che ti puoi fermare per tutto il tempo che vuoi. Rimani, ti preparo il letto nell’altra stanza.”
 
-“Ma smettila! Dormo sul divano.”
 
-“Non dire sciocchezze Horan” dico ridendo e gli tiro una botta con i fianchi facendogli perdere un po’ l’equilibrio.
 
Sistemati i letti trovo in valigia una felpa da uomo (ho un’autentica fissazione per l’abbigliamento maschile), i pantaloni dei Frankie Garage (tuta da casa) e un paio di calzini rosa (erano i più sobri che avevo) e li do a Niall, io indosso il mio pigiama parigino di seta rosa con dei ricami fatti a mano, dopodiché ci diamo la buonanotte e ognuno va nella propria stanza.
 
Alle due e mezza vengo svegliata da Niall che mi abbraccia forte e mi dice:
 
-“Ehi, ehi tranquilla, era solo un brutto sogno”. Io lo guardo e noto che sto piangendo.
 
-“Niall che è successo?” Chiedo con la voce spezzata dal pianto.
 
-“Ti ho sentita piangere e nel sonno parlavi di un certo Drew.” Aveva un tono un po’ rammaricato.
 
-“Drew è l’amica con cui ho litigato prima di partire Niall, è una lei.” Dopo questa specificazione sembrava già più sereno.
 
-“Ah, scusami.” Risponde un po’ imbarazzato.
 
-“Ti va di dormire con me? Magari mi sentirò meno sola e smetterò di piangere. Domani devo fare tantissime commissioni e devo essere in forze.”
 
-“Certo che dormo qui con te. Tutto per farti stare più tranquilla.”
 
-“Grazie Niall.” Lo abbraccio forte, gli do un bacio sulla guancia e poi mi rimetto a dormire.
 
La mattina seguente: h 9:23
 
Mi sveglio inebriata da un profumo di uova strapazzate e pancetta, Niall non era accanto a me, mi alzo e mi dirigo in cucina per capire che stava succedendo. La scena è stata incredibile: Trovo Niall James Horan, con i miei pantaloni della tuta, i calzini rosa, a torso nudo, con il grembiule che mi ha regalato mia madre prima della partenza, che canta dolcemente “Little Things” mentre cucina la colazione. Non si è accorto della mia presenza, così, a piccoli passi, mi avvicino a lui, ma il pavimento di parquet mi tradisce scricchiolando e Niall si gira di scatto:
 
-“Buongiorno principessa che ruba le coperte.” Mi dice sorridendo e facendomi l’occhiolino. Io arrossisco e sorrido.
 
-“Buongiorno sexy Niall, il grembiule con scritto “Le italiane lo sanno fare meglio” ti si addice.” Ribatto prendendolo affettuosamente in giro.
 
-“Ti ho preparato Uova strapazzate e bacon fritto.”
 
-“Gnam! Grazie mille! Ma.. Aspetta, io ieri non ho comprato queste cose.”
 
-“Lo so, sono uscito questa mattina a fare dell’altra spesa, altrimenti sarei morto di fame.”
 
-“Mi hai proprio presa sul serio quando ho detto che potevi restare quanto volevi” Dico ridendo.
 
-“Se vuoi me ne vado.”
 
-“Assolutamente no Mr. Horan, non ti azzardare a lasciare questa casa” Rispondo con finta aria minacciosa, tutti e due scoppiamo a ridere.
 
 Organizzata la giornata io esco per andare a completare l’iscrizione a scuola (i corsi iniziano tra 15 giorni), mentre Niall va in hotel con gli altri per prendere qualche vestito e ciò che gli serve per stare da me (abbiamo deciso che starà a casa mia finchè non inizio scuola). Da quello che ho capito i ragazzi hanno paura che io possa allontanarlo dal gruppo, quindi Niall mi ha già spiegato che usciremo molto spesso con loro e con le rispettive ragazze.
Non vi rendete conto, io sto vivendo un sogno, un Sogno con la S maiuscola. Non sapete quanto ho pianto pensando a quei ragazzi, quanto ho sperato di incontrarli, di incrociare il loro sguardo. Era il mio pensiero fisso dal giorno  in cui li ho visti alle audizioni di X-Factor UK. Non mi sembra vero che uno di loro stia instaurando un così bel legame di amicizia proprio con me. Con me Hope Jones, adolescente sconosciuta e anonima che vive in un paese di 1000 abitanti. Londra è la cosa migliore che mi potesse capitare.
 A pranzo ci siamo trovati tutti all’hotel dei ragazzi in modo che li conoscessi, sono troppo emozionata e Niall se ne è accorto, infatti mi ha rassicurata ed è riuscito a convincermi che sono ragazzi normali e molto alla mano.
I primi a scendere sono, oh santo cielo, Zayn e Perrie, sono stupendi insieme. Perrie ha l’aria molto simpatica, sono convinta che andremo subito d’accordo. Si dirigono verso me e Niall sorridendo e si presentano:
-“Ciao io sono Zayn.” E ci stringiamo la mano.
-“Io sono Perrie.”
-“Sono Hope, è un vero piacere conoscervi ragazzi.” Rispondo con gli occhi lucidi e un sorriso a 32 denti.
-“Louis ed Eleanor ci raggiungono direttamente al locale e Taylor non ci sarà.” Aggiunge Zayn rivolgendosi a Niall,
-“Perché? E Harry?”
-“Non si sa il motivo della sua assenza, ma è meglio non parlarne con Harry oggi, non è molto felice della sua partenza.” Risponde Perrie.
-“Harry sta scendendo.” Faccio notare io.
-“Ciao ragazzi!” Saluta tutti in modo raggiante e sorridendo, Harry è veramente un ragazzo solare.
-“Ciao Harry, io sono Hope.” Mi presento porgendogli la mano per stringerla, ma con mia sorpresa (e anche degli altri) mi abbraccia dicendo:
-“è un piacere conoscerti Hope! Parlano tutti di te Ormai. Dai andiamo al locale che Lou ci sta aspettando.”
Ero al settimo cielo, però mi ci stavo abituando, ero a mio agio. Poi mi venne un flas: e Liam?
-“Niall, dove sono Liam e Danielle?”
-“Sono a casa dei genitori di Danielle fino a sabato.”
-“Ah, ok.” Ero un po’ delusa.
Arrivati al locale vedo Louis ed Eleanor che ci vengono in contro, questa coppia mi piace davvero tanto, sono adorabili.
-“Sono Louis e questa è la mia principessa Eleanor.” Che dolce.
-“Piacere sono Hope.” Contraccambio il saluto con due baci sulla guancia.
Sono le 15 passate, mi allontano un po’ dai ragazzi per telefonare ai miei e raccontargli di tutto quello che sto vivendo, ne sono entusiasti, inoltre mi hanno comprato il biglietto aereo per tornare a casa a Natale. La mia vita era perfetta se non fosse per Drew che non mi rispondeva mai.
Torno dai ragazzi che stanno chiacchierando tranquillamente, io sono molto stanca e ho solo voglia di andare a casa a farmi una doccia calda, infilarmi il pigiama e ordinare cibo cinese.
 
-“Ragazzi mi dispiace ma non mi sento molto bene, vado a casa a riposare un po’.” Niall si alza istantaneamente e mi dice:
 
-“Prendo le giacche e andiamo allora.” Risponde sorridendomi.
 
-“Non se ne parla! Tu rimani qui con gli altri Horan.” I ragazzi non riescono a trattenere le risate e Perrie aggiunge:
 
-“Sei veramente divertente!” E Eleanor annuì. Per fortuna che a loro piacevo, chissà se anche Taylor avrebbe apprezzato il mio umorismo.
 
Alla fine Niall ha la meglio e viene con me a casa, sembra che tra di noi stia nascendo qualcosa in più che una semplice amicizia, mi era sempre vicino e mi sosteneva, non voleva saperne di lasciarmi sola e quando andavamo per locali e qualche bel ragazzo mi puntava si comportava come se fossimo una coppia, inconsciamente anche io facevo lo stesso con lui; la situazione che si era creata mi piaceva, mi piaceva molto.
 
09�92012 h. 22:16
 
Sono a letto con gli occhi chiusi, domani iniziano le lezioni al college (che ansia) spero di trovare buoni amici e professori validi. Mentre penso e immagino quel giorno sento Niall che si sdraia sul letto accanto a me, è pensieroso.
 
-“Che succede?” Chiedo io mettendomi su un fianco e fissandolo in viso.
 
-“è l’ultima notte che passiamo insieme.” Risponde soffiando.
 
-“Potrai tornare quando vuoi, lo sai, questa è anche casa tua.” Cerco di rassicurarlo.
 
-“Non sarà la stessa cosa, mi mancherà dormire accanto a te, sentire il profumo dei tuoi capelli, farmi rubare le coperte e il tuo dolce russare.” Aggiunge ridendo e guardandomi negli occhi.
 
-“Io non russo!” Fingo di essere offesa e per attirare la sua attenzione metto il piumino sopra la testa e Niall inizia a farmi il solletico (lo soffro veramente tanto) inizio a scalciare, a sbracciare e ad urlare mentre lui sembra divertito e in un batter di ciglio ci troviamo per terra, lui sopra di me, mentre ridiamo come due bambini che giocano. Lui mi guarda e torna serio, si alza e rimette in piedi me raccogliendomi a mo di salame.
 
-“Hope, siediti sul letto un attimo e ascoltami senza interrompere se riesci, davvero è importante.”
 
 I suoi occhi blu erano sinceri e molto preoccupati, io faccio il segno di chiudere la bocca e buttare la chiave. Lui inizia a borbottare qualcosa, resto zitta e immobile per non deconcentrarlo. Niall continua a camminare avanti e indietro nella stanza, non capisco a cosa stia pensando poi finalmente mi guarda:
 
-“Ci conosciamo quasi da due settimane. Prima che tu arrivassi ero scontroso, aggressivo, passavo poco tempo con i ragazzi e avevo iniziato a nutrire sentimenti negativi verso di loro come la gelosia per il loro aspetto e per le relazioni che loro hanno, Poi ti ho incontrato ed è cambiato tutto, ho più fiducia in me stesso, passo più tempo con i ragazzi e ci sto bene, e in te oltre ad aver trovato un’amica su cui contare e con cui scherzare, ho trovato una ragazza che è straordinaria, dolce, intelligente e bellissima.”
 
 Mi stavo per mettere a piangere, Niall se ne accorge e mi sorride porgendomi un fazzoletto, ecco quanto è docile l’essere umano quando mette a nudo i suoi sentimenti, quando mettiamo tutte le carte in tavola siamo più fragili che mai, anche una leggera brezza può farci prendere l’equilibrio.
Mi soffio il naso e con un cenno della mano faccio capire a Niall di continuare.
 
-“Quello che sto cercando di dirti è che mi piaci dal primo giorno che ti ho incontrata, che ogni tuo sorriso mi fa venire il batticuore, ogni volta che mi abbracci arrossisco, ogni volta che dormiamo insieme ringrazio il cielo di aver creato una persona così fantastica e meravigliosa.”
 
-“Non so che dire, nell’ultima settimana ho iniziato anche io a sentire dei sentimenti diversi dall’amicizia. All’inizio a me interessava Liam, ma con Danielle sta bene e io sono felice per lui. Tu mi sei sempre stato vicino, dall’inizio, mi hai sempre trattata da principessa, cosa che nessuno aveva mai fatto prima d’ora.”
 
-“Hope io mi sto innamorando di te, lo sento. Voglio dirtelo subito per evitare fraintendimenti.” E si mette a cantare “Little Things” mentre si avvicina a me e mi accarezza i capelli, sono totalmente rapita dalla sua voce e dai suoi occhi che cercano i miei, lui si siede sul letto accanto a me e alla frase “.. And i’m in love with you, and all your little things” mi bacia, così delicatamente che le sue labbra sembrano di burro, le nostre mani si intrecciano e il bacio si fa più appassionante, io inizio a sentire dei brividi così piacevoli che mi spingono verso di lui. Niall mi stringe forte a se e accarezzandomi lungo i fianchi, con voce suadente mi chiede:
 
-“Vuoi davvero che sia così questa notte?” Io lo guardo sorpresa.
 
-“Solo questa notte?” Rispondo un po’ preoccupata
 
-“Questa notte e per sempre principessa.”
 
-“Si.” I nostri baci si trasformano in morsi sensuali e provocatori, le sue mani scivolano sul mio corpo e inizia a togliermi la maglietta del pigiama e io tolgo a lui la camicia, sento il suo respiro sulla mia pelle, ci sfiliamo tutti gli abiti finchè i nostri corpi non diventano uno solo e nella stanza il silenzio è rotto solo dai nostri respiri che si fanno sempre più sonori e da Niall che mi sussurra:

”Ti amo Hope Jones.”
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: HopeDrew