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Autore: Karrysmiles    27/12/2012    4 recensioni
Questa One-Shot narra di un'amore a prima vista. Ricambiato o non? staremo a vedere! spero di farvi sognare come me mentre la scrivevo.
Mi chiamo Clhoe James, ho 18 anni, vivo a Bistrol, Inghilterra, e sono perdutamente innamorata di George Shelley. -
Ho notato che le ff sugli UnionJ sono veramente poche... quindi ho deciso di pubblicare la mia! buona lettura! -Karrysmiles
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Shelley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Clhoe James, ho 18 anni, vivo a Bistrol, Inghilterra, e sono perdutamente innamorata
di 
George Shelley. 
Viveva nel mio stesso quartiere, mi sono innamorata di lui esattamente quando avevo
cinque anni, era una giornata soleggiante, i ciliegi erano in fiore, 
stava giocando ad acchiapparella con i suoi amici quando mi venne addosso scaraventandoci
entrambi in modo brusco sul terreno. Lo so,
non è molto romantica come cosa, ma in quei dieci bellissimi secondi
incontrai i suoi occhi marroni dal taglio spettacolare. 
-Scusa- disse con un sorriso sincero.
Il sorriso più bello che avessi mai visto, non contando il dentino mancante sulla destra.
-Tranquillo- risposi io rialzandomi mentre mi toglievo della terra dalle
calze gialle ,ormai rovinate, che decisi di indossare proprio quel giorno. Cominciò a correre per
tornare dai suoi amici lasciandomi
in paradiso. 
Sono passati anni, ma ancora lo amo. Passai quasi ogni
giorno nella caffetteria dove lavorava sperando di essere notata da lui. Ormai il mio nome lo sapeva,
doveva scriverlo ogni volta sul bicchiere della bibita ordinata per non fare confusione con i clienti, ma
le nostre conversazioni duravano l'ordinazione del mio caffè per via della mia codardia , che fu la mia
rovina. 
Flashback.
Entrai nella caffetteria arrabbiata, arrabbiata con il mondo perchè era mattina e invece di dormire
fino a mezzogiorno dovevo stare in piedi per andare a lavoro.
Arrivai alla cassa e di scatto si girò George, sorridendo.
-Buongiorno- disse George sorridendo.
 -Giorno George, il solito- dissi io accennando un timido sorriso. 
-Subito- rispose per poi girarsi a preparare il mio caffè.
Mi sedetti sulla sediolina in ferro battuto nero del negozio in attesa del
mio caffè, odio il caffè, ma per lui questo e altro.
Accesi l'Ipod per accompagnare la mia attesa, indossai entrambe le cuffie per poi perdermi tra i miei
pensieri. 
Sentii qualcuno toccarmi la spalla, mi girai di scatto. Eccolo, il sorriso che prima o poi mi farà impazzire.
Afferrai quel bicchiere e bevvi tutto quel disgustoso caffè fingendo che mi piaccia. Feci qualche smorfia
senza farmi notare. Mi alzai per pagare, alla cassa non c'era più George ma l'altro impiegato, Lucas. Gli
diedi i soldi per poi infilare lo scontrino nel mio borsellino.
-Arrivederci- dissi sulla soglia della caffetteria,sorridendo.
 -Ciao Clhoe!- disse George.
Il mio cuore si fermò ma non cessai di camminare, le mie guance improvvisamente divennero paonazze,
nascosi il mio sorriso da ebete sotto la mia sciarpa di lana. Passai per il parco dove vidi, anzi, dove mi
cadde addosso George la prima volta che lo vidi. Alcuni petali cadevano dai rami dei ciliegi svolazzando
nel gelido vento inglese. Niente era cambiato dal giorno in cui lo vidi, dai ciliegi ancora maestosi al mio
sentirmi in paradiso dopo averlo visto.
Fine Flashback.
Lo guardai sempre tornare a casa, andare a scuola, andare al caffè, qualsiasi stalker mi avrebbe fatto un baffo.
Ma
MAI oltre quando entravo in quella caffetteria avrei avuto il coraggio di parlargli, stupida la mia timidezza,
stupida me e il mio non essere coraggiosa.
Flashback.
-Buongiorno- dissi di buon umore entrando nella caffetteria.
-Giorno!- esclamò allegro un volto nuovo.
Non era George.
-S-scusami, George non c'è?- chiesi balbettando un po' imbarazzata.
-George? mh, credo tu stia parlando del ragazzo che si è licenziato, ho preso io il suo posto- rispose lui.
Licenziato? e fu così che il mondo mi crollò improvvisamente addosso. Come poteva essersi licenziato? perchè?
cercai di darmi spiegazioni, senza risultati.
-Cosa ordina?- disse il ragazzo svegliandomi dai miei pensieri.
-Devo andare- risposi con un'espressione indecifrabile in volto. 
Uscii tempestivamente dalla caffetteria e tornai a casa sconvolta,affondai il dolore nel mio cuscino e nelle
telenovelas. 
Fine flashback
Ripensando a quel giorno mi sentii vuota, George si iscrisse ad X-Factor, non vinse ma divenne ugualmente
famoso con la sua band, gli UnionJ, non lo rividi più. Lo amo ancora, avrei voluto che lui lo sapesse,
addio ragazzo del caffè.
Il mio cuore si spezzettava ogni giorno di più. Le lacrime si facevano largo sul mio viso, dopo essermi finta
allegra a lavoro, il trucco andava decisamente a puttane, il dolore mi trafiggeva, scrivevo una lettera almeno
ogni giorno per poi stracciarla. Mi arresi. Mi arresi all'amore, 'non amerò mai più' pensai.
Vivevo da sola in un piccolo appartamento, mi preparai una tazza di latte come cena. Accesi la tv per distrarmi.
Misi il canale musicale, c'erano gli UnionJ ad un'intervista, masochismo portami via.
-Allora! tornando a noi, UnionJ! state avendo un successo globale, c'è qualche ragazza che ha fatto breccia nel
vostro cuore?- chiese il presentatore. 
Un componente della band prese il microfono.
-George parla tu per primo!- disse come per stuzzicarlo.
Le guanciotte di George arrossirono di botto e abbassò lo sguardo.
-Allora George, ti vedo imbarazzato, quindi qualcuna c'è!- disse il presentatore con un pizzico di euforia nel suo
tono.
-Ehm, v-veramente, si c'è- disse secco George mantenendo lo sguardo basso.
Ecco, in quel momento dieci lame avrebbero fatto meno male di quelle parole. Chi potrà mai essere? dopo tutto,
non sapevo niente della sua vita sentimentale, forse quella Ella, quella che partecipò a X-Factor con loro.
-E' famosa?- chiese il presentatore rivolgendosi a George, impaziente della sua risposta quasi quanto me.
-No, non la vedo da prima dell'audizione di X-Factor- disse semplicemente George. 
Il presentatore stava per continuare con le domande ma dovette dare la pubblicità. Le parole di George
rimbombavano nella mia testa, non seppi se continuare a guardare quello stupido programma o lasciar perdere
e continuare a cenare in santa pace. Forse dovrei semplicemente smettere di pensarlo, farebbe meno male.
Spensi la tv e finii il mio pasto.
Lavai la tazza sciacquando via i residui di latte e biscotti ma quelle parole non riuscivano ad andarsene dalla
mia mente. Decisi di uscire per schiarirmi le idee. Infilai un maglione extra large, delle calze di lana e degli stivaletti
per tenermi al caldo. Uscita di casa mi diressi al parco, il 'nostro' parco. Le persone continuavano a passeggiare
allegramente, scambiarsi baci, far giocare i figli, chiacchierare con la propria amica. Il mondo continuava mentre
io morivo dentro. Basta piangersi addosso. Sentii della musica provenire da un bar, mi infilai dentro, c'era un
Karaoke. Una ragazza aveva appena finito la sua esibizione e dopo aver ringraziato il pubblico uscì di scena. 
-Chi si offre volontario?- chiese un signore un po' paffuto. Decisi di sedermi ad un tavolo, mantenendo lo sguardo
fisso sul palcoscenico. Io canto come un orca in calore ma adoro la musica.
-Clhoe!- disse qualcuno seduto alla sedia davanti alla mia.
-George?- esclamai io confusa e sconvolta, ma non era a quell'intervista? a Londra? cosa ci fa qui? teletrasporto.
No va bene, scegliamo la soluzione logica, era registrata.
-Devo andare- dissi io alzandomi dal tavolo. Stavo cercando di cancellarlo definitivamente e lui cosa fa? torna qui
a Bristol? 
Mi feci spazio fra la folla uscendo come una furia dal bar.
-Clhoe!- esclamò una voce affannata. 
Mi girai di scatto, cosa sto facendo? perchè sto scappando? mi fermai di colpo.
-Aspetta- disse lui riprendendo fiato.
Non dissi una parola.
-Ti va di farti una passeggiata?- mi chiese lui con tono gentile.
Annuii e prese la mia mano. Le mie guance divennero del colore dei pomodori. Mi portò al parco.
-Te lo ricordi?- chiese lui.
-E' dove ti ho vista la prima volta- disse lui guardando i ciliegi, il suo sguardo trasmetteva gioia per via dei ricordi. 
Se lo ricorda? pensavo di essere l'unica a ricordarlo, non ne abbiamo mai fatto parola.
-Si, ricordo- dissi io abbassando lo sguardo.
-Mi hanno detto che mi hai cercato alla caffetteria, me l'ha riferito un certo Fred- disse.
Di colpo il mio sguardo si illuminò, sembrava felice di averlo saputo.
-Già è stato quando mi hanno detto che ti sei licenziato- risposi io ripensando a quel giorno che detesto.
-Non ti vedo dall'audizione, come stai?- mi chiese lui sedendosi su di una panchina per poi farmi cenno di sedermi
accanto a lui. 
-Sto bene- dissi per poi sedermi accanto a lui.
-Tu come stai? com'è essere famoso?- chiesi io con nonchalance. 
Non sembro quasi io.
-Mi manca essere un ragazzo che vende il caffè, ma questo è molto meglio tranne per una cosa- disse lui. 
-Beh vorrei vedere se non è meglio!- dissi scoppiando in una fragorosa risata con lui che mi seguì a ruota.
Quando sorrideva lo faceva con l'intero volto, la bocca, le guance, gli occhi. Il suo sorriso era allegria pura.
-Domani devo tornare a Londra- disse lui facendosi serio.
-Ah- risposi io secca. 
Già va via? è tornato ora. Non può andarsene ancora. Non così.
Guardai distrattamente l'orologio.
-Cavolo, è tardi. Tra poco devo andare- dissi io, quando rialzai il viso dall'orologio per guardarlo negli occhi, le sue labbra
si posarono sulle mie. Erano calde e morbide, in quel momento tutto sparì. Ci staccammo entrambi di malavoglia.
-C-cosa?- dissi io strabuzzando gli occhi.
-Dovevo farlo, almeno una volta, non so se tu provi qualcosa per me, ma io si- disse lui tutto d'un fiato.
Non ci sto capendo assolutamente niente.
-Aspetta- dissi.
Presi un fogliettino e una penna dalla mia borsa, ci scrissi velocemente il mio numero e glie lo porsi. Mi alzai e posai
le mie labbra sulle sue per assaggiarle ancora. 
-Si, provo qualcosa per te, da più di tredici anni- dissi sulle sue labbra.
Mi staccai del tutto dal suo viso.
-Dovevo farlo anche io, almeno una volta- dissi per poi lasciarlo a bocca aperta e voltarmi.
-Tornerò presto, aspettami- esclamò lui.
Mi voltai verso di lui. Sorrisi e mi voltai di nuovo per avviarmi verso casa.
I ciliegi non erano in fiore quel giorno,
ma la sensazione di paradiso tornò e il ragazzo del caffè con essa. 




LEGGETEMI SONO ADORABILE!
Beh che dire? io mi emoziono a rileggerla non so voi!
spero di avervi fatto sognare :) è la mia prima One-shot
e la mia seconda ff che pubblico!ho scritto questa ff
circa due mesi fa, così senza un motivo. Non doveva
neanche essere pubblicata, solo che le ff sugli UnionJ
sono veramente POCHISSIME, viste le Jcats italiane
che sono altrettanto poche! //: però sono tante visto
che loro non hanno vinto *per me sono loro i vincitori
punto e sciò HAHAHAH UnionJ are our winners, yo.* 
appena uscirà il CD verranno anche le fans non 
disperiamo! detto questo vi lascio con una foto della
nostra protagonista! tanto lo so che metterete la vostra
faccia sul corpo della protagonista ma come dico sempre
nell'altra mia ff, FACCIAMO SCENA! crepo. Ciaociao belle!
-Karrysmiles Su Twitter: @Karrysmiles

  
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