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Autore: MrBadCath    27/12/2012    4 recensioni
Seguendo la trama di "A Hard Day's Night" vi proponiamo questo lavoro a quattro mani che, se non vi stupirà, perlomeno vi farà fare quattro risate. Buona lettura!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Nuovo personaggio, Paul McCartney , Ringo Starr
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A HARD DAY’S NIGHT

 

CAPITOLO 1: I told you once before ‘goodbye’, but I came back again.

 

Era una bella giornata. George, Ringo e John stavano facendo un’abbondante colazione in vista del lavoro che li attendeva. Il primo, al solito, si stava strafogando.

«George, cos’è quella roba che hai nel piatto?» domandò Ringo, disgustato.

«Una frittatina di verdure o qualcosa del genere...» rispose il chitarrista, con la bocca piena e della roba impigliata tra i denti.

«No, credo che la roba verde siano squame di lucertola» disse John, seriamente, facendo sbiancare il batterista e soprattutto creando un senso di nausea nel chitarrista.

George si alzò per andare a vuotare il suo piatto nel cestino e, avvicinandosi alla vetrina, fu notato e naturalmente riconosciuto da una fan, che si mise a gridare come una scimmia urlatrice. La conseguenza fu che in meno di mezzo secondo avevano una folla smisurata alle calcagna.

I ragazzi iniziarono a correre, ormai erano vicini alla stazione, quindi non avrebbero dovuto impiegare molto per seminare i fan. Poco prima di entrare, però, George, un chitarrista con un umorismo tutto suo e una smisurata passione per qualsivoglia cibo, fece un capitombolo: Ringo, il batterista dal naso prorompente, gli cadde letteralmente addosso, suscitando il riso incontrollato di John, bizzarro e per molti tratti incompreso, decisamente una figura divertente, che si voltò indietro più volte e ognuna ritornava a guardare avanti con un sorriso più largo in viso. Controllava di quanto avevano distanziato la massa informe, se i suoi compagni ci fossero ancora e si assicurava che avessero tutti gli arti. George non si guardava mai indietro: dopotutto, l’ultima occasione in cui l’aveva fatto era stata quella in cui era caduto.

Attraversarono la strada e rapidamente si infilarono nella stazione, dove passare inosservati tra i passanti era più semplice: nascosti in tre cabine telefoniche, fingevano di parlare. Da destra mentre  George fingeva con il sopracciglio convinto, Ringo cercava di dissimulare, seppur spaventato dalla massa informe e incontrollata, e John parlava alla cornetta con non-chalance, con il suo sorrisetto strambo. Quando la folla fu passata, Ringo diede il segnale e con noncuranza i tre si allontanarono.

Disgraziatamente l’allegro gruppetto venne rintracciato dopo poco, e questo costrinse i tre Beatles a ricominciare la loro fuga attraverso un tortuoso percorso che li portò prima a scavalcare muretti e transenne, poi a fare un breve ma intenso viaggio sul carrello dei giornali,

Intanto, mentre Norman li attendeva e si rovesciava addosso il latte, i nostri lettori si staranno chiedendo che cosa stesse facendo Paul, ma non saremo noi a dirvelo...

 

Amelia era una ragazza sveglia, solo un po’ incasinata, o meglio, disorganizzata. Per dire la verità, la parola giusta per descriverla è sfigata.

Quel giorno si era recata alla stazione del treno perché aveva un colloquio di lavoro fuori città, IL colloquio di lavoro, quello più importante della sua vita: aspirava ad essere una giornalista da sempre, non poteva fallire.

Aveva realizzato troppo tardi che aveva bisogno di alcune foto da allegare al suo curriculum vitae e si era ridotta a farle in una macchinetta automatica all’ultimo minuto.

Si sedette sullo sgabello scomodo e piuttosto sporco con una certa riluttanza: quel tubino nero era il suo miglior vestito. Impettita, si sistemò di fronte alla camera e sorrise elegantemente: tutto sommato, era piuttosto bella. Aveva i capelli lunghi e biondi, cotonati al punto giusto, e due smeraldi al posto degli occhi, finemente incastonati nel viso e incorniciati da un sobrio disegno di trucco nero e leggero. Si mise in posa e aspettò che la macchinetta scattasse la foto... e la iella ancora una volta colpì.

Tre ragazzi dall’aspetto simile si precipitarono all’interno della cabina e tirarono rapidamente le tende: trovarsi in uno spazio così intimo con non uno, ma ben tre giovani non era esattamente una cosa conveniente per una ragazza single della sua età. La macchinetta scattò tre foto e lei si guardò intorno. Aveva la sensazione di aver già visto altrove i bell’imbusti, ma quando se ne rese conto, la fortuna di aver appena incontrato tre dei Beatles, nella iella, le parve paradossale.

«Ops!» esclamò John, l’ultimo arrivato. Aveva un’aria mortificata, ma non si capiva se stesse solo recitando o se gli dispiacesse davvero.

«Scusa!» disse Ringo. Il suo naso di certo era entrato in qualcuna delle foto. Il batterista seguì John e uscì di scatto dalla tendina e fu a sua volta seguito da George, che porse i suoi saluti ad Amelia voltandosi (rischiando così di inciampare di nuovo, pervaso dall’aura di iella della ragazza). Il chitarrista la salutò con la sua buffa voce nasale, enfatizzando il tutto con un gesto della mano:

«Ciao!»

Amelia guardò i tre correre via, prima che una folla di fan inferocite creasse uno spostamento d’aria tale da spettinarla. Rimase attonita di fronte ad un sì rapido svolgersi di eventi e, mentre ancora cercava di distinguere cosa fosse successo, per mettere a fuoco un ricordo così importante, forse unico nel suo genere, la macchinetta stampò le fotografie.

Nella prima Amelia era venuta bene, peccato che la messa a fuoco fosse tutta sul soggetto alle sue spalle, un George Harrison con un occhio aperto e uno semichiuso e una bocca che metteva in risalto un pezzo di qualcosa (qualsiasi cosa) incastonato nel suo sorriso, e tutto l’ecosistema che questo comprendeva. Non era esattamente il tipo di foto che si poteva trovare sulla prima pagina di una copertina di qualche rivista. La seconda era venuta molto mossa: Amelia, spaventata, si era voltata di scatto, George non era riconoscibile, in compenso era comparso un movimentato Ringo che non si capiva bene se si stesse scaccolando o cosa... la terza era troppo luminosa per essere descritta e compresa dall’occhio umano. Nella quarta John Lennon stava addirittura sorridendo!

Piuttosto soddisfatta, la ragazza ripose le foto nella sua borsa ed estrasse il portafogli per cercare altri spiccioli... ma li aveva finiti.

 

Intanto i ragazzi continuarono a correre, ma furono intercettati. Cercarono di fare un ultimo sprint fino al treno.

«Cavolo, ma non è possibile!» esclamò Kate a bassa voce, mentre imboccava il corridoio che conduceva al vagone ristorante, giusto in tempo per salvarsi da un’unica, enorme, ondata di ragazzine urlanti e isteriche. Amelia non era stata altrettanto fortunata: una volta uscita dalla cabina, un po’ intontita per ciò che era appena successo, fu trascinata via dalla mandria urlante e incontrollata e riuscì a salire sul treno per miracolo, visto che quello che doveva prendere in origine era di sicuro già partito. I Beatles erano decisamente dei bravi musicisti, senza dubbio dei bei ragazzi, ma non aveva senso impazzire così, e…

«Oh, perdincibacco» sussurrò Kate, lasciando poi le labbra leggermente socchiuse, mentre i suoi pensieri prima si erano persi e poi erano stati catturati da qualcosa di grande, verde, lucente.

Gli occhi di Paul McCartney e i suoi si erano incrociati proprio mentre lui si staccava un pizzetto e un paio di baffi sintetici che in teoria avrebbero dovuto renderlo anonimo, ed entrambi gli rimasero in mano. Quel ragazzo aveva delle ciglia meravigliosamente lunghe, gli occhi grandi ed espressivi, sì, insomma, c’era un motivo concreto e provato per cui le sue fan avevano deciso di impazzire all’improvviso.

Nel mentre, lui si chiedeva chi fosse quella ragazza, assorto in quei pochi attimi di sguardo; suo nonno lo tirò via frettoloso, quasi invidioso, ma in realtà stava cercando di salvare il suo nipotino famoso da una nuova ondata di fan sovraeccitate.

Ma… Chi era quella ragazza?

Paul non ne aveva idea, era consapevole solo di quanto fosse pronto a fare la sua conoscenza.

«Paulie! Vieni qui!»

Come non detto.

 

 

 

Note delle Autrici:

Salve a tutti :)

è la prima volta che ci proponiamo in questa sezione con una collaborazione, ma entrambe siamo vecchie frequentatrici con progetti solisti :D

Il primo capitolo richiede sempre qualche spiegazione, si sa. Questa storia segue in primo luogo la trama del film ‘A Hard Day’s Night’, come si può intuire dallo stesso titolo, anche se abbiamo dovuto fare dei tagli, in primo luogo perché pensiamo che la maggior parte di voi lo abbia visto e si annoierebbe a rileggerselo tutto scritto, e poi naturalmente per questioni di spazio.

Vorremmo dedicare questo lavoro e quello che seguirà alla nostra supporter numero uno, una persona che ci ha supportate sin dall’inizio della nostra collaborazione e che non si è mai persa un capitolo. Non faremo nomi perché sappiamo che è una persona molto timida e riservata, quindi faremo i cognomi (?): Way, questo lavoro è dedicato a te <3 speriamo che Amelia non deluda le tue aspettative! :)

Desclaimers: I Beatles e le loro canzoni non ci appartengono. Il film neanche. Amelia e Kate sono Original Characters quindi sotto nostro copyright. Tutto questo non è mai successo. Tutto questo non è a scopo di lucro. No copyright infringement intended.  (il titolo è una citazione di “I’ll be back” – The Beatles)

Speriamo che la fan fiction sia di vostro gradimento e vi auguriamo una buona lettura. Commenti di ogni tipo (?) sono ben accetti :) Ci divertiremo ad allegare ai capitoli screen tratte dal film, ma per maggiori contenuti extra riguardo alla storia potete dare un’occhiata alla nostra pagina di Facebook QUI  :D

 

MrBadCath (M&S).

 

MrBadGuy would like to thank: Innanzitutto vorrei ringraziare Snafu per avermi regalato due dei giorni più belli della mia vita. Dopo più di un anno di collaborazione, posso dire di essere sempre stata soddisfatta di aver intrapreso questo cammino, da cui è nata una grande amicizia. Siamo diventate quel che siamo anche attraverso quel che ci avete scritto e consigliato.

Vi ringrazio di cuore e spero che le nostre FF siano una retribuzione equa per l'affetto che ci date.

MrB.

 

Snafu would like to thank: i suoi diti medi, il dentista di George Harrison, il servizio scadente di Trenitalia per aver offerto la possibilità alle due autrici di usufruire di due ore in più per scrivere questo lavoro, MrBadGuy per completarla in questo lavoro, il Rock n’ Roll.

   
 
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