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Autore: Ili91    27/12/2012    2 recensioni
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Arthur scopre il segreto di Merlin; la sua reazione a riguardo. Nel frattempo, Gwen è ancora manovrata da Morgana, che trama nell'ombra per conquistare Camelot e Merlin è del tutto intenzionato ad impedirlo.
Tratto dal primo capitolo:
Quando Arthur vide gli occhi di Merlin illuminarsi magicamente – no, improvvisamente -, la prima cosa a cui pensò era che la vista doveva avergli giocato un brutto scherzo.
Lo conosceva da sempre, non poteva avergli nascosto una cosa simile per così tanto tempo.
[...]
«Arthur, posso spiegare...» fece Merlin avvicinandosi a lui, che evidentemente non voleva rassegnarsi all'allontanamento dal proprio re. Posò le mani sul collo del cavallo come per fermarlo e alzò lo sguardo verso di lui.
«Ci sono delle buone ragioni, se...»
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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A Matter of Trust - 2° capitolo
A Matter of Trust
II

«Sire, ho bisogno di parlarvi» affermò Gaius, raggiungendo Arthur non appena la sala del trono cominciò a svuotarsi.
«Sì, Gaius, dimmi pure.» Immaginava cosa stesse per chiudergli, ma non poteva evadere il discorso ancora per molto, per quanto l'avesse voluto.
«Si tratta di Merlin, sire. Non l'ho ancora visto da quando siete tornati.»
Lui trattenne a stento la stizza. Merlin, sempre Merlin! Possibile che non sapessero chiedergli altro? Come se si aspettassero di trovarlo sempre al suo fianco. «Gaius, anche tu eri a conoscenza del fatto che Merlin è un mago, non è vero?» chiese Arthur, ignorando la domanda che gli era stata posta.
«Sì, sire» ammise l'altro, piegando il capo in avanti.
«Lo immaginavo.» Quante altre persone lo avevano saputo prima di lui?
«Sire, cos'è successo a Merlin?» ripeté Gaius, con tono nettamente più preoccupato di prima.
«L'ho fatto esiliare.» Ci fu una pausa, poi si affrettò ad aggiungere: «E sai che avrei potuto condannarlo a morte come lo richiede la legge.» Perché si stava giustificando? «È una mia decisione, sei pregato di non discuterla» affermò poi Arthur, più duramente.
«Sì, sire.» Gaius sembrò volere dire altro, ma sembrò rinunciarvi e si congedò. Mentre si allontanava con passo lento, il medico di corte si voltò indietro un'ultima volta. «Temo che finirete per pentirvi presto di questa vostra decisione.»
Arthur rimase in silenzio.
Lo stava già facendo.
***
Gwen lasciò il castello di Camelot alla prima occasione che le fu concessa e si affrettò a raggiungere il luogo in cui si nascondeva Morgana.
Si trattava di una grande grotta, quasi inesplorata dalle truppe di Camelot, in quanto situata in un luogo inospitale.
La grotta era fredda, umida e non era certo il luogo adatto per la figlia del precedente re, Uther, ma era un posto adatto per poter stare vicino a Camelot e alla sua spia, Guinevere.
Non era previsto un loro incontro quel giorno, perciò Morgana non era preparata a riceverla e rimase molto sorpresa nel veder avvicinarsi Gwen.
Prima che potesse riconoscerla, Morgana si mise in posizione difensiva, pronta a lanciare un incantesimo per proteggersi, e con un'espressione spaventata sul volto. Lei aveva da poco scoperto cosa fosse accaduto alla sua amica nei due anni in cui non si era saputo nulla di Morgana ed era molto dispiaciuta di questo.
«Gwen!» esclamò con sollievo Morgana, appena la riconobbe. Le sorrise e colmò la distanza che le separava, poi la strinse tra le braccia. «Non ti aspettavo, è successo qualcosa?»
Gwen ricambiò l'abbraccio e annuì con il capo contro la sua spalla. «Non immaginerai mai quello che ho scoperto.»
Le due donne interruppero l'abbraccio e Morgana la fissò in attesa, piena di curiosità. «Merlin non è solo un servitore, è un mago! Ecco com'è riuscito ad intromettersi in tutti i nostri piani.»
«Allora... Emrys è lui. Si è sempre trattato di lui!»
Morgana voltò le spalle a Gwen e cominciò a percorrere la grotta avanti e indietro. «Avrei dovuto ucciderlo subito, Arthur non sarebbe qui se non fosse stato per lui.»
Improvvisamente, si voltò a guardarla e la sua espressione sembrò sempre più folle. «Come l'hai scoperto?»
«È stato Arthur il primo a scoprilo, mentre stavano rientrando da una missione. Non conosco i particolari, ma Arthur l'ha presa molto male...»
«L'ha condannato a morte? Ci risparmierebbe molti problemi.»
Gwen scosse il capo. «L'ha esiliato. Se Merlin rimettesse piede a Camelot sarebbe per ottenere la morte, ma dubito che Arthur si spingerebbe a tanto.»
Morgana si ritrovò d'accordo con lei. «Dobbiamo trovarlo. Anche se in esilio, Emrys rimarrà una minaccia finché avrà vita.»
«Non dovrebbe essere difficile» commentò Gwen. «Credo che Merlin tornerà a Camelot presto, preoccupato per il suo re.»
Morgana sorrise. «Allora è il caso d'anticipare il suo ritorno.»
***
Mordred, l'ultimo e giovane cavaliere di Camelot, era in piedi di fronte ad Arthur, entrambi armati con una spada.
Merlin osservava la scena, ma era come immobilizzato e nessun tentativo di compiere un incantesimo per salvare Arthur andò a buon fine.
Era impotente e poteva solo rimanere a guardare, con il cuore che minacciava di uscirgli dal petto, la scena che aveva davanti agli occhi.
Arthur, scappa!
Mordred mosse il fatidico passo in avanti e sollevò la spada.
Non farlo, non farlo! Arthur!
Arthur venne trafitto da parte a parte e lui non aveva potuto fare niente per impedirlo.
Il sangue cominciò a scorrere e Merlin ad urlare il nome dell'altro senza riuscire a fermarsi.
Arthur cadde a peso morto sul terreno, il viso era pallido e gli occhi vitrei. Merlin poté vedere una pozza di sangue allargarsi intorno al suo corpo.
Sentì un freddo intenso che non avrebbe saputo dire da dove provenisse e un dolore al cuore tanto intenso come se gli si fosse spezzato in due.
Come poteva vivere senza l'altra faccia della medaglia?

Merlin spalancò gli occhi.
Aveva il respiro corto, la fronte sudata e le dita intirizzite dal freddo.
Non solo quelle, considerò poi, rabbrividendo.  
Si guardò intorno frenetico e apprese velocemente di essere ancora in quella foresta, da solo, a pochi metri di distanza dalle mura di Camelot, in un angolo riparato.
Era stato tutto un sogno, si disse per tentare di rasserenarsi, ma sapeva bene che era destinato a diventare realtà, sempre che lui non fosse riuscito ad impedirlo.
Addormentarsi appoggiato al tronco di un albero non si era rivelata una buona idea come gli era sembrata a primo impatto.
Aveva voluto riposarsi un po' prima che calasse la notte, in modo da essere più sveglio e vigile quando avrebbe approfittato dell'oscurità per introdursi a Camelot, ma non immaginava avrebbe dormito così tanto.
La notte doveva essere calata da molto e anche la temperatura era parecchio più bassa rispetto a prima, tanto che aveva rischiato di congelarsi se avesse dormito ancora un po'.
Si alzò in piedi e stirò i muscoli. Nonostante le ore di sonno, era stanco e lo stomaco brontolava il suo disappunto visto che non toccava cibo da quella mattina.
Raggiunse le porte di Camelot e vide due uomini in piedi, ai lati del portone, che facevano la guardia.
Merlin fece un incantesimo e alcuni rami di spesso diametro presero a colpire il tronco di un albero con forza, nella parte opposta dal punto dove si trovava lui.
Il fastidioso rumore attirò l'attenzione delle guardie e una delle due disse all'altra che sarebbe andata a controllare.
Meno una, pensò Merlin.
Poi pronunciò un altro incantesimo e la guardia che si era allontanata inciampò malamente ed emise un grido.
«Cos'è successo?» chiese la seconda guardia e abbandonò il castello per controllare cosa fosse accaduto, lasciando la via sgombra a Merlin.
Era ancora lontano dal punto dove si trovava Gaius, ma almeno era riuscito ad entrare a Camelot.
Tenendo il capo chino e spostandosi velocemente da un angolo di una casa ad un altro, Merlin cominciò ad attraversare Camelot, facendo il possibile per non attirare l'attenzione.
Era piena notte e in giro non c'era praticamente nessuno, ma doveva essere il più prudente possibile, visto che non aveva idea di quanti fossero stati informati del fatto che il re l'aveva esiliato.
«Che cosa stai facendo?»
Un brivido di terrore corse lungo la schiena di Merlin. Era stato scoperto?
Si girò lentamente e vide un piccolo gruppo di cavalieri che imbracciavano delle torce. Non ce l'avevano con lui, ma stavano interrogando un uomo alto, quasi completamente pelato, con la pancia prominente e il viso arrossato.
L'uomo si voltò lentamente verso i cavalieri e lo fece barcollando. Se quello non fosse bastato a classificarlo come ubriaco fradicio, lui blaterò qualcosa d'incomprensibile.
I cavalieri trattennero un sorriso e proseguirono il loro giro, permettendo a Merlin di tirare un sospiro di sollievo.
Riuscì a raggiungere le mura del castello e decise d'entrare sfruttando la stessa strada che aveva usato per raggiungere la camera di Arthur, alcune settimane prima.
Non era un ricordo piacevole, visto quanto era stato vicino a perderlo, ma, a parte questo, gli sembrava la soluzione migliore.
Certo, sarebbe stato pericoloso, ma lo sarebbe stato comunque in qualunque altro caso, anche solo per il fatto di essere un esiliato.
C'erano troppe guardie alle porte del castello perché potesse creare un diversivo senza che passasse per un intervento magico.
Avrebbero potuto scoprirlo o Arthur essere ancora sveglio, ma doveva tentare.
Riuscì a raggiungere la camera del re come aveva fatto in precedenza. Scostò le tende e puntò lo sguardo sul letto. Lo vide vuoto e questo lo congelò sul posto, senza contare che la stanza era anche illuminata dalle candele.
Cosa ci faceva Arthur sveglio a quell'ora?
Fece correre lo sguardo lungo la camera e Merlin si rese conto di essersi sbagliato.
Arthur non era nel suo letto, era vero, ma il re era profondamente addormentato sulla sedia della scrivania.
La testa era rivolta verso l'alto e inclinata da un lato, una mano era posata sullo stomaco e l'altra sul bracciolo, le gambe erano leggermente divaricate e russava piano.
Merlin non aveva dubbi sul fatto che il mattino dopo Arthur si sarebbe svegliato con un feroce mal di schiena.
Com'era nato, il sorriso sul suo volto si spense immediatamente. Lui non sarebbe stato lì, la mattina successiva, a sentirlo lamentarsi.
Dandosi dell'idiota per tutto il tempo, Merlin compì un incantesimo e una coperta, che fino ad un attimo prima era sul letto, andò a coprire il corpo di Arthur dal collo in giù.
Spero che un giorno tu possa accettare la mia magia, Arthur.
Attraversò la stanza con passo felpato e uscì da essa senza svegliare il re addormentato.

Merlin entrò nella casa di Gaius, che era completamente immersa nel buio, a parte una bassa luce lunare filtrante da una finestra.
A tentoni cercò le candele, ma l'unica cosa che ottenne fu di colpire uno sgabello con lo stinco. «Ahia!» esclamò, senza trattenersi. Si prese la parte offesa con le mani ed emise un gemito dolorante, più debole questa volta.
«Chi c'è?» chiese la voce di un assonnato Gaius. Merlin lo sentì armeggiare con le lenzuola ed immaginò che si stesse alzando dal suo giaciglio.
«Gaius, sono io: Merlin.»
«Merlin?» Una candela venne accesa e finalmente lui poté vedere qualcosa al di là del proprio naso.
«Sono contento di vedere che stai bene.» Gaius gli si avvicinò e gli batté la mano sulla spalla. Merlin, in risposta, fece un mezzo sorriso che non arrivo ai suoi occhi.
«Vieni, siediti, dimmi che cos'è successo» continuò Gaius e indicò il tavolo con un braccio; Merlin prese posto su una delle sedie.
Il medico di corte prese un piatto, del cibo e un bicchiere contenente dell'acqua.
«Tieni, immagino che avrai fame.» Gli porse il pasto, poi si sedette di fronte a lui.
Merlin annuì, grato, e cominciò a mangiare. Aveva tanto fame che qualsiasi cosa gli sarebbe sembrata il più superbo dei piatti.
«Allora, Merlin, cos'è successo?» ripeté Gaius, dopo avergli concesso qualche minuto per mangiare. «Ho saputo da Arthur che ha scoperto il tuo segreto.»
Merlin aveva il cucchiaio a mezz'aria e, mentre rammentava la scena che gli aveva cambiato la vita, gli si chiuse lo stomaco in una morsa.
Posò il cucchiaio nel piatto mezzo vuoto e inclinò il capo in avanti. «Non c'è molto da dire...» Deglutì con difficoltà e si schiarì la voce. «Mentre ritornavamo a Camelot, dei banditi ci hanno attaccato. Ho usato la magia per salvare la vita di Leon, che non aveva visto uno dei briganti arrivargli alle spalle, ed è stato in quel momento che Arthur mi ha visto compiere un incantesimo.»
«Sapevi che sarebbe potuto succedere.»
Merlin annuì piano e sentì gli occhi bruciargli. Non avrebbe pianto, sarebbe riuscito a superare anche questa. «Sì, sì, ma...» Si prese il viso tra le mani con fare disperato. Rimase in silenzio un momento, poi riprese a raccontare con la voce più ferma che poté: «Subito dopo aver scoperto che nella sua corte si nascondeva uno stregone, Arthur mi ha esiliato.»
«Andrà tutto bene, vedrai. Cambierà idea e ci ripenserà.»
Sapeva che Gaius l'aveva detto solo per farlo stare meglio e Merlin avrebbe voluto crederci, o anche solo sperarci, ma non era così.
«Io rappresento ciò che in tutta la vita gli è stato insegnato ad odiare, perché dovrebbe?» Allontanò il piatto da sé e si alzò in piedi, poi cominciò a girovagare nervosamente per la stanza.
«Merlin, io penso che Arthur...»
Merlin gli fece cenno di tacere. «Scusatemi, Gaius, ma al momento questo è poco importante. Presto la voce che sono un mago si diffonderà, arrivando alle orecchie di Gwen e Morgana. Loro potrebbero sfruttare il mio esilio per attaccare Arthur indisturbate. Ora che non sono più il benvenuto nel castello, non so come stargli vicino.» Forse, proprio in quel momento, si stavano organizzando per tendere una trappola.
«Che cosa posso fare? Tutti questi anni spesi a diventare un mago sempre più potente e nel momento di maggior bisogno sono inutile!»
Gaius si alzò dal tavolo, gli andò vicino e lo fermò. «Merlin, calmati! Troveremo una soluzione. Arthur adesso è vivo, niente è ancora perduto.»
Merlin sollevò la testa fino ad incontrare lo sguardo di Gaius, con le guance rigate di lacrime. «Non so cosa fare. Ora sono qui, a Camelot, nascosto, ma non lo posso essere per sempre. Prima o poi sarò costretto ad andarmene, in un modo o nell'altro.»


Spazio Autrice: Dopo aver visto la 5x13 e riletto questo capitolo (ricordo che esso è stato scritto alcune settimane prima), mi sembra quasi che queste righe infieriscano un po' sulla nostra fragile condizione mentale causata dalla fine di Merlin.
In ogni caso, se può consolarvi, il mio finale, qualunque esso sia, sarà senz'altro più felice di quello datoci dalla BBC (mi rendo conto che non ci vuole molto! XD).
Spero che il capitolo via sia piaciuto.
Alla prossima settimana!
Ilaria
   
 
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