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Autore: dontletmeboo    27/12/2012    18 recensioni
Louis Tomlinson ed Harry Styles avrebbero potuto amarsi e stare insieme. Per l'eternità
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!Larry Stylinson.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eternity.




La luce del sole stava diminuendo sempre di più e il cielo diventava a poco a poco più scuro.
Le gambe si facevano più pesanti e il fiatone cominciava ad aumentare; camminavo su quel prato che non sembrava avere una fine ormai da ore, intento a cercarlo, senza però nessun risultato.
Mi avevano detto che si trovava lì, ma io vedevo semplicemente una distesa di erba ingiallita dall'arrivo dell'autunno.
Ormai instabile da qualche anno, appoggiavo quasi tutto il mio peso su quel pezzo di legno e stringevo sempre di più la mano sinistra sul manico.
Appena trovai una pachina di legno isolata, mi sedette e tirai un sospiro di sollievo appena le gambe cominciarono a farmi meno male.
Slacciai due dei bottoni che chiudevano il colletto della camicia che portavo e automaticamente le mie dita vennero a contatto con qualcosa di freddo.
Cominciai a rigirarmi tra le mani la collanina d'argento che tenevo legata al collo da anni.
Era un suo regalo, ricorda, e come per magia, tornai nel passato.






-Voglio che la tenga tu- mi porse la catenina grgia -come un segno del nostro amore- l'ultima parole che gli uscì da quelle labbra perfette e rosse, mi fece rabbrividire.
Amore.
Lasciai che mi legasse al collo la collana argentata, per poi alzare lo sguardo e sorridergli -Grazie Harry.-
Non feci in tempo a dire nient'altro che lui ricominciò a parlare -Louis devo andare. Quando tornerò ne riparleremo, promesso- disse, con le lacrime agli occhi -riparleremo di noi- consapevole che la paura di ritornare sull'argomento lo tormentava, riuscì a sfoggiare uno dei sui meravigliosi sorrisi.

Quanto amavo il suo sorriso.
Quello che ogni volta mi faceva venire strani sensazioni allo stomaco, come nei film.
Salutò tutti con un abbraccio, afferrando poi il manico della sua piccola valigia appoggiata a terra.

Rimase lì impalato davanti a me, e sospirando portò le sue braccia intorno al mio collo, stringendomi a sè; appoggiò la testa sull'incavo del mio collo e qualche suo riccio mi solleticò la parte di pelle scoperta, -Ti amo,- disse, per poi separarsi da me, voltarsi e avviarsi verso l'imbarco del suo aereo.
Quella fu l'ultima volta che lo vidi.
Fu l'ultima volta che vidi la persona più importante della mia vita salire su quell'aereo, l'aereo che lo aveva poi portato via da me. Per sempre.
In quel momento, mentre lo salutavo e lo guardavo allontanarsi, ero pienamente certo che il mese successivo sarebbe ritornato.
Ma mi sbagliavo.



 



Ritornai al presente appena i ricordi diventarono sempre più offuscati, meno nitidi.
Mi ero davvero illuso di ritrovarlo.
Mi ero illuso di poterlo rivedere un'altra volta prima di andarmente anch'io.
Mi rialzai, a fatica, e tentai di tornare sui miei passi.

Solo poco dopo mi resi di aver sbagliato sentierlo, feci per voltarmi dalla parte opposta, ma poi lo vidi.
Era lì, davanti a me, a pochi metri di distanza.
Mi guardava, ormai senza quel suo solito sorriso da innocente bambino stampato sul viso e quelle fossette adorabili che lo rendevano sempre più tenero.

Affrettai il passo il più possibile, cercando di corrergli incontro, ma ormai, quella che definivo una corsa era diventata più che altro una camminata affrettata.
Riuscii ad arrivare davanti a lui; mi ero promesso.
Mi ero promesso di non piangere, ma non potei fare a meno di far cadere tutto il mio peso sulle ginocchia, ignorando i pantaloni beige ormai già sporchi d'erba.
-Ciao amore mio- gli dissi, non ottenendo nessuna risposta.
Coinciai a piangere, lasciandomi sfuggire qualche colpo di tosse ogni tanto -Scusami, sono stato un'idiota- consapevole di parlare da solo, continuai -mi sono fatto sfuggire la persona che più amavo al mondo.-
Silenzio -Ti prego, perdonami piccolo. Eravamo giovani entrambi e non riuscivo ad accettare quello che realmente provavo per te. Pensavo che tutto quello che mi stava succedendo fosse terribilmente sbagliato e cercavo di cancellare, eliminare i miei sentimenti. Ma non ci riuscivo, Harry, non ce l'ho fatta.-
Tirai su con il naso -E ti ho lasciato partire. Perchè non ti ho fermato? Dovev tornare Harry, me l'avevi promesso- accarezza la fredda e dura pietra di marmo -e quello stupido aereo ti ha portato via da me per sempre. Mi ero promesso di ammettere quello che provavo per te, la sera stessa in cui saresti dovuto tornare a casa- dissi -ma il tuo aereo non è più atterrato.-
Tirai fuori dalla tasca un fazzoletto e mi soffiai il naso -Avevo preparato un discorso, ero pronto a vivere la mia vita con te, amore. Quella sera aspettavo te, ma è arrivata solo una telefonata, la telefonata che mi ha distrutto la vita.-

Alzai lo sguardo al cielo e un’altra volta i ricordi si affollarono nella mia mente e tornai nel passato, a quella sera.





Accesi la candela.
La luce che emanava illuminava gran parte della cucina, ma l'odore della cera colata sul piattino di ceramica mi dava il voltastomaco; non mi importava: a lui piaceva.
Mi sedetti al tavolo, con i gomiti appoggiati alle ginocchia, ogni tanto lanciando un'occhiata furtiva all'orologio digitale appeso al muro.
Il suo aereo sarebbe dovuto arrivare alle diciannove e un quarto e ormai era passata più di mezz'ora.
Cominciai a mangiare un po' di pane, fino a quando mi ritrovai, mezz'ora dopo, dopo aver mangiato due interi panini.
La pasta ormai era fredda nei piatti e con un gesto secco la buttai nella spazzatura.
L'arrosto che avevo cucinato tutto il giorno, di cui avevo chiesto la ricetta a mia madre, era diventato duro e asciutto; spensi il forno e bevvi un sorso di vino, posando poi la bottiglia nel frigorifero e togliendo la tovaglia dal tavolo.

Avevo deciso di parlargli, ero stanco di nascondermi e far finta che quello che provavo per Harry fosse solo una cosa passeggera; volevo smettere di credere e pensare ai pregiudizi della gente, che mi avrebbe solo giudicato, come aveva fatto anche lui ormai da tempo.
Volevo semplicemente passare la vita con la persona che realmente amavo e non mi sembrava di chiedere molto, ed ero pronto a dirgli, che in fondo, anche se facevo fatica ad ammetterlo, mi era terribilmente mancato, dal giorno della sua partenza.
Mi erano mancati i suoi sorrisi, quelle dolcissime fossette, il suo sguardo e le sue mani, che mi accarezzavano il viso ogni volta che mi lasciava piccoli baci sulle labbra; quei baci che prima consideravo sbagliati, brutti, ingiusti.
Quei baci di cui, però, avevo terribilmente bisogno.


Si erano fatte le nove; soffiai sulla candela, che si spense, lasciando nell'aria un odore insopportabile di fumo.
Ansai a buttarmi sul divano, pensando ad un ritardo del decollo, pensando alla scusa che si sarebbe inventato.
In quel momento il telefono squillò, mi alzai di scatto e rischiando di inciampare nel tappeto, risposi, ancora non consapevole che quella telefonata mi avrebbe, di lì a poco, cambiato la vita.
-Porto?- feci, con il fiatone.

-Louis Tomlinson?- chiese, una voce che feci fatica a riconoscere.
-Si, sono io.-
Una pausa -Il suo è uno sei primi numeri della rubrica che abbiamo trovato sul cellulare di un certo Harry, Harry Styles. Ha percaso qualche contatto con questa persona?-
Mi venne una fitta al cuore -Si, cos'è successo?-
-Sono in dovere di informarla che l'aereo per Londra delle diciannove ha inontrato una turbolenza nella zona nord ovest della città, poco prima dell'atterraggio. Dovrebbe contattare i genitori del ragazzo, che purtroppo non ce l'ha fatta e-
Feci cadere a terra il telefono, interrompendo bruscamente la chiamata.
Fu da quel momento.
Da quel momento cambiò tutto.







Mi asciugai gli occhi a quel ricordo.
Ormai era tutto buio e si intravedeva a malapena ciò che avevo davanti; cercai di alzarmi, sentendo un dolore atroce alla schiena e riappoggiandomi a quel maledetto bastone.
Un piccolo lampione sopra di noi, si accese di scatto, illuminando la zona.
Sorrisi.
Accarezzai per l'ennesima volta la pietra di marmo -Ti ricordi quando ci siamo conosciuti, piccolo?- risi al solo ricordo, riponendo il fazzoletto nella tasca -tra poco ci incontreremo di nuovo, te lo prometto. E questa volta ti terrò con me, vivremo la vita che abbiamo sempre sognato, insieme.-
Sospirai, gettai lì accanto delle rose bianche che poco prima stringevo nella mano destra e infine dissi quello che avrei dovuto dire molti anni prima, quella sera -Ti amo, Harry. L'ho sempre fatto.-
Mi voltai, con ancora la sua immagine impressa nella mente.



    Harry Edward Styles
        1 Febbraio 1994
        28 Aprile 2022

E i suoi cari lo ricorderanno
           per sempre.



*




Qualche mese dopo, Louis era ormai distrutto da tumore e, nonostante questo, era felice di andarsene.
Aspettava quel momento da anni ormai e, non avendo la famiglia accanto a sè, non avrebbe spezzato il cuore a nessuno.
Il suo cuore, però, sarebbe ritornato intatto; sarebbe tornato dalla persona che più amava al mondo e che in tutti quegli anni non aveva mai smesso di amare, quella persona che l'aveva lasciato e aveva portato con sè una piccola parte di Louis.
Sarebbero stati seppelliti, uno accanto all'altro.



 Louis William Tomlinson
        24 Dicembre 1991
        13 Febbraio 2075


Amici e famigliari gli staranno
           per sempre vicini.


Louis Tomlinson ed Harry Styles avrebbero potuto amarsi e stare insieme, per l'eternità.







 
 

 

SBEEEEEM.
Ok, sono riuscita a riscrivere anche questa One Shot.

Devo dire che ogni volta che rileggo quello che scrivevo qualche tempo fa, mi spavento.
Già adesso faccio vomitare, prima ero ancora peggio! Mi faccio paura da sola, cercando di scusarmi mentalmente con tutte le persone che prima hanno letto queste oscenità! :')
Comunque..ecco a voi l'ennesima One Shot deprimente, Larry.
My god, i mie Larry :')

Giuro che ho pianto riscrivendola; sia per i troppi errori che ho trovato lol, sia per la tristezza di questa storia :c
Davvero ero così depressa?!
Ok, non che ora sia molto più felice(?) ma comunque è triste, no? No.
Meglio che la smetto, non la tiro troppo lunga!

Un bacio,
Simo.




 

   
 
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