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Autore: LidiaWinchester    27/12/2012    1 recensioni
Mio padre è morto un anno fa, il ricordo ancora brucia.
E nessuno può farmi sorridere se ci penso.
O almeno così credevo.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
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capitolo 8 In viaggio verso un altro continente, verso cugini sconosciuti se non per una foto vecchia di 20 anni.
Quella foto, che ora mi rigiro tra le mani ha i bordi rovinati, i colori sbiatidi ed è piena di graffi. Al centro dall'inquadratura un bambino, poco sorridente, abbraccia un suo presunto fratello più piccolo, più sorridente del primo ma non certamente raggiante.
'Di solito lavoriamo soli' aveva detto Dean al telefono, 'ma abbiamo bisogno di qualcuno di cui fidarci per questa questione.'
La sua voce aveva un aria stanca e stufa, ma forse era solo una mia proiezione mentale del momento.
La foto era nel diario di mio padre. Lui viaggiava molto, fino a che...
'Signorina posso vedere il suo biglietto per favore?'
'Come? Oh sì certo.' Tiro fuori il biglietto del treno e lo mostro al controllore, che dopo un occhiataccia me lo restituisce. 
Cos'ha contro le ragazze Emo? Poi solo le persone che non mi conoscono lo pensano, perchè di Emo non ho proprio nulla se non i tagli sulle braccia.
L'unico problema è che i tagli sulle braccia non me li faccio da sola. E' quel fottuto stronzo  di Crowley che aveva sfogato un po' dei suoi problemi da schifoso demone su di me, usando una lametta.  
Che si fotta, chissà cosa cerca da me. Parla di un' anima da trovare, come se io potessi cercarla al suo posto. 
Accantono il pensiero in un angolo e torno a concentrarmi sui due fratelli che mi stavano aspettando alla stazione di Lawrence, in Kansas. E pensare che sono in viaggio già da tre giorni. Da Genova a Boston, da Boston a Chicago e ora sono sul treno verso Lawrence. Ho talmente poche valigie che sembra debba andare a trovare la nonna e tornare la sera. Invece quei due ragazzi sconosciuti non si erano nemmeno degnati di drirmi per quant o tempo sarei dovuta restare. Credo perche dovrei dormire, se voglio arrivare lucida a destinazione. Chiudo gli occhi e in men che non si dica sono a Topeka, ragion per cui devo alzarmi per prendere posto difronte alle porte. 
Una volta scesa dal rumoroso treno, alla stazione non c'è nessuno. Mi siedo sulla panchina in attesa. Arriveranno.
Passano 10 minuti, 20..30...Basta, probabilmente non saranno qui! Esco fuori dalla stazione, dove vedo una macchina che mi rievoca pomeriggi passati con mio zio John.
Sì, ecco dov'ho visto quella macchina, è prorpio la sua! Mi avvicino con calma alla macchina, e quando sono oramai a pochi metri il finestrino si abbassa e ne esce la testa e il braccio di un ragazzo più o meno della mia età.
'Sei tu Lidia?'
'Sì, tu sei...Sam, giusto?'
'Sbagliato, lui è Sam.' Si sposta leggermente e un ragazo alza la mano in segno di saluto.
'Io sono Dean.'
'Sì, certo, piacere e tutto il resto...Come mai mi avete chiamato?'
'Sali, così ti spiego.'
Sam si sporge per aprirmi la portiera e io salgo.
'Crowley ci ha detto che tu puoitirare fuori l'anima di Sam dalla gabbia.'
'Io? Dean, i demoni mentono, dovresti saperlo.'
'Lo so, ma abbiamo fatto un po' di ricerche e tu sei 'unica che può entrare lì dentro.'
'E come dovrei fare?'
'Non lo so, speravo potessi dircelo tu.'
Dean ha messo in motoe oramai siamo in strada, diretti verso un motel a caso, in una cità lontana 72 ore da casa mia.
'Dean, io non...posso fiondarmi all'inferno e tornare su come se nulla fosse!'
'Questo lo stabilisce il nostro amico piumato.'
'..chi?!'
'Un angelo...Castiel. Lui ci saprà dire se hai quella...cosa.'
Alzo le spalle. Inizio a capirci sempre di meno, sopratutto per quello che mi stà succedendo. Dean è mio cugino, eppure...No,è solo un sentimento stupido, l'amore. Figuriamoci poi per un cugino. 

'Siamo arrivati.' Scendiamo dalla macchina e entriamo nella stanza del Motel.
'Mettiti dove vuoi, c'è un letto in più.'
Mi metto nel letto nell' angolo della stanza e butto lo zaino sotto al letto, in attesa che la mia testa la smettesse di farsi viaggi in una dimensione parallela in cui io e Dean ci mettevamo nel letto e...
'Ragazzi iovado a prendere un po' di birra...Lidia, tu ne vuoi?'
'Sì, ma prendimene una piccina, non le reggo.'
'Bambinetta.' Chiudela porta e se ne va.
'Eh?'
'Perdonalo è così...sai...Non ha l'anima...'
'Tranquillo,l'avevo immaginato. In ogni caso ha ragione...29anni e non reggere le birre...'
'Non siamo tutti uguali, Lidia.'
'Lo so, più di quanto immagini.'
'COs'haifatto alle braccia?'
'Crowley.'
'Crowley cosa?'
'Crowley si è voluto sfogare su di me senza nessuna ragione.'
'Demone del cavolo...'
Dean si alza e si siede vicino a me.
'Senti...io non sapevo che nostro padre avesse un fratello...perchè non...miaprli un po' di lui?'
'Mio padre? Non era esattamente il fratello del vostro...credo fosse stato adottato. In ogni caso, non era prorpio il padre perfetto...20 ore su 24 cacciava, le altre 4 le passavaa donne o a dormire.'
'E tua madre?'
'Mai vista.' Rimango a fissare il letto di fronte a me. Maledizione Dean dì qualcosa!
'E ora?'
'Ora cosa?'
'Tuo padre...'
'E' morto quasi un anno fa...' Come diavolo è possiile che ancora mi salgano le lacrime agli occhi?  Insomma è...passato un anno intero!
'Mi dispiace.'
'Non importa in fondo era solo...'
'...Tutta la tua famiglia.'
'Già...' Credo di non riuscire più a trattenere le lacrime...
'Scusa,vado un momento in bagno.' Tiro su con il naso e mi avvio verso la porta. Sant'iddio come mi sento una bambina cretina in questo momento.
Stò per chiudermi la porta alle spalle quando sento una mano che la ferma, la apre e Dean entra nel bagno.
'Tutto bene?'
'No.'
Si siede sulla vasca e mi prende sulle gnocchia come si fa con i bambini. E in effetti guardandomi allo specchio mi sembro un po' una bambina che ha rotto il suo gioco preferito. E Dean sembra terribilmente il papà che non ho mai avuto.
'Ce la fai a guardarti allo specchio e sorridere?'
Tiro un po' su gli angoli delle labbra.
'No, non così, un sorriso bello.'
'Non ci riesco.'
E allora mi costringi a usare la maniere forti...' Inizia a farmi il solletico,così mi alzo per non cadere nella vasca e per farlo smettere cerco di andarmene, ma lui mi sbatte contro il muro e mi bacia.
'COsa fai?'
'Ti faccio sorridere.
   
 
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