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Autore: Love_My_Spotless_Mind    27/12/2012    2 recensioni
La nostra vita improvvisamente può cambiare e prendere una piega inaspettata. Quel che abbiamo sempre creduto sull'amore può cambiare e la nostra vita può trasformarsi in una sorpresa.
(Joon X Mir)
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I genitori di Mir avevano deciso di scendere a compromessi pur di far studiare il loro unico figlio maschio. La sua famiglia non stava attraversando un buon periodo,ma il loro più grande sogno era quello di permettere ad almeno uno dei loro figli di studiare nella capitale. Il datore di lavoro del padre di Mir,sentito il loro sogno e conoscendo il ragazzo, aveva deciso di far loro una proposta molto conveniente: se Mir avesse accettato di vivere nello stesso appartamento di suo figlio Joon, lui avrebbe provveduto a pagargli tutte le spese scolastiche e non avrebbe richiesto niente per l’affitto. I genitori di Mir accettarono immediatamente la proposta ed il ragazzo,dopo soli pochi giorni,fu costretto a partire. Mir non era mai andato più lontano del suo paese e ritrovarsi nella capitale fu come atterrare in un nuovo pianeta. Non aveva mai visto dei grattacieli,oltre che nelle fotografie di qualche libro, non conosceva il dialetto di Seoul e si sentiva perso in quell’aggrovigliarsi di strade infinite. Il viaggio sul piccolo pullman che lo aveva condotto dall’aeroporto al suo appartamento era stato quasi interminabile. Il giovane era rimasto tutto il tempo con il viso contro il finestrino,fissando con sorpresa quel paesaggio sconosciuto. Nel suo paese percorreva sempre i soliti percorsi e conosceva ogni angolo,ogni vicolo,ogni particolare,ogni insegna,ogni palazzo, era spaventoso,ora, non conoscere nessuno,non vedere nemmeno un volto familiare attraversare la strada,nessuno da poter salutare o a cui sorridere. Quando il pullman si fermò e lui scese davanti al palazzo dove avrebbe abitato sentì le forze venirgli meno. Per quanto provasse a contenere l’agitazione essa lo pervadeva,impedendogli di pensare. Varcò la porta e si ritrovò in un ingresso accogliente. Il pavimento era di parquet e le mura erano fatte di specchi,c’erano delle piante qui e là,delle poltrone di pelle bianca ed un tavolino con dei giornali,come la sala d’attesa di un dentista. Mir si ritrovò,per la prima volta nella sua vita, a dover scegliere se salire con l’ascensore o con le scale. Per sicurezza scelse le scale e dovette salire più di quindici piani. Finalmente arrivò davanti alla sua porta,ammirò il lussuoso tappetino,prese un respiro profondo,pensò che era ancora in tempo a tornare a casa e bussò. Quando sentì la porta aprirsi chiuse istintivamente gli occhi e sentì solo una voce chiedergli: -Vuoi entrare? – Prima che Mir si decidesse a rispondere la voce aveva afferrato il suo zaino ed era già rientrata. -Davvero? Tutta la tua roba è qui dentro? – chiese ancora la voce ispezionando il vecchio zainetto verde. A quel punto Mir si decise ad entrare,varcò la soglia e chiuse la porta dietro di sè. -Sai che non devi rimanere qui per due giorni,vero? Credevo avresti portato delle valigie – Mir si accorse che la voce si era addentrata nel corridoio e non riusciva a vederla. Timidamente la seguì,varcò la porta della camera da letto e si ritrovò finalmente davanti il suo coinquilino Joon. Rimase colpito dal suo aspetto, dall’altezza,dalla cura dei capelli,dai vestiti firmati e dagli occhi nerissimi. -Si…quella è tutta la mia roba – cercò di rispondere intimorito ,credendo che quello fosse un rimprovero. -Non preoccuparti,ora sei nella capitale,amplieremo il tuo guardaroba – lo tranquillizzò Joon sorridendo. -Quindi…il tuo nome è Cheolyong,giusto? – chiese di nuovo il padrone di casa sistemando la coperta del letto. -Si,ma puoi chiamarmi Mir,è il soprannome che tutti i miei amici mi hanno dato – -Mir? Il drago che dorme sulle nuvole e che stringendo le sue zampe fa cadere la pioggia sulla terra? – -Si,dovrebbe essere quella la storia – -Come mai Mir? – -Non lo so di preciso…dicevano che mi si addiceva. Ognuno di noi aveva un soprannome,certi erano proprio assurdi,il mio è uno dei più semplici – Dopo quella risposta la stanza cadde nel silenzio ed i due continuarono a guardarsi. Entrambi ispezionarono l’altro,si posero delle domande,ma capirono subito che del proprio coinquilino si poteva avere fiducia. Nella camera da letto c’era un solo letto a due piazze,con una stupenda coperta verde,dall’aspetto molto costoso. Mir si chiese dove fosse la sua stanza,il divano del salotto,da quanto gli era parso di vedere, era troppo costoso per farci dormire sopra qualcuno. -Cos’è quella faccia? – chiese Joon aprendo l’anta del grande armadio bianco – Questa sarà la tua parte,come vedi è molto spaziosa,potrai ampliare il tuo guardaroba. – spiegò. Ed in effetti lo spazio era davvero molto. L’armadio era quasi più grande della vecchia camera da letto di Mir e questo lo imbarazzava molto. -Grazie. Ma non sapevo di dover portare il sacco a pelo,dovrò mettere una coperta a terra per dormire? – Mir odiava sentirsi osservato quando poneva delle domande. -No,ma come ti viene in mente? Se non ti dispiace potrai dormire con me,qui. – ed indicò lo spazioso letto a due piazze. Mir arrossì e rimase in silenzio. -Se ti imbarazza non preoccuparti. Troveremo un’altra soluzione. – -No! È Ok – Quando si fece sera Joon tirò fuori dal frigorifero dei biscotti e del latte. Mir si mise a sedere al suo posto a tavola e continuò a guardarsi intorno. Nella sua casa non vi erano mai stati dei mobili e degli elettrodomestici così costosi,si chiedeva come potessero trovare tutti insieme in un’unica casa. Aveva paura di sfiorare quei mobili,se li avesse solamente scalfiti credeva che in tutta la sua vita non sarebbe mai riuscito a guadagnare abbastanza soldi per ripararli. Joon aveva notato il disagio del suo ospite,ma non sapeva cosa fare per risolvere la situazione. Suo padre gli aveva imposto la presenza di quel ragazzo nella sua casa e non gli era stata data altra scelta oltre che quella di accettare. Ma immaginava che suo padre avesse scelto una persona più invadente,qualcuno che l’avrebbe controllato in tutto e per tutto,invece quel ragazzino non sembrava avere quelle intenzioni. Non sapeva esattamente cosa suo padre gli avesse proposto per costringerlo ad accettare,ma doveva essere certamente qualcosa di molto importante. Si chiedeva come mai il suo sguardo fosse così perso nell’osservare la sua casa,come se fosse qualcosa di troppo diverso dalla realtà a cui era abituato. Joon non era abituato alla povertà delle famiglie di campagna, lui era sempre vissuto in alberghi e condominii di lusso e non riusciva a comprendere i pensieri di Mir. Ma anche se Joon era sempre vissuto nel lusso non era una persona arrogante o viziata,ma il suo carattere era gentile ed innocente. Non era di quelle persone capaci di fare sotterfugi o cattiverie e questo era un punto a suo vantaggio. -Mir,non te l’ho ancora chiesto, quanti anni hai? – -Quindici. Tu? – -Wow. Non credevo fossi così giovane. Io ne ho venti. – Mir continuò a guardarlo. I suoi occhi erano grandi e neri,con qualcosa di malinconico e profondo. Sembrava che,guardandolo semplicemente negli occhi, si potesse comprendere l’intensità dei suoi pensieri. -È stato difficile andar via – ammise il più piccolo – Ma i miei genitori,ora,sono fieri di me – -Quindi…l’hai fatto solo per i tuoi genitori? – -Si,sapevo che li avrei reso felici. Loro hanno fatto così tanto per me e se studiare con costanza ed impegno li ripagherà,sono pronto a farlo – Dopo aver cenato Joon si accomodò sul divano ed accese la tv,mentre Mir andò in camera da letto. Si inginocchiò a terra ed aprì il suo piccolo zaino verde e tirò fuori la sua roba. Aveva portato poche cose,in effetti, ma era tutto ciò che possedeva. Tirò fuori la sua vecchia felpa rossa,i pantaloni neri,i jeans larghi, la maglia marrone,la giacca,la camicia a righe bianca e blu,la tuta e le scarpe. Le piegò e le sistemò nell’armadio. C’era ancora tantissimo spazio vuoto e questo lo faceva sentire povero. Per dare un’occhiata aprì l’anta di Joon e lo vide pieno di vestiti. Erano tutti costosissimi e di marche importanti,non ne aveva mai visti tutti insieme nemmeno in un negozio e non credeva li avrebbe mai posseduti in tutta la sua vita. Richiuse lentamente l’anta e si mise a sedere sul letto. “Perché sono qui?” pensò. “ Sapevo di non dover partire ed ora…ho paura” avrebbe voluto avere al suo fianco almeno un amico,qualcuno a cui era affezionato da molti anni,ma non aveva nessuno. Strinse tra le mani il suo cellulare. Pensò di chiamare i suoi genitori,ma per dirgli cosa? Li avrebbe solo spaventati e poi loro avevano già così tante cose da fare che non avrebbero trovato il tempo di ascoltarlo. Si sentiva fragile ed indifeso,ma cosa avrebbe potuto fare? Magari con il tempo le cose sarebbero andate diversamente. Anche Joon entrò nella stanza. -Vedo che hai già sistemato le tue cose – si slacciò la camicia e la sfilò lentamente. Le sue braccia erano muscolose,ma il suo corpo era molto magro e la canotta bianca gli aderiva perfettamente. Era il corpo di uno sportivo,di qualcuno particolarmente allenato e Mir continuò a fissarlo per qualche secondo. Il pigiama di Joon era una canottiera bianca e dei pantaloni grigi molto pesanti,ma che non sembravano affatto quelli di un pigiama,bensì quelli di una tuta molto costosa. Mir andò in bagno a cambiarsi ed indossò il suo caldo pigiama di flanella azzurro. Quando rientrò in camera Joon era già seduto sul letto e leggeva un libro. -Carino il pigiama – sorrise Joon,lui uno così l’aveva avuto solo da bambino. -Non prendermi in giro….è molto caldo – rispose Mir sdraiandosi nel suo lato del letto. -Cosa leggi,Joon? – chiese sdraiandosi sul fianco destro e guardandolo. -Un libro di economia – spiegò Joon non troppo convinto. -Ti intendi di queste cose? Io non ci capisco niente – Joon si voltò a guardarlo. -Anche io non ci capisco niente,ma se un giorno dovrò prendere il posto di mio padre nell’azienda dovrò capirci qualcosa – e tornò a leggere,ma dopo qualche minuto lo richiuse e lo lasciò sul comodino. Bevve un sorso d’acqua da un bicchiere che aveva portato,guardò verso Mir che si era addormentato e spense la luce. Quando Joon si accucciò nelle coperte sfiorò per sbaglio la mano del suo vicino. Era calda e liscia e sorrise al loro contatto. Era molto tempo che non sentiva qualcuno respirare accanto a se e gli faceva uno strano effetto. Non conosceva nulla di lui,ma sentiva di poter avere fiducia e,generalmente, la sua prima impressione sulle persone era quella giusta.
  
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