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Autore: unicorn_inthemind    27/12/2012    3 recensioni
Jonson
Quando cade la neve.
“papà andiamo fuori? Vi prego, guardate come nevica bello!” disse il bambino facendo gli occhi grandi e da cucciolo che di solito convincevano tutti.
Ma né Victor né Joe quel pomeriggio avevano intenzione di lasciare uscire il piccolo, soprattutto adesso che non si era ancora del tutto ripreso dalla febbre.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Jonson.'
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La neve era caduta ovunque quella sera, sulle case, sulle auto e sui cespugli. Come se un pittore distratto avesse rovesciato una latta di vernicia bianca sulla città, e anche adesso il candore continuava a cadere.
Seth era con il naso incollato al vetro incantato ad osservare i fiocchi di neve danzare dolci e poi cadere al suolo confondendosi con gli altri loro simili.
 
“papà andiamo fuori? Vi prego, guardate come nevica bello!” disse il bambino facendo gli occhi grandi e da cucciolo che di solito convincevano tutti. Ma né Victor né Joe quel pomeriggio avevano intenzione di lasciare uscire il piccolo, soprattutto adesso che non si era ancora del tutto ripreso dalla febbre. La febbre lo aveva colto la notte di Natale quando, invece di andare a dormire, era rimasto fuori a guardare i fuochi artificiali senza neppure un giubbotto per proteggersi dal freddo invernale. E pensare che Victor glielo aveva anche detto, “Seth copriti o ti prenderà un malanno” lo aveva sgridato, ma il bambino si era fiondato fuori dalla porta e non c’era stato verso di farlo ragionare.
“Seth hai ancora la tosse, non puoi uscire!” rispose Joe seduto sul divano senza neppure staccare gli occhi dal suo Cime tempestose.
Seth se ne andò a capo chino in camera sua richiudendosi la porta alle spalle, i suoi amici si divertivano a giocare con gli slittini e a fare pupazzi di neve e lui era costretto in casa a causa di una stupida tosse.
Come sentendosi chiamata in causa, la tosse sopraggiunse improvvisa graffiando la gola del piccolo e facendogli quasi mancare l’aria. Non era giusto, non era per niente giusto che quei colpi di tosse improvvisi gli rovinassero le vacanze natalizie, cosa avrebbe detto una volta tornato a scuola? Quando le maestre gli avrebbero domandato cosa aveva fatto quando era nevicato, lui non voleva rispondere “i miei papà non mi hanno fatto uscire perché avevo la tosse.” Lo avrebbero preso in giro.
 
Victor entrò in camera del piccolo appena lo sentì tossire, avrebbe dovuto portarlo dal pediatra sin dal primo giorno di febbre invece di ripiegare sui vecchi rimedi della nonna come una tazza di latte e miele e tanto riposo.
“tutto bene, cucciolo?” domandò affettuoso il padre portando una mano sulla fronte del bambino. Era fresca, segno che non aveva più neppure una mezza linea di febbre, ma la tosse era rimasta e per quella ci voleva un buono sciroppo.
“mi fa male la gola.” disse Seth portandosi la mano al punto dolente “domani andiamo dalla dottoressa Martinez?”
Victor annuì uscendo dalla stanza; la dottoressa Martinez era una giovane pediatra un po’ abbondante e dai modi di fare dolci e pacati, tutti i bambini che venivano curati da lei le volevano bene. Era nata per quel lavoro.
Joe sorrise richiudendo il libro mentre il compagno gli riportava le parole del piccolo, a Seth non erano mai piaciuti i dottori ma quella pediatra era l’unica eccezione.
L’uomo si ricordava bene la prima volta che erano andati da quella donna, erano stati sommarsi di occhiate curiose e qualche sguardo disgustato nella sala d’aspetto tanto che Joe era persino più spaventato di Seth  che gli si stringeva in braccio all’idea che di li a poco avrebbero incontrato la dottoressa.
Ma le cose erano andate diversamente dalle cupe predizioni di Joe, una volta che si erano richiusi la porta alle spalle Dolores Martinez aveva spostato i suoi occhi prima sull’uomo più giovane con in braccio Seth e poi su Victor dietro di lui che gli stringeva dolcemente un spalla.
“Jonson?” aveva sussurrato un po’ stupita, poi si era sciolta in un sorriso e li aveva fatti accomodare.
 
“Vic” sussurrò Joe seduto sulle ginocchia dell’altro “non credo sia giusto che Seth non giochi neppure un po’ con la neve.”
“e che possiamo fare, Joe? Non può di certo uscire in quelle condizioni!” rispose Victor tristemente, anche a lui dispiaceva che il piccolo stesse chiuso in casa proprio in quella splendida giornata invernale.
Joe guardò fuori la finestra la neve danzare lenta, i bambini giocare a fare i pupazzi e qualche ragazzo inseguirsi facendo la battaglia di palle di neve.
“se Seth non va alla neve, la neve va da Seth allora!” si alzò dicendo e dirigendosi in cucina.
Afferrò una grossa tazza da latte nella credenza e uscì dalla porta sul retro per riempirla con la soffice e fresca neve che si era depositata nel giardinetto sul retro. A Seth sarebbe tornato almeno un  po’ il sorriso, era così dolce quando sorrideva il suo piccolo angelo.
 
Quando il bambino vide il cumulo di neve bianco fare capolino dalla grossa tazza che Joe stringeva tra le mani esultò al settimo cielo. Passò i suoi grandi occhioni sorridenti prima sul vero padre e poi su PJ che sorrideva stretto tra le braccia dell’altro. La sua famiglia, per quanto strana potesse sembrare, era la cosa più bella che avesse.
“grazie.” sussurrò felice lanciandosi a braccia aperte sui due.
Alla fine delle vacanze, quando le maestre gli avrebbero chiesto “cosa hai fatto quando è nevicato?”, lui avrebbe sorriso felice e avrebbe detto “quando è nevicato io non sono potuto uscire. Allora i miei papà hanno portato un po’ di neve in casa per farmi giocare, perché loro sono i migliori del mondo!”


Angolo autrice:
Non saprei cosa dire in questo mio solito angolo autrice, oggi mi è venuto su un Seth raffreddato e dolce che mi ha tolto le parole di bocca. 
Mi sono particolarmente legata a questa storia, quindi se recensirete mi farete estremamente felice!
Un bacio, Uni.
   
 
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