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Autore: Mel95_    27/12/2012    13 recensioni
Harry e Vanessa non si incontreranno per puro caso tra le solite e tristi quattro mura scolastiche.
Harry e Vanessa non ci odieranno.
Harry e Vanessa si ameranno. Si cercheranno. Si desidereranno.
Harry...
Vanessa non si dimenticherà di Harry.
MAI.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sembrava così..paradisiaco poter condividere la mia felicità con qualcuno.
Il mio amore.
Il mio tutto.
E con chi, se non con la persona che rendeva tutto questo reale?
Non era un sogno.
Non era uno stupido sogno, dove il ragazzo che desideravo ormai giorno e notte da tre anni venne a casa mia e di punto in bianco mi baciò.
Realtà.
Quel 18 dicembre 2010 Harry aveva incessantemente bussato alla porta di casa mia.
Aveva incessantemente chiesto di me a mio padre.
Aveva incessantemente sorriso dopo che, essere arrivato nella mia stanza mi aveva preso il volto tra le mani e aveva fatto si che le nostre labbra diventassero un tutt'uno.
Harry aveva fatto sì, che il mio sogno diventasse realtà.
Da un semplice bacio era nato tutto.
Era nata la sua voglia di conoscermi.
E la mia di sapere il perchè della sua azione.
«Sono mesi che ti osservo a scuola. Ti osservo tornare a casa, portare a spasso il cane, buttare la spazzatura, litigare con tua madre al supermercato, portare il caffè a tuo padre a lavoro.. Sono mesi che ho voglia di te.» mi disse sorredendo.
Non potei fare a meno di sentire elefanti, giraffe, zebre, leoni, leopardi, mucche, asini, cavalli e chi può ne ha più ne metta muoversi nel mio stomaco.
 
 
23 dicembre 2010
Erano esattamente cinque giorni che ogni pomeriggio Harry veniva a casa mia e con il permesso concesso da mio padre mi portava al parco.
«Sembra banale che io ti porti sempre qui, ma lo adoro. So che non è una buona motivazione, ma è così.'' mi disse un pò impacciato.
Io risposi che per me non c'erano problemi.
Adoravo quel piccolo parco al cento di Holmes Chapel, ornato da qualche albero spoglio e panchine.
Adoravo la semplicità.
Quel giorno mi raccontò del suo amore per la musica.
Dio, se brillavano i suoi occhi.
Non c'era cosa che amava di più al mondo.
Mentre passeggiavamo, sorseggiavamo una cioccolata calda e ci sorridevamo, potrei dire di essere la ragazza più fortunata dell'Universo.
C'eravamo io e lui.
Harry e Vanessa.
Nessun altro.
 
 
15 gennaio 2011
Quel giorno Harry decise di presentarmi alla sua famiglia.
Dopo scuola saremmo andati a pranzo da lui e l'ansia mi stava divorando.
Mi chiedevo se sarei piaciuta o no a sua madre.
Se sua sorella avesse accettasse il fatto che suo fratello avesse una fidanzata.
Una fidanzata.
Da una semplice sconosciuta era diventata la sua piccola, come piaceva definirmi lui e tutti i giorni persi a pensare che non saremmo mai stati un Noi mi facevano sentire ormai una stupida.
Dovevo crederci, crederci fino alla fine.
Conobbi Anne, una donna a dir poco fantastica ed Emma che non appena mi vide esultò mettendo da parte che il suo fratellino fosse gay.
Era una famiglia così aperta.
Così viva.
 
 
23 gennaio 2011
Persi la verginità con il ragazzo che amavo.
Gli diedi tutto.
Tutto.
«Sei bellissima.» mi disse sorridendo quando ci ritrovammo abbracciati sotto il piumone caldo del suo letto.
Il suo sorriso.
Quel sorriso era mio.
Harry è mio.
Ed io di Harry.
Quel giorno un vortice di passione si impossessò di entrambi e ci ritrovammo in preda ad infinite emozioni.
Ci siamo desiderati.
Ci siamo appagati.
Ci siamo amati.
 
 
14 febbraio 2011
Dovetti indossare a forza un vestito elegante che Harry aveva comprato per me in una piccola boutique.
Era bellissimo.
Un celeste pastello che riprendeva il colore dei miei occhi.
Lungo e non troppo ingombrante.
Avrei indossato di tutto pur di renderlo felice.
Avrei fatto di tutto.
Mi portò in un dolce ristorante in campagna.
A fargli luce c'erano dei faretti che lo illuminavano dal basso.
Lo trovai romantico.
Romantico come Harry.
Il mio Harry che per quella sera indossò uno smoking nero ed una cravatta dello stesso colore del mio vestito.
Il ristorante era tutto per noi e la cena fu deliziosa.
Ad un tratto, quando pensavo che la serata fosse finita lì e saremmo tornati a casa mia, sentii della musica provenire dalla terrazza che affacciava sull'enorme giardino.
Con delicatezza il mio fidanzato mi prese la mano e ballammo.
Ballammo e ballammo.
Il dolore delle scarpe erano il mio ultimo problema.
Quella sera, come sempre, c'era Harry ad illuminare la mia vita.
 
 
18 marzo 2011
«Dove stiamo andando?» gli chiesi impazziente.
«E' una sorpresa amore.» mi rispose.
Quella mattina mi venne a prendere e dopo aver preso alcuni dei miei vestiti e averli buttati con molta poca delicatezza nella borsa della palestra, mi fece salire sulla sua auto e partimmo.
Mi disse che il viaggio sarebbe durato due ore, che mi sarei divertita e la sera saremmo tornati a casa.
Capii dove mi avesse portato quando, abbassando il finestrino, la salsedine invase le mie narici.
Sorrisi.
Amavo il mare.
Amavo Harry.
Parcheggiò e mi prese per mano aiutandomi a scendere.
Il cielo prometteva pioggia, ma quel giorno niente e nessuno ci avrebbe fermati.
Avevamo voglia di vivere, di stare insieme.
Ci abbracciamo.
Ci accarezzammo.
Ci baciammo.
Ci amammo da impazzire.
Prima di tornare a casa cenammo in una piccola pizzeria fuori Holmes Chapel e ci godemmo gli ultimi istanti di quella giornata.
 
 
26 aprile 2011
Finalmente la tanto attesa gita scolastica era arrivata e insieme a lei il mio diciottesi compleanno.
L'avrei passato con i miei compagni e il mio fidanzato, non ci sarebbe stata cosa più bella.
Saremmo partiti per Dublino quella mattina, con le mie due valigie e mio padre mi diressi davanti la scuola dove saremmo partiti.
La partenza era prevista per le 6 am, ma alle 6.45 mancava ancora qualcuno.
Harry.
Provai a chiamarlo più di una volta e sentii altrettante volte la segreteria telefonica.
Louis riuscì a parlare con Gemma e in quel momento vedere la sua espressione mi fece crollare il mondo addosso.
Il suo viso era diventato pallido, il suo cellulare era caduto a terra e ripeteva in continuazione "No!No!No!"
Mi avvicinai a lui titubante, cominciando a far rassegnare il mio cuore a qualsiasi frase,ma quello che seppe fare fu abbracciarmi.
Quella notte, appena scoccata la mezza notte Harry aveva deciso di venire a casa mia per essere il primo a farmi gli auguri.
Quella notte un camion carico di macchinari industriali aveva deciso di accorciare la sua strada e passare per le vie di quella città.
Quella notte, mentre io fantasticavo sui fantastici giorni che avrei passato con Lui, lui perdeva la vita.
L'impatto fu così forte che quando arrivò l'ambulanza non si potè far niente.
Gemma e Anne non avevano avuto il coraggio di chiamare nessuno.
Rimasi tra le braccia di Louis a piangere, a disperarmi e a sperare che quello fosse solo un sogno per minuti, forse ore.
Le nostre valigie che in precedenza erano state caricate nel pullman, si trovavano a terra come la nostra felicità.
Non avrei più visto il suo sorriso.
Non gli avrei più sussurrato parole dolci.
Non avrei più sentito le sue forti braccia stringermi durante un temporale.
Il mio cuore non avrebbe più preso la rincorsa guardandolo.
Il suo cuore non avrebbe più avuto vita.
Non avrei potuto urlargli quanto bene mi facesse stare.
Quanto fondamentale potesse essere stato quel lontano 18 dicembre 2010.
Quanto fondamentale per me potessere essere la sua esistenza, il sapere che lui per me c'era stato e ci sarebbe stato.
 
 
26 aprile 2012
Avrei compiuto diciannove anni.
No.
Avrei pianto per il trecentosessantacinquesimo giorno.
Era un anno che se n'era andato.
I pochi vestiti che avevo di lui nella mia stanza erano ancora lì.
Le nostre fotografie erano ancora appese in tutte le pareti di essa.
Era ovunque.
Il mio cuore era ancora pieno di lui.
 
 
 
 
 
{Dedico questa triste e piccola O.S. alla mia dolce cugina. Giulia, so che ami da impazzire quel povero disgraziato di Harry che è protagonista dei tuoi sogni erotici da tanto, troppo tempo e questa la dedico a te. Se piacerà a molte persone potrei farci un pensierino su e scrivere una f.f., why not? Con questo, vi ringrazio per aver letta, recensita, odiata, amata..ecc...eccc... L'importante per me è averla scritta e aver fatto commuovere la mia scrittrice preferita, non che la mia cuggggggggì! Un bacio! x
  
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