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Autore: LazyMe    27/12/2012    2 recensioni
L’Auror Potter indaga con un insolito collaboratore del Ministero per scoprire l’oscura causa alla base di allarmanti paradossi temporali. Tra molteplici viaggi nel tempo e ritorni al passato, più o meno remoto, battibecchi, avventure tragicomiche, ovvie incomprensioni e sconvolgenti rivelazioni.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Disclamer: mi barcameno come riesco tra ciò che devo fare e ciò che mi piace fare, non ne guadagno niente a parte elevate dosi di divertimento e non intendo appropriarmi di ciò che non mi appartiene, inclusi questi personaggi e il loro “fantasticchevole” mondo che risultano tutti di J.K. Rowling e di chi ne detiene i diritti.
 
I wish you a slashy Christmas, I wish you a slashy Christmas and a Drarry new yeaaaaaar!! :D
Consideratela un regalino di Natale (anche se in ritardo di un giorno) e come si suol dire: nuovo anno, nuova fanfiction!
Ambientata post libro 7 senza epilogo, non lasciatevi ingannare dal prologo (una sorta di “capitolo pilota”) che potrebbe sembrare AU ma che assolutamente NON lo è!
La monotonia dei miei protagonisti è quasi imbarazzante dato che, ahimè pazientate, sono un’irriducibile Drarry dipendente.
Vi avverto che sarà un progetto lungo e ambizioso, per i miei standard, attualmente work in progress che prevede la pubblicazione ogni due settimane (mi prendo del tempo così da riuscire a pubblicare regolarmente senza farvi attendere ere geologiche tra un capitolo e l’altro). :)
L’idea per questa fanfiction risale a quest’estate, troppo sole e troppo caldo non fanno bene e, se mettete insieme due adoratrici di HP e di slash quali siamo io e Moony, otterrete lo scheletro di questo lavoro.
Quindi un grazie unico e speciale a Moony, di fatto mia personale dispensatrice di perle che vanno dritte dritte tra queste pagine, per le risate che ci siamo fatte e continuiamo a farci, per i suoi consigli e per i suoi doppi sensi oltremodo slashosi. ;P
Un altro particolare ringraziamento va ad Irish per le dritte, i consigli e il tempo che dedica alle mie malsane idee che si sorbisce sempre a scatola chiusa!
Dunque buona lettura e buone feste, ci aggiorniamo nel 2013: stay tuned for more enjoy! :)
LazyMe



***



LO SCARTO DEL TEMPO



 
Prologo 



 
Inghilterra – 1197

 

“Scusi, perdono… Volevamo sapere una cosa… cioè qua siamo a Frittole, e va bene si sa, ma che stiamo veramente nell’anno 1400? No…”
“Eh, quasi 1500!”
- Non ci resta che piangere -

 
 


“Poooooootter!”
“Lancia in resta Malfoy! Per Merlino, lancia in resta!”
Gridò Harry mantenendo le mani a coppa intorno alla bocca per cercare di farsi udire dal compagno oltre il frastuono della giostra. La situazione non era esattamente a loro favore, al momento.
 
Qualcuno gli picchiettò leggermente una spalla. Voltandosi turbato per dover perdere di vista gli sconsiderati movimenti di Malfoy, si trovò di fronte al vecchio ex Preside di Hogwarts.
Spalancò gli occhi sbalordito, completamente dimentico dell’orribile circostanza in cui verteva l’altro, e boccheggiò.
 
“Mi scusi?!”
 
“Mi avete chiamato voi, donzello.” Rispose arzillo il sosia di Silente ammiccandogli esattamente allo stesso modo.
Deglutì allibito dalla sconvolgente somiglianza e dall’insinuante luccichio che gli vide negli occhi, tuttavia impiegò qualche altro secondo per realizzare appieno chi aveva di fronte.
 
“Ma lei… cioè, voi siete proprio chi penso possiate essere?”
 
Il vecchio sorrise sotto i baffi e la lunga barba argentea.
“Questo dipende da chi voi pensiate che io sia.”
 
“Per la barba di Merlino…!” Borbottò incredulo.
 
“La mia barba ha qualcosa che non va, dite? Forse è ora che la tagli in effetti, fatico a seguire le mode di questo bizzarro secolo.” Rispose l’interlocutore lisciandola con fare meditabondo e facendolo sobbalzare.
 
Un orribile schianto metallico e il boato della folla in visibilio richiamò la sua attenzione. Era certo di aver udito un grido disperatamente incazzoso, tra quelli di giubilo, e aveva l’impressione che fosse proprio il suo nome.
Si fece largo a gomitate verso la balaustra e vide Malfoy semidisteso al contrario sull’incontrollabile stallone Berbero che nitriva con le narici dilatate e la schiuma alla bocca. Il povero Serpeverde ballonzolava sbilenco sul dorso dell’animale e cercava invano di raddrizzarsi senza perdere il moncone di legno in cui si era trasformata la lancia, terrorizzato snocciolava un repertorio estremamente vasto di imprecazioni triviali. Gli incantesimi di protezione lanciati erano stati provvidenzialmente efficaci ed ora lo sfortunato cavaliere avversario giaceva a terra all’altro capo dell’arena, il suo destriero che trottava indispettito e frustava l’aria con la coda. 
Harry trovò il tutto estremamente comico e non riuscì a trattenersi dal ridere di gusto, un po’ per il sollievo che non fosse capitato nulla al compagno e un po’ perché vederlo in difficoltà rallegrava sempre le sue giornate.
Aggirò di corsa il lato lungo della palizzata per raggiungere Malfoy, passando dietro al palchetto che ospitava i Baroni del feudo, mentre un paio di indefessi scudieri accorrevano a recuperarlo e lo aiutavano a districarsi dalle maglie della cavalcatura in cui era rimasto impigliato. Lo osservò scendere a terra barcollante e cercare di trattenere l’evidente tremolio delle gambe.
Non appena l'altro lo vide gli scagliò contro un'adirata serie di coloriti improperi, poi i resti della lancia frantumata e ogni singolo pezzo dell’armatura che gli scudieri si adoperavano scrupolosamente a levargli.
Il moro cercò di ripararsi al meglio e di evitare più colpi possibili. Il pennacchio dell’elmo gli sfiorò comunque una tempia e, quando già pensava di darsela a gambe definitivamente, al biondo non era rimasto più nulla sopra la tunica di cotone grezzo e la cotta di maglia. Tirò un sospiro di sollievo.
 
“… maledetto Sfregiato, sfigato, arrogante Grifondoro!” stava proseguendo l’altro paonazzo e sudato fradicio, “Perché cazzo devo rischiare IO la pelle quando il vanaglorioso, fottuto eroe del mondo magico sei TU?!? Ma pariamo pure quel culo flaccido che ti ritrovi, certo, cosa può valere la mia misera vita in confronto a quella del mago più famoso di tutti i tempi moderni?!”
 
“Malfoy… suvvia calmati, alla fine è andato tutto bene.” Tentò di moderare.
 
Il colorito dell’altro raggiunse una curiosa sfumatura tendente al violaceo, cose mai viste.
 
“Tutto bene, dici?! Quel cazzo di cavallo ha cercato di disarcionarmi per tutto il tempo! E vogliamo parlare del tizio armato di tutto punto che mi galoppava contro infoiato come un pazzo omicida e che aveva preso la mia testa per un bersaglio da freccette?!”
 
“Veramente, la testa non può essere colpita da regolamento…” osò precisare.
 
“Regolamento?! Mangiano con le mani, si soffiano il naso nelle tuniche, sputano per terra mentre parlano, secondo te seguono il regolamento?!” Ribatté con disgusto sputacchiando saliva tutt’intorno.
 
Harry pensò che la testa gli potesse esplodere da un momento all’altro: i capelli biondissimi erano troppo scompigliati e gli occhi iniettati di sangue erano decisamente troppo spalancati.
Corrugò la fronte e cercò di mantenere la calma per non scoppiare a ridergli in faccia. Non di nuovo, non era sopravvissuto più del previsto per morire per mano di un Purosangue orgoglioso con manie di protagonismo.
 
“Malfoy… per favore, respira… stiamo dando troppo nell'occhio.” Riprovò cauto sbirciando le facce allibite degli scudieri che non vedevano l'ora di carpire qualche gustoso pettegolezzo da diffondere.
 
Il biondo sembrò ricordarsi improvvisamente qualcosa di importante e parve tranquillizzarsi, fece qualche profondo respiro, inalando dal naso ed espirando con la bocca socchiusa.
Ma perché diamine, qualunque cosa facesse, doveva apparire così buffo? Metteva Harry in serie difficoltà.
 
“Ok, Potter. Idiota che non sei altro.” Harry gemette in risposta a quell’intercalare. “Mi sto riprendendo dopo aver visto la mia intera, quasi meravigliosa vita scorrermi davanti a rallentatore come in uno di quei pessimi film babbani. Fai molta, molta attenzione a quello che dici.”
 
“Uhm. Bene. Quindi guardi film babbani…” Si lasciò sfuggire.
 
“Potty… il tuo cervello non sta collaborando, vero?” Gli ringhiò contro.
 
“Sì- dunque. Il peggio è passato. E ce l’hai fatta, sei riuscito a vincere il torneo! Ora non ci resta che parlare con la Dama e cercare di recuperare più informazioni possibili ai fini dell'indagine. Dovremmo avere ancora parecchio tempo prima della fine dell'incantesimo e il ritorno al presente.”
Concluse osservando il bizzarro congegno che portava al polso, ben nascosto sotto le vaporose maniche della camicia.
 
Ma Malfoy pareva non ascoltarlo più, guardava fisso a pochi metri di distanza con gli occhi stretti in due fessure grigie. Seguì il suo sguardo tra la folla cenciosa e rivide la figura del vecchio con cui aveva parlato poco prima. Che fosse veramente quel Merlino?
 
“Ma perchè dobbiamo ritrovarci quel vecchio pervertito sempre tra i piedi?!” Sbottò infine il biondo.
 
“La somiglianza è effettivamente notevole.” Replicò Harry tra sé, mentre il presunto mago si rimboccava le maniche della lunga tunica azzurrina e si grattava il fondoschiena con un bastoncino fin troppo simile alle loro bacchette.
Malfoy fece una smorfia schifata, “Che intendi?”
 
“Credo che quello... sia mago Merlino...” gli rispose in un sussurro accertandosi di non essere udito da nessuno degli astanti.
 
“Cosa?! Ma certo! E io sono la fata Morgana! Ta-daaaan!”
 
Harry roteò gli occhi e si batté una mano sulla fronte.
 
“Dai Potter, a parte che quella faccia scocciata dovrei farla io, semmai, certo non tu. E poi dove volevi ritrovare Silente se non tra lunghe lance e possenti destrieri...?!” insinuò strascicando eccessivamente gli allusivi aggettivi.
 
Il presunto Merlino li notò sghignazzare e si apprestò a raggiungerli.
 
“I miei omaggi Cavaliere. E' un caso fortunoso che abbia tosto incontrato il vostro scudiero. Permettetemi: Merlino.” Si presentò il vecchio non lasciando altro adito ai dubbi.
 
La bocca di Malfoy si spalancò tanto e tanto in fretta da sembrare staccarsi del tutto, Harry si limitò a deglutire impressionato e a cercare di non ridere – di nuovo – per la sua reazione.
 
“Sì... stavo tosto discorrendo col Cavalier Malfoy della vostra persona. Io sono Messer Potter, Harry Potter.” Attaccò Harry inalberandosi tra i lemmi di quell'inglese arcaico per non apparire palesemente fuori luogo. D'altra parte, se davvero si trattava del più grande mago di tutti i tempi, forse non avrebbero avuto bisogno di tante precauzioni, ma era meglio non rischiare data la delicatezza della missione.
 
Merlino sorrise gioviale ad entrambi. “E così voi siete il famoso Harry Potter! Lieto di incontrarvi di persona, cosa vi porta in questo tempo?”
 
Malfoy tossicchiò infastidito e indeciso se continuare a tenere il broncio per quanto la sfiga si accanisse ingiustamente contro di lui o darsi un contegno ricercando il lato positivo della sua sciagurata condizione. Non era possibile che Harry-spina-nel-fianco-Potter fosse famoso pure nel Medioevo! E che Mago Merlino addirittura lo conoscesse!
Dato che Potter continuava a lanciare occhiate furtive intorno a loro come se si trovassero in uno dei vecchi, rassicuranti covi di Mangiamorte, decise di prendere in mano le redini della conversazione.
 
“Merlino, cosa sa di noi?” Attaccò poco cordiale.
 
“Non molto più di quello che sapete voi. Fidatevi dell'esperienza di un vecchio saggio: ciò che non sapete sarà sempre la maggioranza.” Rispose loro misteriosamente.
 
Draco si mosse spazientito. “Sa che veniamo da un altro tempo e sa che non siamo persone comuni...”
 
“Esatto. Ma, ora, che ne dite di passeggiare prima della vostra premiazione? Vorrei mostrarvi un bell'albero di Melograno.” Divagò allegramente.
 
Si allontanarono dal perimetro della giostra e si incamminarono nell'incolta campagna inglese, totalmente diversa da quella a cui erano abituati. La gente andava scemando e sul sentiero sterrato incontrarono solo qualche carretto di contadini che si occupavano di rifornire con viveri e bevande le tende dei cavalieri o il banchetto dei loro Signori.
Merlino lasciò lo stradello battuto e loro lo seguirono tra l'erba alta e i fiori selvatici, qualche lepre tagliava loro la strada e miriadi di uccelli cantavano nel cielo.
Si fermarono ai piedi di un alberello con poche foglie e tanti frutti rossastri che gli appesantivano i rami.
Malfoy incrociò le braccia al petto in attesa mentre il vecchio mago si allungò per cogliere uno dei frutti maturi, lo aprì delicatamente e offrì ai due ragazzi i semi succosi.
 
“Sapete che il melograno è l'albero dell'amicizia?”
 
Entrambi scossero il capo, incuriositi su dove volesse andare a parare. Egli indicò loro il tronco che pareva essere formato da due alberi distinti attorcigliati e, recuperando il sottile bastoncino che prima aveva usato per un bisogno molto meno esemplare, lo sfiorò mormorando parole in una lingua sconosciuta.
L'albero scricchiolando si dischiuse, come una margherita sotto il benefico influsso del sole, e tra i tronchi e le radici annodate comparve una piccola gemma lucente. Draco trattenne il fiato impressionato.
 
“Non so cosa sappiate di me, esattamente, ma dovrete farvelo bastare.” Disse loro facendosi serio. “So che venite da un tempo remotamente lontano e che anche voi siete alla ricerca del Mago che sta smagliando il cammino del tempo. Purtroppo non posso esservi molto d'aiuto, sapete che la situazione è estremamente delicata e debbo ricordarvi di fare molta attenzione al vostro agire. La minima svista può originare una ragnatela di crepe e sfociare nel paradosso sgretolando la compattezza dell'eterno.”
 
Harry annuì cupo, avevano già intuito questa terribile conclusione e rischiato loro stessi di provocarla.
 
“Come sapete è già stato qui e ha danneggiato il destino di tutti noi.” Altro cenno d'assenso. “Moira l'aveva in parte previsto e così siamo riusciti a nascondergli questa. Per voi, tuttavia, non posso far altro.”
 
“E' un cristallo d'ambra?” Chiese Malfoy trepidante.
 
“Giusto, contiene l'esatta collocazione degli eventi condensata con un incantesimo molto antico e molto potente che temo non vi sarà mai tramandato.” Rispose prendendo la gemma dal suo nascondiglio e porgendola ad Harry che, per la prima volta, si sentì in estrema soggezione nei confronti del potente mago che aveva di fronte.
 
“Merlino, chi è Moira?”
 
“Colei che siete venuti a cercare.” Replicò criptico.
 
“Il nostro piano prevedeva di incontrare e parlare con la Dama, una veggente molto potente a cui vorremmo chiedere consiglio.” Intervenne il biondo.
 
“I veggenti sono spesso volubili ed eccentrici, per nulla accomodanti.” Li redarguì mentre lasciava che il tronco dell'albero si riavvolgesse a spirale. “A chi vuole incontrare Moira consiglio sempre di portare in dono qualche melograno, il suo frutto prediletto.” Concluse poi con un sorrisino.
 
I due giovani maghi si scambiarono uno sguardo d'intesa. Harry pronunciò un incantesimo di camuffamento trasformando la gemma in un ciondolo a goccia color ametista, che si infilò prontamente al collo e nascose sotto la camicia, Draco invece evocò un cesto di vimini e prese a cogliere melograni scegliendoli accuratamente.
 
“Merlino?” Incalzò Harry  “Siamo nell'anno 1100, giusto?”
 
“Beh, quasi 1200, per un'esatta approssimazione.” Rispose con un occhiolino. “Trenqui che state andando alla grande!”
 
Draco sbatté le palpebre frastornato dal comportamento del loro interlocutore, dopodiché si ricordò che faceva coppia con Potter-il-Grifondoro e, confrontata a quello, qualunque altra eventualità pareva nettamente più logica. Potter, in ogni caso, non sembrava afferrare molto più di lui.
Lo affiancò per suggerirgli di insistere sull'argomento 'incantesimo molto antico e molto potente che non gli sarebbe stato tramandato', forse avrebbero potuto scucirgli qualche nozione in più dato che il mago pareva stranamente averlo preso in simpatia.
 
Tuttavia, quando si rigirò indietro per chiedere a Merlino di possibili parenti di nome Silente, alle loro spalle non vide nessuno.
Si bloccò interdetto, Harry accanto a lui.
Un passerotto dal petto sbiadito volò cinguettante tra i rami del melograno.
 
Harry credette davvero di vedergli fare un occhiolino malizioso prima di sparire tra le fronde; scosse la testa e sbraitò a Malfoy, ancora imbambolato, di darsi una mossa.
 
 




  
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