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Autore: Paja93    27/12/2012    2 recensioni
“Sembra quasi che io non sia minimamente cresciuta in questi quattro anni”.
Niall le lasciò il polso e calciò un sassolino sul selciato. “Nemmeno io sono cambiato molto negli ultimi quattro anni”.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tredici settembre – Too little, too late

 

Come ogni giorno da quattro anni a quella parte, la sveglia di Amy suonò alle sette in punto. Appena sveglia, fu investita da un senso di smarrimento. Ricordava di aver aspettato quel giorno con angoscia, ma in quel momento aveva la mente vuota. Fu questione di una decina di secondi che ricordò che era il tredici settembre. Niall Horan avrebbe compiuto diciotto anni. Si alzò di scatto e un fastidioso senso di nausea le investì lo stomaco.
 
Erano passati quattro anni dalla prima volta che aveva visto Niall. L’aveva notato per caso il tredici settembre del duemilasette. Quel giorno indossava un cappellino da baseball e i pantaloni troppo larghi, che sembrava gli sarebbero caduti da un momento all’altro, lasciandolo in mutande, erano tenuti su da una cinta gialla. L’attenzione di Amy era stata catturata dagli schiamazzi che venivano dalla direzione di Horan. Era sempre stato il tipo di ragazzo che voleva a tutti i costi stare al centro dell’attenzione. Difatti quel giorno era nel corridoio e stava ridendo a voce altissima. Era la prima volta che Amy sentiva la sua risata. Non aveva più sentito una risata così bella dopo quel giorno. Era successo per caso - un caso sfortunato - che Amy si fosse innamorata di Niall Horan. Sentendo che tutti i ragazzi lì intorno gli auguravano un buon compleanno, anche Amy si era avvicinata con l’intenzione di fargli gli auguri. Alla fine però la sua timidezza aveva vinto e si era limitata a sorridergli. Niall aveva ricambiato il sorriso, scoprendo una fila di denti un po’ storti, e nello stomaco di Amy era scoppiato il big ben.
Un mese dopo Niall era venuto a sapere che Amy aveva una cotta per lui grazie ad un amico di un’amica. L’aveva invitata a uscire, ma le cose non erano andate per niente bene. Amy era ancora una ragazzina, era la prima volta che usciva da sola con un ragazzo. Aveva parlato per tutto il tempo a monosillabi e, infine, quando Niall aveva cercato di baciarla, si era spostata, facendo finire le labbra del ragazzo sulla sua guancia. Tutto questo era stato un brutto colpo per Niall, che non era abituato a essere respinto dalle ragazze, così il biondo si era ripromesso che non avrebbe più parlato con Amy. E così era stato fino al tredici settembre di quattro anni dopo.
 
Amy arrivò a scuola trafelata come sempre. Aveva perso tempo per truccarsi e per vestirsi meglio del solito, perché ormai aveva deciso, avrebbe fatto gli auguri di buon compleanno a Niall Horan. Non importava che non parlassero da quattro anni, non importava che lui fosse fidanzato da più di un anno con una biondina bassa, che era conosciuta a scuola per essere una ragazza facile, non importava che Amy avrebbe fatto una figuraccia, doveva farlo. Se l’era imposto e quando lei decideva una cosa la faceva, punto e basta.
Al cambio dell’ora intravide Niall che si baciava con la sua ragazza. Amy fece un respiro profondo, ogni volta era dura incassare il colpo, e andò nell’aula di matematica con gli occhi lucidi. Avrebbe voluto prendersi a calci da sola. Era una stupida e un’illusa. Niall era felice senza di lei, perché lei non poteva essere felice senza di lui?
 
Tutta la giornata passò senza che lei riuscisse a trovare un momento per parlare con Niall, da soli.
Mentre tornava a casa con il suo fedele ipod nelle orecchie, pensava a quanto lei e Niall Horan fossero diversi. Forse era per questo che non erano riusciti a stare insieme.
Per il mese precedente Amy si era chiesta ogni giorno come sarebbe stato per lui compiere diciotto anni. Era stupido pensare una cosa del genere, doveva ammetterlo, però diventare maggiorenne per lei aveva un senso che andava al di là dei semplici festeggiamenti. Niall era diventato legalmente adulto e nel giro di poco tempo avrebbe finito la scuola e sarebbe dovuto andare all’università. Proprio come Amy, d’altra parte. Ma non poteva mentire a se stessa. Era spaventata dal fatto che, quando sarebbe finita la scuola, non avrebbe più visto Niall. Sapeva dove abitava, i locali che frequentava con i suoi amici e aveva il suo numero di cellulare – glielo aveva dato quattro anni prima una sua amica, che era amica di un amico di Niall – eppure sapeva benissimo che non l’avrebbe più visto.
Non avrebbe più passato le ore scolastiche a sbirciare dalla finestra per sorprenderlo in cortile durante le ore di lezione, non l’avrebbe più visto tutto solo seduto in un angoletto all’ombra a fumarsi una sigaretta, pensoso, non l’avrebbe più visto baciare quella bionda, non l’avrebbe più sentito ridere. Niall non l’avrebbe più guardata con i suoi occhi azzurri profondi e si sarebbe dimenticato di lei.
Una lacrima solitaria solcò la guancia di Amy.
Avrebbe fatto gli auguri a Niall Horan e poi avrebbe anche potuto compatirsi per il resto dei suoi giorni.
 
Aveva scoperto dove abitava Niall perché un giorno, senza farsi vedere ovviamente, l’aveva seguito mentre tornava a casa dopo la scuola. Loro non erano ancora usciti, quindi lui non sapeva della sua esistenza.
Dopo mezzora di autobus e dieci minuti di camminata sostenuta Amy era di fronte casa di Niall. Viveva in una villetta a schiera, così simile a quella dove abitava lei. Si guardò intorno alla ricerca di qualcosa o qualcuno che la potesse aiutare, ma era completamente sola.
La realtà era che non aveva il coraggio di suonare il campanello. Cosa avrebbe potuto dirgli? Ciao Niall, tanti auguri! Ti ricordi di me? Siamo usciti insieme quattro anni fa, eravamo due ragazzini, però ora io sono cresciuta e sono pronta ad avere una relazione con te. Ah, tra l’altro, ti amo.
Presa da questi pensieri Amy non si accorse che qualcuno aveva aperto la porta. Era seduta di spalle alla casa su un gradino, quando Greg Horan, il fratello maggiore di Niall, le toccò una spalla.
Lei si girò pianissimo, presa dal panico, e sospirò di sollievo quando si accorse che Niall non l’aveva vista.
“Ciao, sei un’amica di Niall?”
Amy cominciò a balbettare “Si, cioè no. Ci conosciamo. Anzi eravamo amici.”
Greg le rivolse un’occhiata confusa. “Sei venuta per parlare con lui?”
Amy scosse la testa e fece per andarsene, quando, “Amy?”, sentì la voce che più amava al mondo chiamarla. Niall ricordava il suo nome. Una sensazione di felicità inaspettata le invase lo stomaco e il cuore cominciò a batterle fortissimo. Si girò verso Niall e non poté fare a meno di sorridere.
“Ciao” lo salutò timidamente. Greg si dileguò nel giro di due secondi, beccandosi così un’occhiataccia da parte del fratello, che a malincuore si andò a sedere sulle scalette all’entrata di casa sua vicino ad Amy.
“Che ci fai qui?” le chiese curioso.
Amy aveva le mani sudate, le guance esageratamente rosse e il fiato corto, come se avesse appena finito di correre la maratona. Non che fosse particolarmente stupita di essere in quelle condizioni. La cosa peggiore era che aveva la mente completamente vuota, non sapeva assolutamente cosa dire. L’unica cosa che le veniva in mente era che Niall, visto così da vicino – ed era molto che non lo guardava da così vicino – era ancora più bello.
Amy decise di puntare sulla sincerità e “Sono venuta qui per farti gli auguri di buon compleanno” rispose, guardando la punta delle sue converse rosse logore.
Niall rimase in silenzio e “auguri” allora disse Amy, voltandosi a guardarlo e lasciandogli un bacio casto sulla guancia. Non sapeva come mai fosse stata così sfrontata per i suoi standard, ma quel semplice contatto tra le sue labbra e la guancia morbida e un po’ arrossata di Niall le era sembrata la cosa più naturale da fare. E soprattutto era stata bellissima.
Niall la guardò sorpreso e con lo sguardo vacuo, fissato nel vuoto, ripeté “Perché sei venuta qui, Amy?”
Lei sospirò leggermente. Era abbastanza ovvio il motivo per cui lei fosse lì. Le piaceva ancora Niall. Sentì gli occhi velarsi di lacrime, ma non disse nulla.
Niall la guardava con sguardo inquisitore, come se stesse cercando di risolvere un mistero degno di Sherlock Holmes. Amy si stava torturando le mani con lo sguardo basso. Gli erano sempre piaciuti i suoi occhi verdi, gli ricordavano l’oceano.
Con un altro sospiro Amy si decise finalmente a parlare “Niall, sai perché sono qui.” Lo guardò con uno sguardo eloquente, ma Niall, come da copione, si comportò come il solito stronzo.
“Non ne ho idea” disse soltanto con un’alzata di spalle.
Amy alzò gli occhi al cielo irritata. Perché doveva proprio innamorarsi di un idiota?! Scattò in piedi e “Perché sono ancora attratta da te” bisbigliò con la lingua tra i denti. Non sapeva se essere più arrabbiata con Niall, perché era uno stronzo, o con se stessa, perché era una stupida.
“Ancora?!” ripeté Niall, fingendosi sorpreso.
“Ancora”. Amy ora aveva le mani sui fianchi e lo fissava come se avesse voluto fulminarlo. “E ora me ne vado.” Si incamminò per il vialetto di casa Horan e, prima che Niall la fermasse, si girò verso di lui e “in ogni caso tu sei ancora uno stronzo”. Lo spintonò senza smuoverlo di un millimetro e corse via.
Niall le strinse un polso, prima che potesse allontanarsi. “Quindi, il punto è, che non è cambiato molto da quattro anni fa, non è così?” le labbra fini di Niall si piegarono in un sorrisetto strafottente. Nel solito sorrisetto strafottente, pensò Amy.
“Però, sei più sveglio di un tempo.” Amy cercava inutilmente di divincolarsi dalla sua presa. “E ora lasciami”.
Niall prese il volto di Amy con la mano libera e la baciò.
Fu esattamente tutto il contrario di quello, che Amy aveva immaginato, sarebbe stato il loro primo bacio. C’era qualcosa di represso da parte di Niall, come se avesse dovuto baciarla quattro anni prima. C’era violenza e passione, ed entrambe le aveva messe Niall. Da parte di Amy c’era soltanto tristezza. Perché era troppo tardi, e Amy se ne rese conto solo con quel bacio. Non sarebbero mai dovuti crescere, lei e Niall, non sarebbero mai dovuti crescere separati.
“Non sarebbe dovuta andare così” sussurrò Amy, quando si staccarono.
“Sei stata tu a volerlo”. Amy si ritrovò a sorridere: Niall dava sempre la colpa agli altri. Sempre e comunque. Eppure sapeva che i suoi difetti, il fatto che fosse stronzo, menefreghista, biondo tinto e tutto il resto, lo rendevano Niall, il ragazzo di cui era innamorata.
“Avresti potuto darmi tempo, eravamo così piccoli. Invece tu avevi bisogno di qualcuna che te la desse sempre e comunque. Non poteva funzionare. E ho sbagliato a venire qui oggi.” Amy scosse la testa, sembrava divertita da qualcosa, in modo sinistro. “Sembra quasi che io non sia minimamente cresciuta in questi quattro anni”.
Niall le lasciò il polso e calciò un sassolino sul selciato. “Nemmeno io sono cambiato molto negli ultimi quattro anni”.
Amy si asciugò velocemente gli occhi con il palmo della mano e “Ciao, Niall” lo salutò, guardandolo con una strana nostalgia.
“Addio”.
Addio, Niall. Addio.


Salve!
Benvenute nella prima storia pubblicata da me in questo fandom! 
Premesso che ci ho messo mezzora per pubblicarla, perchè non sono capace, dal momento che le storie che scrivo marciscono nel mio computer, spero che qualche anima stoica l'abbia letta. 
Sinceramente la storia non mi convince molto, però è in parte autobiografica, anche se a voi probabilmente non interessa! ahahahahahah!
Straparlo, lo so. Mi volatizzo, addio!

  
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