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Autore: blitzkingful    28/12/2012    2 recensioni
Finale alternativo della storia in due parti "Mors Tua", pubblicata su Lupo Alberto n. 313 e 314. Alberto, con l'imminente coltellata da parte di Marta, farà i conti con tutto ciò che ha portato a questa assurda situazione.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Traditori, voltagabbana, ipocriti, stronzi, vigliacchi.
La lista di epiteti era in crescita costante, nella mente del lupo azzurro. Anni di collaborazione, vignetta dopo vignetta, nel raccontare storie di un certo spessore, fossero satiriche, malinconiche o semplicemente umoristiche. E ora stava andando tutto a puttane perché un qualche idiota dietro alla Quarta Parete se n’era uscito con le vendite in ribasso. E tutti a farsela addosso, a disperarsi, che c’era da trovare un modo per non chiudere, che sennò finiva tutto in vacca, come amava ribadire il grassone. E con che se n’erano usciti quei deficienti?
Con la morte del protagonista. Che fa sempre scena, sì… se sei, tipo, un supereroe, non un animale parlante.
Ma ormai il sasso era stato scagliato. Tra l’altro con il beneplacito del protagonista stesso, dimentico per un attimo del suo effettivo ruolo. Forse perché una certa talpa del cazzo, ormai, si prendeva tre quarti del mensile, chissà! Ecco, perché non bersagliare Enrico, a quel punto?! Ma no, ufficialmente il personaggio principale era ancora lui, Lupo Alberto. E quindi tutti a dargli addosso con qualunque tipo di arma conosciuta, che l’unica cosa che contava era non affondare nel letame, per quanto fosse esattamente quel che era successo con tutti ‘sti propositi di morte.

Tra l’altro, come se un fumetto, un essere immaginario, potesse morire alla stregua di una persona reale, fucilato o accoltellato o che altro. Innanzitutto, la testata deve chiudere. Poi, ogni singolo lettore deve dimenticare tutto ciò che riguarda la storia. Ed è davvero difficile che succeda, specie al giorno d’oggi, fra Internet e fiere assortite. Ma vallo a dire a quegli invasati.
 
Perfino Marta si era aggregata a quella follia, liquidando tutto ciò che c’era stato fra di loro. Erano pupazzetti di carta, gli aveva detto la gallina, lì su quella collina, lontani dalla torma di imbecilli starnazzanti.  Una definizione brusca, e dal significato deprimente. Ma, sì. Era veritiera. Anche se non nel senso che intendeva la non più tanto amata Marta. Potevano pure essere alla totale mercè di gente al di sopra di loro, che decideva delle loro azioni. Ma Alberto non si era mai considerato uno schiavo. Essere un personaggio convincente, far ridere facendo pure riflettere, magari anche piangere (buon vecchio Uccello… chissà dov’era, in quel momento!), insomma, lasciare qualcosa ai lettori, ispirarli, era fonte di pura gioia.                      
Ogni fumetto nasce per uno scopo preciso. Sii fedele a te stesso e non sbaglierai,  gli aveva detto una volta Rat-Man. Ora capiva il senso della massima. Chi l’avrebbe detto, quel deficiente con le orecchie da topo aveva effettivamente qualcosa di simile a un cervello. 
Pane secco, forse.

–Mi dispiace.- fece Alberto, massaggiandosi la guancia. –Ma da questa storia me ne tiro fuori.-
-L’idea è quella.- fece Marta, lapidaria, il coltello fra le mani(?).
–Non hai capito.- fu l’ultima frase proferita dal lupo prima di avanzare verso il bordo della vignetta, senza fermarsi, fino a scomparire. Ed era scomparso sul serio, dal fumetto, proprio. Fumetto che, dal mese successivo, non venne mai più pubblicato. Che senso aveva continuare, dopo una simile uscita di scena di colui attorno al quale girava tutto?

 Che senso aveva tirarla ancora per le lunghe, se l’unica cosa che ormai contava per i personaggi era farsi vedere, senza curarsi di dare un senso all’imbrattare alberi morti? Alberto non lo trovava, il senso. Per questo era saltato fuori dal suo mondo, sconvolgendo tutti coloro che stavano leggendo. Portando suo padre, Silver, a decidere che, sì, a quel punto, meglio finirla lì, per poi farfugliare qualcosa su uno squalo. Lasciando Marta, Enrico, Mosè e tutti gli altri a marcire della fine tanto temuta, che si erano cercati credendo di prevenirla.
Mandando tutto in vacca.
E questo era il suo unico rammarico, lì, trascinato dalle correnti della coscienza collettiva di innumerevoli fan delusi: non aver potuto chiudere in bellezza.
  
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