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Autore: Silvar tales    28/12/2012    4 recensioni
La donna guardò Haytham di sottecchi, come se nutrisse ancora una certa diffidenza nei suoi confronti.
Haytham, stavolta sorridendo sinceramente, le si inginocchiò a fianco e iniziò a raccoglierle i capelli neri in due code. Fece due trecce storte e sformate, ma Zioo le approvò comunque, divertita.
«I maschi della tua gente sono tutti così imbranati con le loro donne?» lo provocò, ridendo forse per la prima volta da quando si erano incontrati.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haytham Kenway, Kaniehtì:io (Ziio)
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Aghi di Pino

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Haytham era annegato nei suoi occhi neri.
In un secondo il tempio, quegli strani solchi luminosi, le delusione stessa erano spariti dal suo corpo e dalla sua mente.
In un secondo per lui esisteva solo quella donna indigena, di cui a malapena aveva imparato il nome.
Kaniehtì:io.
Non osava nemmeno pronunciarlo. Ma in fondo, che importanza aveva un nome, un'etnia in quel momento?
Le cinse i fianchi e abbassò ulteriormente la testa, approfondendo quel bacio inaspettato.
Mosse qualche passo in avanti, ciondolando come un cieco verso il suo corpo, avvertendo con un certo pudore una pungente ed animalesca eccitazione infiammargli il ventre.
Non amava perdere il controllo a quel modo, la sua indole lo induceva a ricercare l'ordine in qualsiasi cosa, persino in momenti come quello pretendeva di avere il dominio sulle sue percezioni.
«Zioo...» sussurrò con voce roca baciandole il collo, mentre sentiva le sue mani sbottonargli la camicia e slacciargli con destrezza la cintura dei pantaloni.
«Shh...» lo zittì lei, dopo avergli sussurrato qualche incomprensibile parola nella sua lingua. Rise, soffiando l'aria dal naso.
«Mi stai prendendo in giro?» domandò scettico Haytham, accennando uno dei suoi soliti sorrisi simulati.
Zioo si fermò dunque per guardarlo in viso, gli alzò in mento e puntò quelle perle nere sui suoi occhi tranquilli, sulle sue guance pallide. Percepiva il battito del suo cuore che accelerava ad ogni semplice scambio di sguardi.
Gli appoggiò una mano sul petto e gli tolse il cappello, lasciando con noncuranza che questo cadesse a terra. Si sciolsero in un secondo bacio, se possibile più focoso del precedente.
Haytham sussultò sentendo senza preavviso il suo seno nudo sotto le sue mani. Si accorse allora che i vestiti di Zioo giacevano a terra, abbandonati tra la polvere.
Preso da una voglia incontrollabile di farla sua, il Templare la spinse contro la parete rocciosa.
Zioo prese un profondo respiro, cercando di rilassare i muscoli delle gambe, e con le braccia si resse alle spalle forti di Haytham. Quest'ultimo, non incontrando resistenza da parte sua, si sistemò tra le sue cosce morbide e iniziò a penetrarla con grazia.
Zioo non si lasciò nemmeno sfuggire un gemito, ma il suo volto era solcato da un'espressione appagata. Haytham era diverso dagli altri stranieri, lui la trattava con riguardo, anche se forse non con rispetto. Avrebbe scelto davvero lui come compagno?
Tormentata da questi dubbi, fu spesso tentata durante l'amplesso di sfilarsi dalle gambe dell'uomo che la stava possedendo, prima che le conseguenze della loro azione dettata da una momentanea oscurità divenissero indelebili. Ma infine stette lì, stretta al suo corpo, con le gambe avvinghiate ai suoi fianchi. E infine sentì il suo seme caldo farsi spazio dentro di lei, spingendosi inesorabile nella culla del suo ventre.
Haytham si sfilò piano dalla donna, donandole un buffetto sulla guancia come per ringraziarla di essersi donata, di avergli regalato un quarto d'ora di evasione.
Zioo aprì gli occhi: improvvisamente l'ambiente che li circondava tornò a fuoco.
Con un pizzico di rossore sulle guance ma con un'espressione neutra, raccolse i suoi vestiti. Poi iniziò a sistemarsi le trecce che l'uomo, nella foga del loro rapporto improvvisato, le aveva sciolto.
«Lascia che ti aiuti».
La donna guardò Haytham di sottecchi, come se nutrisse ancora una certa diffidenza nei suoi confronti. Haytham, stavolta sorridendo sinceramente, le si inginocchiò a fianco e iniziò a raccoglierle i capelli neri in due code. Fece due trecce storte e sformate, ma Zioo le approvò comunque, divertita.
«I maschi della tua gente sono tutti così imbranati con le loro donne?» lo provocò, ridendo forse per la prima volta da quando si erano incontrati.
Haytham incrinò le labbra, lieto di iniziare a conoscere la vera personalità della sua compagna.
Ma Zioo fuggì dal suo sguardo, si alzò in piedi e fece per dirigersi verso l'imboccatura della grotta.
«E ora dove vai?» Le domandò allarmato, afferrandole il polso, ma lei si divincolò all'istante dalla sua debole stretta.
«Naturalmente torno al mio villaggio, alla mia gente. Dovresti farlo anche tu».
Haytham rifletté velocemente su quelle parole. No, non poteva aver pensato veramente di addomesticare Zioo, di domare una creatura selvaggia. Erano figli di due mondi opposti e inconciliabili tra loro, due mondi che non si sarebbero mai potuti incontrare tra loro se non per far l'amore o fare la guerra.
Abbassò lo sguardo, deluso da quelle risposta. Persino nel suo viso apatico e simulatore ardeva stavolta l'ombra del dubbio.
«Magari...» iniziò Zioo, con estrema cautela, prendendogli entrambe le mani e guardandolo con circospezione. «Magari potresti venire al villaggio, qualche volta. Io sarò lì, e forse non sarò da sola».
Quelle ultime parole richiamarono Haytham alla realtà. Confuso, scosse la testa, avvicinando ulteriormente il viso a quello della donna.
«Che cosa intendi?»
Ma lei non rispose, si limitò a guardarlo a lungo negli occhi. La risposta era scritta nel suo sguardo, nascosta, cifrata.
Come una lepre, Zioo si slegò dalle sue mani e tornò alla sua libertà, lasciando Haytham solo nel tempio.
Corse lontano, corse più forte che poteva, arrampicandosi sugli alberi e guadando torrenti.
Respirò di nuovo il profumo di vento e aghi di pino, il profumo dell'aria libera.
Tuttavia, sentì che Haytham l'aveva incatenata a sé. Sentiva che, per quanto avrebbe provato a sfuggirgli, non sarebbe mai stata libera dalla sua presenza.
E la cosa non le dispiaceva affatto, perché stavolta sentiva di essere sinceramente innamorata di lui.
   
 
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