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Autore: Fake_Brit    28/12/2012    3 recensioni
Annabelle Reeds ha sedici anni ed è una Protettrice.
Giunta a Mystic Falls per stanare Klaus, si alleerà con i Salvatore e gli altri oppure li ucciderà non appena le capiterà tra le mani un motivo?
Usare i miei poteri era stata una cattiva idea. Mi ritrovai arrabbiata con un tizio che conoscevo a malapena, nonostante, grazie al suo anello, avessi capito che era un vampiro, ma le sue emozioni urlavano “Sto per fare una cazzata” e non mi sembrava che fosse capace di controllarsi, al momento.
[...]
Come un puzzle che finalmente rimanda l’immagine della copertina, la mia mente decifrò la visione: Squartatore era riferito a lui. Al vampiro che decimò Monterrey nel 1917. A Stefan Salvatore. L’unico che sapeva qualcosa dei piani di Klaus.

[Dal capitolo uno]
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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A Giulia, che aspettava una long fin da quando ha cominciato a leggermi.

Sperando di avere il tuo supporto anche stavolta.

Ti voglio bene.

 

Nota: la storia si ambienta alla fine della 3x22 con una piccola eccezione: lo scambio di corpi tra Tyler e Klaus non è avvenuto. Per cui, per adesso, Nik si è finto morto.

***

The Protectresses

Capitolo 1:

The Ripper

<< Non ci provare. >> Le parole mi uscirono dalle labbra una dopo l’altra, come se fossero dei coltelli che, di lì a poco, avrebbero tagliato il legno del vecchio e consunto bersaglio che stava appeso ad un chiodo traballante dall’altra parte della stanza, come se li avesse lancianti un abile circense.

Nonostante fosse più alto e più slanciato di me – Se il mio corpo non avesse traboccato di furia, probabilmente, avrei sorriso. Anche se il suo modo di pensare mi irritava, e non poco, fisicamente era attraente. E parecchio. – ero col naso a pochi centimetri dal suo, i piedi quasi non toccavano il pavimento. La mia espressione era perfettamente in linea con la tensione che si era annidata nei miei muscoli, annodandosi come le ciocche di una treccia, e i miei occhi lampeggiavano di rabbia. 

Usare i miei poteri era stata una cattiva idea. Mi ritrovai arrabbiata con un tizio che conoscevo a malapena, nonostante, grazie al suo anello, avessi capito che era un vampiro, ma le sue emozioni urlavano “Sto per fare una cazzata” e non mi sembrava che fosse capace di controllarsi, al momento.

Senza aspettare una replica, mi diressi al bancone. Mi serviva qualcosa di alcolico per offuscare quella matassa che erano diventate le mie emozioni, – O quelle del vampiro? – altrimenti sarebbe finita in malo modo. Nel momento in cui presi posto su uno degli sgabelli dall’aspetto confortevole – Il che si poteva dire di due o tre sgabelli in tutto il Grill – un flash mi avvolse la mente, trascinandomi lontano dal barista che mi si era avvicinato per prendere l’ordinazione.

Quando riuscii a riaprire gli occhi senza avere voglia di vomitare, barcollai.

Non mi aspettavo di ritrovarmi sul pavimento del Grill, eppure, decisi che avrei preferito quel marrone scuro al rosso che si estendeva oltre i miei piedi: sembrava di nuotare in mare un infinito di sangue, a tratti fresco, a tratti secco.

Avanzai, temendo di vomitare sul serio. Non mi era mai successo, essendo stata abituata al sangue fin da piccola, ma ce n’era troppo lì. Era… Innaturale.

Stavo per dire che non era “Umanamente sopportabile”, ma mi morsi un labbro. Io non ero umana. Nessuno nella mia famiglia lo era, non completamente, almeno. Da quanto tempo nascessimo in questo modo, non ci era dato saperlo. << Non fa parte della formazione delle Protettrici. >> aveva detto Wilson, quando, durante una delle sue lezioni sulla Mitologia delle Protettrici, mia cugina Christie aveva sollevato l’indice per chiederglielo. L’unica cosa certa del nostro essere Protettrici era il sesso: da più di cinque secoli, nella mia famiglia, solo le ragazze assumevano il ruolo di Protettrici, mentre i ragazzi si limitavano a diventare Archivisti.

Ero convinta che ormai quella visione fosse a senso unico. Mi sembrava di camminare da quasi un’ora e tutto ciò che vedeva era sangue. Qual era il senso di quella specie di fiume? Aveva qualcosa a che fare col vampiro incazzato con cui avevo quasi attaccato briga?

Come se qualcuno mi avesse ascoltato, mi ritrovai di fronte un corpo.

Nel momento stesso in cui toccò terra, il fiume di sangue svanì, lasciando il posto ad un terreno grigio, polveroso. Sembrava che la vita stessa avrebbe avuto paura di poggiarvisi.

Osservando il corpo più da vicino, notai che c’erano piccoli rivoli di sangue su ogni lato visibile e gli occhi erano sbarrati nel terrore più assoluto. Le mani erano piegate, and un passo dal rompersi: era quasi possibile vedere le falangi. Osservando la gamba dondolare, realizzai che era staccata e poi riattaccata al corpo. Era stata dissanguata e poi squartata.

Appena la parola Squartatore prese forma nella mia mente, fui travolta di nuovo dal flash e, riaprendo gli occhi, mi ritrovai seduta al bancone del Grill.

<< Una birra. >> dissi, mormorando. Le visioni mi stancavano come se fossero massi che avevo tenuto sulla schiena per ore. In più, la matassa delle emozioni – Ora erano mie per intero, ma pesavano lo stesso. – aveva continuato ad aggrovigliarsi.

Gli occhi del cameriere mi fissarono a lungo, incerti. Aveva capito che ero troppo piccola per bere? Avevo bisogno di calmarmi e per calmarmi non c’era niente di meglio dell’alcool, ma non potevo dirlo. Mi sarebbe costato la copertura.

<< Sei sordo, amico?  Ho chiesto una birra. >> cominciavo a diventare irritabile. Dannate visioni. Dannato sangue magico.

Le Protettrici avevano il compito di sorvegliare e, all’occorrenza, nascondere agli umani il sovrannaturale. Eravamo una sorta di polizia magica. Una bella gatta da pelare, considerando che molte delle creature a cui era destinato il nostro aiuto ci ritenevano degli incroci rompicoglioni.

Diciamo pure che siamo un miscuglio tra Buffy e le sorelle Haliwell.

<< Hai l’età per chiederla, questa birra? >> domandò, serio.

Lo osservai, sperando che la piantasse con le domande e versasse quella maledetta birra. Il mio sguardo era serio quanto il suo.

Non lo convinsi, perché rimase lì, a crogiolarsi nel suo buonsenso. Ma non potevo beccare il liceale? No, il tizio insoddisfatto dalla propria vita con un senso della giustizia stretto quanto un corsetto del secolo scorso era un cliché che trovavo in ogni bar in cui mettevo piede dopo un po’ di lavoro. Che gran fortuna, Annabelle, complimenti.

Mi ritrovai a desiderare di essere un vampiro. Un briciolo di Soggiogamento mi avrebbe fatto comodo, ora come ora.

<< Certo che ho l’età! >> sperai che dalla mia voce trasparisse indignazione. Avevo passato la vita a mentire, cazzo. Un barista non avrebbe mandato all’aria quindici anni di pratica.

Le protettrici venivano addestrate dai quattro ai quindici anni in tutti i campi, ma io mi ero rivelata brava nel mentire – O, come diceva mia cugina Ellie, nascondere cose troppo complicate – fin da quand’ero in fasce.

<< Sei un po’ agitata, eh, tesoro? >> tra me e me, lo presi a calci. Ero tentata di rispondere che ero in preda ad un mal di testa che gli avrebbe fatto scoppiare un neurone e che il’Tesoro’ gliel’avrei ficcato in culo, ma mi limitai a guardarlo male. In fondo, era umano, non aveva colpe di cui dovessi occuparmi io.  

Mentre sbattevo nervosamente il piede sul pavimento, il vampiro del diverbio di prima mi si sedette accanto.

<< Cosa non dovrei fare, di preciso? >> chiese, come se la mia sfuriata fosse appena finita.

Era gentile. Dio, che palle. Le persone troppo buone mi davano i nervi. Se poi erano esseri sovrannaturali non riuscivo a trattenere la mia intolleranza e mi limitavo a picchiarli, ma, essendo in missione, non mi pareva il caso.

<< Quello a cui stai pensando da quando sono entrata. E’… Una perdita di tempo. >> risposi, cercando di restare vaga. Ero troppo sfianchita per pensare ad una balla da rifilargli.

Lui annuì, guardandomi. I suoi occhi erano verdi.

Come un puzzle che finalmente rimanda l’immagine della copertina, la mia mente decifrò la visione: Squartatore era riferito a lui. Al vampiro che decimò Monterrey nel 1917. A Stefan Salvatore. L’unico che sapeva qualcosa dei piani di Klaus.

Il boccale di birra sbatté sul legno del bancone, riportandomi nel locale. Dovevo capire dove si nascondeva quel bastardo. A quanto ne sapevo, pianificava di ribaltare l’equilibrio del sovrannaturale e gettare il mondo umano nel caos di Pandora. Inoltre, era legato alla mia famiglia, per cui, solo una di noi Reeds poteva fermarlo. E sembra che toccasse a me.

***

Salve a tutti.

Il mio prossimo aggiornamento avrebbe dovuto ampliare Feelings Everywhere, ma, in preda a quelli che definirei postumi delle riunioni di famiglia, il mio cervello ha partorito e messo su carta il primo capitolo di questa – La prima in assoluto che abbia preso forma davvero, ragazzi! – long.

Per quanto riguarda la trama, non ho idee precise. Credo che aggiornerò a sentimento, quindi… se siete shippers, potrete tranquillamente immaginare Annabelle che spoglia Klaus. O Damon. Insomma, chi vi pare.

Spero di non ricadere nei ‘Visti e rivisti’. E mi metterò d’impegno, fidatevi!

A presto, Bels.

Ps: se volete seguirmi/Parlare/Impararmi il mio nick su Twittah è @xOnmyown_ :3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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