**** Anata wa Watashi ****

You found me

Purin si strinse nella giacca a vento.

Tokyo aveva spalancato le porte dell'autunno,con i suoi vialetti pieni di foglie gialle,i suoi budini caldi,le sue patate dolci. *

Erano ore che aspettava lì,immobile e all'inpiedi,sul tetto del Cafè.Non sapeva con esattezza cosa stesse attendendo,ma sapeva che non se ne sarebbe andata fino a quando quel qualcosa,o quel qualcuno,sarebbe venuto a prenderla.

Non temeva l'altezza,durante i suoi numerosi combattimenti da mew mew aveva imparato che con i suoi balzi fino alle stelle poteva salvare il mondo.

Non temeva le ferite,sapeva che qualunque squarcio potesse avere,la pelle si sarebbe sempre remarginata.

Non temeva la morte,sapeva che se le Sue mani scheletriche l'avessero presa,sarebbe stato tutto molto veloce e indolore,come un soffio di vento,le piaceva immaginarla così.

La solitudine...forse era quella che temeva davvero.

In quel momento,sola fra le nuvole,si era ricordata che,mentre affrontava ogni difficoltà della sua vita,aveva sempre avuto qualcuno al suo fianco,anche quando si era ritrovata sul terreno che non le era mai sembrato tanto duro,allo stremo delle forze: chi la soccorreva,come le sue amiche,e chi si burlava delle sue condizioni,come gli alieni.

Gli alieni...erano giorni che non mostravano il loro viso né le loro opere di distruzione...che avessero rinunciato a sconfiggerle..?

Improvvisamente,avvertì una presenza dietro di lei,che le cinse i fianchi con le braccia,poggiando le labbra,fredde come il marmo,calde come la passione che provava,nell'incavo fra il collo e la spalla.

Purin sorrise,appagata e finalmente serena.

Ecco chi aspettava. Colui che non aveva bisogno di presentazioni,o di entrare da una porta o salire per una scala per poterla raggiungere: non si era mai mosso da lì,dal suo cuore.

Strinse le dita intrizzite dal gelo attorno alle sue braccia diafane,dotate di muscoli sottili ma abbastanza potenti da riuscire a sottometterla,se solo avesse voluto.

Amava il suo profumo,vagamente somigliante di erba seccata al sole e di rugiada dissetante.

Amava i suoi occhi,limpidi e senza fine,del colore del miele di noce.

Amava i suoi capelli,soffici e morbidi,che le solleticavano il viso mentre la baciava.

Amava la sua voce,così profonda quando la amava,così infantile quando la rincorreva.

Amava la sensazione delle sue dita sulla pelle,che nei sogni più ricorrenti carezzavano con dolcezza,senza alcuna pretesa.

Nonostante questo,per riconoscerlo non necessitava di studiare il suo viso,nè di ascoltare le sue parole.

L'avrebbe riconosciuto fra mille,solo sentendo il suo cuore palpitare,agitato dall'impazienza di sfiorarlo,toccarlo,sfuggirgli.

Ma questa volta non sarebbe fuggita.

Osservò il sospiro appena fuoriuscito dalle labbra condensarsi sotto l'aria gelida e rincorrersi al respiro di lui.

Ed era una fuga d'amore,con tanto d'inseguimenti,trappole maliziose e ciniche,incroci e scontri...danze.

Proprio come loro due.

Chiuse gli occhi,abbandonandosi al suo volere,una volta per tutte.

-Konnichiwa...Taru-taru.-

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Note dell'Autrice

* in vari manga che fanno parte della mia collezione ho trovato scritto che questo è un piatto giapponese titpico delle stagioni autunnali :)

Mmh...haiiii!!!L'ho scritta!*w*

Oggi ero in uno stato d'umore particolare,nel quale Taruto e Purin mi ispiravano parecchio...ed ecco qua questa one-shot particolarmente introspettiva!

Spero che la mia ispirazione l'abbia vista giusta!xD

Ho provato anche a cambiare la mia solita abitudine di mettere la scrittura centrata...vi piace più così?:) Boh,io non mi trovo tanto...

Sayoonara,alla prossima!<3