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Autore: eleanor89    14/07/2007    17 recensioni
“Ci sono…"
“Dio, Ino mi è preso un colpo, resisti finché…”
“Basta.”
“Cosa?”
“Promettimi… una cosa, anzi due.”
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Seconda volta che do il nome di qualche cibo a una mia fic. Dovrei smettere di farvi notare le mie affinità con Choji… Comunque sia buona lettura!

“Le torte sono buone… ma lo sai, io invece ormai amo i biscotti al cioccolato…”

“I biscotti al cioccolato però sono buoni solo quando li cucino io.”

“Allora preparamene ancora.”

Quella mattina Inoichi Yamanaka credette di non essersi svegliato per davvero e di trovarsi ancora in un sogno, finché ancora mezzo intontito non batté con forza un fianco contro lo spigolo destro del tavolo, lanciando un urlo soffocato.

-Papà, non svegliare la mamma almeno oggi che il negozio è chiuso e può svegliarsi tardi…- lo rimproverò Ino.

-Piccola… ma cosa stai facendo?- le chiese ancora sofferente.

Ino lasciò andare l’impasto che teneva fra le dita per poi spostare le proprie mani ancora sporche di farina sui fianchi, imbrattando il grembiule azzurro della madre e assumendo un’espressione di assoluta indignazione adolescenziale.

-Vediamo… sto impastando questa roba, ho qui farina, zucchero, uova e ingredienti da cucina, sono in cucina… secondo te cosa sto facendo?- chiese lei, scostando con un gesto nervoso della testa le ciocche ribelli che scivolavano via dal fermaglio.

-Cucini?- azzardò il padre alquanto spaventato.

Quella che vedeva era un imitazione in scala ridotta di Yoshino Nara, la moglie del suo amico Shikaku. Se quindici anni e mezzo prima non fosse entrato nella saletta d’ospedale dove era stata appena data alla luce e non l’avesse vista in braccio alla madre avrebbe potuto pensare ad uno scambio di bambini. Da chi mai aveva preso?

-Perdonami tesoro, ma tu non cucini praticamente mai.- aggiunse, intimorito da quel tremendo sguardo sprezzante.

-Lo so anche io.- sbuffò lei prima di tornare a dedicarsi con solerzia al proprio lavoro.

-E cosa prepari?- le domandò incuriosito.

-Non è per voi.- mise subito in chiaro lei.

-Va bene, ma puoi dirmi cos’è?- insistette lui.

-Biscotti al cioccolato.-

“Non penso cucinerò mai più per te…”

“Non dirlo neanche per scherzo.”

“Baka…”

“… Ma perché stiamo parlando di cibo e di biscotti proprio ora? Come ti salta in mente, Ino?”

“Ricordi un mese fa, quando te ne ho preparato per la prima volta?”

-Shikamaru?-

Il ragazzo, comodamente sdraiato sul prato, alzò pigramente la testa verso di lei facendole un cenno svogliato per comunicarle che l’aveva vista, troppo annoiato per parlare.

-Oggi parti in missione?- chiese, sedendosi accanto a lui.

-Si, tra poco.- rispose apaticamente.

-Sei ancora arrabbiato con me?-

Shikamaru si decise a mettersi seduto, senza cambiare espressione e guardandola di sottecchi mentre attendeva che parlasse.

-Veramente non lo sono mai stato. Come sempre hai litigato e fatto pace tutto da sola.- le fece notare.

Era vero, lui si era limitato ad ascoltarla distrattamente mentre sbraitava, e ad annuire quando il giorno dopo gli aveva annunciato che si era calmata e avevano fatto pace. Certo, si era preso un bello spintone, ma aveva sempre visto Ino come una violenta e non vi aveva mai fatto caso.

-Si, ma… stavolta ho esagerato.- ammise lei con leggera difficoltà.

Lui si voltò a guardarla apertamente, senza nascondere la sorpresa. Quella era una Ino inedita.

-Ho fatto questi per chiederti scusa- concluse la ragazza imbarazzata, porgendogli titubante un sacchetto trasparente tenuto chiuso da un nastro viola e contenente dei biscotti dall’aria invitante.

Shikamaru inizialmente restò immobile, troppo sbalordito per comprendere ciò che avrebbe dovuto fare, così Ino piegò appena la testa scrutandolo in viso e valutando se scuoterlo un po’ o meno. Lui se ne accorse e allungò un braccio per poi afferrare il sacchetto. Voltò il viso con una punta di imbarazzo per non dover più fissare quegli occhi azzurri curiosi, notando così la mano sinistra della ragazza, poggiata sul terreno per sostenerla. Intorno all’indice e al medio vi erano due piccoli cerotti, segno che forse non era poi tanto sbagliato stupirsi che avesse cucinato.

-Cucini spesso?- le chiese con falsa indifferenza.

-Qualche volta…- rispose vaga, arrossendo appena.

Shikamaru se ne accorse, ed ebbe la conferma che si era tagliata o più probabilmente bruciata mentre li preparava.

Tornò a distendersi sciogliendo intanto il fiocchetto che legava la busta, deciso ad affermare quanto fossero buoni, anche se gli fossero parsi veleno. Non sapeva come chiamare questo sentimento nuovo che lo spingeva a mentire pur di non deluderla, forse cavalleria?

Ino lo scrutò più ansiosa di quanto volesse portare con calma un biscotto fino alla bocca e morderlo, pronta a cogliere ogni segno di disapprovazione, e si sentì rincuorata non vedendone.

-Scuse accettate. Sono molto buoni.- disse il ragazzo, sincero.

Ino sorrise, non per niente aveva seguito le istruzioni alla lettera e usato il padre come cavia…

-Lasciane anche per la missione…- gli consigliò sempre sorridente.

-Uhm… no… ho troppa fame. Ne vuoi anche tu?- le chiese, porgendole il sacchetto.

-Mangia pure, tanto ne sono rimasti un sacco a casa, non ho calcolato bene la quantità.- rispose.

-Penso che se li offrissi a Choji disconoscerebbe me come migliore amico per riconoscere invece te.- commentò, non troppo sarcastico.

Lei rise andando a distendersi accanto a lui.

Insieme cominciarono a guardare il cielo, consapevoli che i dorsi delle loro mani si stessero sfiorando involontariamente.

-Se ti piacciono davvero… te ne preparerò ancora.- dichiarò Ino soddisfatta.

-Grazie… strano sentirti così dolce.- la provocò.

Ino si imbronciò, voltando la testa per guardarlo in cagnesco.

-Non sei per niente gentile!- esclamò alzando la voce.

Lui ghignò divertito, chiudendo gli occhi mentre un raggio di sole che faceva capolino tra le nuvole gli sfiorava il viso. Si voltò verso di lei con un sorriso che Ino non gli riconosceva, che Shikamaru stesso non sapeva di avere.

-Tu invece si.- le rispose con quel sorriso.

Ino si sentì improvvisamente arrossire, chiedendosi perché. Del resto quello accanto a lei era Shikamaru, lei non aveva mai avuto fantasie romantiche con lui.

Perdendo completamente il controllo del proprio corpo, sentì che la propria mano sinistra si spostava, andando a stringere quella del ragazzo. Shikamaru ricambiò la stretta guardandola curioso.

La ragazza non trovò parole da dire e per la prima volta con lui, tacque. Si limitò a guardarlo negli occhi, aspettando che la situazione di imbarazzo passasse, ma tutto ciò che sentì era solo una leggera morsa allo stomaco, e calore al cuore.

Shikamaru stesso non capiva cosa stesse succedendo, anzi, era ancora più confuso di Ino, sia per via del proprio tono gentile sia perché le aveva stretto la mano senza alcuna esitazione.

Invece che impegnarsi a pensare a quello che succedeva, decise di lasciare campo libero ai sentimenti, senza programmare nulla.

Si spostò su un lato, senza lasciarle andare la mano. Automaticamente Ino ripeté il suo movimento con calma, ritrovandosi anch’essa stesa su un lato di fronte a lui.

-Ehi…- fece lui, allungando una mano fino ad accarezzarle i capelli.

-Ehi…- ripeté lei senza sapere che altro aggiungere.

Si rendeva conto che i loro visi si stavano avvicinando di millimetro in millimetro, ma non oppose resistenza. Si lasciò scivolare avanti, socchiudendo gli occhi.

L’idillio dei due fu bruscamente interrotto dalla voce di Naruto, che chiamava Shikamaru con la consueta energia.

Entrambi saltarono a sedere, ritrovandosi quasi di spalle tanto si erano sorpresi. Shikamaru guardò l’amico arrivare di corsa, salutandolo con un braccio.

-È ora di partire!- urlò Naruto.

Shikamaru allora si voltò verso Ino, che si stava già rialzando in piedi. La ragazza lo guardò ancora rossa in viso e con un sorriso nervoso.

-Quando tornerai dalla missione avrò altri biscotti!- annunciò, prima di saltarlo con un balzo e correre via, evitando Naruto per un soffio.

-Ciao Ino!- la salutò il ragazzo ignaro.

Shikamaru la guardò senza dire nulla, per poi lasciarsi nuovamente cadere all’indietro, questa volta con le mani sul viso.

“Certo che lo ricordo!”

“Quella volta… noi due stavamo per baciarci.”

“… Lo so… c’ero anche io.”

Visto che ora la tua missione è finita, dammi un bacio.”

“Ino!”

“Cosa? Ne voglio uno, prima che finisca tutto.”

“Non parlare in questo modo ti ho detto! E poi… dove sono i miei biscotti?”

“Ha ha ha!...”

“…”

“… Grazie.”

“Non si risponde mai grazie ad un bacio, non lo sai?”

“Credo… stia arrivando fronte spaziosa.”
“Stava sicuramente curando Neji, era ferito piuttosto gravemente.”

“… siamo stati più sfortunati di voi alla fine, e meno male che vi dovevamo aiutare…

Il quinto Hokage li convocò tutti con aria grave, guardandoli uno ad uno mentre stavano in fila davanti a lei, soppesando le loro abilità.

-Ci sono stati problemi con la missione affidata a Shikamaru, Naruto, Neji e Kakashi.-

Tutti trattennero il fiato.

-Ino, Sakura, voi dovete raggiungerli in qualità di ninja medici. Insieme a voi verranno anche Choji, Sai e Lee.-

Tenten la guardò con frustrazione.

-Mi spiace, ma è troppo pericoloso per te, Tenten. E come te anche altri dovranno aspettare. Il gruppo di soccorso è quello che ho deciso, ora andate!-

E loro andarono, certi di poterli aiutare.

Erano stati divisi dai nemici e avevano perso ogni contatto tra loro, questo gli comunicò Kakashi una volta trovato.

-Dividiamoci anche noi!- propose Ino.

-So già cosa vuoi fare…- mormorò Sakura, - Vuoi trovare Shikamaru. Bene, tu, Lee e Choji andate. Io, Sai e Kakashi-sensei cercheremo Naruto.-

Ino annuì, riprendendo con i compagni a saltare di ramo in ramo più veloce che poteva.

Udirono i rumori della battaglia prima ancora di vederli, e quando arrivarono videro Neji grondante di sangue attorniato dai nemici, e Shikamaru seduto a terra dolorante più in basso, divisi da una piccola discesa.

Mentre Lee e Choji andavano a dare manforte a Neji, Ino scese velocemente rischiando di cadere giù per il pendio, fino ad arrivare al compagno. Poco più in la vi era una scarpata piuttosto profonda, e Ino rabbrividì vedendolo tanto vicino al bordo.

-Sei ferito?- chiese preoccupata chinandosi su di lui.

-Un po’… nulla di grave penso.- rispose cercando di mettersi in piedi.

-Ti faccio notare che il dottore sono io.- sottolineò lei.

Un nemico volò giù accanto a loro, strisciando per qualche metro.

-Si stanno dando da fare…- commentò il ragazzo.

-Sono così potenti questi nemici?- chiese con scherno Ino.

-Senti, non sono stato io a chiedere soccorsi…- rispose scocciato.

Ino terminò di utilizzare il chakra per richiudere le sue ferite. Aveva ragione, non erano molto gravi. Neji gli era sembrato molto più conciato male.

-Alzati e andiamo su, mi occupo di Neji.-

“Shikamaru, non gridare così…”

“Sto solo dicendo a Sakura di scendere velocemente, accidenti non vuoi essere curata Ino?”
“Ti ricordo… per la seconda volta oggi… che sono un medico anche… io. Neppure… Sakura potrebbe fare… nulla per me.

“Smettila.”

“Mi dispiace…”

“Smettila, smettila, smettila!”

“…”

“Non puoi lasciarmi anche tu dopo Asuma-sensei. Gli avevi promesso di occuparti di noi!”

“L’ho fatto... Ora dovete pensare… voi ad occuparvi di voi.”
“Non ne siamo ancora in grado.”

“…”

“Ino? Ino, rispondi!”

Lo aiutò a rimettersi in piedi, ma mentre lo faceva si rese conto con orrore che il nemico che aveva dato per morto o incosciente era sveglio eccome, e li guardava con occhi brillanti. Shikamaru se ne accorse nel medesimo momento, ormai troppo tardi per fermare gli spiedi che stavano arrivando su di loro.

Ino sentì un dolore lancinante al ventre e fece l’unica mossa possibile, voltandosi e spingendolo col peso del suo corpo verso il bordo; finirono così per precipitare nella scarpata, sebbene i rami degli alberi e poi l’erba alta attutissero la caduta riducendo i danni.

Shikamaru strinse gli occhi, confuso, sentendo un forte dolore alla schiena scorticata dai rami contro cui era sbattuto e che lo avevano salvato. Sentiva il peso di Ino sullo stomaco che gli impediva di respirare normalmente.

-Ino?- la chiamò, preoccupato che lei non fosse stata altrettanto fortunata.

-Sei ferito?- chiese lei, ritraendosi con più calma del solito muovendo solo le braccia con cui teneva il busto sollevato.

-Per fortuna nessuno spiedo.- rispose lui tirandosi a sedere.

Ino si mise a sedere a sua volta, abbassando lo sguardo. Shikamaru lo abbassò con lei, sgranando gli occhi e sentendosi gelare il sangue.

Lui non era stato ferito da nessuno spiedo, ma Ino si.

Due conficcati dietro, sui reni, e tre davanti, uno dei quali sul fianco, e due sul ventre, entrambi in profondità.

-Non toccarli!- ordinò la ragazza, vedendo che lui faceva segno di volersi muovere, - Vedi che sembrano bagnati? Deve essere veleno.-

Li strappò via uno ad uno senza emettere suono, stringendo i denti per non urlare.

Da sopra udirono grida, e la voce di Naruto provocare qualcuno.

Shikamaru però non smise di fissare lei.

-Hai un antidoto, vero?- le chiese speranzoso, tremando come una foglia. Gli sudavano le mani e la fronte tanto era spaventato, non era preparato a ciò che stava accadendo.

-Si, ma non lo userò.- affermò con decisione.

-CHE CAVOLO DICI?!!-

-Shika, sono un ninja medico. Riconosco ferite ai punti vitali quando le vedo.- rispose debolmente, con un sorriso falso che mal celava angoscia.

-No. Niente punti vitali. Sakura sta arrivando sicuramente e ti curerà, inizia ad usare il chakra!- la invitò lui, quasi furioso.

-Non riesco ad evocare chakra. Immagino sia opera del veleno. Il ninja ha solo dovuto prendere bene la mira.- rispose lei in un soffio, cadendo in avanti tra le sue braccia.

Shikamaru sentì il cuore sfondargli il petto, mentre la voltava e le faceva poggiare la testa sulle sue gambe. Tentò di non badare al sangue o al suo respiro che ormai diventava un rantolo.

-Parlami di qualcosa.- le disse, tentando disperatamente di prendere tempo, usando il panico per pensare più velocemente ad una soluzione.

-Adoro le torte. Te l’ho mai detto?-

“Ci sono…”

“Dio, Ino mi è preso un colpo, resisti finché…”

“Basta.”

“Cosa?”

“Promettimi… una cosa, anzi due.”
“Dimmi.”

“Una è che continuerai… a vivere anche per me come… fai sempre… e l’altra… che mangerai ancora… biscotti al cioccolato… con Choji… devi vivere, Shikamaru.”

“Non parlare come se stessi morendo…”

“Prometti.”

“Promesso.”
“Mi spiace… che quella volta… non ci siamo baciati… abbiamo… perso tempo…

“Lo recupereremo. Io ti amo, Ino.”

“… Anche io… Grazie.”

“E di cosa?”

“Di avermi… fatta sorridere ancora…”

“… Non smettere di farlo.”

“Ora devi lasciarmi andare… da Asuma-sensei. Va bene?”

“… Io…”

“Giocheremo… a Shogi… e tra… novant’anni tu e Cho… vi unirete a noi…

“Facciamo sessanta.”

“Si…”

“… Ti amo davvero.”

“Ti amo davvero anche io.”



Si. È morta. E sempre si, devo smetterla di parlare dello Shogi in tutte le mie InoxShika come se ad Ino potesse piacere davvero. Ieri notte non riuscivo a dormire e mi è saltata in mente questa storia, quindi sono responsabile solo al 50% di ciò che è scritto, nel restante 50% è colpa dell’ora tarda. Sto sclerando, devo impegnarmi con una long-fic in corso e trovo ogni modo per distrarmi, comprese le one-shot XD. Fatemi sapere che ne pensate nei commenti!!!

   
 
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